Agosto 2020

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    Rete Unica, TIM: “Raggiunto accordo con KKR Infrastructure e Fastweb”

    (Teleborsa) – Approvato dal Cda di Tim, riunitosi oggi, l’accordo con KKR Infrastructure e Fastweb relativo alla costituzione di FiberCop, la NewCo in cui verranno conferite la rete secondaria di Tim (dall’armadio di strada alle abitazioni dei clienti) e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture partecipata da Tim (80%) e Fastweb (20%). Il Consiglio – fa sapere Tim in una nota – ha altresi` espresso soddisfazione per la recente firma di un protocollo d’intesa con Tiscali ed esaminato e approvato la lettera d’intenti con Cdp Equity finalizzata ad integrare FiberCop nel piu` ampio progetto di costituzione di una societa` della rete unica nazionale. Un’intesa che, su mandato del Cda, verrà sottoscritta dall’amministratore delegato di Tim Luigi Gubitosi.FIBERCOP – “L’accordo con KKR Infrastructure e Fastweb – spiega Tim – e` il primo passo per la realizzazione di una societa` della rete digitale italiana in fibra, che rappresenta un punto di svolta per le telecomunicazioni del Paese”. FiberCop consentira` a Tim, Fastweb e agli altri operatori di co-investire completando i piani di copertura in fibra nelle aree nere e grigie del Paese e accelerando l’adozione dei servizi Ultra-Broadband (UBB). A conferma dell’apertura del progetto, in questi giorni Tim ha sottoscritto con Tiscali un Memorandum of Understanding per definire i termini di una partnership strategica avente ad oggetto lo sviluppo dell’infrastruttura ultra-broadband attraverso la partecipazione economica di Tiscali al progetto di co-investimento in FiberCop. Nel dettaglio FiberCop sara` da subito dotata di un asset di rete che gia` oggi offre collegamenti UBB all’85% della popolazione grazie alle tecnologie FTTC e FTTH. La societa` proseguira` la copertura FTTH, con velocita` di connessione di 1 Gbps, con l’obiettivo di raggiungere, entro il 2025, il 76% delle unita` immobiliari delle aree grigie e nere, corrispondenti ad una copertura del 56% delle unita` immobiliari tecniche del Paese. Nelle aree bianche Tim ha annunciato che proseguira` l’intervento di copertura UBB gia` in corso. Secondo quanto previsto dal Codice europeo delle Comunicazioni Elettroniche, la rete in fibra sara` realizzata dalla NewCo sulla base del modello di coinvestimento aperto all’ingresso di tutti gli altri operatori. La nuova societa` – di cui Tim deterra` il 58%, KKR Infrastructure il 37,5% e Fastweb il 4,5% – offrira` servizi di accesso passivi della rete secondaria in rame e fibra a tutti gli operatori del mercato. “FiberCop – sottolinea Tim – fara` leva sull’infrastruttura in fibra gia` posata da FlashFiber, senza duplicazione di investimenti e con la massima efficienza, promuovendo allo stesso tempo la concorrenza. Tim sara` il fornitore esclusivo per la costruzione e la manutenzione delle reti e fornira` ulteriori servizi a FiberCop che avra` una struttura snella con meno di 100 dipendenti”. Un’operazione che punta ad accelerare il passaggio dei clienti da rame a fibra contribuendo alla riduzione del digital divide in Italia. Tim ha accettato l’offerta vincolante di 1,8 miliardi di euro da parte di KKR Infrastructure, che acquistera` il 37,5% di FiberCop, sulla base di un enterprise value di circa 7,7 miliardi di euro (equity value 4,7 miliardi di euro), mentre Fastweb avra` il 4,5% di FiberCop a seguito del conferimento del 20% attualmente detenuto in FlashFiber. Si prevede che FiberCop avra` un EBITDA di circa 0,9 miliardi di euro ed EBITDA – CAPEX positivi a partire dal 2025 e non richiedera` iniezioni di capitale da parte degli azionisti. “L’apporto di risorse finanziarie che deriva dall’ingresso di KKR Infrastructure in FiberCop – afferma Tim – dara` un ulteriore importante contributo al rafforzamento della struttura patrimoniale del Gruppo Tim”. Il closing dell’operazione e` previsto entro il primo trimestre del 2021, una volta ottenute le autorizzazioni delle Autorita` competenti.LETTERA D’INTENTI TIM-CDP EQUITY – Nel corso del Cda Tim ha anche approvato e dato il via libera alla firma di una lettera d’intenti con Cdp Equity (Cdpe) finalizzata alla realizzazione del piu` ampio progetto di rete unica nazionale (AccessCo) attraverso la fusione tra FiberCop e Open Fiber, società dedicata alla fibra ottica e partecipata da Cdp e Enel. Secondo quanto previsto dall’intesa, Tim deterra` almeno il 50,1% di AccessCo e attraverso un meccanismo di governance condivisa con Cdpe sara` garantita l’indipendenza e la terzieta` della societa`. A tal proposito – fa sapere Tim – sono previsti meccanismi di maggioranze qualificate e regole di controllo preventivo. Per definire i valori degli asset destinati a confluire in AccessCo, e le relative quote di partecipazione nella societa`, le parti incaricheranno valutatori terzi per avviare i relativi processi di due-diligence relativi a FiberCop e Open Fiber. Prima della fusione, e` previsto che Tim conferisca in FiberCop un ulteriore ramo d’azienda che consiste nella rete primaria funzionale alle attivita` operative di FiberCop. Il processo di due-diligence e` atteso entro la fine dell’anno nell’ottica di raggiungere un eventuale accordo di fusione non oltre il primo trimestre del 2021 mentre il closing dell’operazione e` condizionato alle autorizzazioni delle Autorita` competenti. In aggiunta alla rete unica nazionale, Cdp Equity e Tim – spiega Cdp in una nota – daranno immediato avvio alle valutazioni in merito a ulteriori aree di possibile cooperazione per perseguire lo sviluppo di altre tecnologie (5G, hedge computing, Data Center, Cloud e altro), cosi da facilitare la rapida introduzione di tecnologie innovative che migliorino l’accessibilità del Paese. Sotto il coordinamento di Cdp Equity – prosegue la nota – si darà altresì immediato avvio a un tavolo tecnico sull’infrastruttura di rete volto, tra l’altro, ad acquisire l’eventuale interesse di altri operatori del settore a partecipare all’operazione anche mediante contribuzione di asset/risorse. “Con la lettera d’intenti firmata da Cassa Depositi e Prestiti e Tim – ha commentato il presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini – si avvia un percorso che potrà condurre alla nascita di una rete unica tecnologicamente all’avanguardia, necessaria per superare il digital divide su tutto il territorio nazionale in un’ottica di sistema e a contribuire allo sviluppo del Paese, con l’obiettivo di restituirgli competitività a livello globale. Il percorso delineato, che sarà subordinato alle autorizzazioni da parte delle autorità regolatorie e di vigilanza e all’approvazione degli organi deliberanti degli attori coinvolti, conferma il valore della scelta strategica di Cdp, quando insieme ad Enel ha dato il via ad Open Fiber. Inoltre rafforza il ruolo di Cassa, un investitore paziente che opera con una logica di sistema di medio-lungo termine, forte del suo legame storico con il territorio, mettendo sempre al centro la tutela del risparmio postale delle famiglie italiane”. Soddisfazione per l’accordo raggiunto è stata espressa anche dall’amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo. “Cassa Depositi e Prestiti – ha affermato Palermo – è un investitore di lungo termine che supporta da sempre la crescita del Paese con particolare attenzione alle persone e al territorio. La connettività rappresenta un fattore abilitante essenziale per supportare in modo efficace le principali leve di sviluppo quali l’istruzione, il lavoro, le infrastrutture e la sanità. Proprio per questo, l’impegno di Cdp in questo dossier è stato massimo e conferma il sostegno già avviato da anni per lo sviluppo della fibra ottica in Italia. La firma del memorandum rappresenta il primo importante passo verso la realizzazione di un’infrastruttura digitale unica in banda ultralarga, che potrà garantire parità di accesso a tutti gli operatori, velocità, affidabilità e distribuzione capillare. Con il supporto degli azionisti abbiamo tracciato il percorso che, dopo l’approvazione da parte delle autorità di regolazione e di vigilanza, potrà consentirci di creare una rete Tlc di ultima generazione, necessaria per la competitività del Paese e cruciale per il rilancio dell’economia. In questo contesto, Open Fiber continua ad avere per Cdp un ruolo fondamentale che si consoliderà sempre più nel percorso verso la creazione della rete unica”. LEGGI TUTTO

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    Coronavirus, incremento positivi torna sotto quota mille

    (Teleborsa) – Con 996 nuovi nuovi positivi al Sars-Cov-2, in Italia si arresta l’incremento dei casi che torna sotto quota mille (ieri era stato di 1365). Un dato che porta il totale dei casi dall’inizio dell’emergenza sanitaria a 269.214. Degli attuali 26.078 positivi, 24.696 persone sono in isolamento domiciliare, 1288 sono ricoverati in ospedale, +37 rispetto a ieri, e 94 sono ricoverati in terapia intensiva, ancora in aumento, +8 rispetto a ieri. Questi i dati diffusi oggi nel bollettino quotidiano del ministero della Salute – Istituto superiore di sanità a fronte dei 58mila tamponi effettuati.Sempre nelle ultime 24 ore sono sei (+2 rispetto a ieri ) le persone decedute nel nostro Paese per Covid-19. I guariti registrati oggi nel bollettino sono in totale 207.653, che rispetto ieri segnano un dato negativo -883 per effetto, probabilmente, di un ricalcolo.A livello regionale rimane alta l’attenzione in Sardegna dove i casi di positività al Covid-19 complessivamente accertati dall’inizio dell’emergenza sono in totale 2.193. Nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale si registrano 79 nuovi casi, 68 rilevati da screening e 11 da sospetto diagnostico. Il dato è comprensivo di alcuni casi rilevati negli ultimi tre giorni e non ancora computati. Resta invariato il numero delle vittime, 134 in tutto. In totale sono stati eseguiti 135.617 tamponi, con un incremento di 1.083 test rispetto all’ultimo aggiornamento. Sono invece 28 i pazienti ricoverati in ospedale. Si registra un paziente in più in terapia intensiva, quattro attualmente nell’Isola. Le persone in isolamento domiciliare sono 757. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.266 pazienti guariti (+2 rispetto al precedente bollettino), più altri 4 guariti clinicamente. Sul territorio, dei 2.193 casi positivi complessivamente accertati, 401 (+18) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 228 (+11) nel Sud Sardegna, 66 (+1) a Oristano, 145 (+20) a Nuoro, 1.353 (+29) a Sassari.In testa alla classifica, con il maggior numero di positivi, rimane la Lombardia dove, a fronte di 9.866 tamponi effettuati, sono 135 i nuovi casi di coronavirus riscontrati. Il rapporto tra il numero dei tamponi e i nuovi positivi è pari all’1,36%. I decessi, delle ultime 24 ore sono 2, per un totale complessivo di 16.865. In terapia intensiva ci sono attualmente 22 persone (+2), mentre i ricoverati non in terapia intensiva sono a quota 195 (+1). I guariti/dimessi raggiungono il totale complessivo di 76.258 (+10), di cui 1.286 dimessi e 74.972 guariti. Quanto ai nuovi casi per provincia su 135 quelli della sola provincia di Milano sono 54, di cui 30 a Milano città; 19 in quella di Bergamo; 7 in quella di Brescia; 8 in quella di Como; 3 a Cremona; 11 a Lecco: 1 a Lodi; zero a Mantova; 13 a Monza e Brianza; 1 a Pavia; 1 a Sondrio; 7 a Varese.Con 184 nuovi casi è la Campania la regione che registra il maggior incremento di contagi. Segue il Lazio con 148 nuovi casi, la Lombardia con 135, l’Emilia Romagna con 117. A zero contagi Basilicata e Molise; 2 nelle Marche. Contagi a una cifra anche nella provincia autonoma di Bolzano (3), nella provincia autonoma di Trento (4), in Friuli Venezia Giulia (5), in Umbria e Valle d’Aosta (9). LEGGI TUTTO

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    MPS, pronto il decreto per uscita del MEF dalla banca

    (Teleborsa) – Secondo quanto riporta Ansa, il decreto del MEF per l’uscita da Banca Monte dei Paschi di Siena sarebbe ormai arrivato alle ultime fasi di revisione.Il Ministero sarebbe anche pronto a sottoscrivere gran parte del miliardo di euro in strumenti di capitale che la banca si appresta a emettere su indicazione della BCE.Il Tesoro al momento detiene una quota del 68% della banca, dopo la ricapitalizzazione precauzionale del 2017 ed ha assicurato alla Commissione europea di cedere la sua quota entro la fine del 2021.Il DPCM, da quanto appreso dalle fonti dell’agenzia di stampa, potrebbe arrivare all’ordine del giorno della prima seduta utile del Consiglio dei Ministri e il provvedimento potrebbe essere esaminato già nel corso di questa settimana.Il decreto, inoltre, autorizzerebbe il Tesoro a procedere con le operazioni straordinarie necessarie a fare in modo che l’istituto senese possa deconsolidare 8,1 miliardi tra sofferenze e inadempienze probabili attraverso una complessa operazione con AMCO, la bad bank del ministero.Nella bozza di decreto, infine, è previsto che il Tesoro potrà cedere la quota detenuta in MPS in una o più fasi, tramite un’offerta pubblica di vendita rivolta a investitori retail italiani, compresi i dipendenti dell’istituto di credito, o istituzionali.Tra le modalità in esame, il decreto cita anche trattative dirette o operazioni straordinarie, incluse fusioni. LEGGI TUTTO

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    CNA: Far ripartire gli investimenti per la crescita. Blocco licenziamenti rischia di irrigidire mercato lavoro

    (Teleborsa) – Con il DL agosto il Governo ha potenziato gli interventi a sostegno dell’economia muovendosi tuttavia ancora nella logica di contrasto agli effetti depressivi causati dall’emergenza Covid. Il sostegno pubblico non potrà proseguire a oltranza in assenza della ripresa dell’economia, trainata dall’accelerazione degli investimenti pubblici e da un quadro complessivo favorevole per gli investimenti privati.È quanto ha indicato Sergio Silvestrini, Segretario generale della CNA, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Bilancio del Senato sul DL agosto, sottolineando che il provvedimento integra e in alcuni casi migliora l’efficacia dei decreti precedenti portando a oltre 100 miliardi le risorse attivate dall’intervento pubblico.Per il Segretario Generale della CNA è necessario definire rapidamente un efficace piano di ammodernamento e rilancio dell’Italia sfruttando le ingenti risorse del Recovery Fund. Il sistema Paese deve affrontare una duplice sfida: tempestività dell’utilizzo delle risorse ed efficacia dell’allocazione.Nel merito del DL agosto, Silvestrini ha detto di “comprendere” le finalità sociali in merito alla proroga del blocco dei licenziamenti ma esiste il rischio di “determinare un pericoloso irrigidimento del mercato lavoro”. Inoltre ha sollecitato tempi rapidi per il trasferimento delle risorse aggiuntive al Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato che assicura sostegno a quasi 250mila imprese artigiane e un milione di dipendenti. “Non devono assolutamente ripetersi i ritardi dei mesi scorsi”. Giudizio positivo sull’esonero dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro ma è “incomprensibile l’esclusione del contratto di apprendistato”.Silvestrini ha ribadito le criticità sul Fondo Nuove competenze legate al coinvolgimento dei Fondi Interprofessionali e l’esigenza di potenziare il finanziamento a favore dei patronati che si sono rivelati strumenti essenziali.Infine preoccupazione per possibili effetti discriminatori in merito al fondo per la filiera ristorazione e ai contributi per le attività nei centri storici. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “I docenti italiani sono i più vecchi, meno pagati e considerati d'Europa”

    (Teleborsa) – “La gente considera gli insegnanti i paria del pubblico impiego”. A dirlo è l’esperto di malattie professionali Vittorio Lodolo D’Oria sottolineando come nel nostro Paese i docenti siano i “più anziani e peggio pagati d’Europa”. In tale contesto per l’Anief “l’emergenza Covid-19 deve essere anche un momento di riflessione per capire che il personale scolastico va valorizzato e svecchiato, considerandolo come una categoria da tutelare”. Tuttavia, per il giovane sindacato, le ultime decisioni del Governo non sembrano andare in questo verso.”Negli ultimi protocolli istituzionali sul rientro in classe – spiega l’Anief – ci si è dimenticati dei lavoratori fragili della scuola, si è cancellato solo per loro lo smart working, si è sorvolato sul fatto che più del 60% dei docenti è over 50 e che crescono le patologie derivanti dallo stress da cattedra”. Per il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico “la pandemia che ha colpito il mondo va giustamente affrontata in chiave di rinascita di determinati settori vitali per il benessere dei cittadini, come la Conoscenza, la Sanità e il Welfare. Auspichiamo, quindi, che le indicazioni fornite dall’Anief al premier Giuseppe Conte sull’utilizzo esclusivo per la scuola del 10% dei fondi dei 172 miliardi in arrivo dal Recovery Fund possano effettivamente trovare seguito. Occorre assolutamente cancellare dai vincoli di bilancio pubblico le spese di funzionamento della scuola, abbandonando la linea dei tagli e del dimensionamento degli ultimi 12 anni. E andare finalmente a valorizzare il corpo docente e tutti i lavoratori della scuola che negli ultimi anni sono scesi nella scala sociale a livelli indegni: è la sfida delle sfide. Che va vinta senza se e senza ma”.”Ci si è ricordati – dichiara Lodolo D’Oria in un’intervista a Orizzonte Scuola – che gli insegnanti esistevano solo grazie al loro preannunciato diniego a sottoporsi agli esami sierologici (un terzo di loro) e soprattutto dopo l’individuazione della cosiddetta categoria dei lavoratori fragili over 55. Solamente allora – continua l’esperto – si è compreso che, senza docenti, non si può fare scuola, anzi, la scuola senza di loro proprio non esiste. Ad aggravare il quadro di quelli che ormai la gente considera i paria del pubblico impiego ecco intervenire il fattore anagrafico perché il nostro Paese vanta gli insegnanti più anziani, oltreché i peggio pagati, d’Europa”. Lo stesso medico ricorda che il ministero dell’Istruzione, anche se le responsabilità maggiori sono di quello della Salute, ha confermato lo storico disinteresse “rispetto all’impegno nell’individuazione delle malattie professionali della categoria. Molti sindacati hanno tenuto lo stesso atteggiamento del dicastero di Trastevere, mentre altri (tra cui l’Anief) si sono fermati di fronte al muro di gomma opposto dal Ministero Economia e Finanze che si è sempre rifiutato ostinatamente di mettere a disposizione i dati nazionali sull’inidoneità all’insegnamento per causa di salute”.Per Lodolo D’Oria l’Italia, pur disponendo dei dati, “è l’unico Paese europeo a non possedere studi clinici su scala nazionale circa le inidoneità all’insegnamento per motivi di salute, mentre gli studi locali a disposizione (Milano, Torino, Verona) mostrano l’assoluta prevalenza dei disturbi psichiatrici tra le malattie professionali della categoria. Per quanto riguarda l’estero basti ricordare che in Francia (2005) e Gran Bretagna (2009 e 2012) negli insegnanti è stato accertato il maggior rischio suicidario tra tutte le categorie professionali. La speranza – aggiunge – è che la vicenda del Covid-19 faccia comprendere la centralità degli insegnanti e della loro salute nella scuola”.”È bene – afferma l’Anief – che chi governa il Paese dia seguito alle indicazioni fornite, perché collimano con quelle adottate da tutti i Paesi moderni. L’occasione per farlo c’è: è quella di utilizzare i miliardi provenienti dall’Unione europea e finalizzati proprio al sostegno dei Paesi membri più toccati, come l’Italia, dall’emergenza epidemiologica”.”Bisogna fare di tutto per cogliere l’occasione dello status di gravità in cui versa il settore scolastico – commenta Pacifico – per cancellare la politica assurda dei tagli e del dimensionamento. E per dare merito a chi permette la crescita formativa e umana delle nuove generazioni. Cominciamo con il ringiovanire il personale docente più vecchio del mondo, cancellando l’obbligo di andare in pensione a 67 anni, dopo anche oltre 40 anni di insegnamento, bisogna andare in pensione nella scuola a 61 anni senza penalizzazione come era prima della Legge Monti-Fornero. Inoltre, si riconosca una volta per tutte lo stress da lavoro correlato, visto che è scientificamente provato che la docenza porta malattie e patologie invalidanti anche in alto numero e crescenti con l’avanzare dell’età”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Ministro Speranza lancia coalizione europea per misure anti-Covid

    (Teleborsa) – Norme di igiene di base, distanziamento, politiche specifiche per bambini a rischio con esigenze di apprendimento o condizioni di salute speciali e per docenti con condizioni di salute che li rendono vulnerabili a infezioni più gravi.Sono le quattro misure per la riduzione del rischio contagio negli ambienti scolastici individuate in una dichiarazione congiunta del direttore Regionale per l’Europa dell’OMS, Hans Kluge, e del ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine del summit con 53 paesi per individuare misure comuni di contrasto al Coronavirus in tema di scuola. Promossa anche la didattica online in particolari situazioni.Immediato il plauso del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per l’iniziativa. “Ancora una volta l’Italia in prima fila per elaborare strategie utili per combattere il coronavirus. Grazie al ministro Roberto Speranza oggi 53 Paesi si confrontano con l’Oms sulla riapertura delle scuole in sicurezza. Questa oggi è la nostra priorità”, ha scritto Conte su Twitter.”Lavoriamo tutti insieme e riconsegniamo le scuole ai nostri studenti: il Paese ce ne sarà riconoscente”. Si apre così, invece, la lettera inviata dalla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a docenti, presidi e personale scolastico a due settimane dalla riapertura ufficiale della scuola.”Una responsabilità storica” la definisce la titolare del Ministero di viale Trastevere, che riconosce che “sarà un anno duro”, “ma anche l’inizio di un percorso diverso”.La Ministra difende i lavoratori della scuola dalle voci che negli ultimi giorni sono circolate in merito a possibili forfait dovuti alla paura di contrarre il Covid-19. “Respingeremo sempre con forza le insinuazioni che mirano a gettare discredito sulle istituzioni scolastiche e soprattutto su chi ci lavora – ha scritto Lucia Azzolina – Dimostriamo ancora una volta che il corpo dei docenti è sano. Composto da insegnanti che ci credono. Che amano il proprio lavoro e lo svolgono con professionalità e impegno”.Azzolina nella missiva ha anche difeso il lavoro del suo dicastero – “già a giugno è stato varato il Piano per la ripartenza di settembre, preparato insieme ai tanti attori del sistema scolastico e istituzionale. Da allora non ci siamo mai fermati” –, spiegato come le modifiche intervenute nelle ultime settimane siano dettate dal mutamento della crisi sanitaria in corso – “il quadro di una pandemia non è una fotografia, non è statico, e al mutare delle condizioni la politica può e deve prendere nuove decisioni – e ha promesso nuovi interventi grazie al Recovery Fund.”Abbiamo un obiettivo preciso, da raggiungere in tempi certi: dotare il nostro Paese di scuole migliori, più sicure e funzionali alle esigenze di studentesse e studenti”, ha garantito la Ministra. LEGGI TUTTO

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    Officina Stellare sbarca negli USA

    (Teleborsa) – Officina Stellare, PMI innovativa vicentina quotata sul mercato AIM Italia, annuncia il consolidamento della propria presenza sul mercato USA con l’avvenuta costituzione di Officina Stellare Corp., società a responsabilità limitata con sede legale registrata in Delaware e sede operativa in Virginia.Officina Stellare Corp., partecipata al 100% da Officina Stellare, sarà guidata dal co-fondatore e responsabile Business Development Gino Bucciol, che ricoprirà il ruolo di Amministratore Delegato della controllata americana occupandosi della gestione e dell’avvio operativo della struttura.”L’apertura della controllata negli Stati Uniti segna una nuova tappa fondamentale nel processo di crescita di Officina Stellare – ha commentato Gino Bucciol, AD di Officina Stellare Corp. – il mercato americano ha contribuito fin dall’inizio allo sviluppo dell’aienda e ancora oggi rappresenta uno dei mercati strategici più rilevanti per i settori della Ricerca Scientifica, delle nuove tecnologie per le comunicazioni, dello Spazio e della Difesa”. LEGGI TUTTO