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    UniCredit: già operativa la nuova garanzia Sace Growth

    (Teleborsa) – UniCredit ha aderito subito alla nuova versione di garanzia Sace Growth, operativa da ieri e destinata alla crescita delle imprese italiane. La nuova garanzia sostituisce il framework di Sace Futuro, Sace Green e parte di Sace Archimede, che hanno supportato finora il tessuto produttivo italiano.La banca e il gruppo finanziario-assicurativo controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze hanno rafforzato la partnership esistente siglando un ulteriore accordo che consente a UniCredit di mettere a disposizione immediatamente la nuova misura alle imprese. L’accordo, finalizzato a sostenere lo sviluppo delle imprese del nostro Paese non solo sui mercati globali, ma anche in Italia, prevede il supporto agli investimenti nelle infrastrutture, nelle filiere strategiche e nelle aree economicamente svantaggiate per le PMI, nei servizi e nella transizione sostenibile e digitale per le grandi imprese. Un focus particolare è dedicato al sostegno per gli investimenti green.La garanzia è modulata in base alle esigenze delle imprese e alla dimensione delle stesse, prevedendo una copertura fissa del 70% con tempi di rilascio della stessa garanzia in tempi veloci e automatizzati.La nuova garanzia si applicherà su finanziamenti di importo tra un minimo di 50 mila e un massimo di 50 milioni di euro anche realizzati in pool. I prestiti potranno essere destinati a finanziare sia le spese da sostenere che i costi già sostenuti per investimenti fino a 60 mesi antecedenti alla data della richiesta di finanziamento. È previsto anche il sostegno al circolante aziendale.Con il nuovo accordo UniCredit consolida la proficua collaborazione con Sace che ha visto da gennaio 2024 a oggi erogati alle imprese oltre 2,5 miliardi di euro. Dal 2020 la partnership ha consentito finora di supportare le imprese italiane nelle loro varie fasi di crescita con finanziamenti per oltre 13 miliardi di euro. LEGGI TUTTO

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    Centerbridge fa causa a Oaktree per non acquistare Banca Progetto

    (Teleborsa) – Centerbridge Partners sta cercando di rescindere l’accordo per acquistare Banca Progetto da Oaktree Capital Management, firmato poco prima che la banca precipitasse in una crisi che ha portato la Banca d’Italia a metterla in amministrazione straordinaria. Lo scrive Bloomberg, secondo cui Red UK Holdco Ltd., un’entità affiliata a Centerbridge, ha chiesto a un giudice di Londra di dichiarare di avere il diritto di rescindere l’accordo per acquistare Banca Progetto “con effetto immediato”.Nella documentazione, Centerbridge ha affermato che le condizioni per l’accordo non erano state soddisfatte perché la banca non aveva affrontato le carenze relative ai controlli antiriciclaggio prima della firma di settembre. Poco più di un mese dopo la conclusione dell’accordo, un tribunale di Milano ha sottoposto Banca Progetto ad amministrazione giudiziaria su richiesta della DDA di Milano, perché la banca avrebbe fornito prestiti garantiti da garanzie statali a società gestite indirettamente da persone legate alla ‘ndrangheta.Lo scorso mese Banca d’Italia ha adottato una misura di intervento precoce nei confronti di Banca Progetto con l’obiettivo di assicurare un adeguato presidio dell’operatività della banca e di ripristinare condizioni di sana e prudente gestione. Pertanto, è stato disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo di Banca Progetto, che dal 21 marzo 2025 è in amministrazione straordinaria. LEGGI TUTTO

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    EQUITA, downgrade a Hold di Intesa con aumento target price

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha incrementato il target price (a 4,7 euro per azione dai precedenti 4,5 euro) e abbassato la raccomandazione (a Hold da Buy) sul titolo EQUITA Group, investment bank indipendente quotata su Euronext STAR Milan.Gli analisti scrivono che i risultati del quarto trimestre del 2024 sono stati più deboli delle stime, sia in termini di ricavi che di utile netto, con i ricavi di ogni unità aziendale in calo a due cifre anno su anno, con conseguente calo del -9% nei ricavi totali dell’anno fiscale 2024 in un contesto ancora difficile per gli equity capital markets (ECM). Un forte inizio del 2025, unito agli investimenti effettuati lo scorso anno, ha visto il management fornire una prospettiva positiva, con una ripresa prevista dell’ECM nell’ultima parte dell’anno.Il CdA ha proposto un DPS invariato per l’anno fiscale 2024 di 0,35 euro ad azione (yield di circa l’8%). La distribuzione futura dei dividendi seguirà la crescita degli utili netti LT. È stata inoltre annunciata una politica anti-diluizione per compensare il piano LTI.Il downgrade è arriva “poiché ora riteniamo che il titolo stia valutando equamente la ripresa prevista dell’attività aziendale nel 2025, considerando anche l’attuale visibilità in particolare sulla ripresa dell’ECM nel secondo semestre dell’anno”, si legge nella ricerca. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo Assicurazioni, Vicenzotto: “Funzione Compliance deve essere flessibile, agile e interfunzionale”

    (Teleborsa) – “Il consumer trends report 2024 recentemente pubblicato da Eiopa indica come il 17% dei consumatori europei non sottoscrive o rinnova prodotti di investimento assicurativi perché hanno costi elevati e che il 37% dei consumatori europei identifica i costi bassi quali fattori importanti per la valutazione del value for money, mentre per il 34% elemento chiave sono i buoni rendimenti: tutti aspetti di cui bisogna tenere conto nella costruzione di un prodotto”. È quanto ha affermato Federica Vicenzotto, chief compliance officer di Intesa Sanpaolo Assicurazioni in occasione del primo “Digital insurance & distribution hub” organizzato dal Cetif, svoltosi questa mattina a Milano.”Il concetto di value for money e il processo di product governance, nell’ultimo anno, – ha proseguito Vincenzotto – hanno visto un’ulteriore fase di maturazione: oggi, oltre all’avere un costante focus sul cliente, il settore assicurativo affronta anche altre sfide, in particolare l’utilizzo di tecnologie per l’analisi dei dati e l’esigenza sempre più forte che i clienti comprendano i prodotti assicurativi, le loro caratteristiche e i loro benefici. In questo contesto, la funzione Compliance deve essere flessibile, agile e interfunzionale, nel collaborare con tutte le altre funzioni aziendali che hanno un ruolo nel processo di product governance; per poter creare prodotti dedicati alle specifiche fasce di clientela e valutare nel tempo l’effettivo valore del prodotto, deve essere anche in grado di analizzare i dati, che vanno gestiti in maniera sicura e in conformità alla normativa privacy”. LEGGI TUTTO

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    Fondazione CR Asti, mandato a Equita per valutare partecipazione in Banca di Asti

    (Teleborsa) – La Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, nell’ambito degli indirizzi strategici approvati dal Consiglio di Indirizzo che richiedono di dare “attuazione ad una doverosa diversificazione del patrimonio”, ha affidato a Equita il ruolo di financial advisor per la valutazione del suo patrimonio con particolare riferimento alla partecipazione nella banca conferitaria e di svolgere le analisi preliminari sui possibili scenari alternativi che la fondazione può perseguire. Le analisi e valutazioni del financial advisor Equita “costituiranno la base per le future determinazioni che il Consiglio di Amministrazione valuterà di assumere in attuazione degli indirizzi strategici approvati dal Consiglio di Indirizzo”, si legge in una nota.La Fondazione dà seguito a quanto aveva annunciato il presidente Livio Negro lo scorso novembre, quando aveva fatto rilevare che l’ente era sovraesposto nella Banca di Asti (80% dei fondi in azioni della Banca di Asti, mentre, secondo l’accordo ACRI/MEF del 2015 questa quota non dovrebbe superare un terzo). LEGGI TUTTO

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    UBS, 180 esuberi tra i dipendenti in Italia per “armonizzazione” della struttura

    (Teleborsa) – I sindacati hanno ricevuto dal colosso bancario svizzero UBS la lettera di avvio della procedura di riorganizzazione che comporta ricadute sul personale per un numero di 180, suddivisi tra 18 dipendenti di UBS Fiduciaria e 162 dipendenti di UBS ESE.”Seppure consapevoli che processi di fusione e trasformazione come quello avvenuto fra UBS e Credit Suisse comportano assestamenti nei modelli di organizzazione del lavoro, non può essere sempre la riduzione del personale la soluzione che le aziende scelgono di adottare”, si legge in una nota.”Chiederemo sin da subito un incontro, il cui punto di partenza è per noi uno solo: la riduzione degli esuberi dichiarati e la volontarietà – dicono i sindacati – Vogliamo chiarezza in merito alla strategia aziendale e conferma dell’utilizzo di tutti gli strumenti che il nostro Contratto mette a disposizione per la salvaguardia e la tutela dell’occupazione, a partire dalla riqualificazione interna e dall’uso del Fondo di Solidarietà”.”Confermiamo che stiamo pianificando un allineamento del modello di business e un’armonizzazione operativa della struttura della Succursale Italia e di UBS Fiduciaria, nonché delle funzioni allineate – dice l’azienda – L’Italia rimane per il gruppo una geografia strategica per la crescita futura”. LEGGI TUTTO

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    Credito e Finanza, ABI: “Necessario mercato finanziario unico europeo”

    (Teleborsa) – Un vero mercato finanziario unico europeo del risparmio e degli investimenti, che favorisca la partecipazione degli investitori al dettaglio nei mercati finanziari in linea con la Strategia indicata dalla Commissione Europea per favorire gli investimenti produttivi, e un quadro normativo regolamentare, efficiente e flessibile, anche grazie ad una sostanziale e ben calibrata semplificazione della regolamentazione prudenziale e macroprudenziale. Sono questi – fa sapere l’ABI in una nota – i fattori strategici emersi durante i lavori del convegno “Credito e Finanza” e indicati come indispensabili per consentire al settore bancario di continuare a sostenere l’economia nazionale ed europea, attraverso misure che possano rafforzarne la competitività nei mercati globali. Al convegno, promosso da Abi e organizzato da ABI Servizi a Milano, istituzioni, banche, imprese e operatori si confrontano sui temi del credito, con l’obiettivo di delineare strategie concrete e valorizzare il sistema finanziario come leva di sviluppo e stabilità. Il mondo del credito e della finanza, infatti, si trova ad un punto di svolta. Le dinamiche demografiche in atto, l’innovazione digitale, l’evoluzione dei processi di investimento e la nuova fase della transizione ESG richiedono un cambio di prospettiva che punti a costruire un ecosistema integrato per sostenere le imprese, le famiglie ed un futuro più competitivo, resiliente e sostenibile per l’Italia e l’Unione europea.”È fondamentale mobilizzare i risparmi improduttivi delle famiglie, come indicato anche dal Rapporto Draghi sulla competitività dell’Europa – ha detto il vicedirettore generale vicario dell’Abi, Gianfranco Torriero, nell’intervento di apertura dei lavori del convegno – stimolando gli investitori al dettaglio a investire in prodotti che canalizzino le risorse verso l’economia reale. In questa direzione, è importante incentivare gli investimenti a lungo termine del risparmio tramite un meccanismo di tassazione basato su un’aliquota che decresce all’aumentare del periodo di detenzione del titolo”. Nel suo intervento, Torriero ha sottolineato anche “la necessità di rilanciare il mercato dei capitali, rendendolo più efficiente, integrato e appetibile per le imprese e gli investitori, semplificando l’attuale quadro normativo e garantendo il giusto equilibrio tra azioni legislative e non”.Domani, la giornata conclusiva del convegno approfondirà altri temi strategici come: gli incentivi per l’accesso al credito e al mercato dei capitali; la necessità di un nuovo equilibrio tra regolamentazione, innovazione e crescita sostenibile; i cambiamenti dei comportamenti di acquisto e dei modelli di business nel credito ai consumatori; l’evoluzione della domanda di finanziamento di famiglie e aziende; le sfide per le imprese tra crescita patrimoniale, raccolta di capitali e transizione ecologica, sostenibile e digitale. LEGGI TUTTO

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    Banche, Fitch: ondata di consolidamento potrebbe essere credit-positive per settore

    (Teleborsa) – L’ondata di attività di consolidamento tra le banche italiane potrebbe essere credit-positive per il settore, rafforzando potenzialmente i profili aziendali e finanziari delle banche se gli accordi andassero a buon fine. Lo afferma Fitch Ratings in un nuovo rapporto sul tema. Tuttavia, le banche dovranno superare significative sfide di integrazione prima di poter realizzare appieno qualsiasi vantaggio strategico.Le potenziali fusioni e acquisizioni che coinvolgono diverse delle più grandi banche italiane, che promettono di aumentare la scala, diversificare i flussi di entrate e migliorare l’efficienza dei costi, “fanno parte di una risposta strategica al calo del reddito netto da interessi e alle limitate opportunità di crescita organica”, viene sottolineato. Cinque delle otto più grandi banche italiane fanno attualmente parte di potenziali transazioni di M&A (Banco BPM su Anima, UniCredit su Banco BPM, Banca Ifis su illimity, MPS su Mediobanca, BPER su Banca Popolare di Sondrio).Secondo Fitch, il consolidamento potrebbe portare a un mercato più concentrato, con le cinque più grandi banche che potenzialmente detengono circa la metà delle attività del settore, rispetto a poco più del 40%. Una maggiore scala potrebbe consentire alle banche di supportare meglio i grandi investimenti aziendali, compresi quelli legati alle iniziative del settore della difesa europeo e italiano. Tuttavia, il settore sarebbe ancora più frammentato di quelli in Francia o Spagna, il che suggerisce ulteriore spazio per il consolidamento.”Tuttavia, potrebbero esserci rischi di integrazione significativi, in particolare con offerte indesiderate o ostili – scrive Fitch – I rischi includono disallineamenti culturali, integrazione IT legacy complessa e potenziale abbandono del personale o dei clienti. Transazioni fallite o revisioni significative delle offerte potrebbero minare la credibilità degli offerenti. Nessuna delle offerte attuali è stata concordata, lasciando incerti i risultati. Un’integrazione di successo sarà fondamentale per realizzare sinergie e mantenere la qualità del credito. Le banche più grandi potrebbero emergere più forti dopo il consolidamento, ma il processo potrebbe anche offrire opportunità alle banche regionali più piccole di espandere le loro posizioni di mercato capitalizzando qualsiasi abbandono dei clienti da parte di istituzioni più grandi”. LEGGI TUTTO