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    Agea: erogati oltre 96 milioni di euro tra aiuti diretti e sviluppo rurale

    (Teleborsa) – Agea ha emanato decreti di pagamento che ammontano ad un importo totale di 96.490.957,57 euro. “È questa la rappresentazione operativa di come e quanto l’Agenzia – fa sapere Agea in una nota – sta rivoluzionando strategia, tempistiche e operatività delle erogazioni in agricoltura”.In dettaglio l’ammontare è così suddiviso: 5.434.465,91 euro per 3502 domande nell’ambito del PSR (Programma di sviluppo rurale) della programmazione 2014-2022. Le regioni interessate sono: Abruzzo ha ricevuto un importo di 103.927,84 verso 60 beneficiari; Basilicata ha ricevuto un importo di 16.738,61 euro a favore di 9 beneficiari; Campania ha ricevuto un importo di 1.138.196,23 euro per 1.083 beneficiari; Friuli-Venezia Giulia ha ricevuto un importo di 412.742,08 euro per 77 beneficiari; Lazio ha ricevuto un importo di 183.509,06 euro verso 152 beneficiari; Liguria ha ricevuto un importo di 259.092,88 euro a favore di 179 beneficiari; Marche ha ricevuto un importo di 434.274,41 euro verso 205 beneficiari; Puglia ha ricevuto un importo di 51.699,21 euro per 55 beneficiari; Sicilia ha ricevuto un importo di 753.502,55 euro per 121 beneficiari; Umbria ha ricevuto un importo di 2.069.778,92 euro per 1.536 beneficiari; Valle d’Aosta ha ricevuto un importo di 11.004,12 euro per 25 beneficiari; 90.050.581 euro, 79 comprensivi del 3% destinato ad AgriCat, per circa 80mila beneficiari a valere sulla Domanda Unica della Campagna 2024; 1.005.909,87 euro per 434 domande a valere sul PSR della programmazione 2014-2022.In particolare, Agea sottolinea come quest’ultima decretazione sia il risultato del grandissimo sforzo che l’Agenzia, di concerto con le Regioni, sta facendo per massimizzare la spesa in vista della scadenza del 30 giugno. Si prevede di effettuare un’ultima decretazione domani, 27 giugno 2025.Per comunicare l’evoluzione del sistema delle erogazioni in agricoltura, l’Agenzia ha scelto da tempo un’unica metrica: i dati, riportando i risultati più importanti e costruendo analisi contestualizzate. L’impegno – si legge nella nota – è quello di creare un sistema di pagamenti più efficiente e integrato per contribuire allo sviluppo economico e sociale. L’obiettivo è quello di avere la disponibilità di dati più granulari per tener conto anche delle diverse “velocità” delle aree geografiche – così come delle giurisdizioni – e consentire in questo modo di affinare il monitoraggio dei dati attraverso una metodologia più articolata. LEGGI TUTTO

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    Kellanova e Mars rimangono ottimiste sull’ottenimento dell’approvazione antitrust UE

    (Teleborsa) – Kellanova e Mars rimangono ottimiste sulla conclusione positiva dell’indagine approfondita avviata dalla Commissione europea e sull’ottenimento dell’approvazione antitrust. Lo si legge in filing alla SEC Kellanova dopo l’avvio del procedimento comunicato dall’esecutivo UE oggi pomeriggio.Sulla base della tempistica dell’indagine di Fase II della Commissione europea, Kellanova prevede ora che la fusione si concluda verso la fine del 2025. In precedenza, avevano affermato che la transazione da 36 miliardi di dollari si sarebbe conclusa nella prima metà di quest’anno.”Non è possibile prevedere con certezza la tempistica esatta del completamento della fusione”, si legge comunque nella nota. LEGGI TUTTO

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    UE avvia indagine approfondita sull’acquisto di Kellanova da parte di Mars

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita per valutare, ai sensi del Regolamento UE sulle concentrazioni, la proposta da 36 miliardi di dollari di acquisizione di Kellanova da parte di Mars. La Commissione nutre preoccupazioni preliminari sul fatto che l’operazione possa comportare un aumento dei prezzi per i consumatori a causa del maggiore potere negoziale di Mars nei confronti dei rivenditori nello Spazio Economico Europeo (SEE).Mars è un fornitore globale di una vasta gamma di marchi alimentari popolari, tra cui gomme da masticare, cioccolatini, dolciumi, riso e alimenti per animali domestici. Kellanova (ex Kellogg Company) è nota principalmente nel SEE per le sue patatine impilate vendute con il marchio Pringles e per i suoi cereali pronti al consumo, venduti con il marchio Kellogg’s.L’indagine preliminare della Commissione indica che, ampliando il proprio portafoglio prodotti con l’aggiunta dei marchi molto popolari di Kellanova, Mars potrebbe aumentare il proprio potere contrattuale nei confronti dei rivenditori. Di conseguenza, Mars potrebbe essere in grado di utilizzare questa maggiore leva finanziaria, ad esempio per ottenere prezzi più elevati durante le negoziazioni, il che a sua volta si tradurrebbe in prezzi più elevati per i consumatori.L’operazione proposta è stata notificata alla Commissione il 16 maggio 2025. La Commissione ha ora 90 giorni lavorativi, fino al 31 ottobre 2025, per prendere una decisione. L’avvio di un’indagine approfondita non pregiudica l’esito dell’indagine stessa.”Con l’acquisizione di Kellanova, Mars aggiungerà diverse marche molto popolari di patatine e cereali al suo già ampio e solido portafoglio prodotti – ha commentato Teresa Ribera, Vicepresidente Esecutiva per una Transizione Pulita, Giusta e Competitiva – Poiché i prezzi dei prodotti alimentari, colpiti dall’inflazione, rimangono elevati in tutta Europa, è essenziale garantire che questa acquisizione non aumenti ulteriormente il costo del carrello della spesa. La nostra indagine approfondita valuterà l’impatto dell’operazione sul prezzo dei prodotti di queste aziende per i consumatori nel SEE”. LEGGI TUTTO

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    Otan, Mongiello: “Con avvocati per migliorare norma ristorazione collettiva”

    (Teleborsa) – “Dopo la sottoscrizione del protocollo d’intesa del giugno scorso fra Otan e Cnf, l’evento di oggi dedicato al settore della ristorazione collettiva – scolastica, sociosanitaria, ospedaliera e aziendale – regolato dal Codice degli Appalti, rappresenta un’ulteriore occasione di approfondimento e di confronto fra tecnologi alimentari e avvocati”. Lo dichiara la presidente del Consiglio Nazionale dei Tecnologi Alimentari (Otan), Laura Mongiello, in occasione del convegno “Le implicazioni del correttivo del Codice dei Contratti Pubblici in materia di ristorazione”, presentato al Consiglio Nazionale Forense.”Il settore della ristorazione collettiva – prosegue Mongiello – è regolamentato da alcune norme disomogenee che creano difficoltà interpretative sia alle stazioni appaltanti che alle commissioni di gara che ai direttori dell’esecuzione dei contratti. Come tecnologi alimentari – continua Mongiello – il nostro compito è quello di garantire la massima efficienza ed efficacia del sistema produttivo e di distribuzione degli alimenti e le interlocuzioni con gli avvocati e gli stakeholder del settore sono fondamentali proprio per trovare soluzioni che armonizzino e chiariscano alcuni punti della normativa vigente”.”Inclusione sociale, salute pubblica, sicurezza alimentare e qualità della vita sono elementi interconnessi che devono essere garantiti e che nella ristorazione collettiva rappresentano un servizio essenziale. Rendere perciò più snella la disciplina – aggiunge la presidente di Otan – diventa prioritario per offrire un supporto concreto alla Pubblica Amministrazione e alle Imprese a tutela dei consumatori che chiedono garanzie di qualità, di sicurezza e sostenibilità”.”Il cibo, declinato in tutti gli aspetti della società, riveste dunque un carattere di centralità. Condividere strategie pratiche e giuridiche indirizzate ad una gestione più efficiente e trasparente dei servizi di ristorazione pubblica, diventa essenziale. Con il convegno di oggi – conclude Mongiello – come tecnologi alimentari abbiamo voluto dare il nostro contributo di conoscenza e di sapere per offrire strumenti che siano utili alla collettività e al miglioramento della norma stessa”. LEGGI TUTTO

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    Otan, Mongiello: “Con avvocati per migliorare norma ristorazione collettiva”

    (Teleborsa) – “Dopo la sottoscrizione del protocollo d’intesa del giugno scorso fra Otan e Cnf, l’evento di oggi dedicato al settore della ristorazione collettiva – scolastica, sociosanitaria, ospedaliera e aziendale – regolato dal Codice degli Appalti, rappresenta un’ulteriore occasione di approfondimento e di confronto fra tecnologi alimentari e avvocati”. Lo dichiara la presidente del Consiglio Nazionale dei Tecnologi Alimentari (Otan), Laura Mongiello, in occasione del convegno “Le implicazioni del correttivo del Codice dei Contratti Pubblici in materia di ristorazione”, presentato al Consiglio Nazionale Forense.”Il settore della ristorazione collettiva – prosegue Mongiello – è regolamentato da alcune norme disomogenee che creano difficoltà interpretative sia alle stazioni appaltanti che alle commissioni di gara che ai direttori dell’esecuzione dei contratti. Come tecnologi alimentari – continua Mongiello – il nostro compito è quello di garantire la massima efficienza ed efficacia del sistema produttivo e di distribuzione degli alimenti e le interlocuzioni con gli avvocati e gli stakeholder del settore sono fondamentali proprio per trovare soluzioni che armonizzino e chiariscano alcuni punti della normativa vigente”.”Inclusione sociale, salute pubblica, sicurezza alimentare e qualità della vita sono elementi interconnessi che devono essere garantiti e che nella ristorazione collettiva rappresentano un servizio essenziale. Rendere perciò più snella la disciplina – aggiunge la presidente di Otan – diventa prioritario per offrire un supporto concreto alla Pubblica Amministrazione e alle Imprese a tutela dei consumatori che chiedono garanzie di qualità, di sicurezza e sostenibilità”.”Il cibo, declinato in tutti gli aspetti della società, riveste dunque un carattere di centralità. Condividere strategie pratiche e giuridiche indirizzate ad una gestione più efficiente e trasparente dei servizi di ristorazione pubblica, diventa essenziale. Con il convegno di oggi – conclude Mongiello – come tecnologi alimentari abbiamo voluto dare il nostro contributo di conoscenza e di sapere per offrire strumenti che siano utili alla collettività e al miglioramento della norma stessa”. LEGGI TUTTO

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    Otan, Mongiello: “Con avvocati per migliorare norma ristorazione collettiva”

    (Teleborsa) – “Dopo la sottoscrizione del protocollo d’intesa del giugno scorso fra Otan e Cnf, l’evento di oggi dedicato al settore della ristorazione collettiva – scolastica, sociosanitaria, ospedaliera e aziendale – regolato dal Codice degli Appalti, rappresenta un’ulteriore occasione di approfondimento e di confronto fra tecnologi alimentari e avvocati”. Lo dichiara la presidente del Consiglio Nazionale dei Tecnologi Alimentari (Otan), Laura Mongiello, in occasione del convegno “Le implicazioni del correttivo del Codice dei Contratti Pubblici in materia di ristorazione”, presentato al Consiglio Nazionale Forense.”Il settore della ristorazione collettiva – prosegue Mongiello – è regolamentato da alcune norme disomogenee che creano difficoltà interpretative sia alle stazioni appaltanti che alle commissioni di gara che ai direttori dell’esecuzione dei contratti. Come tecnologi alimentari – continua Mongiello – il nostro compito è quello di garantire la massima efficienza ed efficacia del sistema produttivo e di distribuzione degli alimenti e le interlocuzioni con gli avvocati e gli stakeholder del settore sono fondamentali proprio per trovare soluzioni che armonizzino e chiariscano alcuni punti della normativa vigente”.”Inclusione sociale, salute pubblica, sicurezza alimentare e qualità della vita sono elementi interconnessi che devono essere garantiti e che nella ristorazione collettiva rappresentano un servizio essenziale. Rendere perciò più snella la disciplina – aggiunge la presidente di Otan – diventa prioritario per offrire un supporto concreto alla Pubblica Amministrazione e alle Imprese a tutela dei consumatori che chiedono garanzie di qualità, di sicurezza e sostenibilità”.”Il cibo, declinato in tutti gli aspetti della società, riveste dunque un carattere di centralità. Condividere strategie pratiche e giuridiche indirizzate ad una gestione più efficiente e trasparente dei servizi di ristorazione pubblica, diventa essenziale. Con il convegno di oggi – conclude Mongiello – come tecnologi alimentari abbiamo voluto dare il nostro contributo di conoscenza e di sapere per offrire strumenti che siano utili alla collettività e al miglioramento della norma stessa”. LEGGI TUTTO

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    Nestlé, Paul Bulcke lascia dopo quasi 50 anni. Pablo Isla nuovo presidente

    (Teleborsa) – Nestlé, colosso svizzero del settore alimentare, ha comunicato che il presidente Paul Bulcke non si candiderà alla rielezione all’Assemblea Generale Annuale (AGM) del 16 aprile 2026. Dopo quasi 50 anni di lavoro in azienda, di cui 14 nel board, quasi 9 anni come CEO e 9 anni come presidente, Bulcke ha deciso di dimettersi dalle sue funzioni.Il board ha deciso di proporre Pablo Isla, attuale Vicepresidente di Nestlé, per l’elezione a presidente in occasione dell’AGM del 16 aprile 2026, consentendo così una transizione graduale e un passaggio di consegne ordinato.Bulcke è entrato in Nestlé nel 1979 ed è stato nominato nell’Executive Board nel 2004, con la responsabilità di Zone Americas. È stato eletto membro del board nel 2008 e ha ricoperto la carica di CEO dell’azienda dal 2008 al 2016, nonché di presidente dall’aprile 2017.Isla, CEO di Inditex dal 2005 al 2011 e presidente e CEO di Inditex dal 2011 al 2022, è entrato a far parte del board di Nestlé nel 2018. Dal 2024 ricopre la carica di Vicepresidente e Lead Independent Director ed è membro dei Comitati Nomine, Compensi, Presidente e Corporate Governance dell’azienda.”È stato un vero privilegio e un piacere far parte del percorso di Nestlé per così tanti anni, che mi ha arricchito con esperienze e responsabilità, in ultimo come presidente – ha commentato Bulcke – Sono fiducioso che con Pablo Isla, Laurent Freixe, un solido team dirigenziale e un board, l’azienda sia in mani fidate e continuerà il suo promettente percorso di crescita e creazione di valore. È il momento giusto per dedicare più tempo alla mia famiglia e dedicarmi ai miei numerosi altri interessi”. LEGGI TUTTO

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    Agricoltura, Istat: aggiornamento per paniere

    (Teleborsa) – L’Istat, con gli indici relativi all’anno 2024, avvia la diffusione delle serie degli indici mensili e annuali nella nuova base 2020=100 dei prezzi dei prodotti acquistati e venduti dagli agricoltori. In occasione dell’aggiornamento della base degli indici, ogni cinque anni l’Istat rivede e aggiorna il paniere di riferimento della rilevazione, le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono al calcolo degli indici dei prezzi dei prodotti agricoli. Per il ribasamento 2020, il paniere nazionale utilizzato per la costruzione della serie degli indici mantiene i 109 prodotti elementari venduti dagli agricoltori e i 146 prodotti acquistati dagli agricoltori già inseriti nel paniere in base 2015. Sono stati invece aggiornati sia i panieri provinciali sia le strutture di ponderazione.Le Camere di commercio (CCIAA) che partecipano all’indagine sono 54 e rappresentano 78 province (come nella precedente base 2015), garantendo una copertura territoriale del 75,3% in termini di Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Le quotazioni di prezzo che entrano nel calcolo degli indici dei prodotti agricoli sono oltre 6.700 ogni mese. Confrontando, per gli anni di sovrapposizione (2021-2023), le serie di indicatori in base 2020 con quella in base 2015, – fa sapere l’Istat in una nota – come per i prodotti venduti vi sia una quasi completa sovrapposizione dei rispettivi profili tendenziali, con differenze che non vanno oltre 1,5 punti percentuali. Nel caso dei prodotti acquistati, gli indici nella nuova base mostrano una dinamica lievemente più accelerata fino al 2023 e più moderata sul finire dello stesso anno.L’Istat, con gli indici relativi all’anno 2024, avvia la diffusione delle serie degli indici mensili e annuali nella nuova base 2020=100 dei prezzi dei prodotti acquistati e venduti dagli agricoltori. In occasione dell’aggiornamento della base degli indici, ogni cinque anni l’Istat rivede e aggiorna il paniere di riferimento della rilevazione, le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono al calcolo degli indici dei prezzi dei prodotti agricoli. Per il ribasamento 2020, il paniere nazionale utilizzato per la costruzione della serie degli indici mantiene i 109 prodotti elementari venduti dagli agricoltori e i 146 prodotti acquistati dagli agricoltori già inseriti nel paniere in base 2015. Sono stati invece aggiornati sia i panieri provinciali sia le strutture di ponderazione. Le Camere di commercio (CCIAA) che partecipano all’indagine sono 54 e rappresentano 78 province (come nella precedente base 2015), garantendo una copertura territoriale del 75,3% in termini di Superficie Agricola Utilizzata (SAU). Le quotazioni di prezzo che entrano nel calcolo degli indici dei prodotti agricoli sono oltre 6.700 ogni mese.Quotazioni di prezzo Dei 109 prodotti utilizzati per calcolare gli indici dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori, 107 sono oggetto di rilevazione sul territorio attraverso le Camere di commercio, che si occupano anche della rilevazione delle quotazioni per 115 dei 146 prodotti acquistati dagli agricoltori. I prezzi dei prodotti non rilevati dalle Camere di commercio sono acquisiti direttamente dall’Istat. Nel complesso sono 6.735 le quotazioni di prezzo utilizzate ogni mese per stimare gli indici dei prodotti agricoli, di cui 3.578 servono per la stima degli indici dei prodotti acquistati e 3.157 per quelli dei prodotti venduti. Le regioni che partecipano all’indagine e che rappresentano almeno il 10% delle quotazioni complessive sono l’Emilia-Romagna, il Veneto, la Lombardia e il Piemonte. Le prime due contribuiscono rispettivamente con il 13,69% e l’11,66% delle quotazioni, mentre il Piemonte e la Lombardia con il 10% delle quotazioni.La struttura di ponderazioneAnalizzando in dettaglio le caratteristiche delle nuove strutture di ponderazione, si evidenzia che per gli indici dei prodotti venduti dagli agricoltori, i gruppi di spesa che mostrano un peso relativo superiore al 10% sono nell’ordine: Animali, Ortaggi e piante, Vino, Prodotti da animali e Frutta. L’aumento più elevato in termini di peso rispetto alla base 2015 è quello registrato dalla divisione Prodotti vegetali esclusi frutta e ortaggi (+7,54 p.p.), dovuto principalmente all’aumento del peso del Vino (+13,73, p.p.) e, in misura minore, a quello delle Piante industriali (+0,07 p.p.); diminuisce invece il peso dei Cereali (-2,54 p.p.) e della Frutta (-2,53 p.p.). Si riduce inoltre il peso della divisione Animali e prodotti da animali (-6,38 p.p.). Per i prodotti acquistati dagli agricoltori, aumenta il peso dei consumi intermedi (+2,61 p.p.) e si riduce quellodegli Investimenti (-2,61 p.p.). L’incremento del peso dei consumi intermedi è dovuto principalmente a Mangimi (+7,40 p.p.) e a Energia e Lubrificanti (+1,94 p.p.). Per gli Investimenti il calo è dovuto alla diminuzione del peso dei Beni Strumentali (-2,92 p.p.).La base territoriale e il grado di copertura dell’indagine Con la base 2020 la copertura complessiva dell’indice, misurata in termini di Superficie Agricola Utilizzata (SAU), è rimasta pressoché invariata rispetto alla precedente base, risultando pari al 75,3%. La copertura è totale in sette regioni (Piemonte, Trentino-Alto Adige, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Abruzzo e Molise), mentre resta parziale nelle altre, in particolare nelle Marche (55,8 %), in Sicilia (47,4 %) e in Sardegna (49,2%). La Basilicata non partecipa all’indagine, mentre la Valle d’Aosta è stata esclusa dal campione.Le serie degli indici nella base 2020=100 Con riferimento al periodo 2006-2024, le variazioni tendenziali degli indici dei prodotti venduti e degli indici dei prodotti acquistati dagli agricoltori mostrano un profilo simile, anche se, a periodi alterni, le une si mantengono al di sopra delle altre. In effetti, il differenziale calcolato sui rispettivi tassi di crescita oscilla attorno allo zero, toccando il punto di minimo (-4,1 p.p.) nel 2022 e quello di massimo (6,7 p.p.) nel 2024. Focalizzando l’attenzione sull’ultimo periodo, la dinamica tendenziale dei due indici è concorde fino al 2022, sebbene sia lievemente più moderata per gli indici dei prezzi dei prodotti venduti. Dal 2023 la variazione dei due indici è invece di segno opposto: i prezzi dei prodotti venduti aumentano su base tendenziale dell’1,9%nel 2023 e dell’1,1% nel 2024, mentre quelli dei prodotti acquistati diminuiscono dell’1,9% nel primo anno e del 4,5% nel secondo. In particolare, considerando il quadriennio 2021-2024, i prezzi dei prodotti acquistati evidenziano una crescita del +9,0% nel 2021 e del +24,1% nel 2022 e un calo dell’1,9% nel 2023 e del 4,5% nel 2024.Questa dinamica appare in larga parte condizionata, sia direttamente sia indirettamente, dai prodotti energetici per gli effetti che questi esercitano su altri gruppi di prodotto quali i Concimi e Ammendanti e i Mangimi. Dall’analisi dei contributi di ciascun gruppo di prodotto alla dinamica dell’indice aggregato,emerge come la crescita del 9,0% registrata nel 2021 è spiegata in primis dal gruppo Mangimi (4,4 p.p.),seguito da Energia e lubrificanti (1,8 p.p.) e infine da Concimi e Ammendanti (1,1 p.p.). Nel 2022, il sostegno maggiore alla crescita dell’indice dei prodotti acquistati (24,1%) si deve a Energia e lubrificanti (8,5 p.p.), a Mangimi (7,3 p.p.) e a Concimi e Ammendanti (4,0 p.p.). Alla fase di flessione degli anni 2023 e 2024 (rispettivamente -1,9% e -4,5%) contribuiscono in misura più elevata i Mangimi (-1,7 p.p. nel 2023 e -2,3 p.p. nel 2024), l’Energia e lubrificanti (-1,4 p.p. e -2,2 p.p.) e i Concimi e Ammendanti (-1,3 p.p. e -1 p.p.). Da segnalare, tra i Beni di investimento, i Beni strumentali, i cui prezzi mostrano un andamento positivo nell’intero quadriennio fornendo un contributo alla variazione dell’indice pari a 1,4 p.p. nel 2022, 1,2 p.p. nel 2023 e 0,4 p.p. nel 2024.Anche per gli indici dei prezzi dei prodotti venduti si registra una marcata accelerazione nel biennio 2021-2022 (rispettivamente +7,9% e +20,0%), seguita da una fase di brusco rallentamento (+1,9% nel 2023 e +1,1% nel 2024).I due principali raggruppamenti merceologici, Prodotti vegetali e Animali e prodotti da animali, evidenziano andamenti analoghi nei primi due anni del periodo in esame, facendo registrare una crescita rispettivamente di +9,6 % e +4,5% nel 2021 e di +18,2% e +23,9% nel 2022. Negli ultimi due anni gli andamenti dei due raggruppamenti invece si discostano: da un lato, i Prodotti vegetali nel 2023 diminuiscono sensibilmente (-0,7%) per poi crescere di nuovo (+1,4%), dall’altro lato, il gruppo Animali e prodotti da animali prima mostra un andamento in crescita (+6,9%) e poi di sostanziale stabilità (+0,7%). In particolare, tra i Prodotti vegetali che maggiormente contribuiscono alle variazioni positive dell’indice generale nel 2021 ci sono Cereali (+2,8 p.p.) e Frutta (+1,2 p.p.); nel 2022 sono ancora i Cereali a dare il contributo maggiore alla variazione dell’indice generale (con +4,5 p.p.), seguiti da Ortaggi e piante (con +3,4 p.p.); nel 2023 il sostegno maggiore si deve invece al gruppo Frutta (+1,2 p.p.), mentre i Cereali evidenziano un contributo negativo (-2,8 p.p.). Infine, nel 2024 i contributi più elevati sono quelli diVino (+1,2 p.p.), Ortaggi e piante (+1,2 p.p.) e Olio d’oliva (+1,1 p.p.). Per i prodotti del gruppo Animali e prodotti Animali, negli anni 2021-2023, il sostegno maggiore alla variazione dell’indice è dato dal sottogruppo Animali, mentre nel 2024 il sostegno maggiore alla variazione complessiva dell’indice (+1,1%) deriva dai Prodotti da animali (+0,6 p.p.). LEGGI TUTTO