17 Gennaio 2023

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    L'Ue avrà il suo Piano industriale per il Green Deal: Von der Leyen presenta il NetZero Industry Act

    (Teleborsa) – L’Unione europea avrà il suo Piano industriale per il Green Deal. Ad annunciarlo la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen che durante il suo intervento al World Economic Forum di Davos ha presentato un nuovo pacchetto legislativo, il “NetZero Industry Act”.”Noi europei abbiamo un piano: un Piano industriale per il Green Deal. Il nostro piano per rendere l’Europa la patria della tecnologia pulita e dell’innovazione industriale sulla strada dell’azzeramento netto delle emissioni”, ha affermato von der Leyen. “Il nostro Piano industriale per il Green Deal – ha spiegato – coprirà quattro pilastri chiave: il contesto normativo, il finanziamento, le competenze e il commercio”. Il primo pilastro dovrà “creare un ambiente normativo che permetta la crescita rapida e la creazione di condizioni favorevoli per i settori cruciali per raggiungere lo zero netto delle emissioni come l’eolico, le pompe di calore, il solare, l’idrogeno pulito, l’accumulo di energia e altro, per i quali la domanda è sostenuta dai nostri piani NextGenerationEU e RePowerEU”. “Vedremo in particolare – ha spiegato la presidente della Commissione Ue – come semplificare e accelerare le autorizzazioni per i nuovi siti di produzione clean tech”. Il nuovo piano industriale affiancherà il Critical Raw Materials Act, il pacchetto sulle materie prime essenziali che era già stato annunciato a settembre dalla presidente della Commissione e che sarà proposto a marzo. Ad esempio, “per le terre rare, che sono vitali per la produzione di tecnologie chiave per l’energia eolica, lo stoccaggio dell’idrogeno o le batterie, l’Europa è dipendente oggi al 98% da un solo paese: la Cina. Oppure, se si guarda al litio, con solo tre paesi che rappresentano oltre il 90% della produzione, l’intera catena di approvvigionamento è diventata incredibilmente ristretta”, ha sottolineato von der Leyen. “Questo – ha affermato – ha spinto verso l’alto i prezzi e sta minacciando la nostra competitività”. Si punterà quindi a migliorare la raffinazione, la lavorazione e il riciclaggio delle materie prime in Europa, “e parallelamente lavoreremo con i nostri partner commerciali per a cooperare sull’approvvigionamento, la produzione e la lavorazione” delle materie prime “per superare la situazione di monopolio esistente”, ha spiegato la presidente della Commissione europea. Von der Leyen ha suggerito la costituzione di un “Club delle materie prime essenziali” con i partner che condividono la stessa visione – “dagli Stati Uniti all’Ucraina” –, “per rafforzare collettivamente le catene di approvvigionamento e la diversificazione”, uscendo dalla dipendenza da singoli fornitori. Il secondo pilastro riguarderà invece gli investimenti e i finanziamenti, aumentando le risorse a disposizione per la produzione di tecnologie pulite. “Per mantenere l’attrattiva dell’industria europea – ha sottolineato von der Leyen –, è necessario essere competitivi con l’offerta e gli incentivi attualmente disponibili al di fuori dell’Ue”. La Commissione Ue proporrà quindi un adeguamento temporaneo delle nostre norme sugli aiuti di Stato, ad esempio semplificandone le procedure “per contrastare i rischi di delocalizzazione derivanti da sussidi esteri”. “Ma sappiamo anche – ha aggiunto la presidente della Commissione – che gli aiuti di Stato saranno una soluzione limitata, che solo pochi Stati membri potranno utilizzare. Per evitare effetti di frammentazione sul mercato unico e sostenere la transizione verso tecnologie pulite nell’insieme dell’Unione, dobbiamo anche intensificare i finanziamenti dell’Ue”. Von der Leyen ha annunciato quindi la creazione di un Fondo di Sovranità europea, “una soluzione strutturale per potenziare le risorse disponibili per la ricerca, l’innovazione e i progetti industriali strategici fondamentali al raggiungimento dell’azzeramento netto delle emissioni”. Il terzo pilastro del Piano industriale per il Green Deal sarà rappresentato dallo sviluppo delle competenze necessarie per realizzare la transizione. “La migliore tecnologia vale tanto quanto valgono i lavoratori qualificati che possono installarla e utilizzarla”, ha sottolineato.Il quarto pilastro, infine, “sarà quello della facilitazione del commercio, aperto ed equo a vantaggioso per tutti”. Per questo, “abbiamo bisogno di un’agenda commerciale ambiziosa, anche sfruttando al massimo gli accordi commerciali” già esistenti “ad esempio con il Canada o con il Regno Unito, con i quali stiamo cercando di risolvere le nostre difficolta’”. “Stiamo lavorando – ha aggiunto von der Leyen – per concludere accordi con Messico, Cile, Nuova Zelanda e Australia, e per compiere progressi con India e Indonesia. E dobbiamo ricominciare a discutere l’accordo con il Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, ndr). L’ultima parte del suo discorso è stata dedicata infine ai rapporti con la Cina. “Laddove il commercio non è equo, dobbiamo rispondere in modo più deciso”, ha dichiarato. “La Cina – ha ricordato – ha fatto del potenziamento dell’innovazione e della produzione di tecnologie pulite una priorità chiave nel suo piano quinquennale. Domina la produzione globale in settori come i veicoli elettrici o i pannelli solari, essenziali per la transizione. Ma la concorrenza per l’azzeramento netto delle emissioni deve basarsi su condizioni di parità”. Von der Leyen ha accusato direttamente Pechino di aver “incoraggiato apertamente le aziende ad alta intensità energetica in Europa e altrove a delocalizzare tutta o in parte la loro produzione”, “con la promessa di energia a buon mercato, basso costo del lavoro e un ambiente normativo più indulgente” e sovvenzionando contemporaneamente la sua industria e limitando l’accesso al suo mercato per le aziende dell’Ue”. “Avremo ancora bisogno – ha affermato von der Leyen – di lavorare e commerciare con la Cina, soprattutto riguardo a questa transizione”, ma “utilizzeremo tutti i nostri strumenti per far fronte alle pratiche sleali, compreso il nuovo regolamento sulle sovvenzioni estere. Non esiteremo ad aprire indagini se riteniamo che i nostri approvvigionamenti o altri mercati siano distorti da quelle sovvenzioni”, ha concluso la presidente della Commissione. LEGGI TUTTO

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    Spedizioni di rifiuti, Parlamento UE propone regole più severe

    (Teleborsa) – Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione negoziale su una nuova legge per riformare le procedure e le misure di controllo dell’UE per le spedizioni di rifiuti. La legge dovrebbe migliorare la protezione dell’ambiente e della salute umana, sfruttando le opportunità offerte dai rifiuti per raggiungere gli obiettivi UE di un’economia circolare e a inquinamento zero. Il testo legislativo è stato adottato con 594 voti favorevoli, 5 contrari e 43 astensioni.Nel 2020, le esportazioni di rifiuti dell’UE verso i paesi terzi hanno raggiunto 32,7 milioni di tonnellate, pari a circa il 16% del commercio globale di rifiuti. Inoltre, ogni anno vengono spediti circa 67 milioni di tonnellate di rifiuti tra i Paesi UE.Nel testo, i deputati sostengono il divieto di spedizione di tutti i rifiuti UE destinati allo smaltimento verso paesi extra UE, tranne in casi limitati, autorizzati e debitamente giustificati. Inoltre, vengono vietate le esportazioni di rifiuti pericolosi dell’UE verso paesi non OCSE.L’esportazione di rifiuti non pericolosi destinati al recupero sarebbe consentita solo ai paesi non OCSE che danno la loro autorizzazione e dimostrano di essere in grado di gestire tali rifiuti in modo sostenibile. Inoltre, i deputati vogliono vietare l’esportazione di rifiuti di plastica verso i paesi non OCSE ed eliminare gradualmente l’esportazione verso i paesi OCSE entro quattro anni.I deputati sono ora pronti ad avviare i negoziati con i paesi UE. “Le nuove regole ci permetteranno anche di combattere più facilmente la criminalità legata ai rifiuti all’interno e all’esterno dell’UE – ha commentato la relatrice Pernille Weiss – Inoltre, con il divieto di esportazione dei rifiuti di plastica da noi proposto, stiamo spingendo per un’economia molto più innovativa e circolare, ovunque sia coinvolta la plastica. Questa è una vera vittoria per le prossime generazioni”.(Foto: Foto di Alfonso Navarro su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    OPEC, outlook invariato su petrolio. Incertezze da crescita e forniture russe

    (Teleborsa) – La previsione della domanda mondiale di petrolio per il 2022 è invariata a 2,5 milioni di barili al giorno (mb/g). La domanda di petrolio è corretta al ribasso nel 3° trimestre 2022, tra i dati che mostrano un calo della domanda nell’OCSE e in Cina, ma i paesi non OCSE al di fuori della Cina sono rivisti al rialzo. È quanto sostiene l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) nel suo Monthly Oil Market Report, il documento mensile che analizza i trend di mercato.Allo stesso modo, anche la crescita della domanda mondiale di petrolio per il 2023 è invariata a 2,2 mb/g, con l’area OCSE in crescita di 0,3 mb/d e quella non OCSE a 1,9 mb/d. L’OPEC vede la domanda globale di petrolio raggiungere i 101,8 milioni di barili al giorno nel 2023, rispetto ai 99,55 milioni di barili al giorno nel 2022. “Questa previsione rimane circondata da incertezze tra cui gli sviluppi economici globali, i cambiamenti nelle politiche di contenimento del COVID-19 e le tensioni geopolitiche” si legge nel rapporto.Il cartello ha anche lasciato invariate le sue proiezioni sull’offerta di petrolio per il 2023. Si stima che l’offerta non-OPEC crescerà di 1,5 milioni di barili al giorno per raggiungere i 67,2 milioni di barili al giorno, con la maggior parte dell’aumento proveniente da Stati Uniti, Norvegia, Canada, Kazakistan e Guyana.Le stime sulle forniture di petrolio russo, che sono sotto pressione a causa degli embarghi petroliferi occidentali e del tetto massimo del prezzo del petrolio guidato dal G7, sono per un calo di 850.000 barili al giorno quest’anno. Ciò lascerebbe la produzione russa a 10,18 milioni di barili al giorno, in calo rispetto agli 11,03 milioni di barili al giorno nel 2022, sebbene venga sottolienato che “le previsioni rimangono soggette a elevata incertezza”.Nell’analisi dell’economia mondiale, l’OPEC evidenzia che “diversi indicatori economici indicano un relativo rallentamento della crescita economica globale per il 2023”. L’inflazione elevata e ulteriori rialzi dei tassi di interesse, in particolare nella zona euro, avranno infatti un certo impatto sulla crescita. Viene però riconosciuto che “lo slancio globale nel 4° trimestre 2022 appare più forte di quanto previsto in precedenza, fornendo potenzialmente una solida base per l’anno 2023, in particolare nelle economie OCSE”.La previsione di crescita economica globale per il 2022 viene rivista al rialzo al 3%, mentre la previsione di crescita economica globale per il 2023 rimane al 2,5%. LEGGI TUTTO

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    USA, peggiora attività manifatturiera distretto di New York

    (Teleborsa) – Peggiora a gennaio l’indice manifatturiero Empire State di New York. L’indicatore si è portato a -32,9 punti dai -11,2 punti di dicembre. Il dato è anche peggiore delle stime degli analisti che erano per un livello a -8,7 punti. L’indice misura le condizioni del settore manifatturiero nel distretto di New York. Si ricorda che un livello del dato superiore/inferiore allo 0 indica che la maggior parte delle compagnie riportano miglioramenti/peggioramenti delle condizioni. Fra le varie componenti dell’indice, quella sui nuovi ordini scivola a quota -31,1, mentre quella sulle consegne pegiora a -22,4 punti (da +5,3 punti) e quella sulle scorte cala a 4,5 punti (da 3,7 punti). LEGGI TUTTO

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    Mercati europei deboli. Focus su trimestrali e Davos

    (Teleborsa) – Si muove all’insegna della prudenza la seduta delle principali borse europee. Anche la borsa di Milano si allinea alla cautela che regna in Europa, e scambia sulla linea di parità. A pesare sono i timori di un rallentamento dell’economia cinese (ha chiuso il 2022 con un PIL al +3%, sui minimi dagli anni ’70 principalmente per colpa della politica Zero Covid).Gli investitori, che guardano a Davos per dichiarazioni di banchieri centrali e policymaker, si trovano anche a valutare le trimestrali di Goldman Sachs (utili sotto le attese con crollo delle commissioni di Investment banking) e Morgan Stanley (trimestrale oltre le attese grazie al Wealth Management). Gli utili del 4° trimestre 2022 saranno un catalizzatore chiave questa settimana, poiché i trader valutano se le aziende sono state in grado di navigare contro venti contrari, inclusi tassi di interesse più elevati.Sul fronte macroeconomico, l’Istat ha confermato che l’inflazione italiana è stata del +11,6% su anno a dicembre, mentre Destatis ha confermato che i prezzi al consumo in Germania sono aumentati dell’8,6% su anno nello stesso mese. In leggero aumento i disoccupati richiedenti un sussidio del Regno Unito, mentre è stabile il tasso di disoccupazione. In Germania, l’indice Zew è tornatoin territorio positivo a gennaio.Sul fronte della politica monetaria, Philip Lane ha detto che la Banca centrale europea (BCE) deve “aumentare di più i tassi” e che deve “portarli in un territorio restrittivo”. Per quanto riguarda le istituzione UE, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha detto che l’Unione europea preparerà una legge per semplificare la vita del settore “green”, sostenendolo con aiuti di Stato e un fondo sovrano europeo con l’obiettivo di evitare che le imprese si trasferiscano negli Stati Uniti.Leggera crescita dell’Euro / Dollaro USA, che sale a quota 1,086. Lieve calo dell’oro, che scende a 1.909,2 dollari l’oncia. Deciso rialzo del petrolio (Light Sweet Crude Oil) (+1,9%), che raggiunge 80,31 dollari per barile.Lieve peggioramento dello spread, che sale a +191 punti base, con un aumento di 4 punti base, con il rendimento del BTP a 10 anni pari al 4,04%.Tra i mercati del Vecchio Continente resta vicino alla parità Francoforte (-0,05%), piccola perdita per Londra, che scambia con un -0,22%, e piatta Parigi, che tiene la parità.Piazza Affari continua la seduta sui livelli della vigilia, riportando una variazione pari a -0,17% sul FTSE MIB; sulla stessa linea, rimane ai nastri di partenza il FTSE Italia All-Share (Piazza Affari), che si posiziona a 27.998 punti, in prossimità dei livelli precedenti.Sui livelli della vigilia il FTSE Italia Mid Cap (+0,04%); leggermente negativo il FTSE Italia Star (-0,28%).Tra i best performers di Milano, in evidenza Leonardo (+4,54%, che beneficia della promozione a “buy” di Goldman Sachs), Tenaris (+3,06%), Recordati (+2,74%) e STMicroelectronics (+1,25%, con l’avvio di copertura a “overweight” da parte di Barclays).Le peggiori performance, invece, si registrano su Iveco, che ottiene -2,00%. Spicca la prestazione negativa di Saipem, che scende dell’1,70%. Tentenna DiaSorin, che cede l’1,46%. Sostanzialmente debole Fineco, che registra una flessione dell’1,43%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Juventus (+2,94%), Seco (+1,86%), Webuild (+1,84%) e Mfe A (+1,69%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Italmobiliare, che continua la seduta con -2,00%. Mutuionline scende dell’1,93%. Si muove sotto la parità SOL, evidenziando un decremento dell’1,46%. Contrazione moderata per IREN, che soffre un calo dell’1,38%. LEGGI TUTTO

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    Morgan Stanley, trimestrale oltre le attese grazie al Wealth Management

    (Teleborsa) – La banca d’affari Morgan Stanley ha registrato ricavi netti per 12,7 miliardi di dollari nel quarto trimestre del 2022, rispetto ai 14,5 miliardi di dollari di un anno fa (-12%). L’utile netto è stato di 2,2 miliardi di dollari, o 1,26 dollari per azione, rispetto a 3,7 miliardi di dollari (-40%), o 2,01 dollari per azione, per lo stesso periodo di un anno fa. L’utile per azione rettificato è stato di 1,31 dollari, rispetto a 2,08 dollari nello stesso trimestre dell’anno precedente.Il mercato, secondo dati Refinitiv, si aspettava un utile per azione di 1,19 dollari su ricavi per 12,64 miliardi di dollari.I ricavi netti per l’intero anno sono stati di 53,7 miliardi di dollari, l’utile netto è stato di 11 miliardi di dollari (6,15 dollari per azione, o 6,36 dollari su base rettificata).”Abbiamo registrato solidi risultati nel quarto trimestre in un contesto di mercato difficile – ha commentato il CEO James Gorman – Nel complesso, il 2022 è stato un anno positivo per l’azienda poiché la nostra strategia chiara e il modello di business equilibrato ci hanno consentito di ottenere un ROTCE del 16% nonostante il complesso contesto macro”.”Wealth Management ha fornito stabilità con ricavi record e oltre 310 miliardi di dollari di nuove attività nette, Investment Management ha beneficiato della diversificazione e, all’interno di Institutional Securities, i nostri ricavi da azioni e reddito fisso sono stati forti, controbilanciati da Investment Banking”, ha spiegato.I ricavi dell’Investment Banking sono diminuiti del 49% nel quarto triemstre rispetto a un anno fa. All’interno della divisione, i ricavi da advisory sono diminuiti rispetto a un anno fa, a causa dei livelli più bassi di operazioni di fusione e acquisizione completate. I ricavi da Equity underwriting sono diminuiti in modo significativo rispetto a un anno fa, riflettendo il sostanziale calo dei volumi di global equity underwriting. I ricavi da Fixed income underwriting sono diminuiti rispetto a un anno fa poiché le condizioni macroeconomiche hanno contribuito a ridurre le emissioni obbligazionarie.Wealth Management ha registrato ricavi netti record per il trimestre pari a 6,6 miliardi di dollari (+6%), grazie soprattutto a un margine di interesse in aumento sulla scia di tassi di interesse più elevati e una crescita dei prestiti. LEGGI TUTTO

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    Goldman Sachs, utili sotto le attese. Crollano commissioni Investment banking

    (Teleborsa) – Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo, ha registrato un fatturato di 10,59 miliardi di dollari nel quarto trimestre del 2022 (16% in meno rispetto al secondo quarto 2021) e un utile di 1,33 miliardi di dollari (contro i 3,94 miliardi di dollari di un anno fa, -66%), pari a un utile per azione di 3,32 dollari (10,81 per il quarto trimestre del 2021). Il consensus, secondo dati Refinitiv, era per un utile per azione di 5,48 dollari e un fatturato di 10,83 miliardi di dollari.La società ha registrato un fatturato netto di 47,37 miliardi di dollari, un utile netto di 11,26 miliardi di dollari e un utile per azione di 30,06 dollari per l’intero anno. “In un contesto economico impegnativo, nel 2022 abbiamo realizzato rendimenti a due cifre per i nostri azionisti – ha commentato il CEO David Solomon – Il fondamento di tutti i nostri sforzi strategici è il nostro franchising di clienti che non è secondo a nessuno”.L’accantonamento per perdite su crediti è stato di 2,72 miliardi per il 2022, rispetto a 357 milioni per il 2021. L’accantonamento per perdite su crediti è stato di 972 milioni per il quarto trimestre del 2022, rispetto a 344 milioni per il quarto trimestre del 2021 e 515 milioni per il terzo trimestre del 2022.I ricavi in Global Banking & Markets sono stati di 32,49 miliardi, il 12% in meno rispetto a un forte 2021. DI questi, le commissioni di investment banking sono state di 7,36 miliardi, il 48% in meno rispetto a un forte 2021. I ricavi netti in FICC sono stati di 14,68 miliardi, il 38% in più rispetto al 2021. I ricavi netti in Equities sono stati di 10,99 miliardi, il 6% in meno rispetto al 2021.I ricavi in Asset & Wealth Management sono stati di 13,38 miliardi per il 2022, il 39% in meno rispetto al 2021, riflettendo principalmente ricavi significativamente inferiori in Equity e Debt investments. I ricavi in Platform Solutions sono stati di 1,50 miliardi per il 2022, il 135% in più rispetto al 2021. LEGGI TUTTO

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    Cucinelli acquista azioni proprie

    (Teleborsa) – Brunello Cucinelli ha comunicato di aver acquistato, fra il 10 e il 13 gennaio 2023, complessivamente 24.125 azioni ordinarie proprie, corrispondenti allo 0,0355% delle 68.000.000 azioni componenti il capitale sociale, al prezzo medio unitario di 68,9587 euro, per un controvalore pari a 1.663.629,55 euro, commissioni escluse.Tali acquisti sono avvenuti nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie deliberato dall’Assemblea degli Azionisti del 27 aprile 2022, con avvio deliberato dal Consiglio di Amministrazione in data 9 gennaio 2023.Al 13 gennaio, considerando che all’avvio la Società non deteneva azioni proprie, Cucinelli ha in portafoglio, direttamente o per mezzo di società controllate, 24.125 azioni proprie, pari allo 0,0355% delle azioni componenti il capitale sociale.Intanto, a Piazza Affari, discreta la performance di Brunello Cucinelli che si attesta a 69,4 euro, in lieve aumento dello 0,80%. LEGGI TUTTO