12 Maggio 2022

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    DeA Capital, risultato netto 1° trimestre a 0,6 milioni

    (Teleborsa) – DeA Capital chiude i primi tre mesi dell’anno con un risultato netto positivo per 0,6 milioni di Euro, rispetto ai 10,6 milioni di Euro consuntivati nel primo trimestre del 2021.Al 31 marzo 2022 il Combined AuM era pari a 26,192 miliardi di Euro, in crescita del 5,9% rispetto al 31 marzo 2021, integrando quanto riconducibile a Quaestio Capital SGR: Il Real Estate a 11,928 miliardi (+7%) il Credit a 3,078 miliardi (-2%) il Private Equity a 2,501 miliardi (+9%) Multi-asset / Multi-manager Solutions a 8.685 miliardi (+7%).La Posizione Finanziaria Netta Consolidata era positiva per 140,8 milioni di Euro (di cui 93,4 milioni di Euro in capo alle Società Holdings), con un miglioramento rispetto ai 135,9 milioni di Euro alla fine del 2021. LEGGI TUTTO

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    Banca Ifis, Geertman: core business in accelerazione. Qualità asset è resiliente

    (Teleborsa) – “La crescita del PIL e il contesto di rischio dovrebbero diventare più sfidanti, ma la performance del core business è ancora in accelerazione e al momento vediamo limitati effetti commerciali da parte dello sfidante ambiente macro. Il credit book è monitorato proattivamente e si sta confermando molto solido. Data la nostra resilienza, possiamo quindi confermare i target del business plan”. Lo ha affermato Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis, dopo la pubblicazione dei risultati del primo trimestre del 2022.”La crescita dei ricavi nel primo trimestre è stata trainata da entrambe le divisioni (NPL e Commercial & Corporate Banking) – ha detto durante la call con gli analisti – E la crescita del ricavi ha compensato calo della PPA, che abbiamo sempre considerato comunque non core. Quindi il core business sta continuando a sovra-compensare questo aspetto”. Geertman ha segnalato un potenziale rialzo di circa 30-45 milioni di euro del margine di interesse dall’incremento di 100pb nella curva dei tassi di interesse lungo il periodo del piano industriale.”Inflazione, crisi geopolitica, crisi energetica e delle materie prime costituiscono un contraccolpo per l’economia e quindi potrebbero pesare sulla crescita dei ricavi”, ha ammesso. “Abbiamo il vantaggio di essere una challenger bank e rispetto alle grandi banche siamo relativamente dinamici e anche in uno scenario dove il PIL non cresce abbiamo la possibilità di crescere e di guadagnare fette di mercato – ha aggiunto in un altro passaggio – Non stiamo sottovalutando lo scenario difficile, ma siamo convinti di poter confermare i piani di crescita”.”Vediamo la resilienza della qualità degli asset”, ha sottolineato il numero uno di di Banca Ifis, evidenziando che l’istituto ha registrato un trascurabile deterioramento della qualità dell’attivo dei crediti ex moratorie, nessun write backs di accantonamenti non utilizzati per Covid-19 e moratorie nel 2020-21, e implementato un monitoraggio proattivo dei potenziali effetti del nuovo scenario geopolitico sui clienti.Nella call con la comunità finanziari è emerso che nel quarto trimestre del 2021, sulla base dell’interpretazione preliminare della nuova definizione di default, Banca Ifis ha classificato come “past due” 64 milioni di euro di prestiti verso il sistema sanitario pubblico italiano. Un’interpretazione più stringente della nuova definizione di default, attualmente in corso di revisione, potrebbe portare alla classificazione di ulteriori crediti in scaduto. L’AD ha comunque evidenziato che i dettagli sono molto tecnici e che il dialogo con i regolatori prosegue.Sottolineando che “non c’è nessun modo per stimare con certezza gli impatti da conflitto Russia-Ucraina”, il management ha provato a definire una strada da seguire. Sulla base di un sondaggio condotto su 560 imprese che operano nei settori più impattati dal conflitto e dalle sanzioni (siderurgia, energia, frumento, lusso, auto, ceramica e cartiere), è emerso che Banca Ifis ha “un’esposizione diretta trascurabile – di circa 1 milione di euro – mentre l’esposizione indiretta è elevata per il 43% dei prestiti ai clienti, ma è mitigata dai forti rating di questi clienti”, ha detto Geertman.A una domanda sulla competizione con le nuove realtà del mercato bancario focalizzate sulla PMI, ha risposto: “Non sentiamo competizione da altre challenger bank e vediamo molto dinamismo nel nostro network. Investiamo in comunicazione e vediamo benefici in brand awareness. Non pensiamo che i nuovi entranti e il capitale che viene veicolato in questi nuovi soggetti non potrebbe risultare in una minaccia, ma nel frattempo continuiamo a lavorare nel nostro piano e non vediamo minacce nel breve termine”. LEGGI TUTTO

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    MutuiOnline, ricavi stabili per forte calo delle surroghe

    (Teleborsa) – Il gruppo MutuiOnline, società quotata su Euronext STAR Milan a attiva nella comparazione, promozione e intermediazione on-line di prodotti di istituzioni finanziarie, ha chiuso il primo trimestre del 2022 con ricavi pari a 77,9 milioni di euro, in calo dello 0,5% rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente. Il decremento è riconducibile al calo della divisione Business Process Outsourcing (BPO), che ha registrato ricavi in diminuzione del 6% a 43,6 milioni di euro, ed è in parte compensato dalla crescita della divisione Broking, che ha registrato ricavi in aumento del 7,6% a 34,3 milioni di euro.L’EBITDA diminuisce del 2,9% a 21,4 milioni di euro, mentre il risultato netto diminuisce dell’11,5% a 11,6 milioni di euro. La posizione finanziaria netta al 31 marzo 2022 presenta un saldo negativo di 85 milioni di euro, rispetto ad un saldo negativo di 53,8 milioni di euro al 31 dicembre 2021.”Nei primi tre mesi del 2022, in un confronto anno su anno, il mercato dei mutui risulta in calo, quale risultante di una crescita dei mutui di acquisto e di un forte calo delle surroghe – viene sottolineato – Tale andamento è coerente con quello del trimestre precedente ed in linea con le aspettative”. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Orlando: “Urgente legge su rappresentanza e salario minimo”

    (Teleborsa) – Una legge sulla rappresentanza è “urgente” e il tema del salario minimo “è assolutamente da affrontare”. È quanto ha affermato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intervenendo all’Oxfam Festival. Sottolineando come sul fronte del tema della rappresentanza sia in atto un “confronto aperto”, Orlando ha ricordato che sul salario minimo ci sia “la paura che questo svuoti il ruolo del sindacato e che depotenzi la contrattazione”. “Credo – ha proseguito Orlando – che si debba agganciare il salario minimo alla contrattazione. È il lavoro che stiamo facendo. Abbiamo proposto alle parti sociali un’ipotesi: agganciare il salario minimo di ogni settore al trattamento economico complessivo stabilito dai contratti maggiormente rappresentativi di quel settore. Diciamo che non c’è stata una risposta entusiastica, ma si tratta di insistere”. Tra i temi affrontati dal ministro centrale il “lavoro povero” definito da Orlando una “questione esplosiva”, un problema evidenziato già prima della pandemia e che oggi è accentuato dalla crescita dell’inflazione. “Proviamo a lavorare su due piste in una condizione molto complicata – ha detto Orlando –. Le due strade che si possono seguire: usare quante più condizionalità possibili, se si prendono risorse pubbliche bisogna impegnarsi a utilizzarle bene per garantire la crescita di lavoro di qualità; subordinare gli sgravi all’applicazione dei contratti maggiormente rappresentativi, strada che deve essere resa strutturale in più settori”. Orlando ha inoltre affermato che con l’aumento dell’inflazione “rinnovare i contratti è particolarmente importante. Nei servizi ci sono 6-7 milioni di lavoratori con i contratti scaduti. Credo che – ha proseguito – sia molto urgente insistere e lavorare su norme che definiscono la regolarità dei rinnovi contrattuali. Bisogna affrontare anche il tema delle precarietà del lavoro”.Nel suo intervento Orlando ha sottolineato le differenze tra Italia e Spagna a livello di politiche del lavoro. “Quando si parla della riforma del mercato del lavoro in Spagna – ha detto Orlando – si tralascia il fatto che c’è una lieve differenza nella composizione delle due maggioranze di governo. Non si dice per niente un fatto: l’accordo che ha portato alla riforma e all’estensione dei contratti a tempo indeterminato come strumento principale in Spagna è stato fatto con le parti sociali. Con l’accordo del sindacato, e questo è abbastanza scontato, ma anche dell’associazione delle imprese. Solo per segnare le ‘piccole’ differenze che ci sono nel quadro politico e sociale dei due Paesi”. LEGGI TUTTO

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    Azimut conferma obiettivo 6-8 miliardi di raccolta netta 2022

    (Teleborsa) – Azimut, gruppo attivo nel risparmio gestito e incluso nel FTSE MIB, ha chiuso il primo trimestre del 2022 con ricavi consolidati pari a 327,2 milioni di euro (rispetto a 273,5 milioni nel 1Q21), un reddito operativo consolidato pari a 135 milioni di euro (rispetto a 114 milioni nel 1Q21) e un utile netto consolidato pari a 95,5 milioni di euro (rispetto a 96,8 milioni nel 1Q21). La Posizione Finanziaria Netta consolidata a fine marzo 2022 risultava positiva per circa 508,4 milioni di euro, in miglioramento rispetto ai 408,5 milioni di fine dicembre 2021 (senza includere il dividendo per cassa di 1,30 euro per azione che verrà pagato il 25 maggio 2022″.”Siamo soddisfatti della solida raccolta registrata da inizio anno pari a 1,9 miliardi di euro e dei risultati di questo trimestre, con cui proseguiamo lo slancio positivo del 2021 – ha commentato l’AD Gabriele Blei – Il raggiungimento di quasi 100 milioni di euro di utile netto nel primo trimestre costituisce una solida base per il resto dell’anno. Abbiamo superato ora la soglia dei 5 miliardi di euro di AUM in prodotti di economia reale, che intendiamo incrementare ulteriormente lanciando nuove soluzioni nei prossimi mesi”.”Restiamo determinati a raggiungere i nostri obiettivi di 6-8 miliardi di euro di raccolta netta e di almeno 400 milioni di euro di utile netto per l’esercizio 2022 in condizioni di mercato normali”, ha aggiunto il presidente Pietro Giuliani. LEGGI TUTTO

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    Stati Uniti, sussidi disoccupazione aumentano a sorpresa

    (Teleborsa) – Crescono a sorpresa le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 7 maggio 2022, i “claims” sono risultati pari a 203.000 unità, in aumento di mille unità rispetto al dato della settimana precedente di 202.000 (rivisto da 200.000). Il dato è superiore alle attese degli analisti, che erano per richieste pari a 195 mila unità. La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 192.750 mila unità, in crescita di 4.250 mila unità rispetto al dato della settimana precedente di 188.500. La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Infine, nella settimana al 30 aprile, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.343.000, in calo di 44 mila unità rispetto al dato della settimana precedente (1.387.000). Il consensus indicava una livello 1.380.000. LEGGI TUTTO

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    USA, prezzi produzione rallentano a +0,5% come atteso

    (Teleborsa) – Rallenta come previsto la crescita dei prezzi alla produzione USA nel mese di aprile. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione sono cresciuti dello 0,5% su mese rispetto al +1,6% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +1,4%) in linea con il consensus.Su base annua i prezzi hanno registrato un incremento dell’11%, un valore leggermente superiore al consensus (+10,7%) e rispetto al +11,5% del mese precedente.I prezzi dei beni e servizi “core”, ovvero l’indice depurato dalle componenti più volatili quali il settore alimentare e quello dell’energia, segnano un +0,4% su mese (+1,2% il mese precedente) rispetto al +0,6% atteso mentre su anno registrano un +8,8% dopo il +9,6% precedente (+8,9% atteso). LEGGI TUTTO

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    Equita, Q1 2022 in crescita. Manifestazioni interesse per quota minoranza

    (Teleborsa) – Equita, investment bank indipendente quotata su Euronext STAR Milan, ha chiuso il primo trimestre 2022 con ricavi netti delle attività rivolte ai clienti in crescita dell’8% a 18,5 milioni di euro. I ricavi netti consolidati si sono invece attestati a 18,6 milioni di euro, in calo dell’8% rispetto ai primi tre mesi del 2021 per l’effetto comparativo con il risultato particolarmente positivo del Trading Direzionale nella prima parte dell’anno scorso. “Quest’ultimo, infatti, aveva beneficiato di un marcato trend rialzista e aveva registrato un risultato significativamente superiore alla media storica”, viene sottolineato nella nota sui conti. L’utile netto adjusted post-minoranze è stato in crescita del 15% (3,8 milioni di euro) e rappresenta il miglior primo trimestre dalla quotazione.”Il trimestre appena concluso dimostra la nostra capacità di crescere nelle aree di business legate alle attività con i clienti – ha commentato l’AD Andrea Vismara – Anche in un contesto geopolitico e macroeconomico difficile come quello che stiamo vivendo siamo riusciti a rafforzare il nostro ruolo di primaria investment bank indipendente italiana e per i prossimi mesi vediamo una pipeline di operazioni interessante, frutto della voglia delle società e degli imprenditori di ripartire”.”I risultati dei primi tre mesi dell’anno sono da considerarsi in linea con gli obiettivi del business plan Equita 2024 – ha aggiunto – La nostra priorità resta crescere e consolidare il business con i clienti e continuare a remunerare i nostri azionisti. Se guardiamo ai risultati raggiunti e se teniamo conto delle importanti riserve accumulate negli anni, la remunerazione attesa per i nostri azionisti è in linea con quanto annunciato al mercato, ovvero un dividendo annuale medio superiore a 0,30 euro per azione”.Durante la riunione consiliare odierna alcuni soci di Equita, nonché manager del gruppo, hanno informato il CdA di aver ricevuto manifestazioni di interesse da parte di un gruppo di famiglie, imprenditori e istituzioni vicine al mondo Equita per acquisire una quota di minoranza pari a circa il 12% del capitale. “I soci hanno confermato al consiglio di amministrazione che l’eventuale cessione di una quota di minoranza sarebbe in linea con gli obiettivi strategici di rafforzare l’azionariato coinvolgendo nuovi partner e famiglie in grado di contribuire alla creazione di valore – mantenendo al contempo il ruolo di azionista di riferimento del management – accelerare la crescita del gruppo e preservare l’indipendenza che da anni distingue Equita sul mercato”, viene spiegato. LEGGI TUTTO