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    Sanità pubblica, Gimbe: “Emergenza del paese: crisi del personale, frattura nord-sud, spesa famiglie +10,3%”

    (Teleborsa) – “Il Rapporto che la Fondazione GIMBE pubblica periodicamente rappresenta un prezioso spaccato di analisi sulle condizioni e i problemi della sanità in Italia. L’edizione di quest’anno, dedicata alle criticità del sistema sanitario, acquisisce un interesse particolare, ponendosi come sollecitazione all’applicazione dei principi di universalità e uguaglianza sanciti dalla Costituzione. Il Servizio Sanitario Nazionale costituisce, infatti, una risorsa preziosa ed è pilastro essenziale per la tutela del diritto alla salute, nella sua duplice accezione di fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. La sua efficienza è frutto, naturalmente, delle risorse dedicate e dei modelli organizzativi applicati, responsabilità, quest’ultima, affidata alle Regioni. Per garantire livelli sempre più elevati di qualità nella prevenzione, nella cura e nell’assistenza, è necessaria la costante adozione di misure sinergiche da parte di tutti gli attori coinvolti”. È quanto afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato in occasione della presentazione – presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica – del settimo Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN).”Dati, narrative e sondaggi di popolazione – esordisce Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – dimostrano che oggi la vera emergenza del Paese è il Servizio Sanitario Nazionale”. Un divario della spesa sanitaria pubblica pro capite di 889 euro rispetto alla media dei paesi OCSE membri dell’Unione Europea, con un gap complessivo che sfiora i 52,4 miliardi di euro; la crisi motivazionale del personale che abbandona il SSN; il boom della spesa a carico delle famiglie (+10,3%); quasi 4,5 milioni di persone che nel 2023 hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni per motivi economici; le inaccettabili diseguaglianze regionali e territoriali; la migrazione sanitaria e i disagi quotidiani sui tempi di attesa e sui pronto soccorso affollati “dimostrano – continua Cartabellotta – che la tenuta del SSN è prossima al punto di non ritorno, che i princìpi fondanti di universalismo, equità e uguaglianza sono stati ormai traditi e che si sta lentamente sgretolando il diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare per le fasce socio-economiche più deboli, gli anziani e i fragili, chi vive nel Mezzogiorno e nelle aree interne e disagiate”.Definanziamento cronico – “La grave crisi di sostenibilità del SSN – afferma Cartabellotta – è frutto anzitutto del definanziamento attuato negli ultimi 15 anni da tutti i Governi, che hanno sempre visto nella spesa sanitaria un costo da tagliare ripetutamente e non una priorità su cui investire in maniera costante: hanno scelto di ridurre il perimetro della tutela pubblica per aumentare i sussidi individuali, con l’obiettivo di mantenere il consenso elettorale, ignorando deliberatamente che qualche decina di euro in più in busta paga non compensano certo le centinaia di euro da sborsare per un accertamento diagnostico o una visita specialistica”. Il Fabbisogno Sanitario Nazionale (FSN) dal 2010 al 2024 è aumentato complessivamente di 28,4 miliardi di euro, in media 2 miliardi di euro per anno, ma con trend molto diversi. Nel periodo pre-pandemico (2010-2019) alla sanità pubblica sono stati sottratti oltre 37 miliardi di euro tra “tagli” per il risanamento della finanza pubblica e minori risorse assegnate rispetto ai livelli programmati. Negli anni 2020-2022 il FSN è aumentato di ben 11,6 miliardi di euro, una cifra tuttavia interamente assorbita dai costi della pandemia COVID-19, che non ha permesso un rafforzamento strutturale del SSN né consentito alle Regioni di mantenere in ordine i bilanci. Per gli anni 2023-2024 il FSN è aumentato di 8.653 milioni di euro: tuttavia, nel 2023 1.400 milioni di euro sono stati assorbiti dalla copertura dei maggiori costi energetici e dal 2024 oltre 2.400 milioni di euro sono destinati ai doverosi rinnovi contrattuali del personale. Le previsioni per il prossimo futuro non lasciano intravedere alcun rilancio del finanziamento pubblico per la sanità: infatti, secondo il Piano Strutturale di Bilancio deliberato lo scorso 27 settembre in Consiglio dei Ministri, il rapporto spesa sanitaria/PIL si riduce dal 6,3% nel 2024-2025 al 6,2% nel 2026-2027. A fronte di una crescita media annua del PIL nominale del 2,8%, nel triennio 2025-2027 il Piano Strutturale di Bilancio stima una crescita media della spesa sanitaria del 2,3% annuo. “Questi dati – spiega Cartabellotta – confermano il continuo e progressivo definanziamento del SSN che non tiene conto dell’emergenza sanità e prosegue ostinatamente nella stessa direzione dei Governi precedenti”.Crescita del peso sulle famiglie – Rispetto al 2022, nel 2023 i dati ISTAT documentano che l’aumento della spesa sanitaria totale (+ 4.286 milioni di euro) è stato sostenuto esclusivamente dalle famiglie come spesa diretta (+3.806 milioni di euro) o tramite fondi sanitari e assicurazioni (+553 milioni di euro), vista la sostanziale stabilità della spesa pubblica (-73 milioni di euro). “Le persone – spiega Cartabellotta – sono costrette a pagare di tasca propria un numero crescente di prestazioni sanitarie, con pesanti ripercussioni sui bilanci familiari. Una situazione in continuo peggioramento, che rischia di lasciare l’universalismo del SSN solo sulla carta, visto che l’accesso alle prestazioni è sempre più legato alla possibilità di sostenere personalmente le spese o di disporre di un fondo sanitario o una polizza assicurativa. Che, in ogni caso, non potranno mai garantire nemmeno ai più abbienti una copertura totale come quella offerta dal SSN”. La spesa out-of-pocket – ovvero quella pagata direttamente dai cittadini – che nel periodo 2021-2022 ha registrato un incremento medio annuo dell’1,6% (+5.326 di euro in 10 anni), nel 2023 si è impennata aumentando del 10,3% (+3.806 milioni di euro) in un solo anno. “Una cifra enorme – commenta il Cartabellotta – e largamente sottostimata, in quanto arginata da vari fenomeni: la limitazione delle spese per la salute, l’indisponibilità economica temporanea e, soprattutto, la rinuncia alle cure”. Infatti, secondo l’ISTAT nel 2023 4,48 milioni di persone hanno rinunciato a visite specialistiche o esami diagnostici pur avendone bisogno, per uno o più motivi: lunghi tempi di attesa, difficoltà di accesso (struttura lontana, mancanza di trasporti, orari scomodi), problemi economici (impossibilità di pagare, costo eccessivo). E per motivi economici nel 2023 hanno rinunciato alle cure quasi 2,5 milioni di persone (4,2% della popolazione), quasi 600mila in più dell’anno precedente.Crolla la spesa per la prevenzione – Rispetto al 2022, nel 2023 la spesa per i “Servizi per la prevenzione delle malattie” si riduce di ben 1.933 milioni di euro (-18,6%). “Tenendo conto che la prevenzione – commenta Cartabellotta – è la “sorella povera” del SSN, al quale viene allocato circa il 6% del finanziamento pubblico, tale riduzione rappresenta un’ulteriore spia del sotto-finanziamento che, inevitabilmente, costringe Regioni e Aziende sanitarie a sottrarre risorse ad un settore sì fondamentale, ma considerato differibile. Ma tagliare oggi sulla prevenzione avrà un costo altissimo in termini di salute negli anni a venire, documentando la miopia di queste scelte di breve periodo”.Crisi del personale sanitario – “La sanità pubblica – commenta Cartabellotta – sta sperimentando una crisi del personale sanitario senza precedenti: inizialmente dovuta al definanziamento del SSN e ad errori di programmazione, oggi, dopo la pandemia, è aggravata da una crescente frustrazione e disaffezione per il SSN. Turni massacranti, burnout, basse retribuzioni, prospettive di carriera limitate ed escalation dei casi di violenza stanno demolendo la motivazione e la passione dei professionisti, portando la situazione verso il punto del non ritorno”. I dati raccolti da organizzazioni sindacali e di categoria documentano infatti il progressivo abbandono del SSN: secondo la Fondazione ONAOSI, tra il 2019 e il 2022 il SSN ha perso oltre 11mila medici per licenziamenti o conclusione di contratti a tempo determinato e ANAAO-Assomed stima ulteriori 2.564 abbandoni nel primo semestre 2023. L’Italia dispone complessivamente di 4,2 medici ogni mille abitanti, un dato superiore alla media OCSE (3,7), ma sta sperimentando il progressivo abbandono del SSN e carenze selettive: oltre ai medici di famiglia, alcune specialità mediche fondamentali non sono più attrattive per i giovani medici, che disertano le specializzazioni in medicina d’emergenza-urgenza, medicina nucleare, medicina e cure palliative, patologia clinica e biochimica clinica, microbiologia, e radioterapia. “Ma la vera crisi – continua Cartabellotta – riguarda il personale infermieristico: nonostante i crescenti bisogni, anche per la riforma dell’assistenza territoriale, il numero di infermieri è largamente insufficiente e, soprattutto, le iscrizioni al Corso di Laurea sono in continuo calo, con sempre meno laureati”. Con 6,5 infermieri ogni mille abitanti, l’Italia è ben al di sotto della media OCSE (9,8), collocandosi tra i paesi europei con il più basso rapporto infermieri/medici (1,5 a fronte di una media europea di 2,4). Inoltre, nel 2022 i laureati in Scienze Infermieristiche sono stati appena 16,4 per 100mila abitanti, rispetto ad una media OCSE di 44,9, lasciando l’Italia in coda alla classifica prima solo del Lussemburgo e della Colombia. Per l’Anno Accademico 2024-2025 sono state presentate 21.250 domande per il Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche a fronte di 20.435 posti, un dato che dimostra la mancata attrattività di questa professione.Livelli Essenziali di Assistenza e divario Nord-Sud – Rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) – le prestazioni e i servizi che il SSN è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket – nel 2022 solo 13 Regioni rispettano gli standard essenziali di cura, con un ulteriore aumento del divario Nord-Sud: Puglia e Basilicata sono le uniche Regioni promosse al Sud, ma comunque in posizioni di coda. “Siamo di fronte – commenta Cartabellotta – ad una vera e propria frattura strutturale Nord-Sud nell’esigibilità del diritto alla tutela della salute. A questo quadro si aggiunge la legge sull’autonomia differenziata, che affonderà definitivamente la sanità del Mezzogiorno, assestando il colpo di grazia al SSN e innescando un disastro sanitario, economico e sociale senza precedenti che avrà conseguenze devastanti per milioni di persone”.Mobilità sanitaria e conseguenze economiche – Anche la mobilità sanitaria evidenzia la forte capacità attrattiva delle Regioni del Nord, con i residenti delle Regioni del Centro-Sud spesso costretti a spostarsi in cerca di cure migliori. In particolare nel decennio 2012-2021 le Regioni del Mezzogiorno hanno accumulato un saldo negativo pari a 10,96 miliardi di euro. “L’aumento della migrazione sanitaria ha effetti economici devastanti non solo sulle famiglie – aggiunge Cartabellotta – ma anche sui bilanci delle Regioni del Mezzogiorno, che risultano ulteriormente impoverite”.Stato di avanzamento del PNRR – Al 30 giugno 2024 sono stati raggiunti i target europei che condizionano il pagamento delle rate all’Italia. “Tuttavia, effettuata la “messa a terra” dei progetti – spiega Cartabellotta – la loro attuazione già risente delle diseguaglianze regionali, in particolare tra Nord e Sud del Paese”. I risultati preliminari del quarto Monitoraggio Agenas sul DM 77/2022 documentano che, al 30 giugno 2024 sono stati dichiarati attivi dalle Regioni il 19% delle Case di Comunità (268 su 1.421), il 59% delle Centrali Operative Territoriali (362 su 611) e il 13% degli Ospedali di Comunità (56 su 429), con ritardi particolarmente marcati nel Mezzogiorno. Il target intermedio sulla percentuale di over 65 in assistenza domiciliare è stato raggiunto a livello nazionale e in tutte le Regioni tranne che in tre Regioni del Sud. Al 31 luglio 2024 sono stati realizzati il 52% dei posti letto di terapia intensiva e il 50% di quelli di terapia sub-intensiva, con nette differenze regionali. “La Missione Salute del PNRR – chiosa Cartabellotta – è una grande opportunità, che rischia di essere vanificata se non integrata in un piano di rafforzamento complessivo della sanità pubblica: non può e non deve diventare una costosa “stampella” per sorreggere un SSN claudicante. Peraltro, la legge sull’autonomia differenziata va “in direzione ostinata e contraria” agli obiettivi dell’intero PNRR che prevedono di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali. Così facendo, non solo si tradiscono le finalità del PNRR, ma si indebitano le future generazioni per aggravare ulteriormente le disparità nell’accesso alle cure tra Nord e Sud”.”Perdere il SSN – conclude Cartabellotta – non significa solo compromettere la salute delle persone, ma soprattutto mortificarne la dignità e ridurre le loro capacità di realizzare ambizioni e obiettivi. È per questo che la Fondazione GIMBE ha aggiornato il Piano di Rilancio del SSN: un programma chiaro in 13 punti che prescrive la terapia necessaria a salvare il nostro SSN “malato”. Un piano che ha come bussola l’articolo 32 della Costituzione e il rispetto dei princìpi fondanti del SSN e mette nero su bianco le azioni indispensabili per potenziarlo con risorse adeguate, riforme coraggiose e una radicale e moderna riorganizzazione. Per attuare questo piano, la Fondazione GIMBE invoca un nuovo patto politico e sociale, che superi divisioni ideologiche e avvicendamenti dei Governi, riconoscendo nel SSN un pilastro della nostra democrazia, uno strumento di coesione sociale e un motore per lo sviluppo economico dell’Italia. Un patto che chiede ai cittadini di diventare utenti informati e responsabili, consapevoli del valore del SSN, e a tutti gli attori della sanità di rinunciare ai privilegi acquisiti per salvaguardare il bene comune”. LEGGI TUTTO

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    Sage Therapeutics interrompe lo sviluppo del farmaco per l’Alzheimer

    (Teleborsa) – Sage Therapeutics, azienda biofarmaceutica statunitense impegnata nello sviluppo di nuove terapie con il potenziale di trasformare la vita delle persone affette da disturbi debilitanti del cervello, ha annunciato che interromperà lo sviluppo del suo farmaco sperimentale per il morbo di Alzheimer, in quanto non ha raggiunto l’obiettivo principale in uno studio di fase intermedia.Nello studio di fase 2 LIGHTWAVE, dalzanemdor (SAGE-718) non ha dimostrato una differenza statisticamente significativa rispetto al baseline nei partecipanti trattati con dalzanemdor rispetto al placebo sull’endpoint primario, si legge in una nota. Dalzanemdor è stato generalmente ben tollerato e non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza.”La malattia di Alzheimer è una condizione incredibilmente complessa e devastante e le persone con lieve compromissione cognitiva e demenza lieve correlate necessitano di più opzioni di trattamento – ha affermato Barry Greene, CEO di Sage Therapeutics – Sebbene siamo delusi dai risultati dello studio LIGHTWAVE, siamo grati ai partecipanti, ai ricercatori, ai partner di assistenza, ai sostenitori dei pazienti e alla comunità dell’Alzheimer che hanno contribuito a rendere possibile questa importante ricerca. Ci auguriamo che il nostro lavoro e queste scoperte aiutino a informare la ricerca futura”. LEGGI TUTTO

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    Aumento di 5 euro sulle sigarette: proposta per sostenere il SSN

    (Teleborsa) – L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), insieme alla Fondazione Aiom e Panorama della Sanità, ha lanciato la campagna #SOStenereSSN, chiedendo di aumentare di 5 euro il prezzo dei pacchetti di sigarette. L’iniziativa, presentata in Senato, mira a disincentivare il fumo e raccogliere fino a 13,8 miliardi di euro per finanziare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), destinando parte dei fondi a campagne informative sui rischi del tabagismo.La vicepresidente del Senato, Maria Domenica Castellone, ha annunciato che presenterà emendamenti in tal senso nella prossima legge di bilancio. “Ho presentato un emendamento per aumentare il costo delle sigarette e dei prodotti da fumo, come già accade in altri Paesi. Potremmo così generare oltre 13 miliardi di euro di entrate da investire nel potenziamento del SSN e in campagne di sensibilizzazione sui rischi del fumo, rivolte soprattutto ai giovani. La tutela della salute è sancita dalla nostra Costituzione, e dobbiamo fare tutto il possibile affinché essa venga rispettata”.”Chiediamo alle istituzioni di approvare una tassa di scopo. L’obiettivo – ha spiegato Francesco Perrone, presidente di Aiom – è ridurre il consumo di tabacco e generare ulteriori risorse per finanziare il Servizio Sanitario Nazionale. Il fumo non è solo la principale causa di tumori al polmone, ma contribuisce anche a molte altre neoplasie, nonché a malattie cardiovascolari e respiratorie”. Il sostegno è arrivato anche dal Partito Democratico, con la senatrice Beatrice Lorenzin e Marina Sereni che hanno sottolineato la necessità di una strategia trasversale a favore della salute pubblica.Secondo le stime dell’Aiom, in Italia, l’abitudine al fumo è responsabile di oltre 93.000 morti ogni anno, con costi sociali pari a più di 26 miliardi di euro, e il 90% dei tumori al polmone è legato al consumo di sigarette, con quasi 40mila nuovi casi ogni anno. Inoltre, il 62% degli italiani, compresi molti fumatori, si è detto favorevole a un aumento del prezzo delle sigarette per finanziare il SSN e sostenere la ricerca.La campagna #SOStenereSSN mira non solo a finanziare il SSN attraverso una tassa sulle sigarette, ma anche a sensibilizzare cittadini e istituzioni sui gravi danni causati dal fumo. La campagna prevede la creazione di un sito web dedicato, un opuscolo informativo e uno spot pubblicitario, con la partecipazione di istituzioni e testimonial. L’iniziativa ha già ottenuto il supporto di organizzazioni come Airc, l’Istituto Mario Negri, Cittadinanzattiva e Alleanza Contro il Cancro. Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom, ha ricordato che “negli ultimi anni si è registrata una lieve riduzione del numero di fumatori, interrotta da un aumento durante la pandemia. Le campagne anti-fumo hanno avuto un impatto positivo, ma l’incidenza e la mortalità del tumore al polmone restano elevate. È fondamentale attivare campagne per sensibilizzare la popolazione sui benefici di stili di vita sani e sull’urgenza di abbandonare l’abitudine al fumo”.L’aumento del prezzo delle sigarette sarebbe poi in linea con i costi già previsti in altri Paesi europei, come la Francia, dove un pacchetto arriva a costare 12 euro. In Italia, invece, il prezzo medio è tra i più bassi in Europa, intorno ai 6 euro. La proposta di una “tassa di scopo” potrebbe ridurre il consumo di tabacco, migliorare la salute pubblica e generare risorse per il sistema sanitario, che si trova a fronteggiare costi elevati legati al trattamento delle patologie causate dal fumo. LEGGI TUTTO

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    RiminiWellness, IEG: dal 29 maggio al 1 giugno l’edizione 2025

    (Teleborsa) – L’evento manifesto su scala internazionale per la promozione dei sani stili di vita e del benessere in movimento “RiminiWellness”, tornerà dal 29 maggio al 1 giugno alla Fiera e sulla Riviera di Rimini. Queste le date della 19esima edizione della manifestazione organizzata da IEG Italian Exhibition Group , palcoscenico di innovazione, business e formazione per la community di appassionati, sportivi e professionisti del fitness, benessere e sana alimentazione.Dopo l’edizione record del 2024, che ha portato la manifestazione a chiudere con oltre 100mila visite, il raddoppio del numero delle presenze straniere e delegazioni professionali provenienti da 25 Paesi, RiminiWellness – fa sapere IEG in una nota – guarda al 2025 con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la dimensione internazionale e professionale, grazie allo sviluppo di progetti e contenuti mirati a divulgare la cultura del benessere, della salute e della longevità. Una proposta che coinvolge il pubblico consumer, che a RiminiWellness ha l’occasione di scoprire i trend dell’allenamento con le discipline e le competizioni sportive più innovative e di tendenza per lo stare in forma. E allo stesso tempo riunisce tutta la community dei professionisti, grazie alla presenza di aziende e brand di riferimento globale per la produzione e distribuzione di attrezzature fitness, innovazione tecnologica di settore, abbigliamento sportivo, alimentazione e nutrizione.Anche nella prossima edizione RiminiWellness sarà aggregatore delle principali istituzioni, associazioni di categoria, organizzazioni pubbliche e private, centri di ricerca e istituti universitari, per costituire un polo europeo di formazione, aggiornamento e approfondimento teorico e pratico specialistico per gli operatori e i professionisti del benessere fisico e mentale.Una quattro giorni di sport e salute che si estende dagli oltre 190mila mq, tra aree indoor e outdoor del quartiere fieristico di Rimini, alla Riviera grazie allo sviluppo dei contenuti fuori fiera organizzati in collaborazione con il Comune di Rimini . Oltre 240 gli eventi promossi nell’ultima edizione, che hanno portato un territorio ad alta vocazione sportiva e dall’alta capacità ricettiva a essere meta per migliaia di sportivi e appassionati da tutto il mondo. Una città, Rimini, entrata lo scorso agosto nella “Rete italiana Città Sane”, iniziativa promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e che, grazie all’appuntamento di RiminiWellness, diventa sempre più la wellness destination degli amanti del fitness e del benessere, italiani e stranieri. LEGGI TUTTO

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    USA, FTC cita in giudizio grandi gestori di farmacie per prezzi elevati dell’insulina

    (Teleborsa) – La Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti ha intentato un’azione legale contro i tre maggiori gestori di farmacie (prescription drug benefit managers, PBMs) – Caremark, ESI e OptumRx – per aver adottato pratiche anticoncorrenziali e di sconti sleali che hanno gonfiato artificialmente il prezzo di listino dei farmaci insulinici, ostacolato l’accesso dei pazienti a prodotti con prezzi di listino più bassi e trasferito il costo degli elevati prezzi di listino dell’insulina a pazienti vulnerabili.Il reclamo amministrativo della FTC sostiene che Caremark di CVS Health, ESI di Cigna e Optum di United Health Group, e i rispettivi GPO (group purchasing organizations) hanno abusato del loro potere economico manipolando la concorrenza nella filiera farmaceutica a loro favore, costringendo i pazienti a pagare di più per farmaci salvavita. Secondo il reclamo, questi PBM, noti come Big Three, insieme somministrano circa l’80% di tutte le prescrizioni negli Stati Uniti.La FTC sostiene che i tre PBM hanno creato un perverso sistema di rimborso dei farmaci che dà priorità agli alti rimborsi dei produttori di farmaci, portando a prezzi di listino dell’insulina artificialmente gonfiati. La denuncia sostiene che anche quando sono diventate disponibili insuline a prezzo di listino più basso che avrebbero potuto essere più accessibili per i pazienti vulnerabili, i PBM le hanno sistematicamente escluse a favore di prodotti insulinici a prezzo di listino elevato e fortemente scontati. Queste strategie hanno permesso ai PBM e ai GPO di riempirsi le tasche mentre alcuni pazienti sono costretti a pagare costi più elevati di tasca propria per i farmaci insulinici, sostiene la denuncia della FTC.”Milioni di americani con diabete hanno bisogno di insulina per sopravvivere, eppure per molti di questi pazienti vulnerabili i costi dei farmaci insulinici sono saliti alle stelle negli ultimi dieci anni grazie in parte ai potenti PBM e alla loro avidità – ha affermato Rahul Rao, vicedirettore del Bureau of Competition della FTC – Caremark, ESI e Optum, in qualità di custodi dei farmaci, hanno estratto milioni di dollari dalle spalle dei pazienti che hanno bisogno di farmaci salvavita”.I farmaci insulinici erano una volta più accessibili, spiega la FTC. Nel 1999, il prezzo medio di listino di Humalog, un farmaco insulinico di marca prodotto da Eli Lilly, era di soli 21 dollari. Tuttavia, la denuncia sostiene che la strategia di ricerca del rimborso delle PBM ha portato a prezzi di listino alle stelle per i farmaci insulinici. Entro il 2017, il prezzo di listino di Humalog è salito a più di 274 dollari, un aumento sbalorditivo di oltre il 1.200%. Mentre gli intervistati PBM hanno incassato miliardi di rimborsi e commissioni associate secondo la denuncia, entro il 2019 uno su quattro pazienti insulinici non era in grado di permettersi i propri farmaci. LEGGI TUTTO

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    GSK risolve due cause legali in California relative al farmaco Zantac

    (Teleborsa) – La società farmaceutica britannica GSK ha raggiunto due accordi riservati nei casi presentati presso la Corte dello Stato della California con John Russell per risolvere il suo caso di cancro alla vescica e con Annette Hughes per risolvere il suo caso di cancro al colon-retto. Il caso riguarda il farmaco contro il bruciore di stomaco Zantac, che non è più in commercio.GSK non ammette alcuna responsabilità in nessuno dei due accordi. I casi saranno ora archiviati per quanto riguarda GSK.Dal 2019, in seguito ai 16 studi epidemiologici che hanno esaminato i dati umani in merito all’uso della ranitidina, il consenso scientifico è che non ci sono prove coerenti o affidabili che la ranitidina aumenti il ??rischio di cancro, sottolinea GSK, aggiungendo che continuerà a difendersi vigorosamente e a gestire questa causa nel migliore interesse dell’azienda e degli azionisti. LEGGI TUTTO

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    DiaSorin lancia test per diagnosticare la polmonite da pneumococco

    (Teleborsa) – DiaSorin, multinazionale italiana attiva nel campo della diagnostica inclusa nel FTSE MIB, ha lanciato il nuovo test immunodiagnostico LIAISON S. pneumoniae Antigen in tutti i paesi che accettano la marcatura CE come ausilio alla diagnosi dell’infezione da polmonite pneumococcica, una polmonite severa acquisita in comunità (CAP).Lo Streptococcus pneumoniae provoca diversi tipi di infezioni cliniche acute, invasive e non invasive, ed è il patogeno rilevato più frequentemente nella CAP. La polmonite pneumococcica è accompagnata da batteriemia nel 10-30% dei casi e la sua incidenza è maggiore nei soggetti anziani con comorbidità e nei bambini. La determinazione dell’eziologia pneumococcica in una fase precoce della CAP consente ai medici di somministrare una terapia mirata ai patogeni responsabili dell’infezione, riducendo la prescrizione dei trattamenti antibiotici ad ampio spettro.Il test LIAISON S. pneumoniae Ag – si legge in una nota – è il primo test sul mercato che permette la rilevazione qualitativa automatizzata dell’antigene dello Streptococcus pneumoniae in campioni di urina di pazienti adulti con sospetta polmonite, fornendo un’identificazione precisa dell’infezione da polmonite pneumococcica. “Il lancio di questo nuovo test conferma il nostro posizionamento di player di specialità, in grado di fornire soluzioni innovative e ad alto valore clinico – ha commentato Chen Even, Chief Commercial Officer di Diasorin – Siamo fiduciosi che il nuovo test saprà contribuire a discriminare i fattori eziologici nella grave polmonite acquisita in comunità, garantendo un più ampio processo decisionale nella somministrazione e gestione degli antibiotici”.(Foto: © Anawat Sudchanham/123RF) LEGGI TUTTO

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    Commissione UE autorizza vaccino mRNA contro virus respiratorio sinciziale

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha autorizzato il vaccino mRNA “mResvia”, per immunizzare gli adulti di età superiore ai 60 anni contro le malattie delle basse vie respiratorie, causate dall’infezione da virus respiratorio sinciziale (RSV). Il VRS è un virus respiratorio comune, solitamente con sintomi lievi, ma con potenziali gravi conseguenze per le persone vulnerabili, compresi gli anziani.”La vaccinazione salva vite – ha commentato la Commissaria per la Salute e la Sicurezza Alimentare, Stella Kyriakides – In un’Unione Europea della Salute forte, siamo determinati a garantire che tutti abbiano accesso alla protezione di cui hanno bisogno contro gravi malattie. Questa approvazione del primo vaccino mRNA contro il VRS mostra chiaramente l’importanza dell’innovazione quando si tratta di proteggere la salute dei nostri cittadini”.L’autorizzazione di mResvia arriva prima della stagione autunnale/invernale, quando le infezioni respiratorie come il VRS tendono a raggiungere il picco in tutta l’UE. Fa seguito a una valutazione scientifica positiva da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) nel giugno 2024. Ora spetta alle autorità nazionali di ogni Stato membro decidere se e come utilizzeranno il vaccino, in linea con i loro piani di vaccinazione nazionali.mResvia, sviluppato da Moderna, è il primo vaccino mRNA ad essere autorizzato nell’UE per una malattia diversa dal COVID-19. Altri vaccini contro il virus respiratorio sinciziale sono stati autorizzati dalla Commissione nel 2023, per proteggere i gruppi vulnerabili, compresi i neonati. LEGGI TUTTO