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    COP26, oggi è la giornata dei giovani: in piazza Greta con il movimento Fridays for Future

    (Teleborsa) – A Glasgow alla COP26 oggi è la giornata dei giovani. Questa mattina è stato il turno del comitato giovanile dell’Unfccc, Youngo, che ha presentato la sua Dichiarazione per il clima e si è confrontato con leader politici ed esperti. Fuori dal Summit invece lo sciopero per il Clima a Kelvingrove Park di Glasgow guidato dall’attivista svedese Greta Thunberg. Nel pomeriggio, intorno alle 17, ora italiana è previsto invece l’incontro dei ministri dell’Istruzione, al quale parteciperanno anche il ministro italiano, Patrizio Bianchi, e il suo collega della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. In particolare, intorno alle 18:30 è attesa la presentazione del documento “Youth 4 Climate Manifesto”, che contiene i risultati della Conferenza Youth4Climate di settembre a Milano, da parte del ministro Cingolani.”Finora abbiamo sentito dire molte parole. Con queste proteste vogliamo mettere pressione a chi è al potere e sappiamo che questo movimento deve crescere per ottenere i cambiamenti di cui abbiamo bisogno per proteggere le persone e le generazioni presenti e future”, ha dichiarato l’attivista ugandese Vanessa Nakate. “Questa non è più una conferenza sul clima. È un festival del greenwashing. Due settimane di celebrazione del business e solo bla bla bla”, ha accusato Greta Thunberg in vista dello sciopero Fridays for Future di oggi. Non marcerà al fianco della giovane attivista, il principe Carlo, noto per il suo contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, che ha rifiutato l’invito di Greta. Una partecipazione ”difficile” la sua, ha detto il principe di Galles, aggiungendo di condividere la “frustrazione” delle generazioni più giovani. Intervenendo alla COP26, il principe si è rivolto proprio ai giovani dicendo che il “peso della storia” grava sulle loro spalle. Parlando della ”grande marcia, alla quale secondo alcune persone dovrei unirmi”, il principe Carlo ha detto ai leader mondiali di ”non dimenticare le persone là fuori. Non dimenticare che si tratta del loro futuro”, ascoltate la loro ”rabbia e frustrazione”. Anche per la giornata di domani sono in programma manifestazioni per il clima a Glasgow e in tutto il mondo. LEGGI TUTTO

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    Clima, oggi alla COP26 focus su finanza e clima. Georgieva: sì alla carbon tax

    (Teleborsa) – Kristalina Georgieva, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, si è espressa a favore della carbon tax. “Crediamo che imporre un prezzo del carbonio a livello internazionale sia molto importante” per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi e che “65 dollari al 2030 sia un prezzo equo e pragmatico”, ha affermato la direttrice FMI nel suo intervento alla COP26 in corso a Glasgow. “La crisi climatica è una minaccia alla stabilità dei sistemi finanziari – ha aggiunto – gli investimenti verdi invece possono generare 30 milioni di green jobs e un aumento del PIL globale del 2%”.Alla COP26 di Glasgow oggi è la giornata dedicata alla finanza per il clima. Tra i temi all’ordine del giorno ci sono le modalità per finanziare il fondo da 100 miliardi di dollari all’anno per 5 anni per aiutare i Paesi meno sviluppati a decarbonizzare, un’azione prevista già dall’Accordo di Parigi per il 2020 ma non ancora attuata e che non verrà attuata prima del 2023. L’inviato delle Nazioni Unite sul clima, Mark Carney, ha presieduto invece un panel sugli strumenti necessari per far allineare i flussi finanziari ai target climatici. In particolare la discussione verterà su come veicolare rapidamente gli aiuti dei privati ai Paesi più colpiti dal cambiamento climatico oltre che sul rapporto fra la finanza pubblica e quella privata nel sostenere gli investimenti sulla transizione ecologica.Carney ha dichiarato che per combattere la crisi climatica “servono 1 trilione di dollari all’anno di investimenti nei paesi in via di sviluppo”. “E’ necessario che i progetti internazionali siano allineati con i progetti nazionali”, ha aggiunto Carney, e per questo sono necessarie “nuove strutture di finanza mista, piattaforme per portare insieme pubblico e privato”. Per l’ex governatore della Banca d’Inghilterra la COP26 di Glasgow “tira una riga” sulla finanza per il clima, perché segna la presa di coscienza che “i finanziamenti dei governi devono servire da moltiplicatore dei finanziamenti privati”. “A Parigi nel 2015 non c’era consapevolezza nel sistema finanziario della necessità di agire sul clima – ha spiegato Carney –. Lo scopo della Cop26 di Glasgow è fare in modo che tutte le decisioni finanziarie nel mondo abbiano dietro il clima”. Anche per Carney “gli investimenti verdi possono portare un aumento del PIL globale del 2%”. Carney nel suo intervento ha citato l’iniziativa GFan (Glasgow Financial Alliance for Net-Zero), da lui presieduta, come “lo standard per la finanza e il clima”. GFan raccoglie 400 soggetti fra banche, assicuratori, fondi e fornitori di servizi finanziari in un network per rafforzare l’azione climatica nel settore. “Tutti i membri del GFan si sono impegnati a tagliare in modo significativo le emissioni al 2030 e arrivare a zero emissioni nette al 2050 – ha sottolineato –. Ogni membro deve riferire ogni anno dei suoi progressi a un comitato di controllo formato da ong ed esperti indipendenti. Il GFan lavora in stretta collaborazione con il settore pubblico”. LEGGI TUTTO

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    Clima, Cingolani: Italia parteciperà al fondo Global Energy Alliance con 10 milioni di euro l'anno

    (Teleborsa) – La COP26 ha stabilito una dotazione di 10 miliardi al fondo Global Energy Alliance con l’obiettivo di abbattere le diseguaglianze nel mondo per poter sostenere la transizione energetica. Lo ha annunciato il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in una conferenza stampa a margine della COP26 di Glasgow. L’Italia parteciperà con 10 milioni di euro ha precisato il ministro. “Il fondo della Global Energy Alliance – ha spiegato Cingolani – partirà con 10 miliardi, dovrà crescere molto e sta già tirando con il fund raising che sta partendo in questi giorni. Noi parteciperemo come ministero della Transizione ecologica. Già adesso una decina di grandi Stati stanno entrando”. Il fondo “ha l’ambizione di arrivare a 100 miliardi”, ha aggiunto Cingolani, specificando che nel fondo pubblico-privato la Rockfeller Foundation avrà il ruolo di driver e saranno presenti altre fondazioni private coma quella del fondatore di Amazon, Jeff Bezos.Il ministro ha inoltre annunciato che il Mite metterà a disposizione 3-4 milioni di euro all’anno per rendere stabile Youth4climate, ovvero la COP dei giovani. “Siamo abituati a vedere i giovani come motore della protesta – ha affermato il ministro –, ma le proteste devono poi trasformarsi in proposte. Non dirò mai che la protesta non ci vuole, vorrei che la protesta portasse a delle proposte”.Cingolani è tornato anche sulla questione del ruolo del gas all’interno della transizione energetica. “Dal punto di vista tecnico – ha dichiarato – per i prossimi anni è impensabile liberarsi dal gas. La vera scommessa e’ riuscire a vedere quanto saremo bravi e rapidi a mantenere la promessa di arrivare al 2030 a una certa percentuale di rinnovabili sull’energy mix totale”. LEGGI TUTTO

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    Maltempo, Apollo spaventa la Sicilia

    (Teleborsa) – La Sicilia aspetta l’arrivo del ciclone mediterraneo Apollo sulla propria costa orientale con preoccupazione.Forti temporali si sono registrati e continuano a cadere soprattutto nel Siracusano e nel Ragusano. Pioggia anche a Catania che è stata però al momento meno colpita.”La Protezione civile regionale, con le Prefetture, monitora costantemente la situazione e lo spostamento del ciclone che sta interessando la parte sud orientale dell’Isola. I nostri uomini sono tutti mobilitati da ieri sera, pronti ad accorrere dove si rendesse necessario. Invito tutti alla prudenza, a restare ancora a casa, ad aspettare l’evoluzione delle prossime ore. Solo in tarda serata potremo tentare di fare un bilancio”. Lo afferma il Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci in merito all’emergenza meteo che continua a interessare la Regione ancora in queste ore. LEGGI TUTTO

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    CMCC, danni climatici e PIL: quali scenari?

    (Teleborsa) – “Nello scenario peggiore, senza un’azione urgente per ridurre le emissioni di carbonio, le perdite di PIL dovute ai danni climatici nei paesi del G20 aumentano ogni anno, salendo a almeno il 4% annuo entro il 2050 che potrebbe andare oltre l’8% entro il 2100, equivalente al doppio delle perdite economiche del blocco dovute a Covid-19″.E’ quanto emerge dall'”Atlante dei rischi climatici del G20. Impacts, policy, economics”, realizzato dalla Fondazione Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) con il supporto della European Climate Foundation e con il contributo scientifico di Enel Foundation. Dal rapporto, si evince che alcuni Paesi saranno ancora più colpiti, come il Canada che potrebbe “vedere un calo del Pil di almeno il 4% entro il 2050 e di oltre il 13% (133 miliardi di euro) entro il 2100”. Contrariamente, più velocemente i Paesi del G20 adottano politiche a basse emissioni di carbonio, meno gli impatti climatici cadono a cascata e più diventano gestibili, afferma il rapporto del Cmcc diffuso alla vigilia del G20. “Limitare l’aumento della temperatura a 2 gradi centigradi potrebbe far scendere il costo degli impatti climatici nel G20 ad appena lo 0,1% del suo Pil totale entro il 2050 e l’1,3% entro il 2100”.Questo Atlante è “il primo studio nel suo genere – spiega la Fondazione Cmcc – fornisce scenari climatici, informazioni, dati e futuri cambiamenti climatici nei paesi del G20. Uno strumento basato sulla scienza che fa luce sui rischi affrontati dalle maggiori economie, progettato per supportare il processo decisionale per un’azione per il clima ben informata”. LEGGI TUTTO

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    Clima, von der Leyen: Ue farà di tutto affinché la COP26 sia un successo

    (Teleborsa) – “L’Unione europea farà di tutto per rendere la COP26 un successo”. Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento in occasione del via della settimana europea dell’energia sostenibile. “A Glasgow continueremo a raggiungere tutti i paesi per convincerli ad essere anche molto più ambiziosi. Seguendo l’esempio dell’UE, la maggior parte delle principali economie ha fissato obiettivi di neutralità climatica entro il 2050 o poco dopo, dagli Stati Uniti alla Cina”, ha dichiarato.”Condizione importante per il successo della COP26″ per von der Leyen sarà la capacità dei Paesi sviluppati di assicurare un solido sostegno finanziario per la lotta ai cambiamenti climatici ai paesi meno sviluppati e più vulnerabili. “Le principali economie hanno il dovere speciale di aiutarle ad adattarsi ai cambiamenti climatici e anche a ridurre le loro emissioni. Dovremmo aiutare questi paesi a superare uno sviluppo economico basato sui combustibili fossili. Uno strumento importante per questo è il climate finance”. La presidente della Commissione Ue ha ricordato che l’Europa è già il principale contributor all’obiettivo globale di 100 miliardi di dollari l’anno e che ha deciso di incrementare la sua quota annuale di 25 miliardi con ulteriori 5 miliardi di dollari complessivi fino al 2027. “Mi auguro che tutti i paesi sviluppati si uniscano a noi per colmare il divario finanziario per il clima”, ha aggiunto. L’occasione ha dato modo alla presidente della Commissione Ue di tornare sul tema dell’impennata dei prezzi dell’energia. “Questo è già successo in passato, soprattutto quando le economie si stanno riprendendo e l’offerta è in ritardo rispetto alla domanda”, ha spiegato. La presidente della Commissione Ue ha sottolineato la forte dipendenza dell’Unione dai mercati energetici globali e quindi dalla fluttuazione dei prezzi dei combustibili fossili: “l’Europa attualmente importa il 97% del suo petrolio, il 44% del suo carbone e il 90% del suo gas”. “Quindi ci può essere una sola conclusione – ha proseguito – Dobbiamo accelerare il passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Ogni kilowatt di elettricità prodotta con energia rinnovabile non è solo un’assicurazione contro l’aumento dei prezzi dell’energia. Ci aiuta anche a ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni, rendendo sia la nostra società che la nostra economia più resilienti e il nostro pianeta un luogo più sano”. LEGGI TUTTO

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    Clima, monito ONU: siamo fuori strada

    (Teleborsa) – Nuovo record di gas serra nell’atmosfera lo scorso anno, con un tasso di incremento annuo superiore alla media del periodo compreso fra il 2011 e il 2020, e questa tendenza è continuata nel 2021.Lo afferma l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), agenzia delle Nazioni Unite, nel Bollettino annuale sui gas serra (anidride carbonica, metano e protossido di azoto) che intrappolano il calore. L’aumento delle concentrazioni di gas serra mette a rischio gli obiettivi di temperatura dell’accordo di Parigi sul clima, mette in guardia il segretario generale dell’OMM, Petteri Taalas, avvertendo: “Siamo davvero fuori strada”.”Il Greenhouse Gas Bulletin – aggiunge Taalas – contiene un chiaro messaggio scientifico per i negoziatori del cambiamento climatico alla Cop26. All’attuale tasso di aumento delle concentrazioni di gas serra, entro la fine di questo secolo assisteremo a un aumento della temperatura di gran lunga superiore agli obiettivi dell’Accordo di Parigi da 1,5 a 2 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali”. La quantità di Co2 nell’atmosfera ha superato il traguardo di 400 parti per milione nel 2015, ricorda il segretario generale dell’Omm rimarcando che “solo cinque anni dopo, ha superato le 413 ppm. Questo è più di una semplice formula chimica e cifre su un grafico. Ha importanti ripercussioni negative per la nostra vita quotidiana e il nostro benessere, per lo stato del nostro pianeta e per il futuro dei nostri figli e nipoti”, ha aggiunto. “L’anidride carbonica rimane nell’atmosfera per secoli e nell’oceano ancora più a lungo – ha spiegato Taalas – L’ultima volta che la Terra ha sperimentato una concentrazione simile di Co2 è stato 3-5 milioni di anni fa, quando la temperatura era di 2-3 gradi centigradi più calda e il livello del mare era di 10-20 metri più alto di adesso. Ma allora non c’erano 7,8 miliardi di persone”, ha detto Taalas. “Molti paesi – ha proseguito – stanno fissando ora obiettivi carbon neutral e si spera che la Cop26 vedrà un consistente aumento degli impegni. Ma dobbiamo trasformare il nostro impegno in azioni che avranno un impatto sui gas che causano il cambiamento climatico. Dobbiamo rivedere i nostri sistemi industriali, energetici e di trasporto e l’intero stile di vita. Le modifiche necessarie sono economicamente accessibili e tecnicamente possibili. Non c’è tempo da perdere”, ha detto infine Taalas.L’OMM ha espresso anche preoccupazione per la capacità degli ecosistemi terrestri (come le foreste) e degli oceani di fungere da “serbatoi” di anidride carbonica: c’è il timore che questa capacità possa diventare meno efficace in futuro a causa ad esempio di forte siccità e incendi boschivi, riducendo la funzione di cuscinetto contro un ulteriore aumento della temperatura. Lo segnala l’Omm nel Bollettino annuale sui gas serra ricordando che circa la metà della Co2 emessa con le attività umane rimane nell’atmosfera mentre l’altra metà è assorbita dagli oceani e dagli ecosistemi terrestri. LEGGI TUTTO

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    Clima, Visco: per transizione più ambizione e coordinamento globale

    (Teleborsa) – “Per gestire la transizione ambientale occorrono “piani più ambiziosi, insieme a un coordinamento globale più stretto”. Lo ha detto il Governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco aprendo il dibattito conclusivo del convegno “The macro-financial impacts of climate change and the net-zero transition”, organizzato in collaborazione con la Bank of England.”Una transizione riuscita richiede piani più ambiziosi, insieme e a un coordinamento globale più stretto” ha detto Visco. “Agire in ritardo potrebbe essere molto costoso e inefficace”. Il Governatore ha ricordato che il cambiamento climatico comporta “situazioni socioeconomiche molto diverse in in diverse Paesi”, ma “il coordinamento globale è essenziale” e “vanno superate” le difficoltà “a livello politico”.Se il consenso accademico è che “la tecnologia e l’innovazione sono la chiave per raggiungere una net zero economy, le politiche economiche e gli incentivi al settore privato per l’innovazione sono ancora insufficienti”, ha aggiunto. “Servono più finanziamenti devono venire anche dal settore pubblico” ha detto Visco. “Le stime ci suggeriscono che gli investimenti verdi sono in realtà diminuiti negli ultimi anni, quindi ci servono investimenti per una politica ottimale sul clima servono carbon pricing e incentivi pubblici”. LEGGI TUTTO