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    Pfizer e BioNTech in rialzo dopo accordo con USA per dosi a Paesi poveri

    (Teleborsa) – Salgono le quotazioni di Pfizer e BioNTech, dopo che le due società hanno stretto un accordo con il presidente USA Joe Biden per la donazione di mezzo miliardo di dosi del vaccino prodotto congiuntamente a 92 Paesi a basso e medio reddito e all’Unione africana. La Casa Bianca ha descritto l’operazione come “un’azione storica che aiuterà a potenziare la lotta globale contro la pandemia”.I vaccini inizieranno a essere consegnati ad agosto 2021. 200 milioni di dosi saranno consegnate entro la fine di quest’anno e i restanti 300 milioni saranno consegnati nella prima metà del 2022. Gli Stati Uniti assegneranno queste dosi alle nazioni a basso e medio reddito in tutto il mondo, lavorando attraverso l’iniziativa COVAX.Si muove al rialzo Pfizer, che si attesta a 40,48, con un aumento dell’1,67%. Operativamente le attese sono per un proseguimento della giornata in senso positivo con resistenza vista a quota 40,76 e successiva a 41,48. Supporto a 40,04.Buona la performance di Biontech, che si attesta a 245,5 con un aumento dell’1,68%. A livello operativo si prevede un proseguimento della seduta all’insegna del toro con resistenza vista a quota 249,3 e successiva a 258,6. Supporto a 240,1. LEGGI TUTTO

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    IoT, Antitrust UE preoccupato da potere Google, Amazon e Apple nel settore

    (Teleborsa) – I principali fornitori di assistenti vocali – Amazon con Alexa, Google con Google Assistant e Apple con Siri – sono sempre più popolari e le loro applicazioni sono l’interfaccia utente più utilizzata per accedere a dispositivi intelligenti e servizi IoT consumer nell’Unione europea. Ciò potrebbe creare problemi alla concorrenza nel settore. È quanto segnalato dai risultati preliminari dell’indagine settoriale sulla concorrenza nei mercati dei prodotti e servizi relativi all’Internet degli oggetti (IoT) condotta dalla Commissione europea.”Quando abbiamo avviato questa indagine settoriale, avevamo espresso preoccupazione per il fatto che sussisteva il rischio che emergessero in questo settore i cosiddetti controllori dell’accesso (“gatekeepers”) – ha commentato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione UE e responsabile della politica di concorrenz – Ed eravamo preoccupati che potessero utilizzare il loro potere per danneggiare la concorrenza, a scapito delle imprese in via di sviluppo e dei consumatori”.”Dai primi risultati pubblicati oggi emerge che le nostre preoccupazioni sono condivise da molti operatori del settore – ha aggiunto – Ed è necessaria una concorrenza leale per valorizzare al meglio il grande potenziale dell’Internet degli oggetti per la vita quotidiana dei consumatori. Poiché questa analisi confluirà nei nostri futuri interventi di esecuzione e regolamentazione, attendiamo con interesse di ricevere nei prossimi mesi ulteriori riscontri da parte di tutti i portatori di interessi”.Nel corso dell’indagine, la Commissione ha raccolto informazioni da oltre 200 imprese di diverse dimensioni. La maggior parte dei rispondenti ha indicato nel costo degli investimenti nelle tecnologie e nella situazione concorrenziale i principali ostacoli all’ingresso o all’espansione nel settore. Per quanto concerne la situazione concorrenziale, un gran numero di rispondenti ha segnalato difficoltà a competere con imprese integrate verticalmente che hanno costruito i propri ecosistemi all’interno e all’esterno del settore dell’Internet degli oggetti di consumo (ad esempio Google, Amazon e Apple). Queste imprese determinano i processi per integrare i dispositivi e i servizi intelligenti e mobili in un sistema di Internet degli oggetti di consumo, dal momento che forniscono i sistemi operativi dei dispositivi mobili più comuni e i principali assistenti vocali. LEGGI TUTTO

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    Gaia-X arriva in Italia, al via strategia europea per rilanciare il digitale

    (Teleborsa) – L’Italia si porta in prima linea, con Francia e Germania, nella battaglia della “data economy” dell’Europa “contro” Usa e Cina. Gaia-X, il cloud federato, basato su criteri e standard comuni di gestione dei dati e dei servizi, avrà un hub regionale nel nostro Paese coordinato da Confindustria e sostenuto, anche finanziariamente, dal Governo. A dare il “kick off” oggi il Presidente degli industriali Carlo Bonomi e il Ministro per l’Innovazione Vittorio Colao.”Gaia-X è un progetto molto ambizioso, con enormi potenzialità di sviluppo ed è un grande progetto Paese rivolto alle imprese di tutti i settori produttivi, alla P.A. e ai centri di ricerca, a tutti i soggetti che possono essere interessati allo sviluppo del cloud e all’utilizzo dei dati”, ha detto il Presidente di Confindustria in occasione dell’Italian Regional Hub – Kick-off Meeting “Il Progetto europeo e il ruolo dell’Italia per lo sviluppo di Gaia-X Italia”, promosso da Confindustria e Gaia-X. Secondo Bonomi “è un progetto Paese ma ha un valore strategico per l’Europa” perchè “vuole gettare le basi per lo sviluppo di un’economia europea dei dati”.Di progetto “essenziale per aumentare la competitività dell’Italia e dell’Europa tutta nei confronti di altri Paesi”, ha parlato il Ministro per l’Innovazione e la transizione digitale, Vittorio Colao sottolineando che “oggi per l’Italia è una giornata importante”. Nel corso del convegno dedicato al progetto di cluod europeo Gaia X, di cui fanno parte 261 membri, ha sottolineato che il nostro Paese “entra in qualcosa di importante. Noi come Governo ci impegniamo a dare sostegno anche finanziario ai migliori progetti e mi aspetto che riceveremo input dall’ hub italiano di Gaia x che tradurremo in norme per sostenere l’intervento. Implementeremo il piano di Recovery, il PNRR per il polo strategico nazionale, il cloud a giurisdizione italiana con una collaborazione pubblico privato”. In particolare, il Ministro si aspetta dal mondo imprenditoriale: “che l’hub italiano dia un contributo forte alla formazione degli standard europei. Dobbiamo fare un deciso passo in avanti come Europa e Itala per creare una vera industria italiana e questo può portare anche a consolidamenti”. Inoltre il Ministro ha sottolineato come debba esserci una “forte cooperazione tra imprese di tutte le dimensioni e un forte coinvolgimento del mondo accademico. Ci aspettiamo tanti progetti, che nei modi e nei tempi che decideremo, finanzieremo. Oggi è un giorno importante per Italia ed Europa e noi ci impegneremo con il PNRR. Gaia X è essenziale per la competitività del Paese e dell’Europa nei confronti di altri Paesi”.”Nasce oggi l’hub regionale italiano per il cloud europeo Gaia X che contribuirà alla digitalizzazione del Paese”. Lo ha sottolineato il vicepresidente di Confindustria con delega al Digitale, Luigi Gubitosi. “Vogliamo essere un grande contributore. Come Italia ci sentiamo che possiamo dare un grande contributo”, ha detto sottolineando che oggi “è un bel giorno per il mondo digitale che ha potenzialmente un grande futuro. Gaia X si inserisce in un momento particolare per il digitale nel nostro Paese. Guardando ai vari piani di recovery in giro per il mondo, se guardiamo la percentuale che viene allocata al digitale nelle sue varie forme – ha spiegato il manager – abbiamo il piano di più digitale del mondo. L’Italia che non è storicamente un paese forte nella gestione del dato, ha comunque tutte le carte in regola per recuperare in fretta e diventare un paese di punta del settore. Gaia X si inserisce in questo senso”, ha detto Gubitosi. Il digitale, più in generale, “è un elemento fondamentale per il progresso del nostro paese e certamente tutto il mondo digitale non deluderà le aspettative che si sono create”. (Foto: Bethany Drouin) LEGGI TUTTO

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    Open Innovation, Olivetti con Tim Wcap: parte oggi la Olivetti IoT Challenge

    (Teleborsa) – Olivetti e Tim Wcap hanno lanciato un’iniziativa comune nell’ambito dell’Internet of Things: parte oggi infatti la Olivetti IoT Challenge, una call globale realizzata con il supporto di Mind the Bridge. L’iniziativa, promossa da Olivetti, digital farm per l’IoT del gruppo Tim, ha l’obiettivo di coinvolgere le migliori startup, PMI e scaleup nazionali e internazionali per individuare le più innovative soluzioni tecnologiche da integrare nel business secondo le logiche di Open Innovation. A partire da oggi fino al 30 giugno, si potranno presentare, attraverso la piattaforma di Tim Wcap, progetti innovativi riguardanti i seguenti ambiti: Industry, Retail, Urban. Le proposte saranno valutate da una giuria composta da manager ed esperti che individueranno i progetti migliori: i vincitori avranno la possibilità di sviluppare il proprio progetto sulle piattaforme IoT di Olivetti.”Il mondo dell’IoT e dei relativi Smart Service richiede competenze distintive per creare ecosistemi di soluzioni grazie anche alla realizzazione di partnership, joint venture o acquisizioni di altri player tecnologici – ha dichiarato Roberto Tundo, amministratore delegato di Olivetti – In questo contesto Olivetti IoT Challenge rappresenta un’opportunità per individuare realtà imprenditoriali di eccellenza a livello nazionale e internazionale, in coerenza con i valori fondanti del nostro percorso”. “Con questa iniziativa – ha affermato Carlo Tursi, responsabile Business Development di Tim e amministratore delegato di Tim Venture – Tim conferma, attraverso Tim Wcap, la costante collaborazione con il mondo delle startup, PMI e scaleup per favorire nuove opportunità in risposta alle esigenze di sviluppo del business del gruppo. Crediamo fortemente che queste realtà imprenditoriali, grazie all’innovazione, possano fornire un importante contributo per la crescita all’interno e all’esterno del nostro gruppo”. LEGGI TUTTO

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    Covid, team scienziati italiani propone piante “biofabbrica” per produrre vaccini e anticorpi

    (Teleborsa) – Usare le piante come “biofabbriche” per produrre vaccini, anticorpi e prodotti diagnostici contro il Covid, con l’obiettivo di soddisfare la domanda nazionale in modo rapido, efficace e a costi contenuti. Questa la proposta che arriva da un team di ricercatori di Enea, Università di Verona e Viterbo, Cnr e Iss.L’iniziativa – spiega Enea in una nota – prevede l’utilizzo del Plant Molecular Farming, una piattaforma innovativa ma robusta e già utilizzata in altri Paesi per ottenere biofarmaci. Il progetto è descritto nello studio “Plant Molecular Farming as a Strategy Against Covid-19 – The Italian Perspective”, pubblicato sulla rivista internazionale “Frontiers in Plant Science”. I ricercatori si focalizzano, in particolare, sulla possibilità di realizzare nel nostro Paese strutture per produrre in pianta le biomolecole necessarie per lo screening diagnostico di massa, l’immunoterapia passiva e la vaccinazione, da utilizzare non solo per il Covid, ma anche per eventuali future nuove pandemie.”Le simulazioni effettuate – sottolineano i ricercatori Enea – confermano che il Plant Molecular Farming potrebbe integrare efficacemente i metodi di produzione tradizionali e per soddisfare l’intera domanda italiana di bioterapeutici (vaccini, anticorpi) e diagnostici basterebbe una serra di 12.500 metri quadri o un impianto di agricoltura verticale (vertical farming) di soli 2.000 metri quadri”.Sul fronte costi, le stime effettuate evidenziano che la realizzazione di tali strutture richiederebbe un investimento iniziale notevolmente inferiore rispetto a quello necessario per gli impianti produttivi tradizionali basati su biofermentatori per cellule di insetto o di mammifero.Tra gli esempi di farmaci realizzati grazie alla tecnologia del Plant Molecular Farming, vi è un vaccino per l’influenza stagionale basato su particelle simil-virali (VLP, virus-like particles, particelle che mimano il virus ma innocue perché prive di capacità infettive) attualmente in via di commercializzazione da parte di un’azienda canadese, che ha anche avviato la sperimentazione clinica di un vaccino contro il Covid. LEGGI TUTTO

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    BEI, Europa indietro in investimenti sul 5G. Usare fondi Recovery

    (Teleborsa) – L’innovazione nel campo del 5G, la quinta generazione di connessioni destinata a impattare numerosi campi della vita umana, è un motore chiave per promuovere la competitività, l’innovazione e la crescita delle economie europee, assicurando al contempo un’autonomia digitale strategica dell’Europa. Il Vecchio Continente è però indietro nel campo rispetto agli Stati Uniti, in particolar modo per le applicazioni sviluppate dalle PMI, secondo un nuovo rapporto congiunto della Banca europea per gli investimenti (BEI) e dell’Unione europea.Il quadro che emerge dalla ricerca è quello di un significativo deficit di finanziamento tra Europa e Stati Uniti per l’ecosistema dell’innovazione a 5G: il Vecchio Continente investe tra 4,6 e 6,6 miliardi di euro in meno all’anno. Questo gap di investimenti rischia di far restare l’Europa indietro nella corsa alla leadership del 5G e di essere un freno alla ripresa dalla pandemia, sottolineano le istituzioni europee.È quindi di fondamentale importanza per l’Europa aumentare in modo significativo gli investimenti nell’ecosistema 5G. Lo studio suggerisce, in particolare, che l’aumento degli investimenti nelle fasi iniziali e di crescita delle startup digitali sarà la chiave per l’ulteriore sviluppo e l’adozione delle tecnologie 5G. Suggerendo di usare i fondi del Recovery plan anche per questo scopo, BEI e Commissione UE fanno notare che gli investimenti del settore pubblico saranno più efficaci se supportati da una strategia condivisa per il mercato unico, promuovendo omogeneità e standard uguali in tutto il continente.Un ulteriore focus è sulla mancanza di fondi per le PMI che sviluppano applicazioni della tecnologia 5G. Il rapporto stima che in Europa ci sia un gap di finanziamento tra 4,6 miliardi e 6,6 miliardi di euro all’anno per quelle PMI che hanno modelli di business focalizzati sul 5G. “Le imprese più piccole in particolare trarranno vantaggio dalla transizione alla tecnologia 5G – ha affermato Teresa Czerwinska, vicepresidente della BEI responsabile per innovazione e digitale – Dobbiamo sfruttare l’agilità e la creatività delle imprese più piccole, per assicurarci che l’Europa non perda le vaste possibilità e i nuovi percorsi di crescita che il 5G ha da offrire”. LEGGI TUTTO

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    IA, un mondo un crescita: vale 300 milioni in Italia

    (Teleborsa) – Vale 300 milioni in Italia nel 2020 il mercato dell’intelligenza artificiale, dato in crescita del 15% rispetto al 2019. E’ quanto emerge dalla ricerca dell’osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano. Secondo gli analisti il 77% del mercato è generato da imprese italiane che hanno speso 230 milioni di euro; il 23% è export digitale di progetti (i restanti 70 milioni). A trainare la spesa la componente dei software, che vale il 62% del mercato, i servizi valgono il 38%, marginale la componente hardware.La maggior parte degli investimenti è dedicata ai progetti di Intelligent Data Processing (33%), algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati, mentre le iniziative che sono cresciute di più in termini di risorse sono chatbot e virtual assistant (10%, +28%). I problemi di budget dovuti alla pandemia da Covid-19 sono stati una barriera alla diffusione di soluzioni di AI (indicata dal 35% delle aziende), ma queste sono ormai presenti nel 53% delle imprese medio-grandi italiane e sono cresciute le realta’ che hanno in corso progetti pienamente operativi, passate dal 20% del 2019 all’attuale 40%.”La crisi sanitaria non ha fermato l’innovazione e la crescita del mercato dell’Artificial Intelligence – dice Alessandro Piva, direttore dell’osservatorio Artificial Intelligence – ma ne ha sicuramente orientato l’attenzione su alcune tipologie di progetti, accelerando le iniziative di Forecasting (stima della domanda), Anomaly Detection (individuazione di frodi online), Object Detection (come il riconoscimento dei DPI nelle immagini) e ancora di più di Chatbot e i Virtual Assistant”.I risultati del 2020, ha aggiunto Nicola Gatti, direttore dell’osservatorio Artificial Intelligence, permettono “di guardare al 2021 con ottimismo, come positivi sono gli sforzi a livello europeo per definire delle linee guida che regolamentino lo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale. La Commissione Europea – ha ricordato – ha pubblicato un white paper che ha posto le basi per la tutela dei diritti dei consumatori, mentre il Parlamento Europeo ha adottato tre risoluzioni che riguardano gli aspetti etici, il tema della responsabilità civile e i diritti di proprietà intellettuale relativi a robotica e AI. Non atti vincolanti, ma è una prima presa di coscienza”, conclude Gatti,Un altro dato interessante. Secondo quanto rileva lo studio, l’intelligenza artificiale, è nota a quasi tutti i consumatori italiani: il 94% ne ha sentito parlare almeno una volta e la maggioranza ne ha una concezione corretta, legata all’automazione di specifici compiti (65%), alla guida di veicoli senza l’intervento umano (60%), all’interazione fra uomo e macchina (58%) e al ragionamento logico (40%). LEGGI TUTTO