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    Contraffazione, MiSE: impegni condivisi con e-commerce e social

    (Teleborsa) – Impegni condivisi per tutelare i consumatori e le imprese titolari dei diritti di proprietà industriale dal fenomeno della contraffazione sul mercato online – in forte crescita durante l’emergenza Covid – partendo dalla necessità di rafforzare le sinergie tra le istituzioni e i principali operatori del web nell’uso di azioni e strumenti aziendali efficaci per prevenire e contrastare la presenza di contraffattori.Lo prevede il documento condiviso con Amazon, Alibaba, Ebay, Meta, Google Italy, Yoox, Tik Tok, risultato di un percorso avviato negli scorsi mesi dal Ministero dello Sviluppo economico e dal Cnalcis (Consiglio nazionale per la lotta alla contraffazione e all’Italian sounding), che è stato presentato al Salone degli Arazzi in occasione del convegno su “e-commerce e contraffazione” svolto durante la seconda giornata della Settimana Anticontraffazione 2022 e al quale hanno partecipato anche il Moige (Movimento italiano genitori) e Indicam (Associazione per la tutela della proprietà intellettuale) che rappresenta oltre 160 aziende. Gli effetti della pandemia e l’aumento considerevole negli ultimi anni di nuovi canali online ha cambiato le abitudini di acquisto dei consumatori, determinando un parallelo spostamento anche dell’offerta di prodotti contraffatti su internet. In particolare uno studio condotto nel 2021 dalla Direzione generale per la tutela della proprietà industriale – Uibm del Mise in collaborazione con il Censis ha evidenziato però che su 8,3 milioni di e-consumers almeno 6,3 milioni erano convinti di acquistare un prodotto originale mentre 1,8 milioni di acquirenti ha comprato consapevolmente merce contraffatta.Questi dati confermano l’esigenza, evidenziata già lo scorso anno dal Cnalcis, di individuare il “commercio online” tra i settori su cui intervenire prioritariamente, anche in considerazione dell’impatto che il fenomeno della contraffazione ha su platee molto ampie di consumatori, soprattutto giovani ai quali si rivolge la nuova campagna di comunicazione promossa dal Mise. LEGGI TUTTO

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    Tim, Romano: “Siamo abilitatori dello sviluppo sostenibile”

    (Teleborsa) – “TIM è un abilitatore e un contributore dello sviluppo sostenibile previsto dagli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu”. È quanto ha affermato Elisabetta Romano, chief Network Operations & Wholesale Officer di TIM e ad di Sparkle, in occasione dell’evento Asvis “L’Italia e gli obiettivi di sviluppo sostenibile”. “Ad esempio, in relazione all’obiettivo per la nutrizione globale, grazie a tecnologie come l’IoT, la sensoristica e il 5G, – ha proseguito Romano – contribuiremo a contrastare fenomeni legati alla malnutrizione con soluzioni di smart factory e progetti che consentono di razionalizzare il consumo dell’acqua e ridurre l’uso di pesticidi. Per quanto riguarda l’obiettivo legato all’energia, siamo abilitatori tecnologici grazie a iniziative di lungo periodo come i data center green di Sparkle distribuiti nel mondo e in particolare quelli recentemente realizzati in Grecia con i più elevati standard di efficienza. Inoltre, Tim è la seconda azienda per consumo di energia in Italia, con circa 2 terawattora (TwH) all’anno utilizzati nel 2021 e grazie all’utilizzo di tecnologie innovative siamo stati in grado di realizzare efficienze del 25%. In relazione all’obiettivo sull’empowerment femminile, contiamo di avere nel 2024 il 25% di donne in posizioni di responsabilità.È anche un tema scolastico e universitario. Con Sparkle sosteniamo ad esempio l’iniziativa ‘Young Women Empowerment’ con Fondazione Ortygia, con cui manager Sparkle fanno mentoring alle neolaureate delle università siciliane”.Romano ha, inoltre, sottolineato l’impegno di TIM verso i giovani. “Abbiamo la responsabilità di far crescere i giovani e creare nuovi manager, in TIM – ha spiegato Romano – siamo nel pieno di un ricambio generazionale, vogliamo assumere giovani che devono crescere in base al merito. TIM sta puntando con forza sull’equità fra i generi perché solo offrendo le stesse opportunità ci può essere una vera meritocrazia. E le aziende hanno bisogno di questo. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo deciso che, entro il 2024, la percentuale di donne in posizioni di responsabilità dovrà rispecchiare la percentuale femminile all’interno del Gruppo: stiamo agendo di conseguenza. Stiamo affrontando il problema supportando i nostri dipendenti nella gestione della loro vita familiare – ha concluso la manager mettendo a disposizione centri estivi per bambini e ragazzi, il rimborso delle spese per il nido, la materna e il baby sitting”. LEGGI TUTTO

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    Putin pensa alla prova di forza: test nucleare al confine ucraino, l'indiscrezione

    (Teleborsa) – Putin starebbe preparando le sue forze armate per compiere un test nucleare ai confini dell’Ucraina. Lo rivela il Times che cita un’informativa inviata dalla Nato agli Stati membri.Si tratta di un rapporto dell’intelligence in cui si avverte di possibili azioni di Mosca fra cui quella di testare il drone sottomarino Poseidon equipaggiato con una testata atomica. Secondo altre fonti, un treno militare russo della divisione nucleare sarebbe partito in direzione dell’Ucraina: l’unità è responsabile delle munizioni nucleari, del loro stoccaggio e manutenzione stando all’analista basato in Polonia Konrad Muzyka.Intanto, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che la Russia non vuole “prendere parte” alla “retorica nucleare” dei “media e dei politici occidentali”. “Nei media occidentali, i politici occidentali, i capi di Stato ora hanno molti esercizi di retorica nucleare. Non vogliamo prendere parte a questo”, ha detto citato dalla Tass, commentando la notizia del Times che, citando un’informativa inviata dalla Nato agli Stati membri, sostiene che Vladimir Putin potrebbe in teoria preparare le sue forze armate per compiere un test nucleare ai confini dell’Ucraina. Nel frattempo, il Consiglio comunale di Kiev riferisce che sta fornendo ai centri di evacuazione pillole a base di ioduro di potassio in preparazione per un possibile attacco nucleare alla capitale, la città più grande dell’Ucraina. Le pillole di iodio possono aiutare a bloccare l’assorbimento delle radiazioni nocive da parte della tiroide se assunte appena prima o immediatamente dopo l’esposizione a radiazioni nucleari. Sempre il Consiglio comunale fa sapere in una nota che le pillole verranno distribuite ai residenti nelle aree contaminate da eventuali radiazioni nucleari se sarà necessario evacuarli. Una escalation che preoccupa e tiene il mondo con il fiato sospeso visto che appena qualche giorno fa il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che userà “tutti i mezzi adisposizione” per vincere la guerra. LEGGI TUTTO

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    Inflazione, nei paesi OCSE cresce ancora a doppia cifra

    (Teleborsa) – L’inflazione nell’area OCSE segna un lieve incremento, mantenendo la crescita dei prezzi a doppia cifra. Nel mese di agosto, si attesta al 10,3% dal 10,2% di luglio. E’ quanto rileva l’OCSE, segnalando che si sono verificate attenuazioni dei livelli di crescita in 16 dei 38 paesi monitorati, prevalentemente a seguito di calmieramento dei rincari sull’energia. Tuttavia 15 delle economie Ocse continuano a vedere tassi di inflazione a due cifre. L’inflazione relativa ai prodotti energetici è calata al 30,2% dal 35,3% precedente, mentre quella dei beni alimentari ha continuato a crescere, attestandosi al 15% dal 14,5% precedente. Se si escludono cibo ed energia, i prezzi sono saliti del 7,2% (precedente 6,8%).Nel complesso della Zona Euro, l’inflazione si è attestata al 9,1% dall’8,9% precedente. Nel dettaglio, in Italia l’inflazione è scesa all’8,4% dal 7,9%, in Germania al 7,9% dal 7,5% precedente, mentre in Francia ha raggiunto il 5,9% dal 6,1% precedente. In Regno Unito inflazione in calo all’8,6% dall’8,8% precedente.(Foto: © gilc | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Celebrazioni San Francesco, Mattarella: non ci arrendiamo alla logica di guerra

    (Teleborsa) – La pace è un diritto iscritto nelle coscienze e rappresenta l’aspirazione più profonda di ogni persona, appena alza lo sguardo oltre il proprio presente”. Sono le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad Assisi per le celebrazioni di San Francesco. “Non ci arrendiamo alla logica di guerra – ha aggiunto -, che consuma la ragione e la vita delle persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni. Che sta rendendo il mondo più povero e rischia di avviarlo verso la distruzione. E allora la richiesta di abbandonare la prepotenza che ha scatenato la guerra. E allora il dialogo. Per interrompere questa spirale”. “La pace – ha proseguito il presidente – non è soltanto assenza di combattimenti bensì, ci ricorda san Francesco, è connaturata all’armonia con il Creato. Quando si consumano a dismisura le risorse, quando si depreda la natura, quando si creano disuguaglianze tra i popoli, quando si inaridisce il destino delle generazioni future, ci si allontana dalla pace. Dobbiamo riparare, restituire. È la grande urgenza della nostra epoca. E non abbiamo altro tempo oltre questo. E’ un compito che riguarda tutti noi, nessuno è irrilevante. È un compito che va svolto insieme”. LEGGI TUTTO

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    Proposta UE: colonnine ricarica elettrica per auto ogni 60 km

    (Teleborsa) – La commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo ha adottato un progetto di mandato negoziale sulla realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi con 36 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni. La proposta mira stimolare la diffusione di stazioni di ricarica o di rifornimento alternative (come elettriche o a idrogeno) per auto, camion, treni e aerei e sostenere l’adozione di veicoli sostenibili.Entro il 2026 le colonnine elettriche di ricarica per auto dovrebbero essere installate almeno ogni 60 km lungo le principali strade dell’UE. I parlamentari suggeriscono inoltre di creare più stazioni di rifornimento di idrogeno lungo le principali strade dell’UE rispetto alla proposta della Commissione (ogni 100 km anziché ogni 150 km) e di farlo più velocemente (entro il 2028 anziché entro il 2031).”Gli utenti di veicoli a carburante alternativo dovrebbero poter pagare facilmente, il prezzo dovrebbe essere visualizzato per kWh o per kg, essere abbordabile, comparabile e accessibile a tutte le marche di veicoli”, si legge nel provvedimento. I deputati vogliono anche creare entro il 2027 un punto di accesso dell’UE per i dati sui combustibili alternativi per fornire informazioni sulla disponibilità, sui tempi di attesa e sui prezzi nelle diverse stazioni.La commissione ha anche votato un progetto di mandato negoziale sulle norme sui combustibili marittimi sostenibili con 36 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astensioni. Si mira a ridurre le emissioni di gas serra (GHG) del settore marittimo dalle navi del 2% a partire dal 2025, del 20% a partire dal 2035 e dell’80% a partire dal 2050 (la Commissione ha proposto una riduzione del 13% e del 75%).Ciò si applicherebbe alle navi di stazza lorda superiore a 5000 tonnellate, responsabili in linea di principio del 90% delle emissioni di CO2, a tutta l’energia utilizzata a bordo o tra i porti dell’UE e al 50% dell’energia utilizzata nei viaggi in cui il porto di partenza o di arrivo è al di fuori dell’UE.Una volta che il Parlamento nel suo insieme avrà approvato questo progetto di posizione negoziale alla prossima sessione plenaria di ottobre, i deputati saranno pronti per avviare i colloqui con i governi dell’UE sulla forma definitiva della legislazione. LEGGI TUTTO

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    Formula 1, Standard Ethics: scuderie accelerino su sostenibilità, benefici per filiere

    (Teleborsa) – Il mondo Formula 1 ha avviato il suo percorso verso la sostenibilità, con la società che gestisce il Campionato del mondo che ha annunciato la volontà di raggiungere zero emissioni di carbonio entro il 2030 e di sviluppare un carburante sostenibile al 100% a partire dal 2026, ma le dieci scuderie hanno ancora molta strada da fare. Lo afferma un report di Standard Ethics, agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità.Se da un lato appare già alta l’attenzione rivolta a temi cruciali come i diritti umani, sia all’interno delle scuderie sia nelle rispettive catene di fornitura, dall’altro emergono comunque margini di miglioramento. Ad esempio: innalzando la trasparenza e la fruibilità dei documenti aziendali sui propri siti web; predisponendo e pubblicando strumenti di governance (come il Codice Etico) che siano aderenti alle linee guida internazionali; fissando e rendendo noti specifici obiettivi ESG condivisi dai principali organismi sovranazionali (Onu, Ocse e Ue); dotandosi di una rendicontazione extra-finanziaria in linea con gli standard globali.Secondo Standard Ethics, un’accelerazione nella divulgazione di documenti chiave come i rapporti ESG e gli obiettivi ambientali sarebbe positiva soprattutto perché le squadre che attualmente partecipano al Campionato del mondo di Formula 1 sono rinomate per la loro eccellenza industriale, tecnologica e di ricerca. Per questo motivo, e per la loro visibilità, la loro forza trainante potrebbe essere un esempio per guidare le filiere industriali, come quelle dell’automotive e dei componenti.Tra le dieci scuderie di F1, solo tre squadre (30%) hanno un Codice Etico. Gli analisti hanno notato che la Scuderia Ferrari ha un Codice Etico con riferimenti internazionali, ovvero la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite e le Convenzioni ILO e OCSE.Per quanto riguarda la rendicontazione ESG, cinque delle scuderie di F1 (50%) hanno un rapporto non finanziario sulla sostenibilità o sulla responsabilità sociale d’impresa (CSR). Gli analisti sottolineano che tre squadre (Scuderia Ferrari, McLaren F1 Team e Aston Martin F1 Team) offrono il reporting di sostenibilità, che si basa su criteri internazionali e standardizzati citando il Global Reporting Initiative (GRI). Gli analisti hanno inoltre valutato la Strategia di Sostenibilità adottata da Williams Racing e il Rapporto CSR di Mercedes-AMG.Sei squadre hanno chiari obiettivi ambientali mentre le restanti squadre ne sono ancora prive. Gli analisti “ritengono che gli obiettivi ambientali siano un aspetto cruciale per il raggiungimento della Sostenibilità, considerando l’enorme sforzo del Gruppo Formula Uno per essere a emissioni nette di carbonio zero entro il 2030”, si legge nel rapporto.Quattro squadre hanno il rapporto sul divario retributivo di genere, un documento che misura la differenza nella retribuzione media oraria di uomini e donne. Secondo Standard Ethics, i team devono impegnarsi a ridurre il divario retributivo di genere perché una forza lavoro eterogenea e una forte cultura inclusiva potrebbero aumentare un livello di prestazioni più elevato. Solo una squadra ha una Whistleblower Policy.(Foto: Photo by Hanson Lu on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Energia, il Consiglio Ue spinge per il price cap al gas: chiesta una proposta praticabile alla Commissione

    (Teleborsa) – Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a “proporre soluzioni praticabili per ridurre i prezzi attraverso un price cap al gas”. È quanto si legge nella bozza provvisoria della dichiarazione del vertice informale dei leader Ue di Praga. Il testo, in particolare, chiede di “accelerare i negoziati per partnership reciprocamente vantaggiose su sicurezza dell’approvvigionamento e riduzione dei prezzi”. Tale posizione però da qui a venerdì potrà subire modifiche e non è escluso che al termine del vertice non ci sia neanche uno ‘statement’ se si riterrà che, sui temi del dossier energia, non ci siano passi avanti rispetto al vertice di giugno.In mattinata si è tenuto il primo round nel dibattito sul nuovo pacchetto di sanzioni anti-russe proposto dalla Commissione Ue e il tema energia è stato sul tavolo della riunione dei Rappresentanti dei 27 (Coreper), con particolare attenzione al punto del price cap al petrolio. Da quanto è trapelato della riunione, diversi Paesi membri non hanno espresso contrarietà in linea di principio alla misura ma hanno chiesto tempo per approfondimenti tecnici sul price cap al petrolio che la Commissione ha proposto per il greggio esportato dall’Unione a Paesi terzi. Tra i Paesi più scettici c’è, come già preannunciato da Budapest nei giorni scorsi, l’Ungheria. Uno dei punti su cui il governo di Viktor Orban ha insistito è una “deroga per il commercio regionale” che consentirebbe all’Ungheria di riesportare nei Paesi vicini dell’Ue il petrolio russo che continua a ricevere (con l’esenzione all’embargo al petrolio in arrivo via oleodotto) e di lavorarlo nelle raffinerie. La preoccupazione della Commissione è che questo possa dare all’Ungheria un vantaggio sleale nel mercato unico. Ma tra i Paesi che hanno manifestato perplessità ci sono anche Cipro e Malta. In questo caso i timori sono legati al trasporto marittimo del petrolio: con un price cap imposto alle loro flotte di petroliere il rischio è che lo stesso divieto sia imposto anche da altri importanti Paesi di navigazione, come la Turchia, l’India e l’Indonesia. LEGGI TUTTO