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    Eclissi di sole, Terna: “Gestita in piena sicurezza. Nessun impatto per sistema elettrico italiano”

    (Teleborsa) – “Terna, grazie anche al coordinamento con gli altri operatori di rete europei, ha gestito in piena sicurezza e garantito in tempo reale la continuità del servizio elettrico nazionale durante l’eclissi di sole di questa mattina”. È quanto fa sapere Terna in una nota in riferimento all’evento astronomico che ha coinvolto prevalentemente i Paesi nordici e baltici e parte dell’Europa continentale, inclusa l’Italia, interessando complessivamente circa 13 GW di produzione solare.A seguito di accurate analisi svolte in questi mesi in stretto coordinamento con Entso-E, l’associazione dei gestori di rete europei, Terna ha fatto sapere di aver programmato e messo in atto una serie di contromisure che hanno consentito di limitare gli impatti dell’eclissi solare sul sistema elettrico interconnesso, derivanti dalla repentina riduzione della generazione da fonte fotovoltaica. Questo ha consentito al gestore della rete di trasmissione nazionale di fronteggiare il fenomeno naturale senza ripercussioni su imprese e cittadini, garantendo la piena sicurezza dell’esercizio elettrico.Nello specifico, la società guidata da Stefano Donnarumma – evidenzia la nota – ha garantito un accurato monitoraggio dell’evento nelle sale operative del Dispacciamento, il Centro Nazionale di Controllo e la Sala Market Operation, da dove i tecnici altamente qualificati e specializzati della società gestiscono 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, i flussi di energia elettrica sui circa 75 mila km di linee in alta e altissima tensione presenti su tutto il territorio italiano e le interconnessioni con l’estero. Per l’intera durata del fenomeno naturale, le sale operative di Terna hanno predisposto e dispiegato, in sinergia e collaborazione anche con gli altri gestori europei, tutte le misure necessarie a garantire che l’eclissi non avesse effetti critici sul sistema elettrico italiano, anche facendo ricorso ad adeguati approvvigionamenti di risorse nel mercato dei servizi di dispacciamento.L’eclissi del 25 ottobre, che ha interessato l’emisfero boreale del pianeta e vaste aree dell’Europa continentale tra le ore 10:50 e le ore 15:00, ha oscurato nei Paesi sudorientali fino al 52% del disco solare visibile dal nostro continente e una parte non trascurabile – circa il 19,6% – di quello osservabile dall’Italia tra le 11:18 e le 13:30. A livello europeo, l’impatto dell’eclissi è stato maggiore sulle produzioni fotovoltaiche di Germania, Turchia e Italia: complessivamente ha ridotto fino a un massimo di circa 13 GW la generazione fotovoltaica sul sistema elettrico interconnesso dell’Europa continentale, in linea con le previsioni formulate dai gestori delle reti elettriche.Benché si tratti di un fenomeno conosciuto e prevedibile con largo anticipo, l’eclissi di sole – spiega Terna – necessita di misure operative coordinate a livello europeo e di un attento monitoraggio per il suo potenziale impatto sui sistemi elettrici, dovuto sostanzialmente alla repentina riduzione di produzione fotovoltaica. Infatti, durante l’eclissi il fenomeno di oscuramento solare avviene con una rapidità maggiore rispetto al tempo in cui normalmente il sole sorge all’alba e scompare al tramonto, e richiede, pertanto, l’adozione di azioni condivise e coordinate. Inoltre, bisogna considerare il notevole aumento delle fonti rinnovabili installate in Europa in questi anni, con la capacità installata fotovoltaica di fatto raddoppiata in poco tempo e che attualmente è pari a circa 160 GW.Fondamentale per la gestione in sicurezza del sistema elettrico interconnesso dell’Europa continentale è stato il coordinamento tra tutti gli operatori di rete, con task force dedicate, azioni preparatorie e specifiche attività operative concertate in ambito Entso-E: dal rafforzamento del personale tecnico specializzato nelle sale di controllo, alla predisposizione di piani ad hoc per l’approvvigionamento dei servizi di dispacciamento. LEGGI TUTTO

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    Energia, non-paper: modello iberico applicato a UE aumenta flussi verso altri paesi

    (Teleborsa) – Estendere a tutta l’Unione europea il modello iberico per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia “aumenterebbe i flussi di energia elettrica sovvenzionata verso i paesi extra UE, […] aggravando la già difficile situazione per quanto riguarda la sicurezza dell’approvvigionamento del gas”. Lo si legge in un non-paper (documento non ufficiale) fatto circolare dalla Commissione europea tra i 27 ministri UE dell’Energia e riportato dal Times. Il documento, che è oggetto di discussione nella riunione dei ministri dell’Energia dell’UE, riassume l’analisi costi-benefici di una possibile introduzione a livello europeo del meccanismo di sovvenzione iberico (la cosiddetta eccezione iberica). Lo schema è un’alternativa al price cap per il gas utilizzato per la produzione di energia elettrica, ed è stato sperimentato in Spagna e Portogallo dall’estate.L’introduzione del modello iberico a livello europeo “produrrebbe un beneficio netto di circa 13 miliardi di euro” e “i benefici della misura deriverebbero dal fatto che il sussidio viene erogato solo alle centrali elettriche a gas, ma la conseguente riduzione del prezzo di compensazione all’ingrosso riduce allo stesso tempo i ricavi dei generatori inframarginali, che non ricevono il sussidio”. Questo andrebbe ad affiancarsi ai “70 miliardi di euro del tetto inframarginale” stimati dalla Commissione UE.Invece di ridurre il consumo e la dipendenza dell’UE dal gas, il sussidio aumenterebbe anche il consumo europeo tra cinque e nove miliardi di metri cubi. “Se tali maggiori flussi di energia non vengono affrontati, porterebbero a un aumento della produzione di energia nell’UE utilizzando impianti a gas”, afferma il documento.”Questi effetti possono verificarsi in relazione a un certo numero di partner commerciali dell’UE, ma è probabile che siano più significativi per quanto riguarda il Regno Unito e la Svizzera”, viene aggiunto, sottolineando che “tali esportazioni ridurrebbero anche i benefici finanziari netti della misura, poiché i sussidi pagati nell’UE ridurrebbero sostanzialmente i prezzi dell’energia per i consumatori non UE”. LEGGI TUTTO

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    Energia, Sbarra: “Abbiamo davanti mesi complicati”

    (Teleborsa) – “Abbiamo davanti mesi complicati e difficili. L’escalation dei prezzi energetici, l’aumento dei beni alimentari, la difficoltà per molte imprese a recuperare materie prime, l’inflazione al 10% ed il rischio di una nuova recessione nei prossimi mesi impone la saldatura di investimenti e di interventi forti dalla dimensione nazionale a quella regionale e territoriale”. Così Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, oggi a Pordenone ad un incontro della Cisl Fvg e Veneto.”Ecco perché pensiamo che vada immediatamente recuperato anche con il nuovo governo un dialogo e un confronto per tenere insieme le due grandi sfide che abbiamo davanti, governare l’emergenza, uscire da questa condizione di difficoltà e costruire con la condivisione e la partecipazione una rinnovata fase di concertazione, un progetto di medio-lungo periodo che faccia leva sulla crescita, sul rilancio degli investimenti pubblici e privati, sul recupero di produttività con un intervento forte sulle persone. ha aggiunto Sbarra -, Formazione, crescita delle competenze, politiche attive sono la condizione oggi necessaria al mercato del lavoro. “Siamo dentro questa fase complessa e difficile di transizione digitale, ambientale, ecologica e industriale, e servono forti investimenti sul terreno dell’innovazione e delle tecnologie, con un grande impegno in modo particolare sul capitale umano”. Il leader della Cisl ha poi aggiunto che “noi dobbiamo agganciare alla transizione digitale e ambientale una transizione sociale: ogni euro investito sulle tecnologie deve andare di pari passo ad un altro euro che noi investiamo sulle persone. In questo modo teniamo insieme investimenti pubblici e privati con una propensione a migliorare le condizioni di attrattività dei nostri territori”. LEGGI TUTTO

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    Eni e Plenitude non hanno chiesto garanzie SACE su margin call

    (Teleborsa) – Eni ha comunicato che “né Eni, né Plenitude hanno fatto domanda o usufruito di garanzie SACE legate al versamento delle margin call”. La precisazione è arrivata dopo un articolo de Il Sole 24 Ore pubblicato ieri con il titolo “Energia, utility in fila da Sace per la garanzia sui contratti derivati”.”Eni tiene a precisare inoltre di non avere in essere alcuna criticità legata alla gestione delle margin call”, ha aggiunto il Cane a sei zampe nella precisazione al giornale. LEGGI TUTTO

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    Energia, riscaldamenti: vademecum ENEA con misure taglia-consumi

    (Teleborsa) – Arriva da Enea il vademecum Indicazioni essenziali per una corretta impostazione degli impianti di riscaldamento a gas, che ha lo scopo di agevolare l’attuazione delle misure di contenimento dei consumi di metano per il riscaldamento domestico sulla base del recente decreto del Ministero della Transizione Ecologica (n. 383 del 6 ottobre 2022).”La prima parte del manuale – spiega Ilaria Bertini, direttrice del dipartimento Enea di Efficienza Energetica – richiama le prescrizioni legislative dettate dal ministero e illustra al cittadino i principali sistemi di gestione degli impianti di riscaldamento di tipo domestico. La seconda, invece, fornisce indicazioni pratiche per la regolazione degli impianti nelle abitazioni, in base ai dispositivi di regolazione e controllo installati”.La guida, che gli amministratori di condominio dovranno distribuire ai condòmini, contiene istruzioni operative su accensione e spegnimento degli impianti di riscaldamento a inizio e fine stagione, sulla regolazione della temperatura dell’acqua calda sanitaria e di mandata degli impianti per settare la temperatura interna delle abitazioni a un massimo di 19°C, salvo eccezioni.Le misure di risparmio previste dal decreto prevedono per la stagione invernale 2022-2023 nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici (un’ora in meno di accensione al giorno, stagione ridotta di 15 giorni) e la riduzione di un grado delle temperature. Queste nuove regole si applicano a tutti i sistemi di riscaldamento alimentati a gas naturale, ad esclusione delle utenze più sensibili come ospedali, case di cura per anziani, scuole, asili nido, ecc. Enea ha calcolato che queste misure amministrative, se attuate dall’80% delle famiglie italiane, possono comportare un risparmio nazionale di 2,7 miliardi di mc di metano e circa 180 euro mediamente in meno all’anno in bolletta per utenza.Il vademecum fornisce istruzioni anche sui corretti comportamenti quotidiani, disciplinando espressamente modalità e tempi per garantire il necessario ricambio d’aria negli ambienti climatizzati. “Rinnovare l’aria che respiriamo permette di eliminare batteri e sostanze inquinanti. Tuttavia, per cambiare l’aria in un’abitazione è sufficiente mantenere aperte le finestre per pochi minuti, più volte al giorno, preferibilmente durante le ore più calde e quando il riscaldamento non è in funzione” aggiunge Bertini, che sottolinea come sia importante anche mantenere il giusto livello di umidità nell’ambiente installando un termoigrometro. “Al di sotto del 40% di umidità in casa – conclude Bertini – il clima diventa troppo secco e batteri e i virus trovano un ambiente favorevole alla prolificazione, favorendo malattie respiratorie. Al di sopra del 70%, invece, si forma condensa sulle parti fredde dell’edificio, come le pareti perimetrali e le finestre, che può portare alla formazione di muffe e conseguenti allergie”. Con l’avvio della stagione dei riscaldamenti, che quest’anno inizia il 22 ottobre in oltre la metà degli 8 mila comuni italiani, Enea propone anche 10 regole pratiche per scaldare al meglio le abitazioni, risparmiare in bolletta e salvaguardare l’ambiente abbattendo le emissioni di CO2. La corretta manutenzione degli impianti è la regola numero uno, non solo in termini di minor consumo di gas ma anche di sicurezza e attenzione all’ambiente. Prima di riaccendere i riscaldamenti è importante eliminare l’aria presente nei tubi ed effettuare una buona pulizia dei radiatori per rimuovere i depositi che possono essersi accumulati durante la stagione estiva. Inoltre, è importante ricordare che ogni grado in più in casa rispetto al massimo di 19°C consentiti comporta un aumento del consumo fino al 10% tenendo presente anche che la temperatura sale di 1-2°C dopo che una persona permane 30 minuti all’interno di una stanza. Altro suggerimento importante è fare un check-up energetico del proprio appartamento, affidandosi a tecnici qualificati per la valutazione dello stato di isolamento termico di pareti e finestre e dell’efficienza degli impianti di riscaldamento. La diagnosi consente di individuare eventuali interventi di miglioramento che possono abbattere i costi anche fino al 40%. LEGGI TUTTO

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    Price cup a metà, versione soft e minaccia “falchi”: gli scenari

    (Teleborsa) – Alla fine, il price cap è arrivato, seppur in una versione decisamente soft: è stata la Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, nella giornata di ieri, a mettere il sigillo sul nuovo piano della Commissione sull’energia, imprimendo una svolta alla strategia di Bruxelles sul gas: più vincoli agli Stati membri e alla volatilità dei prezzi, più solidarietà in caso di carenze delle forniture e la prospettiva di un indice di riferimento che faccia da contraltare al tanto criticato Ttf.Ma la partita è tutt’altro che chiusa: sul price cap dinamico i ‘falchi’ del Nord non cedono. E la prospettiva di un nuovo scontro al vertice europeo del 20 e 21 ottobre è una possibilità piuttosto concreta. E’ la stessa Presidente von der Leyen nella conferenza stampa organizzata dopo l’ok al piano del collegio dei commissari, a seminare prudenza: Palazzo Berlaymont, ha spiegato, attenderà prima che al Consiglio europeo ci sarà un accordo di principio sul cap e poi entrerà nel dettaglio della misura.Nelle linee generali il corridoio dinamico si applicherà solo a certe condizioni per prevenire picchi estremi sui mercati spot Ttf. Potrà essere attivato per un massimo di tre mesi. Poi, entro la prossima primavera l’Ue proverà ad archiviare la questione con un nuovo indice di riferimento che vada ad affiancarsi a quello di Amsterdam. Ma il ‘cap’ è solo una delle misure varate dalla Commissione, che rende obbligatori gli acquisti comuni di gas per almeno il 15% del volume totale e mette sul tavolo regole predefinite che per la solidarietà tra Paesi membri in caso di carenza di gas.Bruxelles si è mossa su tre direttrici per arginare le pressioni sui prezzi e agevolare gli approvvigionamenti di gas per l’accumulo di scorte adeguate da parte dei Paesi membri: acquisti congiunti minimi obbligatori dei Paesi a livello Ue sull’energia, interventi sugli indici dei prezzi volti a limitare la volatilità, fissando “limiti dinamici” o meccanismi di controllo sui prezzi e, infine, regole minime di solidarietà tra Stati in caso di penurie di approvvigionamento.E se , come ha sottolineato von der Leyen, sulla piattaforma comune e sulla domanda aggregata di gas, tra i 27, si vede “un ampio sostegno”, così come per un ulteriore taglio ai consumi – questa volta obbligatorio – in caso di emergenza, le note dolenti arrivano proprio sul price cap e a Bruxelles ci si limita ad augurarsi una condivisione dei leader. Infatti, in parallelo alla riunione dei Rappresentanti dei 27 e al Consiglio Affari Generali a Lussemburgo, il piano della Commissione scricchiola subito. Incontrando le “riserve” e lo “scetticismo” di Germania e Olanda, ma anche – spiegano fonti europee – di Austria, Danimarca, Ungheria e Irlanda. Al momento l’invito ad esplorare un cap dinamico è messo nero su bianco nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo ma i ‘falchi’ puntano a toglierlo. Dall’altro lato, i favorevoli ad un price cap (i 15 della lettera in cui lo chiesero per iscritto, Francia e Italia inclusi, con la possibile aggiunta di Cipro ) spingono per un riferimento più chiaro nel testo. Da qui a giovedì la partita è aperta e il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, nella sua lettera d’invito, si appella ai governi affinchè tutelino “l’interesse collettivo”. LEGGI TUTTO

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    Gas, Gazprom: stoccaggi Ue non garantiscono autunno-inverno

    (Teleborsa) – Dal 1 gennaio al 15 ottobre 2022, secondo i dati preliminari, le esportazioni di gas effettuate da Gazprom verso i paesi non CSI ammontano a 89,3 miliardi di metri cubi, il 41,4% in meno (63 miliardi di metri cubi) rispetto allo stesso periodo del 2021. Così la società su Telegram. Gazprom ha prodotto 327,4 miliardi di metri cubi di gas, si tratta del 18% (72 miliardi di metri cubi) in meno rispetto allo scorso anno.La domanda di gas della società dal sistema di trasporto del gas nel mercato domestico in questo periodo è diminuita del 5,2%(di 9,5 miliardi di metri cubi). Gazprom fornisce gas “secondo gli ordini confermati”, precisa.Quanto alle esportazioni di gas di Gazprom verso la Cina, attraverso il gasdotto Power of Siberia nell’ambito di un contratto bilaterale a lungo termine tra Gazprom e CNPC- China National Petroleum Corporation, “stanno crescendo”. “Le consegne vanno regolarmente oltre le quantità contrattuali giornaliere”, precisa Gazprom.Nelle strutture di stoccaggio di gas sotterranee (Underground Gas Storages- UGS) dell’Ucraina al 15 ottobre sono stati accumulati 14,3 miliardi di metri cubi di gas, a fronte dei 19 miliardi di metri cubi necessari per l’inverno, sostiene la società russa. “In Ucraina ammettono che esiste solo una possibilità teorica per riempire gli impianti di stoccaggio, ma non ce n’è una pratica”, afferma ancora Gazprom. “Le riserve massime degli impianti di stoccaggio di gas nei grandi paesi europei non garantiscono un passaggio affidabile del prossimo autunno-inverno”, prosegue Gazprom. “Secondo Gas Infrastructure Europe, al 15 ottobre le riserve di gas negli UGSF in Europa sono state reintegrate di 66 miliardi di metri cubi”, scrive Gazprom, “per raggiungere il livello di riempimento delle strutture di stoccaggio di gas sotterranee dell’inizio della stagione di ritiro 2019/2020, le aziende dovranno pompare altri 6,4 miliardi di metri cubi di gas. LEGGI TUTTO

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    A2A e Margherita, accordo per riorganizzazione gruppo Daunia Wind

    (Teleborsa) – A2A, multiservizi quotata su Euronext Milan, e Margherita, società dedicata alla realizzazione e gestione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, hanno sottoscritto un accordo per la riorganizzazione del gruppo facente capo a Daunia Wind, società partecipata paritariamente da entrambe e che gestisce un portafoglio di parchi eolici in Italia con una potenza complessiva di 312 MW. L’operazione fa seguito all’acquisizione da parte di A2A, in data 7 giugno 2022, di portafogli eolici e fotovoltaici di Ardian.Con questa operazione, A2A verrà a detenere la proprietà e il controllo esclusivi delle società Daunia Calvello e Daunia Serracapriola (e dei relativi impianti eolici, aventi una potenza complessiva di 83 MW), mentre Margherita verrà a detenere la proprietà e il controllo esclusivi di Daunia Wind e delle altre società dalla stessa controllate diverse da Daunia Calvello e Daunia Serracapriola.La riorganizzazione sarà realizzata sulla base di valori in linea con quelli dell’operazione con Ardian e comporterà la scissione a favore di A2A delle partecipazioni detenute da Daunia Wind in Daunia Calvello e Daunia Serracapriola e di disponibilità liquide di Daunia Wind per un importo di 50 milioni di euro. La partecipazione in Daunia Wind che rimarrà in capo ad A2A ad esito della scissione sarà ceduta a Margherita per un corrispettivo di 61,22 milioni di euro. LEGGI TUTTO