1 Settembre 2020

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    MEF, ad agosto cresce fabbisogno del settore statale a 3,5 miliardi

    (Teleborsa) – Nel mese di agosto 2020 il saldo del settore statale si è chiuso, in via provvisoria, con un fabbisogno di 3,5 miliardi, in peggioramento di circa 1,3 miliardi rispetto al risultato del corrispondente mese dello scorso anno (-2,2 miliardi).Lo rende noto il Ministero delle Finanze in una nota.Il fabbisogno dei primi otto mesi dell’anno in corso è pari a circa 106 miliardi, in aumento di circa 73,5 miliardi rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2019. Sul sito del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato è disponibile il dato definitivo del saldo del settore statale del mese di luglio 2020Come spiega il MEF in un commento, nel confronto con il corrispondente mese del 2019, il saldo ha risentito della maggiore spesa delle Amministrazioni pubbliche per l’erogazione delle prestazioni previste dai provvedimenti legislativi emanati al fine di contenere l’emergenza Covid-19. Tale spesa è stata parzialmente compensata da un lieve aumento degli incassi fiscali.La spesa per interessi sui titoli di Stato presenta una diminuzione di circa 500 milioni. LEGGI TUTTO

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    Iren, in Emila cresce programma capsule esauste con Nespresso: più di 40 tonnellate raccolte

    (Teleborsa) – A Parma, Piacenza e Reggio Emilia si continuano a registrare risultati in crescita nella raccolta delle capsule di caffè esauste. Nel 2019, infatti, il progetto di raccolta delle capsule di caffè esauste ha permesso di recuperare, grazie alla collaborazione tra Nespresso e Iren Ambiente, più di 40 tonnellate di capsule in alluminio, segnando una crescita del 38 % rispetto all’anno precedente.

    A segnalarlo è una nota della stessa multiservizi
    Nato nel 2011 grazie a una convenzione con CiAl (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio Italiano Compostatori) – poi rinnovata a gennaio 2018 – il progetto di riciclo delle capsule “Da Chicco a Chicco” è l’espressione concreta dell’impegno di Nespresso in Italia per la creazione di una tazzina di caffè ad impatto positivo. Il programma prevede la raccolta delle cialde conferite dai consumatori presso i punti vendita di Nespresso sul territorio: quanto raccolto viene quindi portato presso i Centri di Raccolta IREN ed avviato al recupero dal Consorzio.

    Si tratta di un sistema capillare di 113 punti di raccolta presenti in 67 città italiane, con 17 nuovi punti di raccolta aperti nel solo 2019 al fine di permettere ad un numero sempre maggiore di consumatori di contribuire al recupero delle capsule. Nel 2019, su tutto il territorio nazionale, sono state così recuperare ben 1.335 tonnellate di capsule in alluminio, in crescita del 31% rispetto all’anno precedente.
    Le capsule riconsegnate vengono successivamente raccolte dalle aziende che, come Iren Ambiente, si occupano della gestione del servizio di raccolta differenziata e inviate per la lavorazione ed il recupero presso un impianto, dove l’alluminio viene separato dal caffè.
    A seguito della separazione dei due materiali, l’alluminio viene destinato alle fonderie per il processo di riciclo che lo trasformerà in nuovi oggetti, mentre il caffè viene destinato a un impianto di compostaggio per la sua trasformazione in compost, utile per le coltivazioni agricole. In particolare, il concime ottenuto viene impiegato in provincia di Novara ed il riso prodotto grazie a questo ammendante naturale, riacquistato da Nespresso, viene infine donato a Banco Alimentare della Lombardia – a cui ad oggi sono state donate 2 milioni 954 mila porzioni di riso – e a Banco Alimentare del Lazio. LEGGI TUTTO

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    Iren, in Emilia cresce programma capsule esauste con Nespresso: più di 40 tonnellate raccolte

    (Teleborsa) – A Parma, Piacenza e Reggio Emilia si continuano a registrare risultati in crescita nella raccolta delle capsule di caffè esauste. Nel 2019, infatti, il progetto di raccolta delle capsule di caffè esauste ha permesso di recuperare, grazie alla collaborazione tra Nespresso e Iren Ambiente, più di 40 tonnellate di capsule in alluminio, segnando una crescita del 38% rispetto all’anno precedente.A segnalarlo è una nota della stessa Iren.Nato nel 2011 grazie a una convenzione con CiAl (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio Italiano Compostatori) – poi rinnovata a gennaio 2018 – il progetto di riciclo delle capsule “Da Chicco a Chicco” è l’espressione concreta dell’impegno di Nespresso in Italia per la creazione di una tazzina di caffè ad impatto positivo. Il programma prevede la raccolta delle cialde conferite dai consumatori presso i punti vendita di Nespresso sul territorio: quanto raccolto viene quindi portato presso i Centri di Raccolta IREN ed avviato al recupero dal Consorzio.Si tratta di un sistema capillare di 113 punti di raccolta presenti in 67 città italiane, con 17 nuovi punti di raccolta aperti nel solo 2019 al fine di permettere ad un numero sempre maggiore di consumatori di contribuire al recupero delle capsule. Nel 2019, su tutto il territorio nazionale, sono state così recuperare ben 1.335 tonnellate di capsule in alluminio, in crescita del 31% rispetto all’anno precedente.Le capsule riconsegnate vengono successivamente raccolte dalle aziende che, come Iren Ambiente, si occupano della gestione del servizio di raccolta differenziata e inviate per la lavorazione ed il recupero presso un impianto, dove l’alluminio viene separato dal caffè.A seguito della separazione dei due materiali, l’alluminio viene destinato alle fonderie per il processo di riciclo che lo trasformerà in nuovi oggetti, mentre il caffè viene destinato a un impianto di compostaggio per la sua trasformazione in compost, utile per le coltivazioni agricole. In particolare, il concime ottenuto viene impiegato in provincia di Novara ed il riso prodotto grazie a questo ammendante naturale, riacquistato da Nespresso, viene infine donato a Banco Alimentare della Lombardia – cui ad oggi sono state donate 2 milioni 954 mila porzioni di riso – e a Banco Alimentare del Lazio. LEGGI TUTTO

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    Wirecard, Bundestag avvia inchiesta su scandalo finanziario

    (Teleborsa) – Avviata dal Parlamento tedesco un’inchiesta sullo scandalo Wirecard, la fintech che lo scorso maggio ha ammesso di aver falsificato i conti coprendo un buco di bilancio da 1,9 miliardi delle sue controllate in Asia avviando, nelle scorse settimane, le procedure di insolvenza.Una decisione, quella del Bundestag, che arriva in seguito alle polemiche alimentate dall’opposizione che chiedeva a gran voce una commissione parlamentare sul caso Wirecard. I numeri necessari per la sua istituzione sono stati raggiunti grazie all’adesione dei verdi all’iniziativa lanciata dai partiti avversari della Grosse Koalition, l’ultradestra di Afd, i liberali di Fdp e la sinistra della Linke.Il dito continua a essere puntato contro il governo, accusato di non essere stato in grado di prevenire il più grande scandalo finanziario della storia tedesca dal dopoguerra, mirando a proteggere l’immagine di una delle compagnie più in vista della borsa tedesca e chiudendo un occhio sulle irregolarità contabili.Una questione che, in vista delle elezioni parlamentari del prossimo anno, rischia di minare il ruolo di Angela Merkel. In occasione della sua visita ufficiale in Cina, lo scorso anno, la cancelliera ha infatti fatto opera di lobby a favore di Wirecard. LEGGI TUTTO

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    Auto, ad agosto frena la caduta delle immatricolazioni

    (Teleborsa) – Il mercato dell’auto ad agosto frena la caduta post pandemia e torna ai livelli del 2019. Nello scorso mese sono state immatricolate 88.801 autovetture contro le 89.184 dell’agosto 2019.Il calo è così contenuto nello 0,43%, secondo i dati comunicati dal Ministero dei Trasporti sulla base dell’archivio nazionale della motorizzazione civile.Luglio 2020 si è chiuso invece con un calo più pronunciato del 10,88% a 136.653 unità.Nello stesso periodo di agosto 2020 sono stati registrati 155.727 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -34,14% rispetto ad agosto 2019, durante il quale ne furono registrati 236.436 (nel mese di luglio 2020 sono stati invece registrati 273.622 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -27,81% rispetto a luglio 2019, durante il quale ne furono registrati 379.028).Nel mese di agosto 2020 il volume globale delle vendite (244.528 autovetture) ha dunque interessato per il 36.32% auto nuove e per il 63,68% auto usate.Commentando questi dati il Centro studi Promotor parla di un “un barlume di speranza” dopo i primi sette mesi del 2020 che chiudono il loro consuntivo con un calo di immatricolazioni del 41,7%, con una perdita di fatturato per il settore stimata in 9,6 miliardi.A sostenere la ripresa, sostiene lo stesso Centro Studi, è stato il programma di incentivi previsti dal Governo con gli emendamenti presentati in sede di conversione in legge del Decreto Rilancio, anche alle vetture con alimentazione a benzina o gasolio ed emissioni non superiori a 110 g/km di CO2.Gli incentivi alle sole vetture ad emissioni zero, già in vigore nel 2019 e potenziati nel 2020, si sono infatti rivelati utili per favorire l’auto elettrica, ma certamente non sono sufficienti per rilanciare l’intero mercato dell’auto in cui le immatricolazioni di vetture non elettriche sono ancora il 98%, segnala in una nota il Centro Studi Promotor.Fiducia per il settore anche per quanto riguarda il mese di settembre: il superamento delle difficoltà burocratiche legate alla prenotazione dei contributi riscontrati lo scorso mese dovrebbe consentire di recuperare, almeno parzialmente, questo calo nei mesi che restano del 2020.Opinione positiva diffusa anche tra i concessionari: infatti, secondo un’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Centro Studi Promotor a fine agosto emerge che nel mese scorso la raccolta di ordini è stata normale o alta per il 79% dei concessionari interpellati, mentre sempre in agosto l’87% giudica normale o alto l’afflusso di potenziali interessati nei saloni di vendita e il 91% stima stabile o in aumento le vendite nei prossimi mesi.A ciò si aggiunge che l’indicatore di fiducia degli operatori auto determinato dal CSP, sintetizzando i risultati delle sue inchieste congiunturali mensili, ha toccato in agosto quota 53,20. “Si tratta – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – di uno dei valori più alti registrati dal gennaio del 1993 quando iniziammo a determinare questo indicatore”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “Al via i corsi di recupero. Necessari compensi aggiuntivi ai docenti”

    (Teleborsa) – Riprende in diverse scuole superiori, dopo sei mesi di chiusura, l’attività in presenza con l’avvio dei corsi per il recupero degli apprendimenti. Tuttavia, da un punto di vista contrattuale, lo svolgimento del recupero degli apprendimenti dell’anno scolastico 2019/2020 prevede una doppia problematica: la prima è quella relativa al rientro in classe anche dei docenti fragili, a seguito della mancata presenza di tali profili nell’ultimo rapporto dell’Istituto superiore della Sanità “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”. La seconda questione riguarda l’inserimento nel Decreto Legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito con modificazioni dalla Legge del 6 giugno 2020 n. 41, attraverso la quale è stato disposto che da oggi le attività concernenti PIA e PAI siano considerate attività ordinaria. Quindi senza prevedere alcun compenso per i docenti coinvolti. Queste le criticità che accompagnano l’avvio del nuovo anno scolastico evidenziate in una nota dall’Anief.

    “I corsi di recupero andranno a colmare gap formativi generati dall’interruzione precoce della didattica in presenza – sottolinea il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico –. Tali insegnamenti vanno secondo noi remunerati, attraverso specifica contrattazione integrativa che dovrebbe quindi regolare i compensi delle attività intercorse tra il 1 settembre e l’inizio delle lezioni ordinamentali: nel dettaglio, queste ore dovrebbero essere considerate come ore aggiuntive di insegnamento ai senti della Tabella 5 del CCNL dall’inizio delle lezioni ordinamentali. Anche perché, lo ripetiamo, non si può creare un blocco ora e poi, improvvisamente, a scuola avviata, decidere che le stesse attività non sono più ordinarie e quindi da pagare”. Il sindacato ritiene che, trattandosi di attività aggiuntive, il ministero avrebbe dovuto prevedere risorse aggiuntive, ancora di più perché nel Contratto Collettivo Nazionale di categoria all’art. 28 comma 5 si specifica che l’attività oraria di insegnamento va considerata solo “nell’ambito del calendario scolastico delle lezioni definito a livello regionale” e non partendo “dal 1 settembre”. Inoltre, rileva l’Anief, bisogna tenere presente che, in considerazione della sospensione delle attività didattiche in presenza e delle iniziative svolte in modalità a distanza, se necessario, il Consiglio di classe redige un Piano di Integrazione degli Apprendimenti (PIA) per ciascuna disciplina in cui non sono stati raggiunti gli obiettivi di apprendimento programmati all’inizio dell’anno. Queste attività si possono certamente collocare “nell’alveo degli adempimenti contrattuali ordinari correlati alla funzione docente”, ma non tra le attività funzionali all’insegnamento, attività non retribuite in aggiunta. Tali attività infatti sono indicate nell’art. 29 del CCNL e non comprendono alcuna attività di insegnamento ordinario.
    Quello iniziato oggi, per il giovane sindacato, è un vero e proprio “secondo test post lockdown, dopo gli esami di maturità celebrati a inizio estate, da considerare un prologo del rientro in classe previsto in prevalenza per il prossimo 14 settembre, con alcune regioni che hanno tuttavia posticipato l’avvio delle lezioni a dopo la tornata elettorale e referendaria del 20 e 21 settembre, quando torneranno sui banchi di scuola (speriamo monoposto, con o senza rotelle) oltre otto milioni di alunni complessivi sparsi in oltre 42 mila plessi“. Per gli studenti che tornano in aula, mascherine obbligatorie all’ingresso e in uscita, ma non in classe, salvo nei casi in cui non si può rispettare il distanziamento. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “Al via i corsi di recupero. Necessari compensi aggiuntivi ai docenti”

    (Teleborsa) – Riprende in diverse scuole superiori, dopo sei mesi di chiusura, l’attività in presenza con l’avvio dei corsi per il recupero degli apprendimenti. Tuttavia, da un punto di vista contrattuale, lo svolgimento del recupero degli apprendimenti dell’anno scolastico 2019/2020 prevede una doppia problematica: la prima è quella relativa al rientro in classe anche dei docenti fragili, a seguito della mancata presenza di tali profili nell’ultimo rapporto dell’Istituto superiore della Sanità “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”. La seconda questione riguarda l’inserimento nel Decreto Legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito con modificazioni dalla Legge del 6 giugno 2020 n. 41, attraverso la quale è stato disposto che da oggi le attività concernenti PIA e PAI siano considerate attività ordinaria. Quindi senza prevedere alcun compenso per i docenti coinvolti. Queste le criticità che accompagnano l’avvio del nuovo anno scolastico evidenziate in una nota dall’Anief.”I corsi di recupero andranno a colmare gap formativi generati dall’interruzione precoce della didattica in presenza – sottolinea il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico –. Tali insegnamenti vanno secondo noi remunerati, attraverso specifica contrattazione integrativa che dovrebbe quindi regolare i compensi delle attività intercorse tra il 1 settembre e l’inizio delle lezioni ordinamentali: nel dettaglio, queste ore dovrebbero essere considerate come ore aggiuntive di insegnamento ai senti della Tabella 5 del CCNL dall’inizio delle lezioni ordinamentali. Anche perché, lo ripetiamo, non si può creare un blocco ora e poi, improvvisamente, a scuola avviata, decidere che le stesse attività non sono più ordinarie e quindi da pagare”. Il sindacato ritiene che, trattandosi di attività aggiuntive, il ministero avrebbe dovuto prevedere risorse aggiuntive, ancora di più perché nel Contratto Collettivo Nazionale di categoria all’art. 28 comma 5 si specifica che l’attività oraria di insegnamento va considerata solo “nell’ambito del calendario scolastico delle lezioni definito a livello regionale” e non partendo “dal 1 settembre”. Inoltre, rileva l’Anief, bisogna tenere presente che, in considerazione della sospensione delle attività didattiche in presenza e delle iniziative svolte in modalità a distanza, se necessario, il Consiglio di classe redige un Piano di Integrazione degli Apprendimenti (PIA) per ciascuna disciplina in cui non sono stati raggiunti gli obiettivi di apprendimento programmati all’inizio dell’anno. Queste attività si possono certamente collocare “nell’alveo degli adempimenti contrattuali ordinari correlati alla funzione docente”, ma non tra le attività funzionali all’insegnamento, attività non retribuite in aggiunta. Tali attività infatti sono indicate nell’art. 29 del CCNL e non comprendono alcuna attività di insegnamento ordinario.Quello iniziato oggi, per il giovane sindacato, è un vero e proprio “secondo test post lockdown, dopo gli esami di maturità celebrati a inizio estate, da considerare un prologo del rientro in classe previsto in prevalenza per il prossimo 14 settembre, con alcune regioni che hanno tuttavia posticipato l’avvio delle lezioni a dopo la tornata elettorale e referendaria del 20 e 21 settembre, quando torneranno sui banchi di scuola (speriamo monoposto, con o senza rotelle) oltre otto milioni di alunni complessivi sparsi in oltre 42 mila plessi”. Per gli studenti che tornano in aula, mascherine obbligatorie all’ingresso e in uscita, ma non in classe, salvo nei casi in cui non si può rispettare il distanziamento. LEGGI TUTTO

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    De Guindos (BCE): fiducioso su trimestre positivo, rimbalzo inflazione nel 2021

    (Teleborsa) – C’è forte speranza per un terzo trimestre positivo a Francoforte. A esprimere fiducia sull’andamento dell’economia in avvio della seconda parte del 2020 nell’Eurozona è il numero 2 della BCE, Luis de Guindos.”Nel terzo trimestre c’è stato un aumento significativo dell’attività economica, con dati di luglio molto forti e nonostante ad agosto ci sia stata una certa perdita di intensità”, ha spiegato nel corso di un evento finanziario il vicepresidente della Banca Centrale Europea.Prospettive in calo per quanto riguarda invece l’inflazione: per de Guindos i prossimi dati segnaleranno un calo nel breve pur prevedendo un “rimbalzo” nel 2021.Il vicepresidente della BCE ha poi espresso la propria opinione in merito alle fusioni cross-border tra istituti di credito della zona euro: “dovrebbero iniziare ad avvenire relativamente presto come mezzo efficiente per ridurre i costi così da far fronte alle conseguenze della pandemia da Covid-19. Un consolidamento cross-border può essere uno strumento utile e dovrebbe essere avviato in modo urgente”. LEGGI TUTTO