Agosto 2023

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    Gli Eurolistini chiudono in rosso, il tech inverte i guadagni

    (Teleborsa) – Dopo una prima parte di seduta positiva, le borse europee virano in negativo nel pomeriggio, chiudendo sotto la parità. Pesa l’andamento di Wall Street, che è andata in rosso dopo i guadagni iniziali innescati dalle previsioni ottimistiche di Nvidia, in un clima di cautela in vista del discorso di domani del presidente della Federal Reserve Jerome Powell. Chiude in netto ribasso STM, che è stato a lungo uno dei migliori titoli della seduta a Piazza Affari, con le prospettive stellari di Nvidia che avevano spinto tutti i titoli europei dei semiconduttori e del settore tecnologicoLa fiducia delle imprese manifatturiere in Francia, unico dato di rilievo pubblicato in area euro per oggi, è scesa a 96 da 100, con un calo ben più ampio delle attese (99) e ai minimi da fine 2020.Sessione debole per l’Euro / Dollaro USA, che scambia con un calo dello 0,36%. Lieve aumento dell’oro, che sale a 1.920,8 dollari l’oncia. Lieve aumento del petrolio (Light Sweet Crude Oil) che sale a 78,88 dollari per barile.Consolida i livelli della vigilia lo spread, attestandosi a +168 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 4,17%.Tra gli indici di Eurolandia piccola perdita per Francoforte, che scambia con un -0,68%, incolore Londra, che non registra variazioni significative, rispetto alla seduta precedente, e tentenna Parigi, che cede lo 0,44%.A Milano, si muove sotto la parità il FTSE MIB, che scende a 28.072 punti, con uno scarto percentuale dello 0,57%, interrompendo la serie di tre rialzi consecutivi, iniziata lunedì scorso; sulla stessa linea, in lieve calo il FTSE Italia All-Share, che continua la giornata sotto la parità a 30.037 punti. In frazionale calo il FTSE Italia Mid Cap (-0,37%); sulla stessa linea, poco sotto la parità il FTSE Italia Star (-0,6%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, bilancio positivo per ERG, che vanta un progresso dell’1,14%. Sostanzialmente tonico Hera, che registra una plusvalenza dell’1,04%. Guadagno moderato per Fineco, che avanza dello 0,56%.Le più forti vendite, invece, si manifestano su Iveco, che chiude le contrattazioni a -4,14%. Sotto pressione STMicroelectronics, con un forte ribasso del 2,56%. Soffre Unicredit, che evidenzia una perdita del 2,12%. Sostanzialmente debole Saipem, che registra una flessione dell’1,37%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, Acea (+2,03%), GVS (+1,80%), Saras (+1,62%) e Antares Vision (+1,54%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su SOL, che termina le contrattazioni a -2,57%. Preda dei venditori MFE A, con un decremento del 2,44%. Si concentrano le vendite su Industrie De Nora, che soffre un calo del 2,07%. Vendite su Danieli, che registra un ribasso del 2,06%. LEGGI TUTTO

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    Fed, Harker: abbiamo posizione restrittiva, dovremmo mantenerla per un po’

    (Teleborsa) – “Dobbiamo chiaramente occuparci dell’inflazione, ma abbiamo una posizione restrittiva e dovremmo mantenerla dov’è per un po’ di tempo. Ma in termini di crescita del PIL, bassa inflazione e bassa disoccupazione, lo abbiamo già visto in passato, prima della pandemia. Quindi è possibile che torneremo a questa situazione? Penso di sì”. Lo ha detto Patrick Harker, presidente della Federal Reserve Bank di Philadelphia, in un’intervista alla CNBC.Harker ha parlato al canale televisivo statunitense a margine della conferenza annuale della Fed di Kansas City a Jackson Hole, nel Wyoming. È stato il primo funzionario della Fed a intervenire prima dell’atteso discorso che il presidente della Fed Jerome Powell terrà venerdì mattina.A una domanda diretta sulla necessità di alzare ulteriormente i tassi, ha risposto: “In questo momento penso che probabilmente abbiamo fatto abbastanza, essendo i tassi a un livello restrittivo e portando avanti la riduzione del bilancio”. LEGGI TUTTO

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    Lumi annuncia quotazione sulla Borsa dell’Arabia Saudita

    (Teleborsa) – Lumi, una delle principali società di noleggio e leasing di automobili dell’Arabia Saudita, ha annunciato l’intenzione di procedere con un’offerta pubblica iniziale (IPO) delle sue azioni ordinarie sul mercato principale della Borsa Saudita. Lumi offrirà 16.500.000 azioni, che rappresentano il 30% del capitale. L’intervallo di prezzo dell’offerta sarà annunciato il 30 agosto e il prezzo finale sarà annunciato il 7 settembre 2023 a seguito del processo di bookbuilding istituzionale.I proventi netti dell’offerta saranno ricevuti dall’azionista venditore, Seera Group Holding (precedentemente noto come Al Tayyar Travel Group).”L’IPO offre agli investitori l’opportunità di partecipare a un settore che sta beneficiando di potenti fattori macroeconomici e strutturali favorevoli ed è posizionato per una crescita significativa – ha commentato il presidente Mohammed Bin Saleh Al-Khalil – Con la nostra crescita in accelerazione, questo è un momento entusiasmante per invitare gli investitori a condividere il nostro futuro viaggio verso il successo”.Lumi ha una flotta di 24.730 veicoli al 30 aprile 2023 e 771 dipendenti al 30 settembre 2022. La società ha conseguito un fatturato di 782,6 milioni di riyal sauditi (circa 192 milioni di euro) nel 2022, ottenendo una crescita su base annua del 50,1%. L’utile netto è aumentato del 35,4% su base annua raggiungendo i 143,7 milioni di riyal sauditi (circa 35 milioni di euro) nel 2022.Lumi è attiva con varie divisioni: noleggio a lungo termine di veicoli commerciali e non commerciali a enti del settore aziendale e governativo; noleggio auto e servizi correlati a clienti retail e clienti aziendali tramite 35 filiali aeroportuali e cittadine, nonché attraverso canali digitali; vendita di veicoli usati dalla flotta di leasing e noleggio della società attraverso una procedura di gara o un autosalone.(Foto: Photo by ekrem osmanoglu on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Fitch: tassi di interesse nei mercati emergenti iniziano a divergere

    (Teleborsa) – La direzione dei tassi di interesse ufficiali nei mercati emergenti e nei mercati sviluppati sta cominciando a divergere, con la maggior parte delle banche centrali dei mercati emergenti che mantengono i tassi invariati e alcune che iniziano a tagliare i tassi, mentre le principali banche centrali dei mercati sviluppati continuano ad alzarli a fronte a un’inflazione core elevata e persistente. Lo afferma Fitch Ratings in un nuovo report sul tema.Gli analisti evidenziano divergenze anche tra i mercati emergenti. Per il momento i tassi ufficiali sembrano essere invariati in Corea, Indonesia, Messico, Sud Africa, India e Polonia, mentre Brasile e Cile hanno recentemente tagliato i tassi, date le loro prospettive di inflazione in miglioramento e il rallentamento dell’attività, mentre la stretta monetaria del passato si ripercuote sull’economia.La Cina ha recentemente tagliato nuovamente i tassi poiché la ripresa economica ha perso slancio. Al contrario, recentemente sono stati attuati rialzi dei tassi in Turchia e Russia.”Queste mosse probabilmente alimenteranno le aspettative di un ciclo di allentamento più ampio tra i mercati emergenti nei prossimi mesi”, sottolinea il rapporto.Viene anche fanno notare che le banche centrali dei mercati emergenti restano vigili sull’inflazione dati i rischi derivanti dall’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, da El Nino e, in alcuni paesi, da tassi di inflazione core ancora elevati. LEGGI TUTTO

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    Combustibili fossili, FMI: “Balzo record a 7mila miliardi”

    (Teleborsa) – Con i governi che hanno aiutato i consumatori e le imprese durante il balzo dei prezzi dell’energia causati dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e dalla ripresa economica della pandemia, lo scorso anno i sussidi per i combustibili fossili sono saliti alla cifra record di 7mila miliardi di dollari. È quanto emerge da un working paper del Fondo Monetario Internazionale. I sussidi elargiti – rileva il report del Fmi – rappresentano il 7,1% del pil globale, ovvero più di quanto i governi spendono ogni anno sull’istruzione (4,3% del totale) e due terzi di quanto spendono per la sanità (10,9%). LEGGI TUTTO

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    Fast fashion, Shein e Forever 21 siglano accordo per unire le forze

    (Teleborsa) – Shein, azienda di vendita online di fast fashion cinese, e Forever 21, catena statunitense di negozi di abbigliamento, hanno siglato un accordo in base al quale Shein acquisirà circa un terzo delle azioni di Sparc Group, la società madre di Forever 21. Sparc diventerà inoltre azionista di minoranza di Shein.Sebbene Shein e Forever 21 abbiano acquirenti simili, li soddisfano in modi diversi. Shein vende la sua merce online, mentre Forever 21 è noto soprattutto per i suoi negozi nei centri commerciali.Le società prevedono che l’accordo espanderà la distribuzione di Forever 21 sulla piattaforma di e-commerce globale di Shein, che ha 150 milioni di utenti online, oltre a offrire l’opportunità di testare le vendite e i resi dei prodotti Shein nei negozi fisici Forever 21 negli Stati Uniti, hanno affermato le società in un comunicato congiunto.(Foto: Marcus Urbenz on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    IPO, borsa Istanbul più attrattiva di Londra e Milano nel 2023

    (Teleborsa) – La Borsa di Istanbul quest’anno si è classificata davanti a mercati più grandi come Londra, Francoforte e Milano nell’attrarre nuove quotazioni. E’ quanto emerge da un articolo del Financial Times, che cita i dati Dealogic, secondo cui le lnitial Public Offering (IPO) presentate alla borsa turca sono state 30, per un valore complessivo di 1,9 miliardi di dollari. Questo valore colloca Istanbul tra le prime dieci borse mondiali per le IPO nel 2023, davanti ai mercati azionari molto più grandi dell’Europa occidentale e della Corea del Sud. Le IPO di Londra hanno raccolto solo 967 milioni di dollari, mentre quelle di Francoforte hanno raccolto 1,1 miliardi di dollari.Questo dimostra che la borsa turca è più attraente delle “colleghe” più blasonate? Il quotidiano britannico spiega che l’andamento più brillante delle nuove quotazioni è da attribuire anche al maggior peso della clientela retail. Secondo la Turkish Capital Markets Association, il numero di investitori nell’azionario turco è più che quadruplicato a 5,1 milioni dall’inizio del 2019, mentre la quota di proprietà del mercato azionario complessivo da parte dei singoli investitori è raddoppiata al 38%.”Il successo della Turchia, insieme a quello di altre economie emergenti come Romania e Indonesia – sottolinea FT – evidenzia come alcune delle principali borse occidentali non riescano ad attrarre importanti accordi azionari. La Turchia sta traendo vantaggio dal fatto che gli investitori al dettaglio locali stanno diventando una parte sempre più influente del mercato”. “Mentre i capitali stranieri sono fuggiti a causa delle preoccupazioni per le politiche economiche non convenzionali del presidente Recep Tayyip Erdogan – spiega il quotidiano – i trader al dettaglio si sono rivolti alle azioni nella speranza di ottenere grandi rendimenti per compensare gli effetti di una crisi inflazionistica di lunga durata e del crollo della lira turca”. LEGGI TUTTO

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    Giansanti: “Surplus agro-industriale positivo per 7,5%”

    (Teleborsa) – “È evidente che gli effetti del cambiamento climatico sono davanti a tutti noi. Alla luce di quello che dice il ministro Giorgetti (ossia che la manovra economica sarà complicata e non si potrà fare tutto ndr) io ho un pò le mani legate perché avrei tanto da chiedere al Governo. In un mercato così difficile, noi oggi abbiamo un settore primario condizionato dalla speculazione e dalla necessità del Governo di far scendere i prezzi al consumo”. È quanto ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenendo al Meeting di Rimini. “Riteniamo – ha aggiunto – che il modello francese, basato su come si va a formare il prezzo della filiera industria basato su come si va a formare il prezzo della filiera industriale, sia il modello giusto. So a quanto vendo il mio latte. Quando uno va a comprare il latte non lo compra per il cartone ma per il latte dentro, quindi devo capire se il valore del latte vale il 25% del prezzo alla vendita, il rimanente 75% è tra cartone, pubblicità e tutti quelli che sono i passaggi a valle dei margini di guadagno. Una legge come quella francese – ha concluso – che permette di stabilire quali sono e come si stabilisce il margine all’interno della filiera industriale sarebbe opportuna. Poi ci sono altre misure, come quella voluta dal ministro Lollobrigida insieme al ministro Giorgetti, quella della card che a mio avviso va rilanciata per l’anno prossimo, mettendo al centro i prodotti dell’agricoltura che sono direttamente sul banco della grande distribuzione, quindi ortofrutticoli e carni. Ma, soprattutto, chiediamo al governo un costo del lavoro più basso perché dove i margini sono strettissima la differenza la si fa sui costi”.”Mentre tutto va male, il sistema agro-industriale del Paese, negli ultimi anni, è invece andato molto bene. Il surplus commerciale oggi è positivo per 7,5 miliardi e quindi, se ripensiamo al 2015, l’anno di Expo, eravamo con una bilancia commerciale negativa e con un valore dell’export di 28 miliardi, oggi siamo a 62 miliardi e con una bilancia commerciale positiva di 7,5 miliardi” ha detto Giansanti a margine del Meeting di Rimini. “E, soprattutto – ha aggiunto – con un dato molto interessante che è quello delle esportazioni nei Paesi extra-Ue. Mentre la Francia è scesa dal 19% al 17% l’Italia è aumentata, nello stesso periodo del 12%. Questo sta a significare che i nostri prodotti sui mercati internazionali performano e performano bene. In dieci anni dal 2013 al 2022”. Giansanti ha poi posto l’accento sui danni relativi all’alluvione in Emilia-Romagna. “Ci troviamo di fronte a qualcosa di storico negativo, perché i danni sono stati incalcolabili. Si stima una variabile tra un miliardo e mezzo e 2 miliardi per ora stimati da aziende agricole. Abbiamo avuto una serie di incontri anche nelle settimane scorso col governo. Mi auguro e spero che rispetto a quanto definito col governo si passi adesso alla perimetrazione e definizione delle aree colpite dai danni e che nel minor tempo possibile possano arrivare i ristori – ha detto il presidente di Confagricoltura – Mi dice, il governo, che entro autunno questi ristori arriveranno. Aspettiamo fiduciosi e sono convinto che le promesse seguono i fatti, perché se ciò non dovesse avvenire non c’è solo un problema di danno nell’anno in corso, ma anche di continuità aziendale perché se non ho le risorse per poter far fronte alle necessità per l’anno prossimo mi troverei in difficoltà e perderei due anni. L’importante non farsi tirare per la giacca da nessuno, perché le cose vanno fatte bene perché le imprese non possono aspettare e non possono essere tirate per la giacca. Vedo che c’è molta polemica da una parte e dall’altra, noi siamo imprenditori. Noi vogliamo parlare con governo nazionale, regionale, ognuno che ha responsabilità deve far fronte alle proprie responsabilità”. Sul fronte del salario minimo, per il presidente di Confagricoltura, la centralità va data alla contrattazione. “Io credo nel contratto che firmiamo con i sindacati – ha commentato Giansanti –. Nel momento in cui viene stabilita una tariffa oraria con i rappresentanti dei lavoratori, ritengo che quella tariffa prevista sia equa. L’elemento su cui bisogna continuare a lavorare è la centralità dei contratti di lavoro. Il problema sta nei contratti ‘pirata’. Anche in agricoltura – ha spiegato – noi abbiamo una serie di soggetti che si presentano alle porte delle aziende, che non sono necessariamente ‘caporali’ visto che si sono dati una veste giuridica e fanno anche la fattura, che offrono proposte estremamente vantaggiose, che vanno a destrutturare la contrattazione tra le associazione che rappresentano le imprese e i sindacati che rappresentano i lavoratori. È evidente che la centralità deve essere all’interno del contratto e soprattutto nella possibilità di costruire un modello in cui alla domanda corrisponda l’offerta, mentre oggi purtroppo a domanda non sempre corrisponde un’offerta ed è quello lo spazio in cui spesso si incunea quel mondo grigio con contratti che non richiamano né i contratti dell’agricoltura né i contratti del commercio e che rischiano di destrutturare il sistema, creando condizioni di disparità sia fra i lavoratori che fra le stesse imprese: l’azienda che ha un costo del lavoro più basso – ha proseguito – risulta più competitiva rispetto a quella vicina che rispetta il contratto di lavoro con le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori. Definire un numero per il salario minimo non significa nulla perché a quel punto dovremmo indicare anche il salario massimo per definire tutti i livelli e le scalette: ecco perché la centralità va data alla contrattazione”. Infine, parlando di migranti, Giansanti ha affermato che “il modello dei flussi va migliorato”. “Certamente come dato positivo – ha detto – riscontriamo l’aumento del numero delle persone che sono state assegnate rispetto al governo precedente. È troppo lungo e complesso il modello con cui si regola l’ingresso. Primo perché c’è il click day, quindi troppo spesso la domanda di una azienda che ha bisogno viene scartata perché ci mette troppo a caricarla, poi i tempi per avere l’autorizzazione: noi generalmente facciamo la domanda un anno per l’altro mentre invece dovremmo fare la domanda per l’anno in corso. Poi c’è il tema della formazione che diventa fondamentale. Noi dobbiamo fare la formazione su questi operai direttamente nei loro paesi di origine”. LEGGI TUTTO