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    Boccardelli (Rettore Luiss): con IE University per formare nuovi leader europei

    (Teleborsa) – “Luiss e IE University condividono la missione di formare una nuova generazione di leader consapevoli e responsabili: un obiettivo che dà forza alla nostra partnership, un dialogo costruttivo e continuo che mira a creare nuove opportunità di collaborazione accademica e di mobilità internazionale per gli studenti”. Lo ha dichiarato il Rettore della Luiss, Paolo Boccardelli, presentando il libro “Dante in the Workplace” di Santiago Iñiguez de Onzoño, Presidente della IE University di Madrid. Boccardelli ha poi sottolineato come il volume connetta “il tema della leadership alla letteratura partendo dalla Divina Commedia di Dante e, in particolare, dal Purgatorio, che è il luogo della trasformazione. Un concetto fondamentale, perché la leadership non è una posizione, ma un percorso di continuo miglioramento, proprio come quello che lo stesso Dante attraversa. E come le anime del Purgatorio, i leader devono imparare a riconoscere i propri limiti, confrontarsi con i propri “peccati” per tramutarli in virtù. Si tratta di un lavoro ricco di spunti, utili ai lettori, quanto a manager e organizzazioni. Ed è prezioso – ha concluso il Rettore – anche per le Università, che hanno il compito di supportare i giovani nel coltivare e sviluppare il loro talento”. LEGGI TUTTO

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    Intesa, nei 9 mesi erogati oltre 2 miliardi di euro a PMI per operazioni di Corporate Finance

    (Teleborsa) – Dal 2020 per le PMI clienti della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, guidata da Stefano Barrese, ovvero con un fatturato fino a 350 milioni di euro, sono state finalizzate operazioni di finanza strutturata per oltre 10 miliardi di euro – di cui oltre 2 miliardi nei primi nove mesi del 2025 – più di 35 operazioni tra M&A e IPO sono state portate a termine negli ultimi anni. È quanto emerso nel corso di un evento oggi a Milano in Borsa Italiana, organizzato da Intesa per rilanciare il proprio approccio strategico dedicato alla finanza straordinaria per le PMI, con l’obiettivo di accelerare la crescita per rafforzare la competitività del tessuto produttivo italiano.Il modello del più grande gruppo bancario italiano si rivolge a oltre 6.000 PMI italiane che per dimensione e valore sono state individuate da Intesa Sanpaolo in quanto potenzialmente pronte a intraprendere percorsi di sviluppo attraverso nuove operazioni di finanza straordinaria. Determinante la collaborazione tra le Divisioni Banca dei Territori e IMI Corporate & Investment Banking (IMI CIB), che garantisce una sinergia unica nel settore, volta a offrire alle PMI italiane strumenti finanziari un tempo riservati solo ai grandi gruppi industriali, per portare a termine operazioni straordinarie attraverso ad esempio IPO e M&A.La Banca dei Territori, che conta 250.000 PMI clienti, ha erogato 36 miliardi di euro di nuovo credito a famiglie e piccole e medie imprese italiane al 30 settembre 2025.Per rendere accessibili questi servizi è stata messa a punto una struttura dedicata, composta da oltre 70 Investment Banker, articolata in tre team territoriali e cinque desk specialistici (M&A, ECM, Structured Finance, Capital Structure Solutions e Post Closing).È stato anche annunciato che partirà nel 2026 un roadshow dedicato al nuovo modello di advisory, insieme alla prosecuzione della collaborazione con Elite di Euronext che oggi ha già visto entrare nel percorso oltre 500 imprese della Divisione Banca dei Territori.”Le PMI italiane affrontano oggi un contesto incerto e sanno di dover trovare vie di sviluppo innovative, che superano l’orizzonte di strumenti conosciuti e guardano alla finanza straordinaria, ai nuovi investimenti, ad IPO e M&A – ha detto Stefano Barrese – Intesa Sanpaolo agisce come ponte tra l’economia reale e la finanza, accompagnando gli imprenditori nella progettazione delle migliori strategie di crescita, con un approccio sostenibile e di lungo periodo. Proprio le sinergie che abbiamo tra le divisioni del Gruppo ci consentono di proporre la corporate finance dedicata alla piccola e media impresa, in un modello unico nel panorama nazionale e consolidando il nostro ruolo nel sostegno al tessuto produttivo e al Paese erogando ogni anno circa 2 miliardi di euro per questo tipo di operazioni. Il nostro obiettivo è rendere ancora più competitive le PMI, accompagnandone la crescita in uno scenario di lungo periodo”. LEGGI TUTTO

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    Ponte sullo Stretto, il MIT: mancata registrazione fisiologica dopo stop a delibera Cipess

    (Teleborsa) – La mancata registrazione del decreto interministeriale che assentisce il III atto aggiuntivo del Ponte sullo Stretto arriva alla fine di un’ampia discussione svoltasi oggi innanzi alla Corte dei conti nel corso della quale è emerso, innanzitutto, il tema preliminare dell’effetto di preclusione che la mancata registrazione della delibera Cipess ha sulla decisione odierna. Il MIT rimane fiducioso sulla prosecuzione dell’iter amministrativo in attesa delle motivazioni della Corte. LEGGI TUTTO

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    Fitch: il divario di inflazione tra Regno Unito ed Eurozona si ridurrà nel 2026

    (Teleborsa) – Fitch Ratings prevede che l’inflazione complessiva del Regno Unito convergerà verso i livelli dell’Eurozona, ponendo fine all’insolita divergenza che ha prevalso tra i due paesi quest’anno. Lo si legge in un report sul tema, dove viene segnalato che il ritorno dell’inflazione complessiva e di fondo verso l’obiettivo rafforza la previsione che la Bank of England taglierà ancora una volta l’inflazione prima della fine dell’anno e di altri 50 punti base nel 2026.L’indice dei prezzi al consumo (CPI) complessivo del Regno Unito è aumentato di 1,3 punti percentuali quest’anno, attestandosi al 3,8% a settembre, mentre l’indice HICP dell’Eurozona è rimasto sostanzialmente stabile intorno al 2%. Circa metà di questa divergenza è dovuta al settore energetico. L’inflazione dell’elettricità e del gas nel Regno Unito è attualmente superiore al 9% su base annua, dopo essere aumentata dal -6,8% di dicembre 2024, riflettendo le modifiche al tetto massimo di prezzo dell’autorità di regolamentazione dell’energia Ofgem, legate alle variazioni dei prezzi all’ingrosso del gas. Il divario dovrebbe ridursi a ottobre, poiché il tetto massimo dei prezzi nel Regno Unito è stato aumentato solo del 2%, rispetto al 9,5% di ottobre 2024.Anche l’inflazione dei servizi ha contribuito alla divergenza. L’inflazione dei servizi nel Regno Unito si è mantenuta appena al di sotto del 5% quest’anno, mentre nell’eurozona è rallentata al 3,4% a ottobre 2025. Ciò può essere in parte spiegato dai forti aumenti dei prezzi amministrati nel Regno Unito, che usciranno dall’inflazione nel 2026. Tuttavia, anche la rigidità salariale, in parte legata all’aumento del salario minimo nazionale, ha sostenuto l’inflazione dei servizi.”La combinazione di una crescita salariale ostinatamente elevata, unita alle crescenti aspettative di inflazione al consumo, ha spinto la Bank of England a cercare il “posto giusto” della BCE – ha affermato Jessica Hinds, Director di Fitch Ratings – Tuttavia, riteniamo che l’indebolimento del mercato del lavoro britannico significhi che salari e inflazione dei prezzi siano ora saldamente in calo. Manteniamo la nostra previsione di un calo del tasso di sconto al 3,75% entro la fine dell’anno e al 3,25% entro la fine del 2026″. LEGGI TUTTO

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    Credemleasing punta a +25% di clienti e nuovi contratti entro il 2028

    (Teleborsa) – 18.000 clienti attivi, 113 dipendenti, 220 milioni di euro di utile cumulato negli ultimi 10 anni (dal 1/1/2015 al 31/12/2024). Questi sono i principali indicatori registrati da Credemleasing, società del Gruppo Credem specializzata nel leasing finanziario e guidata dal Direttore Generale Gabriele Decò, nei suoi primi 45 anni di attività. La società, che non ha mai chiuso un bilancio in perdita ed è membro e socio fondatore di ASSILEA ha l’obiettivo di stipulare il +25% di nuovi contratti entro il 2028 puntando a consolidare la propria quota di mercato del 3,38% posizionandosi al 5° posto nella classifica dell’Associazione Italiana Leasing, toccando punte del 5,71% nel leasing finanziario.”Celebrare i 45 anni di Credemleasing è motivo per me di grande orgoglio. Un traguardo figlio dell’impegno e della professionalità di tutte le persone che lavorano e hanno lavorato in azienda, della fiducia dei nostri clienti e del supporto del Gruppo Credem – ha dichiarato Gabriele Decò, Direttore Generale di Credemleasing – In un contesto come quello del 2025, dinamico e in evoluzione, la società saprà accompagnare famiglie e imprese nel raggiungimento dei propri obiettivi, anche attraverso un importante focus sulla digitalizzazione e sostenibilità, con la forza del Gruppo Credem e la capacità di stare vicino agli imprenditori”. “Credemleasing da anni è sinonimo di competenza, una società nella quale si sviluppa un’energia contagiosa grazie all’integrazione tra l’oro dei nostri giovani e il valore dei nostri expert in un’anima unica, a beneficio della customer experience dei nostri clienti”, ha concluso Decò.Credemleasing ha da sempre ricoperto un importante valore strategico per il Gruppo Credem nel sostenere gli investimenti delle imprese attraverso il servizio di leasing finanziario. La sinergia tra Credemleasing e le reti commerciali di Credem, di Credem Euromobiliare Private Banking e delle società specializzate del Gruppo, ha consentito di creare valore sostenibile nel tempo, anche attraverso i canali digitali, per poter supportare le diverse esigenze della clientela con l’obiettivo di ottimizzare la gestione finanziaria, preservare la liquidità e beneficiare di vantaggi fiscali.Con 18 filiali distribuite su tutto il territorio nazionale e servizi accessibili da remoto, Credemleasing ha consolidato la sua posizione in segmenti chiave come il leasing nautico (raggiungendo il 25% circa di quota di mercato) ed immobiliare. LEGGI TUTTO

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    Giappone, frena il PIL del 3° trimestre: -0,4%

    (Teleborsa) – Confermata in frenata la crescita economica del Giappone nel 3° terzo trimestre dell’anno. Secondo l’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese, il Prodotto Interno Lordo (PIL) nei tre mesi è sceso dello 0,4% rispetto al calo dello 0,6% indicato nella stima preliminare. Nel trimestre precedente, il PIL era salito dello 0,6%.Anche su base annua, il Prodotto Interno Lordo registra una flessione dell’1,8% rispetto al +2,2% del trimestre precedente. LEGGI TUTTO

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    Manovra, Tfr dipendenti pubblici in 3 mesi ma si perdono 750 euro

    (Teleborsa) – Per ovviare all’annosa questione del ritardo nel pagamento del TFS/TFR dei dipendenti del pubblico impiego – che oggi attendono anche cinque anni prima di ricevere la liquidazione – nella nuova legge di Bilancio il Governo ha deciso di destinare un pacchetto economico da circa 550 milioni di euro. A partire dal 2027, attraverso una nuova linea di credito attivata da Cassa Depositi e Prestiti, l’Inps potrà anticipare fino a 50mila euro delle somme dovute entro tre mesi dal pensionamento. Ma la misura non piace alla Cgil che definisce la manovra “l’ennesima beffa” ai danni dei lavoratori pubblici.L’intervento – evidenzia la Cgil – “sottrae ancora una volta risorse a chi ha già subito anni di penalizzazioni: oltre 22,6 milioni di euro prelevati direttamente dai Tfs/Tfr delle persone che vanno in pensione”. La confederazione e le categorie dei lavoratori della conoscenza (Flc), funzione pubblica (Fp) e pensionati (Spi) spiegano che “l’articolo 44, presentato come misura per migliorare i tempi di pagamento del Tfs e del Tfr, è un’operazione di facciata, che finisce invece per aggravare ulteriormente la condizione economica dei lavoratori”. La Corte costituzionale, con la sentenza n. 130 del 2023, aveva chiesto al legislatore di eliminare la disparità irragionevole tra pubblico e privato nei tempi di liquidazione del Tfs/Tfr. Ma – evidenzia la Cgil – “il Governo risponde con un anticipo di soli tre mesi per le sole pensioni di vecchiaia, lasciando immutati i lunghissimi differimenti e la rateizzazione che può arrivare fino a sette anni. In questo modo, il problema strutturale resta intatto, il monito della Corte viene ignorato e la discriminazione continua senza alcuna correzione”. Di fatto l’anticipo dei tre mesi cancella automaticamente la detassazione prevista fino a 50mila euro per i pagamenti effettuati a partire da dodici mesi dalla cessazione. Con il nuovo anticipo questo requisito non si matura più e ogni lavoratore non riceverà 750 euro. Su una platea di 30.122 pensionamenti di vecchiaia, come indicato nella relazione tecnica, le risorse recuperate raggiungeranno 22,6 milioni di euro”. Per il sindacato tale norma “inutile e sbagliata, si somma alla pesante perdita del potere d’acquisto delle liquidazioni che, come abbiamo già calcolato, può variare tra 17mila e 41mila euro a causa dell’inflazione e del mancato rendimento: quasi 18mila euro per chi percepisce 30mila euro, oltre 25mila euro per chi ha uno stipendio di 40mila euro e più di 41mila euro per retribuzioni pari a 60mila euro. LEGGI TUTTO

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    Manovra, Eurispes: “Ceto medio classe a maggior rischio, giusto taglio Irpef”

    (Teleborsa) – Il ceto medio è “oggi la classe sociale a maggior rischio e a minor sostegno pubblico”. È quanto emerge dall’analisi del Laboratorio Eurispes sulle Politiche fiscali che analizza le misure a sostegno del ceto medio. “Nella Legge di bilancio 2026 il Governo intende sostenere il ceto medio attraverso un taglio dell’Irpef che comporterà vantaggi in busta paga per chi percepisce un reddito superiore ai 28mila euro annui. L’intervento coinvolgerà oltre 13 milioni di contribuenti, rendendo strutturale la riduzione dell’aliquota sul secondo scaglione Irpef, portandola dal 35% al 33% per la parte di reddito appunto compresa tra 28mila e 50mila euro, lordi. Un beneficio che – ricorda l’Eurispes – interesserà soprattutto i lavoratori dipendenti e i pensionati, con un risparmio massimo di circa 440 euro l’anno e con una valutazione redistributiva che, visto il nostro sistema di tassazione per il quale non esiste un reddito ‘familiare’ ma una Irpef personale e progressiva, deve essere condotta sui redditi individuali e non su quelli familiari e che, dunque, per circa tre quarti riguarderà chi dichiara redditi inferiori a 50mila euro”.”Accanto al taglio delle aliquote – spiega il rapporto – la Legge di bilancio 2026 introduce una serie di ulteriori misure fiscali complementari, pensate per aumentare il reddito netto dei lavoratori, in particolare nel settore privato, anche delle fasce reddituali inferiori a quella sopra indicata, che, comunque, negli anni scorsi ha beneficiato di misure di sostegno al reddito. Per esempio, per il 2026, gli aumenti stipendiali derivanti da accordi contrattuali firmati nel 2025 o nel 2026 saranno tassati con una imposta sostitutiva del 5%, al posto dell’Irpef ordinaria e delle relative addizionali. L’agevolazione, riservata ai lavoratori dipendenti del settore privato con reddito fino a 28mila euro, consentirà di trattenere fino al 18% in più dell’aumento lordo, lasciando invariati i contributi previdenziali”. “Prevista anche – sottolinea l’Eurispes – la detassazione per il lavoro straordinario e per le maggiorazioni notturne e festive, con una tassazione agevolata al 15% fino a un massimo di 1.500 euro lordi all’anno. La misura è destinata ai dipendenti privati con reddito fino a 40mila euro e verrà applicata direttamente dal datore di lavoro. Un regime analogo è previsto per il settore pubblico, ma in forma più contenuta: il trattamento economico accessorio (indennità, maggiorazioni e compensi per straordinari) sarà assoggettato a un’imposta sostitutiva del 15% entro un tetto massimo di 800 euro lordi annui, a condizione che il reddito complessivo non superi i 50mila euro”.L’Eurispes ritiene “dovuto” il taglio dell’Irpef previsto dalla legge di bilancio. Il reddito familiare netto mediano in Italia è 30.039 euro, secondo il Rapporto Istat sulle condizioni di vita e reddito delle famiglie 2023-2024, e l’Eurispes considera come fascia media le famiglie tra i 22.529 e i 60.078 euro. Stima inoltre che le famiglie con il reddito netto percepito mediano (2.310 euro al mese, pari a 30.039 annui) risultano in “perdita”, visto che la spesa media per consumi è di 2.738 euro (dati Istat 2023). Inoltre, la diffusa evasione fiscale fa sì che in Italia metà dei cittadini contribuenti non versi Irpef. “Il peso del fisco – si legge nell’analisi – grava quasi completamente sul ceto medio, che subisce un carico fiscale fortemente sbilanciato. In sostanza, meno di un terzo dei contribuenti paga oltre tre quarti dell’Irpef nazionale”, ed è stato finora considerato “troppo ricco” per avere diritto a misure di sostegno fiscale”. “I 2,9 miliardi previsti nel Ddl bilancio 2026 – conclude l’Eurispes – sono solo il minimo (dovuto) contributo per contribuenti fino ad oggi esclusi per il loro reddito da tutti i benefici fiscali, contributivi e assistenziali”. LEGGI TUTTO