7 Marzo 2024

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    Caltagirone Editore, utile 2023 sale a 16,2 milioni. Dividendo di 0,04 euro

    (Teleborsa) – Caltagirone Editore ha chiuso il 2023 con ricavioperativi pari a 116,5 milioni di euro (118 milioni di euro nel precedente esercizio) in diminuzione dell’1,3% per effetto della flessione dei ricavi editoriali parzialmente attenuata dalla crescita dei ricavi pubblicitari e degli altri ricavi editoriali. Il Margine operativo lordo, positivo per 5,6 milioni di euro, ha registrato un incremento del 26,3% rispetto al dato al 31 dicembre 2022 (4,4 milioni euro). Il Risultato operativo è stato negativo per 1,6 milioni di euro (negativo per 13,7 milioni di euro al 31 dicembre 2022).Il Risultato della gestione finanziaria è stato positivo per 16,7 milioni di euro (in linea con il 2022) ed include principalmente dividendi su azioni quotate incassati nel periodo per 17,2 milioni di euro (17,5 milioni di euro nel 2022) e proventi da obbligazioni e titoli di stato pari a 753 mila euro (57 mila euro nel 2022). Il Risultato netto di Gruppo è positivo per 16,2 milioni di euro (positivo per 7 milioni di euro al 31 dicembre 2022).La Posizione finanziaria netta è pari a 12,7 milioni di euro, in aumento di 12,6 milioni di euro rispetto al dato al 31 dicembre 2022 (58 mila euro), principalmente per effetto dell’incasso di dividendi su azioni quotate e per la riclassifica dalle attività finanziarie non correnti alle attività finanziarie correnti dei titoli di stato italiani con scadenza entro l’esercizio per 7,8 milioni di euro, al netto dei dividendi distribuiti per 3,2 milioni di euro e degli investimenti netti in azioni quotate e obbligazioni per 8 milioni di euro.Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti, la distribuzione di un dividendo pari 0,04 euro per ciascuna delle n. 106.790.262 azioni ordinarie attualmente in circolazione, tenendo conto delle azioni proprie in portafoglio, oggi pari a n. 18.209.738. Il dividendo sarà posto in pagamento il 22 maggio (stacco cedola in Borsa il 20 maggio) e con record date alla data del 21 maggio.Il Gruppo prosegue le iniziative di valorizzazione delle versioni multimediali e di miglioramento delle attività internet finalizzate ad incrementare i nuovi flussi di pubblicità e ad acquisire nuovi lettori. Il Gruppo continuerà inoltre ad attuare misure volte al contenimento di tutti i costi di natura discrezionale e alla riduzione strutturale dei costi diretti e operativi.(Foto: Pexels / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Garante privacy sanziona UniCredit per 2,8 milioni di euro. La banca impugnerà la decisione

    (Teleborsa) – Il Garante per la privacy ha sanzionatoUniCredit per 2,8 milioni di euro per una violazione di dati personali (data breach) avvenuta nel 2018, che ha coinvolto migliaia di clienti ed ex clienti. Dalle verifiche effettuate dall’Autorità – a seguito della ricezione della notifica di data breach da parte della banca – è emerso che la violazione era avvenuta a causa di un attacco informatico massivo, perpetrato da cybercriminali, al portale di mobile banking. L’attacco aveva causato l’acquisizione illecita del nome, cognome, codice fiscale e codice identificativo di circa 778mila clienti ed ex clienti e, per oltre 6.800 dei clienti “attaccati”, aveva comportato anche l’individuazione del PIN di accesso al portale.Nel corso della complessa attività istruttoria, il Garante ha rilevato diverse violazioni della normativa privacy. In particolare, l’Autorità ha accertato che la banca non aveva adottato misure tecniche e di sicurezza in grado di contrastare efficacemente eventuali attacchi informatici e di impedire ai propri clienti di utilizzare PIN deboli (come ad es. quelli composti da sequenze di numeri o coincidenti con la data di nascita). Nel definire l’importo della sanzione a 2 milioni e 800 mila euro, il Garante ha considerato l’elevato numero dei soggetti coinvolti dalla violazione dei dati personali, la gravità della stessa e la capacità economica della banca. Sono invece state considerate attenuanti la tempestiva adozione di misure correttive, le iniziative di informazione e supporto poste in essere nei confronti della clientela e la circostanza che la violazione non ha riguardato i dati bancari.UniCredit ha risposto alla sanzione sottolineando che la decisione del Garante riguarda un incidente risalente al 2018 che ha interessato una frazione della clientela italiana senza alcuna compromissione di dati bancari, incidente che peraltro era stato immediatamente risolto e notificato in ossequio alla normativa vigente. La banca impugnerà la decisione dinanzi il Tribunale compente.”La sicurezza dei dati dei clienti è una assoluta priorità per UniCredit, che nell’ambito del piano industriale Unlocked 2022-2024 sta investendo 2,8 miliardi di euro in tecnologia e nuove competenze, con l’obiettivo di rendere sempre più efficaci i propri sistemi informatici, rafforzare ulteriormente la sicurezza e ampliare l’offerta di servizi digitali per la clientela”, si legge in una nota.Con l’adozione di un secondo provvedimento l’Autorità è intervenuta anche nei confronti di NTT Data Italia, sanzionando la società con una multa di 800mila euro. Dalle verifiche effettuate dal Garante, in particolare è emerso che NTT Data Italia aveva comunicato ad UniCredit l’avvenuta violazione dei dati personali dei propri clienti oltre il termine previsto dal Regolamento e solo dopo che la banca ne era venuta a conoscenza tramite i propri sistemi di monitoraggio interno.Inoltre, NTT Data Italia aveva affidato l’esecuzione delle attività di vulnerability assessment e penetration testing in subappalto ad un’altra società, senza l’autorizzazione preventiva alla banca in qualità di titolare del trattamento, che invece aveva espressamente vietato l’affidamento a terze parti di tali attività. LEGGI TUTTO

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    Vivendi, conti 2023 in crescita. Prosegue studio della scissione in 4 società

    (Teleborsa) – Vivendi, una delle principali media company europee, ha chiuso il 2023 con ricavi pari a 10.510 milioni di euro, in aumento del 9,5% rispetto al 2022. Questa variazione riflette la crescita del gruppo Canal+ (+188 milioni di euro) e di Havas (+107 milioni di euro), nonché l’impatto del consolidamento di Lagardère dal 1° dicembre 2023 (+670 milioni di euro). A valuta e perimetro costanti, i ricavi di Vivendi sono cresciuti del 2,6%, rispetto al 2022, principalmente grazie alla performance di Canal+ (+2,9%) e Havas (+4,3%).L’utile attribuibile agli azionisti di Vivendi è stato pari a un utile di 405 milioni di euro (o 0,40 euro per azione), rispetto ad una perdita di 1.010 milioni di euro nel 2022 (-0,98 euro per azione base), con un incremento di 1.415 milioni di euro . Nel 2022, tali utili includevano l’adeguamento al fair value delle azioni Telecom Italia (-1.347 milioni al 31 dicembre 2022), la quota di Vivendi dell’utile netto di Telecom Italia (-393 milioni) nonché la svalutazione dell’avviamento di 300 milioni nei confronti di Editis, parzialmente compensati dalla plusvalenza realizzata sul conferimento della partecipazione in Banijay Group Holding a FL Entertainment (+515 milioni di euro).”Siamo lieti di aver potuto completare la combinazione con Lagardère – ha detto il Chairman Yannick Bolloré – Questa operazione ci ha consentito di diventare il terzo gruppo editoriale mondiale, il numero uno in Francia e il numero due nel Regno Unito, nonché leader mondiale nel travel retail. Su base annuale, questa combinazione tra Vivendi e Lagardère rappresenterebbe un fatturato proforma di 18 miliardi di euro nel 2023 (16,5 miliardi di euro nel 2022). Il nostro Gruppo conta oggi circa 73.000 dipendenti, di cui 36.000 presso il gruppo Lagardère”.”Prosegue lo studio di fattibilità di un progetto di scissione della società in quattro entità quotate, annunciato lo scorso dicembre – ha aggiunto – Se andasse in porto, questo progetto creerebbe valore per tutti gli stakeholder del Gruppo e consentirebbe la creazione di pure player indipendenti dotati delle necessarie risorse umane e agilità finanziaria, in grado di guidare la propria traiettoria di crescita in un contesto internazionale caratterizzato da numerose opportunità di investimento”. LEGGI TUTTO

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    TIM, Labriola su crollo in Borsa: analizzeremo scambi, discrepanza tra bond e azioni

    (Teleborsa) – Il crollo in Borsa e quanto successo oggi sui mercati (-23,8% e il 12% del capitale passato di mano), va “analizzato a sangue freddo, cercando di capire bene la situazione. C’è un tema, che abbiamo affrontato anche con gli analisti, che è la necessità di spiegare meglio alcune tematiche e numeri. Dal punto di vista pratico abbiamo però un’azienda che avrà un livello di leverage di 1,6x nel 2026 – un dato migliore degli altri peer – e che torna a generare cassa nel 2025″. Lo ha detto l’amministratore delegato di TIM, Pietro Labriola, nella conferenza stampa sulla presentazione del piano, che ha seguito la call con gli analisti.”Certo dobbiamo chiarire meglio che il 2024 è un anno in cui saremo ancora per più metà dell’anno integrati verticalmente, e quindi dobbiamo ricordare la cassa che bruciamo mentre siamo verticalmente integrati, quindi il punto di partenza del livello del debito è vicino a 7,5 miliardi di euro, che non è una comunque una guidance – ha detto – Nel piano facciamo deleveraging e teoricamente entriamo in un’area di investment grade”.”La cosa particolare – ha detto Labriola – è che oggi i nostri bond sono cresciuti, il che vuol dire che il mercato fixed income vede un livello del debito più sotto controllo rispetto al passato. Dobbiamo cercare di capire perché il mercato azionario non lo vede nella stessa maniera”.”Qualcosa non è andato bene in termini di comunicazione – ha fatto eco il CFO Adrian Calaza – È importante guardare la quotazione dei bond, se guardiamo quello schermo è positivo, quindi forse è troppo presto per capire perché la giornata è andata così”.Pressato dalle domande sul tema, con qualche giornalista che ha ipotizzato movimenti di Vivendi nel capitale, Labriola ha aggiunto: “Analizzeremo meglio tutti i numeri legati agli scambi, vedremo con i nostri consulenti se c’è qualcosa di particolare”.A una domanda se la CONSOB avesse contattato la società, la risposta è stata “no” e l’AD ha evidenziato tra l’altro che “il picco di discesa c’è stato tra le 17 e le 17.30”. LEGGI TUTTO

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    Borse UE chiudono in buon rialzo, Piazza Affari resta indietro con TIM

    (Teleborsa) – Bilancio più che positivo per le principali borse europee, mentre resta in disparte la borsa di Milano, risentendo del tonfo di TIM nel giorno della presentazione del nuovo Piano alla comunità finanziaria. Per i resto, i mercati si sono accontentati delle promesse di un possibile taglio dei tassi nei prossimi mesi da parte della Fed e della BCE. La Presidente Lagarde ha ribadito che prosegue i processo disinflazionistico, ma occorrono maggiori dati per essere sicuri che i target di inflazione del 2% sarà centrato.L’Euro / Dollaro USA prosegue gli scambi con un guadagno frazionale dello 0,34%. L’Oro prosegue gli scambi con guadagno frazionale dello 0,40%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) continua la seduta sui livelli della vigilia, riportando una variazione pari a -0,18%.Lo Spread fa un piccolo passo verso il basso, con un calo dell’1,48% a quota +133 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 3,61%.Nello scenario borsistico europeo ben impostata Francoforte, che mostra un incremento dello 0,71%, incolore Londra, che non registra variazioni significative, rispetto alla seduta precedente, e tonica Parigi che evidenzia un bel vantaggio dello 0,77%.Sostanzialmente stabile Piazza Affari, che archivia la sessione sui livelli della vigilia con il FTSE MIB che si ferma a 33.419 punti; sulla stessa linea, chiude la giornata senza infamia e senza lode il FTSE Italia All-Share, che rimane a 35.557 punti. In moderato rialzo il FTSE Italia Mid Cap (+0,25%); sulla stessa linea, leggermente positivo il FTSE Italia Star (+0,34%).Alla chiusura di Milano risulta che il controvalore degli scambi nella seduta del 7/03/2024 è stato pari a 3,83 miliardi di euro, con un incremento del 29,84%, rispetto ai precedenti 2,95 miliardi di euro; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,89 miliardi di azioni della seduta precedente a 2,92 miliardi.In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Amplifon (+5,87%), STMicroelectronics (+3,48%), Saipem (+1,94%) e DiaSorin (+1,66%).Pesanti vendite su Telecom Italia, che ha chiuso a -23,79%.Sensibili perdite per Azimut, in calo del 5,90%.Nexi scende del 4,06%.Calo deciso per Pirelli, che segna un -2,27%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Ascopiave (+6,57%), Maire Tecnimont (+4,81%), Buzzi Unicem (+3,65%) e Alerion Clean Power (+2,93%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Carel Industries, che ha chiuso a -7,80%.Sotto pressione Ferragamo, con un forte ribasso del 3,80%.Soffre Juventus, che evidenzia una perdita del 3,51%.Preda dei venditori Banca Popolare di Sondrio, con un decremento del 2,44%. LEGGI TUTTO

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    TIM chiude a -23,8% su dubbi deleveraging. Passato di mano il 12% del capitale

    (Teleborsa) – Seduta da dimenticare per TIM, che nell’ultima mezz’ora di seduta perde ulteriore terreno rispetto all’importante rosso che stava segnando fin dall’apertura. Notevolissimi gli scambi, con un controvalore superiore a 512 milioni di euro, il che significa che è passato di mano quasi il 12% del capitale. Il titolo ha chiuso con un calo del 23,79% a quota 0,2118 euro per azione.A spaventare gli investitori, con la maggior parte delle domande degli analisti che si sono concentrate su questo tema, è stato il percorso di riduzione del debito e la generazione di cassa. Questo aspetto è da tempo considerato uno dei fattori che frenano l’ex monopolista, insieme alla significativa concorrenza nel mercato domestico, dove però i progressi sono evidenti.Il CdA si aspetta una riduzione dell’indebitamento, con un rapporto Debito/EBITDA After Lease in calo a 1,6-1,74 volte rispetto a 3,85 volte dei pro-forma al 2023. il valore dovrebbe assestarsi a uguale o inferiore a 2 volte nel 2024, che è ancora un anno di transizione perché il closing della vendita della Rete non avverrà prima della metà dell’anno.”Sono due anni che raggiungiamo i risultati che ci siamo posti, dopo 10 anni in cui la società non lo faceva – ha detto l’AD Pietro Labriola – Nel momento più importante della vita dell’azienda, mi dispiace non dare i dettagli di tutto, ma la situazione è in evoluzione e il deal della Rete ancora da chiudere”.”Probabilmente daremo più dati, come un dettaglio anno per anno dell’EBITDA AL meno il CAPEX, ma se facciamo un passo indietro vediamo che stiamo parlando del giorno e della notte”, con quella attuale che è “una storia industriale completamente diversa”. LEGGI TUTTO

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    Maire, Tecnimont si aggiudica contratto EPCC per impianto ad Algeri

    (Teleborsa) – MAIRE annuncia che Tecnimont (Integrated E&C Solutions) si è aggiudicata tramite gara da SONATRACH un contratto di Ingegneria, Procurement, Costruzione e Commisioning (EPCC) per un nuovo impianto di alchil-benzene solfonato lineare (Llinear Alkyl Benzene, LAB) nella zona industriale di Skikda, a 350 chilometri ad est di Algeri. Il LAB è un conveniente prodotto intermedio biodegradabile utilizzato nella produzione di detergenti per la casa e ad uso industriale, e tensioattivi.Il valore del contratto è di circa 1,1 miliardi di dollari. Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo impianto LAB con una capacità produttiva di 100.000 tonnellate all’anno e le relative utenze, infrastrutture e interconnessioni con le installazioni esistenti. Il completamento del progetto è previsto entro 44 mesi dalla data di entrata in vigore del contratto.Alessandro Bernini, CEO di MAIRE, si è detto “onorato di consolidare il nostro track-record con SONATRACH anche in considerazione del rapporto strategico tra i nostri due Paesi nell’attuale scenario di approvvigionamento energetico globale. Questo risultato rafforza ulteriormente la nostra presenza in Algeria e permette di valorizzare la catena del valore della trasformazione delle risorse naturali, dove siamo leader indiscussi a livello mondiale”. LEGGI TUTTO

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    TIM, Labriola: Fastweb-Vodafone è un competitor, ma non sono spaventato

    (Teleborsa) – “Non penso che l’operazione Fastweb-Vodafone sia il miglior scenario possibile, avrei preferito l’operazione Vodafone-Iliad. Alla domanda se Fastweb-Vodafone è un competitor per il segmento corporate, la mia risposta è certamente sì, ma non va dimenticato che noi abbiamo 16 data center, e ciò vuol dire che se qualcuno vuole entrare in questo mercato deve costruirli”. Lo ha affermato l’amministratore delegato di TIM, Pietro Labriola, rispondendo alle domande degli analisti durante la presentazione del Piano 2024-26 senza la rete (NetCo).”Li rispetto, saranno un competitor, ma non sono spaventato”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO