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    Covid: in lieve calo il tasso di positività, sale il numero di decessi

    (Teleborsa) – Sono 18.813 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore secondo i dati del Ministero della Salute (ier, domenica 31 luglio, i contagiati erano stati 36.966). Le vittime sono 121, in aumento rispetto alle 83 di domenica. Il tasso di positività è al 17,8%, in lieve calo rispetto a domenica quando era al 18%. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 105.839 tamponi. Sono invece 398 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 10 più di domenica, mentre gli ingressi giornalieri sono 36. I ricoverati nei reparti ordinari sono invece 10.527, rispetto a domenica 28 in più. Gli italiani positivi al Coronavirus sono attualmente 1.254.753, ovvero 21.730 in meno rispetto a domenica. In totale sono 21.059.545 i contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 172.207. I dimessi e i guariti sono 19.632.585 con un incremento di 41.129. LEGGI TUTTO

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    Veicoli commerciali, Anfia: nel I semestre immatricolazioni in calo dell'11,2%

    (Teleborsa) – Nel primo semestre 2022, il mercato dei veicoli commerciali leggeri registra un calo dell’11,2%. Lo stesso periodo del 2021 segnava invece un aumento delle immatricolazioni del 58,5% (grazie alla comparazione con un mese di giugno 2020 già impattato dal lockdown per l’emergenza Covid). È quanto è emerso da un focus elaborato dall’Area Studi e Statistiche di Anfia.Le immatricolazioni di autocarri pesanti nel primo semestre 2022 sono 13.427, con una diminuzione minima dell’1,1%. Nello stesso periodo del 2021 la crescita era stata invece del +47,4% rispetto al 2020. Per il settore dei veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) con portata superiore a 3.500 Kg l’andamento è positivo con +13,3% di immatricolazioni. Nello stesso periodo del 2021 la registrazione di nuovi libretti era stata del +42,1%. Infine, il settore degli autobus (trasporto persone) nel primo semestre 2022 registra una diminuzione del 10,5% con 1.467 nuovi autobus. Nel primo semestre 2021 veniva registrato un aumento del 5,5%.(Foto: © Dmitry Kalinovsky/123RF) LEGGI TUTTO

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    USA, ISM manifatturiero luglio scende a 52,8 punti

    (Teleborsa) – L’attività manifatturiera americana è cresciuta a luglio 2022, con l’economia che ha raggiunto il 26° mese consecutivo di crescita, anche se a un tasso inferiore rispetto al mese precedente. Lo indica l’ISM – Insitute for Supply Management sulla base del consueto sondaggio mensile. L’indice dei direttori di acquisto del settore manifatturiero si è attestato a 52,8 punti dai 53 di giugno. Il dato risulta superiore alle attese degli analisti, che stimavano un calo a 52 punti.L’indicatore, che viene usato per valutare lo stato di salute del settore manifatturiero statunitense, resta oltre la soglia chiave di 50, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione dell’attività. Si tratta comunque della lettura più bassa da giugno 2020, quando ha registrato 52,4 punti.Fra le varie componenti dell’indice, quella sui nuovi ordini scende a 48 punti da 49,2, mentre quella sull’occupazione aumenta a 49,9 da 47,3 e la componente relativa ai prezzi diminuisce a 60 punti da 78,5 (contro attese per 74,3 punti). LEGGI TUTTO

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    USA, spese costruzioni giugno -1,1% m/m +8,3% a/a

    (Teleborsa) – Diminuisce la spesa per costruzioni negli Stati Uniti a giugno 2022. Il dato, comunicato dal Dipartimento del Commercio americano, si attesta a 1.762,3 miliardi di dollari registrando una diminuzione dell’1,1% su base mensile, dopo il +0,1% di maggio (rivisto da un preliminare di -0,1%) e contro il +0,2% stimato dagli analisti. Su base annua si è visto invece un incremento dell’8,3%.Tra le costruzioni private, le cui spese sono diminuite dell’1,3% a 1.416,4 miliardi di dollari, quelle di tipo residenziale sono calate dell’1,6% a 923,7 miliardi di dollari. La spesa in ambito pubblico ha segnato un decremento dello 0,5% a 345,9 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    USA, PMI manifatturiero luglio scende a 52,2 punti

    (Teleborsa) – Diminuisce l’indice dell’attività manifatturiera degli Stati Uniti, elaborato da S&P Global, segnalando una crescita più attutita del settore. Nel mese di luglio 2022, l’indice PMI manifatturiero si è portato a 52,2 punti dai 52,3 della stima preliminare e dai 52,7 del mese precedente. L’indice si mantiene comunque sopra la soglia chiave di 50, che denota espansione dell’attività.A contribuire a condizioni deboli è stato il primo calo della produzione da giugno 2020, che riflette le condizioni di domanda più deboli, poiché i nuovi ordini sono diminuiti al ritmo più veloce da oltre due anni. Tuttavia, gli arretrati di lavoro hanno continuato ad aumentare poiché la carenza di manodopera e materiale ha ostacolato gli sforzi per elaborare i nuovi lavori in arrivo.”Ad eccezione dei periodi di lockdown pandemico, a luglio i produttori statunitensi hanno registrato le condizioni commerciali più difficili dal 2009 – ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global Market Intelligence – Lo scatto di crescita in primavera si è rapidamente invertito, con nuovi ordini di beni di fabbrica in calo per il secondo mese consecutivo a luglio, portando al primo calo della produzione in due anni e la crescita dell’occupazione in forte riduzione”.”L’aumento del costo della vita è la causa più comunemente citata del calo delle vendite, nonché del peggioramento delle prospettive economiche”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Giappone, PMI manifattura rallenta marginalmente a luglio

    (Teleborsa) – L’attività della manifattura in Giappone ha registrato un piccolo rallentamento nel mese di aprile. Il dato preliminare dell’indice PMI manifatturiero, pubblicato da Markit ed elaborato da Jibun Bank, indica un valore di 52,1 punti, rispetto ai 52,7 punti di giugno. L’indicatore si conferma al di sopra della soglia critica dei 50 punti, denotando crescita dell’attività. LEGGI TUTTO

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    Cina, PMI manifatturiero di nuovo in decelerazione a luglio

    (Teleborsa) – L’economia cinese è tornata a rallentare a luglio, a seguito dei nuovi lockdown decisi a seguito del diffondersi di nuovi casi Covid-19. Lo confermano i dati dei PMI pubblicati oggi da Pechino.Secondo i dati forniti dal National Bureau of Statistics, il PMI manifatturiero è sceso a 50,4 punti dai 51,7 del mese precedente e risulta inferiore ai 51,5 attesi, restando sotto la soglia chiave dei 50 punti sotto la quale l’attività si contrae.A pesare sull’indice principale è stato un aumento più contenuto dei nuovi affari. Il totale dei nuovi ordini è cresciuto solo leggermente, mentre le aziende si sono divise nei giudizi sulle vendite post pandemia. Anche le nuove attività all’export sono cresciute marginalmente a luglio. “I principali indicatori macroeconomici nel secondo trimestre hanno mostrato che l’impatto negativo dell’ultimo round di focolai di Covid sull’economia si sta esaurendo. Il terzo trimestre sarà quindi un periodo cruciale per il rilancio dell’economia”, afferma Wang Zhe, Senior Economist di Caixin, ricordando che “le autorità hanno chiarito che non ci saranno misure di stimolo massicce e che l’attuazione efficace delle politiche esistenti appare come l’opzione più pratica”. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, pesa crisi demografica: quanti lavoratori in meno tra vent'anni?

    (Teleborsa) – “Tra vent’anni il bacino dei potenziali lavoratori subirà una netta diminuzione, -6,8 milioni di persone, mentre la popolazione non in età da lavoro (under 15 e over 64) registrerà una robusta crescita, +3,8 milioni di persone”. E’ quanto rileva la ricerca della Fondazione Di Vittorio-Cgil dalla quale emerge con chiarezza che la crisi demografica peserà in maniera significativa sul mercato del lavoro. L’effetto demografico inoltre, sottolinea la Fondazione, incide anche sul tasso ufficiale di occupazione che già misura, e misurerà sempre più solo in parte, l’effettivo andamento occupazionale. Intervenire in immediato “sulle condizioni di lavoro, sulla precarietà, sui salari e sul regime di orari” e cambiare le politiche migratorie in entrata e in uscita, sia numericamente che dal punto di vista dei diritti delle persone”. Questi alcuni degli interventi contro il calo demografico e i suoi riflessi sul mercato del lavoro proposti dalla Fondazione Di Vittorio-Cgil. A questi vanno accompagnati altri interventi di natura più strutturale. “La caduta delle nascite (nel 2021 si scende sotto le 400 mila) è legata, oltre che all’andamento demografico della popolazione, a molti altri fattori tra cui mancate politiche di conciliazione, scarsità di servizi e concreti interventi a sostegno della natalità, ma la sua forte accelerazione va analizzata anche con un approccio diverso da quello tradizionale” sottolinea il rapporto.”L’aggravarsi di scenari sanitari, economici e sociali ha sempre giocato un ruolo fondamentale nelle scelte delle persone, provocando picchi particolarmente negativi di natalità. Si accentuano elementi di sfiducia verso il futuro di cui come è noto l’occupazione, è un elemento fondamentale. Gli interventi quindi devono contemporaneamente avere caratteristiche di immediatezza e di strutturalità”.”L’indubbia crisi demografica italiana avrà un impatto sulla quantità dell’offerta di lavoro e sulla composizione anagrafica degli occupati con delle ripercussioni sulla produttività, sull’assistenza e sulla previdenza. Un’Italia priva dell’energia delle giovani generazioni sconterà nel medio e lungo periodo un deficit di crescita, non solo per il calo dei nuovi nati ma anche per le scarse capacità dimostrate finora dal nostro Paese di valorizzare gli immigrati e creare le condizioni per una loro integrazione e stabile permanenza.Per il presidente della Fondazione Fulvio Fammoni “è bene inoltre ricordare che mediamente ogni anno circa 100mila persone emigrano dall’Italia verso l’estero, in cerca di un salario migliore ma anche di poter svolgere il lavoro per il quale si sono formati e che in Italia raramente gli viene proposto. Si tratta per circa un terzo di giovani in età compresa tra 25 e i 34 anni e con un’alta percentuale di laureati o con titolo di studio superiore. Peraltro, i dati dei trasferimenti anagrafici, come quelli degli iscritti all’AIRE, sono fortemente sottostimati”. LEGGI TUTTO