3 Maggio 2022

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    Carburanti, Unc: speculazione su 25 aprile e 1 maggio

    (Teleborsa) – “Una speculazione bella e buona. Figuriamoci se dal 25 aprile al 1 maggio i prezzi dei carburanti scendevano. Come al solito ci si è approfitta di 2 giorni festivi di spostamenti maggiori per intascare più soldi. Questa volta, però, è veramente intollerabile visto il livello di partenza dei prezzi, che per il gasolio, nonostante il taglio delle accise del Governo, non è mai sceso sotto i rincari scattati dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina”. È quanto afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Se secondo i dati di oggi del Mite, – prosegue Dona – la benzina in modalità self service è a 1,778 euro al litro, un prezzo inferiore a quello della rilevazione del 24 gennaio, quando era pari a 1,779 euro al litro, il gasolio è a 1,791 a euro al litro, un prezzo ancora superiore a quello del 28 febbraio, dopo l’inizio della guerra, quando era a 1,740 euro. Da quando è stata invasa l’Ucraina il 24 febbraio, un litro di benzina, nonostante il taglio di 30,5 cent del Governo, costa solo 7 cent in meno (7,166 cent), con un calo di appena il 3,9%, pari a soli 3 euro e 58 cent per un pieno da 50 litri, mentre un litro di gasolio è addirittura maggiore di quasi 7 cent (+6,876 cent), con un rialzo percentuale del 4%, pari a 3 euro e 44 cent a rifornimento. Tutti i carburanti, poi, sono molto più cari rispetto all’inizio dell’anno. La benzina è salita del 3,4%, pari a 2 euro e 93 cent per un pieno di 50 litri, 70 euro su base annua, il gasolio è aumentato del 13%, 10 euro e 29 cent a rifornimento, equivalenti a 247 euro annui. Ecco perché speravamo che ieri il Governo riducesse ulteriormente le accise. Inoltre – conclude Dona – servono urgenti modifiche legislative per bloccare queste intollerabili speculazioni, proposte che abbiamo fatto in Senato come osservazioni al ddl sulla concorrenza ma che il Parlamento e il Governo non hanno accolto, come la definizione di prezzo anomalo e l’ampliamento delle definizioni di pratica commerciale scorretta, per dare nuovi strumenti all’Antitrust”. (Foto: David ROUMANET / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Guerra, energia e sanzioni: le parole di Draghi a Strasburgo

    (Teleborsa) – “Sono davvero felice di essere qui, nel cuore della democrazia europea. Voglio prima di tutto rendere omaggio alla memoria di David Sassoli, che ha presieduto il Parlamento Europeo in anni difficilissimi. Durante la pandemia, il Parlamento ha continuato a riunirsi, discutere, decidere, a testimonianza della sua vitalità istituzionale e della guida di Sassoli che non ha mai smesso di lavorare a quello che definì nel suo ultimo discorso al Consiglio Europeo, un nuovo progetto di speranza per ‘un’Europa che innova, che protegge, che illumina’.Lo ha detto il Premier Mario Draghi ha esordito nel suo primo discorso da premier di fronte all’Europarlamento sottolineando che “la guerra in Ucraina pone l’Unione Europea davanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica”.”L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia – ha ribadito Draghi – ha rimesso in discussione la più grande conquista dell’Unione Europea: la pace nel nostro continente”. “Una pace basata sul rispetto dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica; sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati”. “Dobbiamo sostenere l’Ucraina, il suo governo e il suo popolo, come il Presidente Zelensky ha chiesto e continua a chiedere di fare. In una guerra di aggressione non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste”.”L’Italia, come Paese fondatore dell’Unione Europea, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica”.”La guerra in Ucraina – ha evidenziato ancora il Presidente del Consiglio – ha mostrato la profonda vulnerabilità di molti dei nostri Paesi nei confronti di Mosca. L’Italia è uno degli Stati membri più esposti”. “Una simile dipendenza energetica è imprudente dal punto di vista economico, e pericolosa dal punto di vista geopolitico. L’Italia intende prendere tutte le decisioni necessarie a difendere la propria sicurezza e quella dell’Europa. Abbiamo appoggiato le sanzioni che l’Ue ha deciso di imporre nei confronti della Russia, anche quelle nel settore energetico. Continueremo a farlo con la stessa convinzione in futuro”. “In Italia, nei primi 4 mesi di quest’anno, il prezzo dell’elettricità è quadruplicato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un impatto durissimo sull’economia”. “L’Italia, da sola, ha speso circa 30 miliardi di euro quest’anno”. Ma “il problema è sistemico e va risolto con soluzioni strutturali, che spezzino il legame tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità. Il problema del costo dell’energia sarà al centro del prossimo Consiglio Europeo. C’è bisogno di decisioni forti e immediate”.”Le istituzioni europee che i nostri predecessori hanno costruito negli scorsi decenni hanno servito bene i cittadini europei, ma sono inadeguate per la realtà che ci si manifesta oggi davanti”. “Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso: dall’economia, all’energia, alla sicurezza. Se ciò richiede l’inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia”, ha aggiunto.”La piena integrazione dei Paesi che manifestano aspirazioni europee – ha detto Draghi – non rappresenta una minaccia per la tenuta del progetto europeo. È parte della sua realizzazione. L’Italia sostiene l’apertura immediata dei negoziati di adesione con l’Albania e con la Macedonia del Nord, in linea con la decisione assunta dal Consiglio Europeo nel marzo 2020. Vogliamo dare nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, e assicurare la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo favorevoli all’ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l’Ucraina nell’UE”.”Se l’Italia è favorevole all’embargo su tutte le energie fossili? Abbiamo appoggiato le sanzioni Ue” e “continueremo a farlo anche in futuro. Bisogna” però anche “darsi da fare per rendersi indipendenti. Noi lo abbiamo fatto e continueremo a farlo”. LEGGI TUTTO

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    INWIT, Ferigo: sostenibilità è uno degli abilitatori del piano industriale

    (Teleborsa) – “Il 2021 ci ha visto consolidare e rafforzare il cammino verso la creazione di un business sostenibile, avviato a settembre 2020. La sostenibilità rappresenta uno degli abilitatori del nostro piano industriale e il forum di oggi è ormai un appuntamento imprescindibile nel percorso di coinvolgimento dei nostri interlocutori, consapevoli che le relazioni con gli azionisti e gli altri stakeholder sono parte integrante di una gestione responsabile e sostenibile del business e sono fondamentali nel processo di creazione di valore per l’azienda”. Lo ha affermato Giovanni Ferigo, AD di INWIT, in occasione del secondo Stakeholder Forum di INWIT.Al Forum hanno partecipato: Giovanni Ferigo, AD di INWIT, Laura Cavatorta, Presidente Comitato Sostenibilità INWIT e comitato ESG SNAM, Daniela Bernacchi, Segretario Generale UN Global Compact Network Italia, Paola Mascaro, Presidente Valore D e Michelangelo Suigo, Direttore External Relations, Communication & Sustainability di INWIT. La società, quotata su Euronext Milan e attiva nel settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni elettroniche, ha aggiornato il Piano di Sostenibilità 2022-2024 nel CdA del 24 febbraio 2022 e, in seguito, ha pubblicato il secondo Report Integrato. LEGGI TUTTO

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    Agricoltura, ENEA: “Nuova tecnologia smart contro le invasioni di specie esotiche dannose”

    (Teleborsa) – A causa del riscaldamento climatico nuove aree di Europa, Asia e America potrebbero diventare ambienti favorevoli, entro pochi anni, alla diffusione di insetti dannosi per l’agricoltura, come la tignola del pomodoro (Tuta absoluta), in grado di colpire le coltivazioni di pomodoro, patata e melanzana. Uno studio internazionale realizzato nell’ambito del progetto europeo MED-GOLD coordinato da Enea e pubblicato su Biological Invasions ha messo in campo una tecnologia resa disponibile grazie a una lunga collaborazione tra l’Agenzia e l’Università della California a Berkeley per prevedere il potenziale invasivo in Europa e in Nord Africa ma anche in aree non ancora colpite dalla tignola del pomodoro, come Stati Uniti d’America e Messico. Rispetto alla comune correlazione statistica tra presenza di una specie e clima osservato nella stessa località (il metodo più usato per stimare il rischio da specie invasive), la tecnologia utilizzata da Enea in questo studio proietta la biologia stessa delle specie nel clima futuro, consentendo sia una maggiore affidabilità dei risultati sia la possibilità di valutare anche eventuali strategie di controllo e di eradicazione a livello territoriale.”Abbiamo utilizzato modelli demografici basati sulla fisiologia che simulano la dinamica di popolazione di questi insetti in relazione agli scenari di cambiamento climatico e alle condizioni meteorologiche, compresi gli effetti di umidità e radiazione solare sulle temperature microclimatiche sperimentate dalle larve e dalle pupe all’interno della foglia”, spiega Luigi Ponti, ricercatore del Laboratorio Enea di Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari, tra gli autori dello studio.La tignola del pomodoro è una specie subtropicale originaria del Sud America, in particolare del Perù, dove è stata inizialmente identificata ad oltre 3mila metri di altitudine. Il suo potenziale invasivo non è stato identificato fino a quando non ha raggiunto la Spagna nel 2006, percorrendo, in pochi anni, circa 4mila chilometri e raggiungendo ogni angolo del bacino del Mediterraneo, per poi espandersi a livello globale, dove ha causato anche problemi di sicurezza alimentare. In dieci anni Tuta absoluta è arrivata a colpire il 60% della superficie mondiale di coltivazione del pomodoro, che comprende sei tra i dieci principali Paesi produttori (India, Turchia, Egitto, Iran, Italia e Spagna). Di recente ha invaso anche il primo produttore mondiale, la Cina, risparmiando per il momento Usa e Messico che sono rispettivamente il quarto e il nono produttore a livello mondiale. “All’inizio nel 2006, i dati relativi alla ‘biologia termica’ di Tuta absoluta erano disponibili solo per temperature superiori ai 12 °C. Solo dopo l’invasione dell’Europa centrale, avvenuta nel 2015, – prosegue Ponti – gli studi sono stati ampliati al di sotto di quella soglia. Ma solo nel 2019 è stato evidenziato come Tuta absoluta possa sopravvivere a temperature sottozero, cosa che conferisce a questa specie un potenziale invasivo molto elevato e purtroppo sottovalutato. Infatti, studi condotti per oltre un decennio dopo il primo ritrovamento della specie in Europa nel 2006, basati su dati parziali, avevano identificato solo l’area costiera dell’Europa meridionale come ambiente favorevole al dilagare di questo parassita. Da qui la necessità di mettere in campo nuovi strumenti di studio che superassero i limiti dei tradizionali modelli che impiegano ‘solo’ i dati relativi alla presenza o all’assenza del parassita per trovare le correlazioni con il clima e prevedere così il potenziale invasivo. Abbiamo ottenuto risultati straordinari: per effetto del riscaldamento climatico, secondo le nostre previsioni, al 2040 questo insetto si espanderà in modo considerevole verso nord e verso est in Europa, fino ad arrivare a zone dell’Eurasia ancora indenni; mentre Nord Africa e Medio Oriente diventeranno sempre di più luoghi inospitali a causa delle alte temperature. Infatti, abbiamo dimostrato che una temperatura superiore ai 25 °C ha un impatto sulla mortalità di Tuta absoluta 16,5 volte maggiore rispetto alle basse temperature, inferiori a 7,9 °C. Qualcosa di impensabile quando questo fitofago è arrivato in Europa, essendo noto come principale parassita del pomodoro in aree del Brasile con clima caldo simile alle zone costiere del Mediterraneo”.L’espansione di questo insetto ora include molti Paesi in via di sviluppo sia in Africa che in Asia dove le risorse per attuare politiche di prevenzione e di eradicazione dei parassiti sono insufficienti. In otto anni, la tignola del pomodoro ha invaso l’intero continente africano con una grave minaccia per la sicurezza alimentare e le perdite economiche sono state finora tra i 70 e gli 80 milioni di dollari l’anno. Inoltre, Africa ed Asia hanno un’agricoltura caratterizzata da piccole aziende a conduzione familiare, molte delle quali non avevano mai utilizzato insetticidi prima delle recenti e repentine invasioni biologiche a carattere globale da parte di specie quali Tuta absoluta. “Con questo studio – conclude Ponti – vogliamo offrire un strumento efficace per migliorare la nostra capacità di prevenzione e di mitigazione delle attuali e future minacce all’agricoltura, come le specie esotiche invasive, che purtroppo tendono in genere a peggiorare per effetto dei cambiamenti climatici”. LEGGI TUTTO

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    CIA, effetto guerra su ortofrutta

    (Teleborsa) – L’aumento degli eventi climatici estremi con effetti diretti sui campi, i danni da insetti alieni come la cimice asiatica, la frammentazione della filiera e una catena del valore ancora non equa per gli agricoltori. I rincari energetici, così come quelli di fertilizzanti, trasporti e imballaggi, hanno piu’ che raddoppiato i costi correnti per la produzione di frutta e verdura, con incrementi tra il 65% e il 70% in particolare per l’orticoltura, e perdite di reddito che raggiungono anche l’80% nelle aziende specializzate, solo in parte compensate dal rialzo dei prezzi al consumo. Ecco perchè adesso occorre intervenire con misure di sostegno specifiche per il comparto ed evitare di far andare in pezzi un patrimonio nazionale da 15 miliardi di euro di fatturato all’anno, che coinvolge oltre 300 mila imprese per 1,2 milioni di ettari coltivati. Questo il messaggio lanciato da Cia-Agricoltori Italiani alla vigilia di Macfrut, la fiera internazionale dell’ortofrutta in programma al Rimini Expo Centre dal 4 al 6 maggio, dove l’organizzazione è protagonista con tanti eventi e uno spazio dedicato.Sul versante del commercio, negli ultimi dieci anni, l’ortofrutta europea è stata più volte vittima delle controversie geopolitiche -ricorda Cia- diventando oggetto di sanzioni. Destinazioni importanti dell’export sono state una a una sospese: la Russia nel 2014, l’Algeria nel 2016, la Bielorussia a gennaio 2022. E se il conflitto in Ucraina non ha avuto immediati effetti shock sul comparto, come è successo ad esempio per cereali e mangimi, le ripercussioni indirette sono altrettanto drammatiche, con i rialzi eccezionali di tutti gli input di produzione che, secondo le previsioni, per il settore ortofrutticolo Ue rappresentano un costo aggiuntivo di quasi 10 miliardi di euro l’anno. E quasi 4 miliardi sono solo l’addizionale logistico totale (disponibilità di container, trasporti a lunga distanza, distribuzione locale) per i prodotti freschi. In più, il perdurare della guerra può ridurre i consumi, frenare le esportazioni in Ucraina e reindirizzare quei Paesi terzi che ancora riforniscono il mercato russo verso l’Europa, con il rischio di creare sovrapposizioni commerciali e volumi invenduti di frutta e verdura, che sconta anche il problema della deperibilità.Tutto ciò in uno scenario, quello italiano, già difficile per l’ortofrutta. “Servono interventi immediati per difendere un settore fondamentale della nostra economia, che da solo rappresenta il 25% della produzione agricola italiana -sottolinea il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino-. Per far fronte ai contraccolpi della guerra e dei rincari di energia e materie prime, bisogna prevedere innanzitutto misure Ue per i ritiri dal mercato di prodotto ortofrutticolo eccedente da destinare agli indigenti; monitorare i flussi con valutazioni di impatto dedicate; sostenere con incentivi gli investimenti sulle produzioni orticole, particolarmente gravate dall’aumento dei costi, per frenare il rischio di contrazione delle superfici coltivate”.Quanto alle misure introdotte dal Governo con Il Decreto Ucraina, aggiunge Scanavino, occorre “estendere il credito d’imposta per l’acquisto di carburanti ed energia elettrica anche per le colture in serra; aumentare la dotazione del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole e meglio indirizzare i finanziamenti sull’ortofrutta; incrementare le risorse dedicate alla rinegoziazione e ristrutturazione dei mutui agrari, così da garantire a una platea maggiore di beneficiari la liquidità necessaria a fronteggiare l’emergenza”. Inoltre, è sempre piu’ necessario “favorire e incoraggiare la ricerca e l’innovazione, sia tecnologica che genetica, per garantire la sostenibilità e salvaguardare le produzioni ortofrutticole Made in Italy contro i cambiamenti climatici e le malattie, costruendo anche un modello efficace di gestione integrata del rischio con nuovi strumenti di difesa attiva e passiva delle colture, piu’ tempestivi e snelli. Senza la tutela degli agricoltori -conclude il presidente di Cia- non si tutela nè l’economia nè l’ambiente”. LEGGI TUTTO

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    Tenaris, Credit Suisse alza target price e conferma Underperform

    (Teleborsa) – Credit Suisse ha aumentato a 8,9 euro (da 8,8 euro) per azione il target price su Tenaris, società che fa parte del FTSE MIB ed è attiva nella fornitura globale di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, e ha confermato il giudizio sul titolo a “Underperform”. “Sebbene ci aspettassimo un outlook positivo per il secondo trimestre del 2022, la guidance del secondo semestre di Tenaris di ulteriori ricavi in aumento e margini stabili rispetto al primo semestre è stata sorprendente”, sottolineano gli analisti.Credit Suisse ha aumentato le proprie stime di EBITDA per il 2022 del 15% a 2,2 miliardi di dollari dopo che Tenaris ha indicato che vedrà un ulteriore aumento dei ricavi nel secondo trimestre, mentre i margini dovrebbero rimanere sostanzialmente stabili (primo trimestre al 26,5%), trainati principalmente dal Nord America e da un ulteriore aumento dei volumi seamless.Ottima la performance di Tenaris, che si attesta a 14,57 con un aumento del 2,28%. A livello operativo si prevede un proseguimento della seduta all’insegna del toro con resistenza vista a quota 14,79 e successiva a 15,3. Supporto a 14,28. LEGGI TUTTO

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    Borsa elettrica, prezzo energia torna a salire

    (Teleborsa) – Torna ad aumentare il prezzo dell’elettricità alla Borsa elettrica, nella settimana da lunedì 25 aprile a domenica 1° maggio 2022. Il prezzo medio di acquisto dell’energia elettrica (PUN) è salito infatti, a 236,95 euro/MWh in aumento del 4,3% rispetto a quello della settimana precedente.E’ quanto emerge dai consueti dati settimanali pubblicati dal Gestore dei Mercati elettrici (GME), società responsabile in Italia dell’organizzazione e della gestione del mercato elettrico.Sempre secondo le rilevazioni, scendono anche i volumi di energia elettrica scambiati in borsa a 3,8 milioni di MWh (-3%) mentre la liquidità del mercato cala al 77,6% (-0,3 punto percentuali).I prezzi medi di vendita sono variati tra 235,63 euro al MWh di Sud, Calabria e Sicilia e 237,46 euro al MWh del Nord.(Foto: American Public Power Association on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Free2move (Stellantis) acquista la società di car sharing Share Now

    (Teleborsa) – Free2move, marchio di Stellantis che offre servizi di car sharing e noleggio, ha firmato un accordo per l’acquisizione della società di car sharing Share Now, joint venture costituita nel 2019 da BMW Group e Mercedes-Benz Mobility. L’obiettivo dell’operazione, di cui non sono stati divulgati dettagli finanziari, ha l’obiettivo di rafforzare la posizione di Free2move come principale attore della mobilità globale, aggiungendo 14 importanti città europee con più di 10.000 vetture alla flotta di car sharing di Free2move, di 2.500 veicoli.Free2move ha oggi 2 milioni di utenti, 450.000 veicoli a noleggio, 500.000 posti auto, 250.000 punti di ricarica in Europa. La società ha recentemente annunciato l’acquisizione di Opel Rent, accelerando la strategia di crescita in Germania e Austria e spingendo la transizione da noleggio a fornitore di mobilità. Nel frattempo, ha accelerato la sua espansione del car sharing negli Stati Uniti.”L’integrazione del forte posizionamento di Share Now nelle principali città europee permetterà ai nostri clienti di avere accesso a una più ampia gamma di servizi per soddisfare le loro diverse esigenze di mobilità – ha dichiarato Brigitte Courtehoux, CEO di Free2move – È altrettanto importante che questa acquisizione acceleri la nostra crescita in termini di profitto. Ora siamo più vicini a raggiungere il nostro obiettivo di espandere la presenza di Free2move in tutto il mondo, arrivando a 15 milioni di utenti attivi entro il 2030″.La vendita della società da parte di BMW e Mercedes-Benz segue l’uscita di Share Now dal mercato del car sharing nordamericano nel 2019 in risposta agli elevati costi di manutenzione e a quello che le società hanno all’epoca descritto come lo “stato volatile del panorama della mobilità globale”.Con la vendita della società, i due gruppi tedeschi si concentreranno sulle due parti rimanenti della loro cooperazione in materia di mobilità: Free Now, un’app che consente di prenotare auto, taxi, scooter elettrici ed e-bike, e l’app di prenotazione dell’infrastruttura di ricarica Charge Now. “Il nuovo orientamento ci consente di ridimensionare le nostre attività più velocemente e quindi di ottenere un’ulteriore crescita redditizia nel più breve tempo possibile”, ha affermato Rainer Feurer, Head of Corporate Investments di BMW. LEGGI TUTTO