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    Digital Value, utile semestrale crolla a 5 milioni di euro. Ricavi -33%

    (Teleborsa) – Digital Value, società quotata su Euronext Milan e attiva nel campo delle soluzioni e dei servizi ICT, ha chiuso il primo semestre del 2025 con ricavi consolidati pari a 302 milioni di euro (-33% rispetto al 30 giugno 2024). L’EBITDA si attesta a 32,6 milioni di euro, 10,8% (-18,6 milioni rispetto al 30 giugno 2024). L’EBIT si attesta a 12,7 milioni di euro, 4,2% (-21,4 milioni rispetto al 30 giugno 2024). Il risultato netto di periodo è pari a 5 milioni di euro, di cui -0,8 milioni di pertinenza di terzi, con una flessione di -17,4 milioni rispetto al 30 giugno 2024.La Posizione Finanziaria Netta è pari a disponibilità nette di 70,8 milioni di euro, +76,6 milioni rispetto a dicembre 2024.Al fine di garantire una maggiore comparabilità con il corrispondente periodo dell’esercizio precedente, la società ha riportato i dati pro-forma al 30 giugno 2025, escludendo gli impatti derivanti dall’acquisizione del Gruppo Infordata, perfezionata il 26 settembre 2024 e consolidata integralmente a partire da tale data. In sintesi: i Ricavi pro-forma consolidati ammontano a 275,9 milioni di euro; l’Ebit è pari a 17,4 milioni di euro, corrispondente al 6,3% dei ricavi pro-forma.Con riferimento ai nuovi accordi quadro e convenzioni Consip aggiudicati nel corso del secondo trimestre, la fase di contrattualizzazione e di avvio operativo si prevede arrivi a regime nella seconda parte dell’anno e conseguenti effetti economici, si legge nella nota sui conti. Digital Value afferma che il settore ICT in cui opera il Gruppo è stato influenzato da rallentate dinamiche di mercato, da un contesto macroeconomico di incertezza circa le politiche commerciali internazionali nonché dal minore impatto dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).(Foto: © Veerasak Piyawatanakul) LEGGI TUTTO

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    Fisco, Giorgetti: “Pronti a ricorso contro cedolare secca per imprese”

    (Teleborsa) – Il governo valuta la possibilità di chiedere la rimessione alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione contro la sentenza che ha esteso ai contratti di affitto sottoscritti da imprese l’applicazione della cedolare secca. È quanto ha annunciato il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo a un’interrogazione nel corso del question time al Senato. “La Corte di Cassazione – ha ricordato Giorgetti – si è di recente pronunciata riconoscendo la facoltà del locatore di optare per la cedolare secca anche nell’ipotesi in cui il conduttore, pur operando nell’esercizio della sua attività di impresa o professionale, stipuli un contratto di locazione ad uso abitativo, ad esempio per mettere l’unità abitativa a disposizione dei propri dipendenti o collaboratori”. Un orientamento che – ha proseguito Giorgetti – per l’Agenzia delle Entrate “risulterebbe non del tutto condivisibile” visto che la legge estende la cedolare solo nel caso di subaffitti di cooperative edilizie o enti senza scupo di lucro a studenti universitari o nel caso in cui siano date a disposizione dei comuni. Inoltre – ha aggiunto il ministro – resterebbe il tema di “come il locatario-impresa debba far emergere la finalità abitativa della locazione”. “Per queste ragioni – ha concluso Giorgetti – visti anche i riflessi a livello di finanza pubblica, allo stato si è ritenuto opportuno valutare con l’organo legale la possibilità di addivenire a un mutamento del recente indirizzo giurisprudenziale, anche tramite la richiesta di rimessione della questione alle Sezioni Unite”. LEGGI TUTTO

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    Preatoni torna in utile nel primo semestre, ricavi quasi raddoppiati

    (Teleborsa) – Preatoni Group, gruppo italiano quotato su Euronext Access Paris (dove non scambia mai) e specializzato nella proprietà e gestione di asset alberghieri e nello sviluppo immobiliare residenziale e commerciale, ha chiuso il primo semestre 2025 con un fatturato di 50,9 milioni di euro, in crescita dell’89,5% rispetto al 30 giugno 2024 (riclassificato). L’EBITDA è aumentato notevolmente, raggiungendo gli 11 milioni di euro (rispetto agli 0,3 milioni di euro al 30 giugno 2024). Il margine EBITDA è stato del 21,5%.Il risultato operativo è migliorato significativamente, attestandosi a 6,9 milioni di euro al 30 giugno 2025, rispetto ai -2,7 milioni di euro al 30 giugno 2024. Dopo aver considerato il risultato finanziario di -2,2 milioni di euro, il risultato netto consolidato è stato di 4,5 milioni di euro (rispetto ai -4,3 milioni di euro al 30 giugno 2024). L’utile netto di competenza del Gruppo ammontava a 1,7 milioni di euro al 30 giugno 2025 (vs -2,4 milioni di euro un anno prima)L’indebitamento finanziario lordo è sceso a 87,5 milioni di euro al 30 giugno 2025 (inclusi 41,1 milioni di euro di prestiti obbligazionari) rispetto ai 95,5 milioni di euro al 31 dicembre 2024. L’indebitamento finanziario netto era di 75,4 milioni di euro al 30 giugno 2025. Dopo la chiusura del periodo, la controllata Pro Kapital Grupp ha continuato a ottimizzare il proprio debito rimborsando parzialmente 9,4 milioni di euro di prestiti obbligazionari (su un totale di 20 milioni di euro) per ridurre gli oneri finanziari del Gruppo, rifinanziati tramite un prestito bancario meno oneroso.Considerati i buoni risultati del primo semestre 2025 e la stagionalità della divisione Hospitality & Tourism, Preatoni prevede un “significativo” incremento sia del fatturato che della redditività per l’intero anno 2025. LEGGI TUTTO

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    Execus, ricavi semestrali quasi raddoppiati con contributo M&A. Ridotta la perdita

    (Teleborsa) – Execus, società quotata su Euronext Growth Milan e operante nel settore del social selling, ha chiuso il primo semestre del 2025 con ricavi delle vendite pari a 3,973 milioni di euro, in crescita di circa il 94%. L’incremento è imputabile per 1,360 milioni al perfezionamento dell’operazione straordinaria, avvenuta il 31 gennaio 2025, relativa all’acquisto del 51% del capitale sociale di ZCA. La società Vanilla Marketing non è inclusa nel perimetro del bilancio consolidato semestrale 2025.L’EBITDA Margin è pari al 11%, in calo rispetto al valore del periodo precedente a perimetro omogeneo, pari al 11,9%. In termini assoluti l’EBITDA cresce rispetto al periodo precedente a perimetro omogeneo di 74 migliaia (+18,2%). L’EBIT consolidato, pari a 44 migliaia di euro (incremento del 122,7% rispetto al dato consolidato al 30 giugno 2024 negativo per 192 migliaia) risulta impattato dagli ammortamenti di periodo, imputabili principalmente ad asset intangibles e più nello specifico alle partecipazioni in imprese controllate.Per il semestre si registra una perdita pari a 48 migliaia di euro (perdita per 80 migliaia imputabile al Gruppo e utile per 32 migliaia imputabile ai terzi) rispetto ad una perdita consolidata pari a 221 migliaia registrata al 30 giugno 2024.La Posizione Finanziaria Netta consolidata al 30 giugno 2025 risulta negativa (cassa netta) per 691 migliaia di euro, in decremento rispetto al dato consolidato al 31 dicembre 2024 pari a 1,309 milioni (cassa netta). Tale diminuzione è principalmente legata all’incremento dei debiti finanziari inerenti ZCA (pari a 403 migliaia).”Il semestre in esame ha segnato un’importante svolta per la nostra strategia di crescita, concretizzatasi con il completamento di due acquisizioni di fondamentale rilevanza per il futuro del Gruppo – dicono gli AD Andrea Stecconi e Giorgio Spina – Si tratta dell’integrazione di Vanilla Marketing e di ZCA Digital, due realtà che, pur operando in ambiti distinti, sono perfettamente sinergiche con la nostra visione di lungo periodo”.”Entrambe le operazioni sono state finalizzate con successo nel corso del semestre e sono già in fase avanzata di integrazione, con i primi risultati attesi nei prossimi mesi – hanno aggiunto – Le acquisizioni di Vanilla Marketing e ZCA Digital non sono semplici aggiunte al nostro portafoglio, ma rappresentano i pilastri su cui costruiremo la nostra crescita futura, combinando creatività e tecnologia per generare valore duraturo per i nostri azionisti e per tutti gli stakeholder”. LEGGI TUTTO

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    Bosch taglierà 13.000 posti di lavoro per crisi mercato automobilistico

    (Teleborsa) – Robert Bosch, azienda tedesca e maggiore produttrice mondiale di componenti per autovetture, ha annunciato un’ulteriore riduzione di circa 13.000 posti di lavoro, in particolare nelle sedi Mobility in Germania. Le tempistiche per gli adeguamenti necessari variano e si estendono fino alla fine del 2030.”Dobbiamo lavorare urgentemente sulla nostra competitività nel settore Mobility e continuare a ridurre in modo permanente i costi – afferma Stefan Grosch, membro del board di Bosch e Direttore delle Relazioni Industriali – Stiamo utilizzando numerose leve per raggiungere questo obiettivo. Purtroppo, non saremo in grado di evitare ulteriori tagli di posti di lavoro oltre a quelli già comunicati. Questo ci danneggia profondamente, ma purtroppo non ci sono alternative”. In Europa, e in Germania in particolare, la presenza relativamente forte di Bosch rende impossibile mantenere l’attuale elevato numero di dipendenti, si legge in una nota.La società ha spiegato che il contesto economico, già sottoposto a forti pressioni da tempo, e le condizioni di mercato per Bosch Mobility sono recentemente diventate “ancora più difficili”. Il mercato automobilistico globale continua a registrare uno sviluppo modesto. La mancanza di un quadro normativo rende difficile l’affermazione di nuove tecnologie, come l’idrogeno. Inoltre, anche la penetrazione sul mercato di tecnologie emergenti come l’elettromobilità e la guida autonoma sta subendo notevoli ritardi e la domanda nei mercati di vendita di Bosch si sta spostando ampiamente verso regioni extraeuropee. A ciò si aggiungono i continui cambiamenti strutturali e le forti pressioni sui prezzi e sulla concorrenza nell’industria automobilistica globale. Allo stesso tempo, in questo difficile contesto di mercato, Bosch Mobility deve anche effettuare investimenti molto consistenti per il suo futuro, finanziandoli in gran parte con risorse proprie. Come già comunicato, tutto ciò si traduce in un divario di costi annuo di circa 2,5 miliardi di euro a livello mondiale nell’attività Mobility.L’azienda intravede un grande potenziale di riduzione dei costi, ottenendo incrementi di produttività attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale nella produzione e nell’ingegneria, riducendo i costi di materiali e attrezzature, riducendo le spese in conto capitale e rendendo più efficienti la logistica e le catene di fornitura globali.(Foto: © Birgit Reitz-Hofmann/123RF) LEGGI TUTTO

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    Pagamenti digitali: giovani meno smart degli adulti. Euro digitale ancora poco conosciuto

    (Teleborsa) – Gli adulti adottano i pagamenti digitali in modo quasi universale, mentre i giovani li utilizzano con entusiasmo ma anche con qualche difficoltà, soprattutto legate alla disponibilità dei fondi. Quasi otto adolescenti su dieci hanno effettuato pagamenti digitali nell’ultimo anno, contro oltre nove adulti su dieci. I ragazzi si affidano soprattutto a strumenti semplici e immediati come le carte prepagate o le app, mentre gli adulti usano un ventaglio più ampio di metodi di pagamento. Entrambi i gruppi dichiarano un’alta soddisfazione per wallet e app, ma i giovani incontrano più spesso problemi pratici: il 79% ha avuto almeno una difficoltà, spesso si tratta di fondi insufficienti sul conto, contro una percentuale più bassa tra gli adulti. La sicurezza rimane una preoccupazione diffusa, con i più grandi più cauti nella gestione dei dati personali, mentre i giovani appaiono più disinvolti ma anche meno attenti alla privacy. Sul fronte dell’euro digitale, la consapevolezza è ancora scarsa, soprattutto tra gli adolescenti. È quanto emerge da una survey promossa dalla Banca Centrale Europea per indagare le abitudini e l’approccio dei cittadini europei, in particolare i giovani di età compresa tra i 14 e i 17 anni, verso i pagamenti digitali e per capire quali sono i driver che porterebbero i consumatori a sceglierne uno nuovo (l’euro digitale).L’indagine – condotta tra il 20 maggio 2025 e il 6 giugno 2025 in 10 Stati membri dell’UE: Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovenia, Spagna e Paesi Bassi – è stata realizzata grazie alla collaborazione tra BEUC (Organizzazione europea dei consumatori), Euroconsumers (rete internazionale di organizzazioni di consumatori), ICRT (International Consumer Research & Testing) e 13 organizzazioni nazionali di consumatori: Altroconsumo (IT), Arbeiterkammer (AT), ASUFIN (ES), CECU (ES), Consumentenbond (NL), DECO PROteste (PT), EKPIZO (GR), KEPKA (GR), OCU (ES), Testachats (BE), UFC – Que Choisir (FR), vzbv (DE) e ZPS (SI).L’accesso al denaro e le prime decisioni economicheIl 96% degli adolescenti italiani intervistati dispone di denaro proprio, proveniente soprattutto da paghette (84%) e regali da parenti o amici (53%). Un terzo di loro (34%) gestisce in autonomia le spese quotidiane, mentre il 41% condivide le decisioni economiche con un familiare. Questa disponibilità di denaro si traduce in acquisti sia nei negozi fisici (49% almeno una volta a settimana) sia online: l’86% dei ragazzi ha comprato prodotti o servizi su internet nell’ultimo anno. Per gli adulti, invece, risultano più frequenti le transazioni tra privati (61% contro il 15% dei teenager).Diffusione dei pagamenti digitaliNell’ultimo anno, il 79% degli adolescenti italiani ha effettuato almeno un pagamento digitale, contro il 93% degli adulti. I giovani privilegiano strumenti semplici e immediati: il 50% usa carte prepagate; il 44% paga online con carte di debito/credito; il 32% ricorre ad app e piattaforme di pagamento. Gli adulti, invece, mostrano una maggiore varietà di metodi utilizzati, probabilmente legata a un più ampio ventaglio di esigenze (bollette, spese familiari, acquisti ricorrenti) e di possibilità di accesso a strumenti bancari preclusi ai minorenni.Wallet e app: soddisfazione alta per tuttiWallet digitali e app di pagamento sono ormai diffusi in maniera simile tra ragazzi e adulti: li usano rispettivamente l’81% e l’82%. PayPal, Postepay, Google Pay, Apple Pay, Revolut, Satispay e Bancomat Pay sono i nomi più noti. La soddisfazione è elevata: l’82% dei ragazzi e il 77% degli adulti si dichiara molto soddisfatto. Le caratteristiche più apprezzate sono facilità d’uso, sicurezza, privacy e gestione semplice delle opzioni di pagamento.Problemi e difficoltà: i giovani faticano di piùNonostante il successo dei pagamenti digitali, i problemi non mancano. Quasi 8 ragazzi su 10 (79%) sperimentano difficoltà, contro una percentuale inferiore tra gli adulti. Gli ostacoli più comuni riguardano (dati aggregati per i 10 Paesi dell’inchiesta): transazioni rifiutate (20% dei teenager, 24% degli adulti); fondi insufficienti sul conto o sulla carta (20% ragazzi, 15% adulti); crash di siti o app (15% e 18%); non accettazione del proprio strumento di pagamento (14-15% ragazzi, 18% adulti). La metà degli adolescenti e il 37% degli adulti ha aiutato amici o parenti nelle transazioni digitali. Tra le cause principali emergono la scarsa competenza digitale e i timori legati alla sicurezza.Sicurezza e protezione dei datiMolti intervistati, sia giovani che adulti, esprimono preoccupazioni per i pagamenti online. Le app e i wallet sono percepiti come più sicuri rispetto a carte e home banking, soprattutto dagli adulti (quasi 9 su 10 li ritengono affidabili). Il fatto che questi strumenti schermano il proprio conto corrente e sono protetti da sistemi di autenticazione biometrica ne aumenta la percezione di sicurezza. Quando si parla di condivisione dei dati personali, i ragazzi appaiono più propensi a fornire informazioni per motivi di sicurezza antifrode e antiriciclaggio: il 61% contro il 52% degli adulti. Tuttavia, meno della metà degli adolescenti legge attentamente le informative sulla privacy, mentre il 65% imposta restrizioni ai permessi delle app. La propensione alla condivisione dei dati per fini commerciali o per soggetti terzi è, al contrario, molto più contenuta.Conoscenza e prospettive dell’euro digitaleIl progetto dell’euro digitale, promosso dalla Banca centrale europea, mira a creare una versione elettronica della moneta unica, complementare al contante. Non si tratta di una criptovaluta privata come il Bitcoin, ma di una valuta digitale emessa e garantita dalla Bce e come tale più sicura. L’euro digitale consentirà pagamenti digitali peer to peer senza passare dai circuiti. Un grande vantaggio economico per i cittadini europei ma anche politico, visto che ridurrà la dipendenza delle transazioni digitali dai grandi circuiti americani.I dati mostrano che: il 57% degli adolescenti italiani non ne ha mai sentito parlare e il 47% non è informato sull’argomento.Anche tra gli adulti il livello di consapevolezza è simile (rispettivamente 56% e 35%). Al momento, dunque, prevale la disinformazione, ma se il progetto prenderà forma sarà fondamentale fornire strumenti chiari e trasparenti per guadagnare la fiducia dei cittadini. Perché l’euro digitale abbia successo dovrà essere accettato dal grande pubblico; nel mondo dei pagamenti è fondamentale la fiducia cosa che si potrà guadagnare con una campagna informativa diffusa, semplice e veritiera. Giovani e adulti: due approcci diversiL’analisi dei dati mostra differenze significative tra i due gruppi. I giovani privilegiano strumenti semplici e rapidi, danno più importanza al fatto che lo strumento sia universalmente accettato e sono sensibili ai programmi fedeltà con premialità, ma hanno una minore esperienza con questi strumenti e più difficoltà pratiche. Sono anche leggermente più propensi a condividere dati personali per finalità legate ai controlli antiriciclaggio. Gli adulti, invece, usano una gamma più ampia di strumenti, hanno più consapevolezza dei rischi e mostrano maggiore cautela sulla privacy. Le ragioni di queste differenze possono essere legate all’età e al contesto: i giovani si avvicinano ai pagamenti digitali in modo spontaneo, spinti da abitudini sociali e tecnologiche, mentre gli adulti li integrano in una gestione più complessa delle spese quotidiane e familiari.Cosa vogliono gli italiani da un nuovo metodo di pagamentoL’inchiesta fornisce informazioni cruciali sulle esigenze dei cittadini rispetto alle caratteristiche che dovrà avere l’euro digitale per successo e guadagnare la loro fiducia. Le richieste dei consumatori italiani sono chiare: facilità d’uso, sicurezza, massima accettazione sia online che offline, costi bassi, rimborsi rapidi in caso di frode e rispetto della privacy. In media, ciascun intervistato ha indicato quasi quattro caratteristiche su cinque tra quelle considerate essenziali. Un segnale che mostra quanto i consumatori siano ormai esigenti e consapevoli. Le esperienze maturate con app, wallet e carte hanno alzato l’asticella delle aspettative: oggi gli italiani non si accontentano più della sola comodità, ma chiedono sicurezza, trasparenza, rimborsi rapidi e rispetto della privacy. Se da un lato i giovani spingono per soluzioni semplici e immediate, dall’altro gli adulti ricordano l’importanza di garanzie solide e di un quadro regolatorio chiaro. Il futuro dei pagamenti digitali in Italia passerà quindi dalla capacità di conciliare innovazione e tutela dei consumatori, offrendo strumenti inclusivi che sappiano coniugare praticità e sicurezza. LEGGI TUTTO

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    Fitch alza rating su Credem e Mediolanum a “BBB+”, su BNL ad “A”

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha alzato il rating di di Credito Emiliano a “BBB+” da “BBB”, con outlook stabile. L’azione di rating segue l’innalzamento del rating dell’Italia a “BBB+” da “BBB”. L’innalzamento del rating sovrano, le migliori opportunità di business e la riduzione dei rischi per il sistema bancario hanno portato alla revisione del punteggio relativo al contesto operativo delle banche italiane a “bbb+” da “bbb”.L’innalzamento tiene conto anche dei benefici per il profilo di rischio piuttosto prudente e la solida qualità degli attivi di Credem derivanti dalloperare in regioni performanti, che storicamente hanno portato a risultati significativamente migliori durante il ciclo economico rispetto ad altre banche italiane. Inoltre, l’aumento del rating sovrano favorirà la qualità del credito dei portafogli titoli della banca.Fitch ha anche alzato il rating di Banca Mediolanum a “BBB+” da “BBB” con outlook stabile per lo stesso motivo. L’upgrade è supportato dal modello di business di Banca Mediolanum incentrato sulla gestione patrimoniale e dalle sue performance superiori a quelle dei suoi concorrenti nel corso di più cicli. Il rating sovrano più elevato supporta anche la qualità creditizia del suo portafoglio titoli, che presenta un’elevata concentrazione sull’Italia.Infine, Fitch ha alzato il rating di Banca Nazionale del Lavoro (BNL) da “A-” ad “A”, con outlook è stabile. L’upgrade del rating dell’Italia rappresenta una riduzione dei rischi paese per la capacità di BNL di avvalersi del supporto della sua controllante BNP Paribas, se necessario.(Foto: Adobe Stock (ex Fotolia.it)) LEGGI TUTTO

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    Generali colloca primo bond Restricted Tier 1 per 500 milioni di euro

    (Teleborsa) – Generali ha collocato il suo primo prestito obbligazionario perpetuo Restricted Tier 1, la cui sottoscrizione è destinata a investitori istituzionali, avente un importo complessivo di 500 milioni di euro. I Titoli saranno emessi ai sensi del programma EMTN di Generali da 15 miliardi di euro.In fase di collocamento dei Titoli, sono stati raccolti ordini superiori a 4,6 miliardi di euro, ricevuti da una base altamente diversificata di circa 300 investitori istituzionali. L’emissione ha suscitato un forte interesse da parte degli investitori internazionali, che hanno rappresentato circa il 91% degli ordini allocati, confermando la forte reputazione di cui gode il Gruppo sui mercati. Circa il 46% dei Titoli è stato allocato a investitori inglesi e irlandesi, il 17% a investitori francesi, il 9% a investitori dell’area Benelux e il 6% a investitori tedeschi-austriaci-svizzeri.”Siamo molto soddisfatti del successo della nostra prima emissione di obbligazioni Restricted Tier 1, che conferma ancora una volta la solida posizione finanziaria del Gruppo e la fiducia della comunità degli investitori istituzionali nel nostro piano strategico Lifetime Partner 27: Driving Excellence – ha detto il Group CFO, Cristiano Borean – L’operazione – coerente con il nostro approccio proattivo alla gestione del profilo di scadenza del debito del Gruppo – è finalizzata a ottimizzare ulteriormente la nostra forte posizione patrimoniale. Il momento dell’emissione è stato particolarmente favorevole, anche grazie al recente upgrade del rating del Gruppo Generali da parte di Fitch a AA-, a seguito dell’innalzamento del rating sovrano dell’Italia a BBB+. Il rating AA- riflette il profilo aziendale molto solido di Generali, la robusta capitalizzazione, il basso livello di indebitamento e le solide performance”.Il Global Coordinator è stato Deutsche Bank, i Joint Bookrunners BNP PARIBAS, BofA, Deutsche Bank, Goldman Sachs, HSBC, Mediobanca, Santander, UniCredit. LEGGI TUTTO