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    Da posti lavoro a PIL, quale impatto da dazi al 15%?

    (Teleborsa) – Con l’accordo con gli Stati Uniti sui dazi al 15% c’è il rischio, comprendendo il settore farmaceutico, di una riduzione del Pil di 6,296 miliardi (-0,3%), di una diminuzione delle esportazioni di 8,627 miliardi (-14%) e un calo delle unità di lavoro di 103.892 (-0,4%). E’ la stima di Svimez che sottolinea come escludendo il settore farmaceutico si riduca l’impatto.Il Pil si ridurrebbe di 5,43 miliardi (-0,2%), le esportazioni di 7,44 miliardi (-12%) e i posti di lavoro di 89.645 unità (-0,34%). Per il Mezzogiorno si avrebbe una riduzione delle esportazioni di 705 milioni (-11%), del Pil di 482 milioni (-0,1%) e di 8.519 unità di lavoro (-0,12%). “So che chi ha la delega per farlo sta analizzando il tutto”, dice intanto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a margine del cda della società Stretto di Messina, in merito alla possibilità che si possa indennizzare le aziende che dovessero avere delle difficoltà legate ai dazi Usa.Per quanto riguarda gli impegni plurimiliardari di investimento Ue negli Usa (per 600 miliardi di dollari) e di acquisti di energia dagli Usa (per 750 miliardi in tre anni), “la Commissione Ue non può ordinare alle imprese cosa fare, ma può parlare con industrie e compagnie per capire le loro intenzioni sui prossimi anni. E quello he ci hanno detto e’ che prevedono di investire negli Usa, ci hanno fornito le loro intenzioni, i loro impegni”: è quanto chiarisce un portavoce della Commissione Ue, Olof Gill rispondendo ad una domanda sul come verra’ attuato questo aspetto dell’accordo politico sui dazi con gli Usa. “Non posiamo costringere ma possiamo parlare, recepire quello che le imprese ci dicono e trasmetterlo ai nostri partner americani, per fare funzionare al meglio il business”, ha ribadito. LEGGI TUTTO

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    Immobiliare USA, prezzi case in frenata a maggio

    (Teleborsa) – Prezzi in frenata nell’immobiliare statunitense nel mese di maggio. L’indice S&P Case-Shiller, che misura l’andamento dei prezzi nelle principali venti aree metropolitane degli Stati Uniti, ha evidenziato un incremento su base annua del 2,8%, in frenata rispetto al +3,4% del mese precedente e al +2,9% atteso dal consensus.Su base mensile si registra un calo dello 0,3% come ad aprile. L’indice destagionalizzato ha riportato una salita dello 0,4% su base mensile, rispetto al +0,8% del mese precedente.Quotazioni in frenata anche secondo quanto rilevato dall’indice FHFA, elaborato dalla Federal Housing Finance Agency, che misura i prezzi delle abitazioni statunitensi, ha registrato un decremento mensile dello 0,2%, dopo la variazione negativa dello 0,3% registrata nel mese precedente (rivisto da un preliminare -0,4%). Le stime degli analisti erano per un decremento dello 0,1%.Su base annua l’indice, calcolato sui prezzi dichiarati degli immobili all’accensione del mutuo presso Fannie Mae e Freddie Mac, è salito del 2,8% meno del +3,2% del mese precedente. LEGGI TUTTO

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    ACBC cresce a doppia cifra: nel 2024 +23% rispetto all’anno precedente

    (Teleborsa) – ACBC (Anything Can Be Changed), azienda di consulenza leader nell’innovazione sostenibile nel settore fashion & lifestyle – dal 2025, parte del portafoglio del fondo svizzero Gyrus Capital – annuncia i risultati economici dell’anno 2024, confermando “un trend di crescita solido e costante, nonché una visione strategica proiettata verso l’internazionalizzazione e l’innovazione tecnologica”. Nel dettaglio, ACBC – fa sapere la società in una nota – chiude il 2024 con un fatturato pari a 16.200.840 euro, segnando un +23% rispetto all’anno precedente. Anche l’EBITDA registra una crescita del 15%, a conferma della solidità del modello di business e della crescente fiducia da parte dipartner e clienti.”La crescita di ACBC non è solo numerica, ma rappresenta un passo avanti concreto verso un’industria più sostenibile, trasparente e responsabile – dichiara Gio Giacobbe, CEO e Co-Founder di ACBC –. Abbiamo dimostrato che l’innovazione sostenibile puòessere anche economicamente vincente e ora siamo pronti ad accelerare ulteriormente”.Guardando al futuro, ACBC punta a rafforzare la propria posizione nel mercato globale. Entro dicembre 2025, infatti, è prevista l’attivazione di nuove procedure di deposito brevetti, in linea con l’impegno costante dell’azienda nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale. Parallelamente, l’azienda – si legge nella nota – conferma la volontà di espandere la propria presenza internazionale, con l’apertura di nuovi headquarters in Europa, rafforzando così la propria rete consulenziale e produttiva.”L’internazionalizzazione – continua Giacobbe – è un passaggio strategico per rendere l’impatto di ACBC ancora più globale. Vogliamo portare il nostro modello sostenibile e brevettato in mercati chiave dell’Unione Europea”. Novità per il 2025 è stato il lancio ufficiale di ACBC+, il progetto DEI (Diversity, Equity & Inclusion) che segna un’evoluzione nell’identità aziendale. “Con ACBC+ – conclude Giacobbe – vogliamo rafforzare il nostro impatto non solo sull’ambiente ma anche sulle persone. La sostenibilità sociale è il prossimo grande passo per un’azienda come la nostra”. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte ingrosso in aumento a sorpresa a giugno

    (Teleborsa) – Crescono le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di giugno, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, le scorte hanno registrato un incremento dello 0,2% a 907,7 miliardi di dollari, contro il calo dello 0,1% atteso dal consensus e dello 0,3% riportato nel mese precedente. LEGGI TUTTO

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    Crediti verso la PA, operazione da 500 milioni per il Gruppo Collextion

    (Teleborsa) – Collextion Services, società del Gruppo Collextion, ha assunto la gestione di un portafoglio crediti da oltre 500 milioni di euro di Gross Book Value (GBV). L’operazione consolida ulteriormente il posizionamento del Gruppo Collextion nel mercato del servicing dei crediti verso la Pubblica Amministrazione, portando il totale delle masse gestite a oltre 4,7 miliardi di euro.Il portafoglio, originato e gestito da Officine CST a partire dal 2018, composto prevalentemente da crediti commerciali verso enti pubblici – con una forte incidenza del comparto utility – è stato acquisito da fondi gestiti da Pollen Street Capital, hedge fund londinese specializzato nell’asset backed finance, che ha individuato in Collextion Services il partner strategico per la gestione operativa. A seguito dell’acquisizione, inoltre, è stata costituita una nuova divisione interna dedicata alla gestione dei crediti PA nel settore utility, grazie all’integrazione del team specialistico di Officine CST guidato da Pasquale Di Matteo, professionista con oltre dieci anni di esperienza nella gestione di crediti verso la Pubblica Amministrazione. Si tratta di un rafforzamento complessivo che interessa non solo il perimetro operativo, ma anche la struttura stessa dell’organizzazione, che vede l’ingresso di nuove risorse ad alto profilo provenienti da Officine CST. La nuova divisione interna – fa sapere la società in una nota – nasce con l’obiettivo di presidiare in modo specialistico il segmento dei crediti PA utility. Tale sviluppo rappresenta un tassello fondamentale per sostenere l’espansione del Gruppo su scala nazionale. “In un contesto sempre più competitivo e ad alta selettività, il rafforzamento di competenze verticali e la capacità di gestire in modo integrato l’intero ciclo del credito rappresentano elementi distintivi fondamentali – ha dichiarato Antonio Borraccino, fondatore del Gruppo Collextion –. Questa operazione segna un’evoluzione rilevante per il nostro Gruppo: aumentiamo significativamente il valore degli asset in gestione e arricchiamo la nostra struttura con un team di professionisti di comprovata esperienza. È un passo pienamente allineato alla nostra visione di crescita, che si fonda su specializzazione, solidità operativa e innovazione nei servizi di credit management rivolti alla Pubblica Amministrazione”. LEGGI TUTTO

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    Liquidazioni giudiziali, Cribis: nel secondo trimestre +18% rispetto al 2024

    (Teleborsa) – Dopo anni in cui si è assistito ad un incremento contenuto, il numero di liquidazioni giudiziali in Italia torna a crescere in modo significativo. Secondo l’analisi condotta da CRIBIS, società del gruppo CRIF, nel secondo trimestre del 2025 sono state 2.712 le imprese coinvolte in una procedura di liquidazione giudiziale, con un aumento del 18% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il dato risulta ancora più rilevante se confrontato con il secondo trimestre del 2023, evidenziando una crescita complessiva del 33% negli ultimi due anni. Sebbene i numeri restino ancora al di sotto dei livelli pre-Covid, il trend appare visibilmente in aumento. A subire i contraccolpi più pesanti sono le imprese attive nel commercio, che con 826 liquidazioni giudiziali registrano un aumento del 16% rispetto alle 713 del primo trimestre 2025. In edilizia, i casi passano da 493 a 600, con una crescita del 22%, segno di un comparto ancora instabile. Anche i servizi mostrano un peggioramento: 597 liquidazioni contro le 555 del primo trimestre 2025 (+8%).A livello territoriale, il maggior numero di liquidazioni giudiziali nel secondo trimestre 2025 si concentra in Lombardia (543), che si conferma la regione più colpita, seguita dal Lazio (400) ed Emilia-Romagna (239). Queste tre aree rappresentano da sole una parte rilevante del totale nazionale (43,5%), riflettendo da un lato la densità imprenditoriale, dall’altro la maggiore esposizione a fattori macroeconomici critici. All’estremo opposto, si collocano la Valle d’Aosta con un solo caso, il Molise con 5 liquidazioni giudiziali e la Basilicata con 7.Nel secondo trimestre del 2025 sono stati avviati 129 concordati preventivi, contro i 94 dello stesso periodo del 2024. Si registra così una crescita del 37%, che conferma il crescente ricorso a strumenti di regolazione della crisi da parte delle imprese in difficoltà.”L’aumento delle liquidazioni giudiziali nel secondo trimestre 2025 – commenta Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS – evidenzia le difficoltà che molte imprese italiane stanno affrontando in un contesto economico ancora fragile. L’inflazione che continua a rimanere alta, insieme alle nuove tensioni nel commercio globale, crea rischi concreti: dazi e misure protezionistiche potrebbero frenare le esportazioni e interrompere le catene di approvvigionamento. Le imprese più colpite saranno quelle PMI maggiormente legate ai mercati internazionali”. LEGGI TUTTO

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    Ucraina, Trump perde la pazienza: nuovo ultimatum a Putin

    (Teleborsa) – Donald Trump perde la pazienza e – a sorpresa – annuncia la riduzione da 50 a 10-12 giorni, a partire da subito, l’ultimatum lanciato alla Russia per arrivare alla pace con l’Ucraina prima di ricorrere a sanzioni secondarie contro Mosca e i suoi partner.”Sono deluso da Putin”, ha affermato il presidente americano, sottolineando di non essere più interessato a parlare con il suo omologo russo.”Grazie al presidente Trump per essere rimasto fermo e aver trasmesso un chiaro messaggio di pace attraverso la forza”, ha reagito subito sui social il consigliere presidenziale ucraino Andriy Yermak. “Quando l’America guida con forza, gli altri ci pensano due volte”, ha aggiunto.Intanto, l’ex presidente russo Dmitry Medvedev evoca addirittura lo spettro di un possibile scontro militare tra Russia e America. “La Russia non è Israele e nemmeno l’Iran”, ha scritto su X Medvedev, attuale vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale. “Ogni nuovo ultimatum di Trump è una minaccia e un passo verso la guerra, non tra la Russia e l’Ucraina, ma con il suo stesso Paese”, ha aggiunto. Per poi concludere con un invito al tycoon a non incamminarsi “sulla strada di Sleepy Joe”. Cioè l’ex presidente Usa Joe Biden, così chiamato dal suo successore. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, sindaco di Taranto Bitetti si dimette

    (Teleborsa) – Nuovo colpo di scena nella vicenda ex Ilva mentre si attende l’incontro conclusivo sull’accordo di programma di giovedì 31 luglio e l’incontro calendarizzato per questa mattina al MIMIT sull’indotto. Il sindaco di Taranto Piero Bitetti ha annunciato le sue dimisisoni, dopo esser stato contestato da cittadini e associazioni in seguito ad un incontro con movimenti e comitati sulla vicenda ex Ilva. L’incontro si è tenuto in vista del Consiglio comunale monotematico del 30 luglio, che deve discutere dell’accordo sulla decarbonizzazione dell’impianto tarantino ed in attesa dell’incontro al MIMIT del 31 luglio finalizzato a recepire la posizione degli Enti locali sull’accordo di programma.Nella lettera di dimissioni, Bitetti parla di “inagibilità politica”, denunciando atteggiamenti ritenuti minacciosi da parte di alcuni attivisti. LEGGI TUTTO