Dicembre 2021

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    Assegno unico, online simulatore Inps per calcolo importi

    (Teleborsa) – Disponibile sul sito web Inps il simulatore che permette, inserendo pochi e semplici dati, di calcolare l’importo dell’assegno unico universale che sarà erogato a partire da marzo 2022. L’accesso al simulatore, spiega l’Istituto, non richiede autenticazione dell’utente e i dati inseriti sono anonimi. Il calcolo fornito è puramente indicativo, l’importo effettivo dell’assegno sarà calcolato solo a seguito della istruttoria della domanda avanzata dall’utente, accedendo alla apposita procedura web disponibile sul sito Inps dal 1 gennaio 2022, o rivolgendosi ai patronati o al contact center dell’Istituto. LEGGI TUTTO

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    Mise, Giorgetti: “Destinati 609 milioni a digitalizzazione imprese”

    (Teleborsa) – Sono 609 milioni di euro le risorse destinate dal ministero dello Sviluppo economico alla digitalizzazione del tessuto produttivo del Paese, che è anche una delle priorità indicate nel Pnrr. È quanto prevede il decreto attuativo del “Piano voucher per le imprese” firmato dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.Si tratta – spiega il Mise in una nota – di un intervento previsto nell’ambito della Strategia italiana per la banda ultralarga che, dopo gli incentivi in favore di famiglie e scuole, punta in questa nuova fase a raggiungere le imprese. Una platea che, a seconda della tipologia e dell’importo del voucher che verrà richiesto, potrà variare da un minimo di 850mila a un massimo di 1.400.000 imprese beneficiarie.”Mettiamo in campo importanti risorse per supportare la digitalizzazione delle imprese in modo da ridurre il digital divide del sistema produttivo su tutto il territorio nazionale – dichiara Giorgetti –. Dobbiamo velocizzare gli investimenti nella banda ultralarga del Paese e cogliere l’opportunità delle risorse stanziate nel Pnrr. Il Piano voucher per le imprese è un provvedimento che sosterremo accompagnando l’attivazione anche con iniziative di comunicazione mirate a far conoscere a tutti i possibili beneficiari la nuova misura. Non è ammissibile, come avvenuto nella precedente fase dedicata alle famiglie, che risorse stanziate non vengano utilizzate interamente per carenza di informazioni operative adeguate a far comprendere l’importanza dello strumento”.Per i voucher alle imprese sono stati stanziati complessivamente 609 milioni di euro: oltre ai circa 516 milioni di euro già previsti per questa seconda fase, si sono aggiunti circa 93 milioni non utilizzati per il piano voucher dedicato alle famiglie con ISEE inferiore a 20mila euro che era stato avviato a novembre 2020 e si è concluso, sotto la gestione di Infratel, lo scorso novembre 2021.Le imprese – si legge nella nota – potranno richiedere un solo voucher che potrà essere di diverso importo, da un minimo di 300 euro a un massimo di 2mila euro, e di diversa durata del contratto, da un minimo di 18 mesi a un massimo di 36 mesi, per garantire un incremento della velocità di connessione, da 30 Mbit/s a oltre 1Gbit/s. Inoltre, nel caso di passaggio a connessioni a 1 Gbit/s, il valore del voucher potrà essere aumentato di un ulteriore contributo del valore massimo di 500 euro, per la copertura di parte dei costi sostenuti dalle imprese beneficiarie e giustificati dagli operatori. Al fianco dell’azione di erogazione dei voucher il ministero realizzerà iniziative di comunicazione in grado di accompagnare le imprese nella conoscenza della misura e degli strumenti tecnologici messi a disposizione per favorire la diffusione della connessione ad alta velocità e la digitalizzazione del sistema produttivo in tutto il territorio nazionale.Il Piano per le imprese, approvato dalla Commissione europea lo scorso 15 dicembre 2021, avrà durata fino ad esaurimento delle risorse stanziate, comunque non oltre 24 mesi dall’avvio dell’intervento da parte di Infratel. LEGGI TUTTO

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    Didi, ricavi in calo a causa della stretta normativa in Cina

    (Teleborsa) – La società di servizi di trasporto passeggeri Didi, spesso chiamata la Uber cinese, ha riportato un calo dell’1,7% delle entrate del terzo trimestre a causa della minore domanda per la sua attività di mobilità in Cina (a pochi giorni dalla quotazione a Wall Street di giugno era infatti arrivata una stratta delle autorità di Pechino sulle aziende tech e su Didi in particolare). I ricavi per il trimestre terminato il 30 settembre sono scesi a 42,7 miliardi di yuan (circa 5,92 miliardi di euro) dai 43,4 miliardi di yuan dell’anno precedente.Didi, che sta espandendo la sua presenza in Europa e Sud America, ha affermato che i ricavi delle sue operazioni internazionali sono quasi raddoppiati a 966 milioni di yuan (circa 134 milioni di euro) nel trimestre. La perdita netta attribuibile agli azionisti, sempre nello stesso periodo, è stata di 30,38 miliardi di yuan (circa 4,2 miliardi di euro).Didi ha dichiarato che il suo consiglio di amministrazione l’ha autorizzata a perseguire la quotazione delle sue azioni ordinarie di classe A sulla Borsa di Hong Kong. “La società sta eseguendo i piani di cui sopra e aggiornerà gli investitori a tempo debito”, si legge in un comunicato. LEGGI TUTTO

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    Caro-energia, Lanzetta (Enel): “Spingere su rinnovabili e su convenienza mercato libero”

    (Teleborsa) – Dai motivi che hanno prodotto l’impennata del prezzi dell’energia – gas e CO2 – alla congruità degli interventi del governo per calmierare il costo delle bollette. Nicola Lanzetta, direttore Enel Italia, in una intervista a Il Messaggero, parla di un tema caldo che colpisce famiglie ed imprese. Soluzioni temporanee ce ne sono diverse, ma nel lungo periodo occorre spingere sulle rinnovabili e, lato clienti, sul mercato libero.Lanzetta parla della volatilità dei prezzi delle commodities energetiche e della storica dipendenza dell’Italia dalle importazioni di gas, che hanno prodotto aumento senza precedenti del costo di luce e gas, ed auspica che “il trend possa fermarsi in primavera”, avvertendo che l’aumento non è episodico” e “non dobbiamo limitarci a guardare al breve termine”.A proposito di ulteriori interventi per attenuare gli aumenti in bolletta, diversi dall’immediata riduzione degli oneri di sistema, il manager afferma che “si potrebbero ipotizzare misure mirate per le famiglie e imprese in maggior tutela”, in particolare consentendo ad Acquirente Unico “di stipulare contratti di approvvigionamento a lungo termine” o “forme di incentivazione dei contratti a lungo termine nel mercato libero a favore di clienti più esposti al rischio di volatilità dei prezzi”.”Enel non sta beneficiando di questa situazione: la produzione rinnovabile del gruppo in Italia è stata venduta in anticipo al mercato finale, come da prassi, per cui non ha beneficiato della salita dei prezzi”, ha chiarito Lanzetta, ricordando che “il contributo di Enel alla produzione energetica nazionale oggi è intorno al 18%”. “Per una soluzione di lungo termine e strutturale la strada è proprio investire nelle rinnovabili. In termini di stabilità e di prevedibilità dei prezzi queste fonti rappresentano una sicurezza”, afferma il direttore di Enel Italia, indicando che gli impianti costruiti dal 2009 hanno consentito una riduzione del prezzo dell’energia del 10% e che se fossimo stati più avanti nei target al 2030 i prezzi attuali sarebbero stati di oltre il 35% più bassi. Per favorire la crescita delle fonti rinnovabili – afferma Lanzetta – “è necessaria una semplificazione degli iter autorizzativi, che oggi rappresentano il vero collo di bottiglia”.Quanto al nucleare di quarta generazione – afferma nell’intervista – “necessita di studi e attenti approfondimenti e non vediamo applicazioni commerciali significative prima del 2040”. Il manager dell’Enel parla anche del rinvio del mercato libero ed ed afferma che i recenti rincari stanno “mettendo definitivamente in luce proprio la convenienza del libero mercato”. “Già oggi – spiega – la maggior parte dei clienti del mercato libero, circa il 77% tra imprese e famiglie, ha sottoscritto contratti a prezzo fisso, ed è al riparo dagli aumenti”. E lato imprese? Lanzetta afferma che “le imprese che risentono degli aumenti sono quelle che hanno scelto offerte sul libero mercato con un prezzo della componente energia indicizzato, che varia in base al prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia”, ma si tratta di un “atteggiamento rischioso”, mentre acquistare ad un prezzo fisso per un periodo più lungo è “molto più saggio”. “Vediamo già le prime aziende orientarsi in questa direzione – conclude – e ciò aiuterà il sistema paese a raggiungere una migliore stabilità a fronte delle inevitabili turbolenze future sul fronte del gas”. LEGGI TUTTO

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    Titoli petroliferi in calo con greggio giù

    (Teleborsa) – Altra seduta di vendite per il comparto petrolifero con i prezzi del greggio che scivolano anche oggi. Il contratto sul WTI scadenza febbraio scivola dello 0,21% a 76,4 dollari al barile mentre quello di pari scadenza sul Brent scende dello 0,30% a 78,99 dollari al barile.Tra i player del settore, Tenaris arretra dello 0,69% mentre Eni flette lo 0.,4%. (Foto: © Amikishiyev / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Università, Messa: “Pnrr leva fondamentale per la ripartenza della Ricerca”

    (Teleborsa) – “Le leve su cui agire per la ripartenza dell’Italia sono quelle che dovranno consentire ai giovani di prendere in mano le redini del futuro del Paese e di essere in grado di leggere le situazioni che diventeranno sempre più complesse e di saperle affrontare. Tra queste, le più importanti sono la formazione, gli investimenti sulle competenze e sulla ricerca poiché trasversali su tutti i fronti”. È quanto afferma il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, in un’intervista all’Osservatorio economico e sociale di Riparte l’Italia.”Con il Next Generation EU – prosegue Messa – dobbiamo compiere un salto vero, soprattutto nei settori della transizione digitale ed ecologica, un balzo che sarà guidato da persone che il sistema universitario è chiamato a preparare al meglio proprio per le sfide che ci aspettano”. Una leva fondamentale per la ripartenza, anche del mondo della Ricerca, saranno per il ministro proprio i fondi previsti dal PNRR. “Gli obiettivi che grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma non solo, ci prefiggiamo – spiega Messa – sono diversi: innalzare il livello di attrazione, competitività e innovazione dell’Italia, elevandone il livello formativo, la capacità di fare ricerca e di trasformare i risultati conseguiti in attività di interesse economico e sociale sostenibili e duraturi nel tempo, grazie a una forte e sana interazione tra pubblico e privato. Dobbiamo fare in modo che la formazione universitaria e del nostro sistema artistico e musicale sia più attrattiva, equa, internazionale e in grado di proporre al mondo del lavoro persone con le competenze adeguate a governare le transizioni che aspettano il Paese”.Per il ministro la preoccupazione principale è quella di ottimizzare gli sforzi di tutti per garantire il futuro dell’Italia. “La missione dell’Università in Italia, una missione che oggi più che mai deve, se possibile, consolidarsi, – sottolinea Messa – è quella di trasferire ai giovani un metodo che nasce dalla combinazione equilibrata tra una ricerca di qualità che deve essere portata avanti nei nostri atenei e la formazione. Questo è ciò che le ragazze e i ragazzi che decidono di proseguire il percorso universitario devono trovare”.Altro territorio su cui c’è ancora tanto da lavorare è, per Messa, quello della parità di genere su cui bisogna intervenire. “Con diversi strumenti che vanno dall’inserimento di quote riservate alle donne per le borse di studio, per i dottorati, per le assunzioni, al rendere molto difficile a università, enti ma anche – afferma il ministro – a imprese di partecipare a bandi, se non attenti a questo tema. È chiaro, comunque, che il vero salto lo avremo fatto nel momento in cui tutti questi tetti e questi vincoli saranno naturalmente superati perché la parità sarà nella nostra quotidianità”.Un’ultima riflessione viene dedicata dal ministro all’anno accademico iniziato da poco. “Siamo ripartiti in presenza già da maggio, perché la vita universitaria è fatta anche, e soprattutto di socialità, di confronti, di scambi di cui abbiamo voluto riappropriarci, ma siamo ripartiti con regole dettate da un principio di responsabilità solidale. Un principio che – afferma Messa – continua a guidarci anche oggi, tenendo costantemente monitorata la situazione. Siamo sempre pronti e flessibili a trovare l’equilibrio tra diritto alla salute e diritto allo studio di tutti. I giovani sono tornati in università, nelle aule, nelle biblioteche, nei laboratori appena è stato possibile e accogliendo senza particolari contestazioni l’obbligo del green pass. Lo dico spesso e da tempo: i giovani – conclude il ministro – sono più pronti di quanto possiamo immaginare, basta solo che si abbia il coraggio, in tanti e vari settori, di cedere loro le redini per guidare la navigazione futura del Paese”. LEGGI TUTTO

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    USA, richieste sussidi disoccupazione a 198.000 unità. Meno delle attese

    (Teleborsa) – Sono in leggero calo e sorprendono il mercato le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 24 dicembre, i “claims” sono risultati pari a 198.000 unità, in diminuzione di 8.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 206.000 (dato rivisto da 205.000). Il dato è migliore delle attese degli analisti, che erano per richieste in leggero aumento 208 mila.La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 199.250 unità, in diminuzione di 7.250 unità rispetto al dato rivisto della settimana precedente (206.500 unità). La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Quello diffuso oggi risulta il livello più basso dal 25 ottobre 1969 (quando era di 199.250).Infine, nella settimana al 18 dicembre, le richieste continuative di sussidio sono diminuite a 1.716.000, con decremento di 140 mila unità rispetto al dato rivisto della settimana precedente (1.856.000). Il consensus indicava 1.868.000. Questo diffuso oggi risulta il livello più basso dal 14 marzo 2020 (quando era 1.730.750) LEGGI TUTTO

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    Pillola anti covid Merck e remdesivir, via libera Aifa

    (Teleborsa) – Via libera dell’Aifa alla pillola anti Covid molnupiravir di Merck (Msd fuori da Usa e Canada) e all’antivirale remdesivir nella terapia contro il virus. La Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha autorizzato due antivirali, molnupiravir e remdesivir, per il trattamento di pazienti Covid non ospedalizzati con malattia lieve-moderata di recente insorgenza e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo della malattia grave. Lo rende noto l’Aifa.Il molnupiravir è un antivirale orale (autorizzato per una distribuzione in condizioni di emergenza con Decreto del Ministero della Salute del 26 novembre 2021) il cui utilizzo è indicato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste nell’assunzione di 4 compresse (da 200 mg) 2 volte al giorno, è di 5 giorni.Per remdesivir – prosegue l’Aifa – è stata recentemente autorizzata dall’Agenzia europea del farmaco Ema un’estensione di indicazione relativa al trattamento dei soggetti non in ossigenoterapia ad alto rischio di Covid-19 grave e il farmaco può essere utilizzato fino a 7 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento, che consiste in una somministrazione endovenosa, è di 3 giorni. Anche per questa nuova indicazione è previsto l’utilizzo di un Registro di monitoraggio, accessibile da oggi sul sito dell’Agenzia.L’agenzia italiana del farmaco fa anche sapere che la pillola anti-Covid di Merck sarà distribuita da parte della struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo “alle Regioni dal 4 gennaio”. LEGGI TUTTO