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    Piaggio, AD Colaninno: attenta gestione della liquidità consente di bilanciare aumento dei costi

    (Teleborsa) – “I nove mesi del 2025 hanno rimarcato un trend di rallentamento della propensione all’acquisto da parte dei consumatori, con timidi segnali di ripresa in alcuni mercati. Sui risultati hanno influito fattori esogeni macroeconomici, quali i dazi statunitensi, l’aumento del costo delle materie prime, e la coda dell’implementazione della nuova regolamentazione EURO 5+, elemento, quest’ultimo che ha generato una contrazione dei volumi in Europa”. Lo ha detto Michele Colaninno, amministratore delegato del Gruppo Piaggio, commentando i risultati al 30 settembre 2025.”In questo contesto, il Gruppo Piaggio è riuscito comunque a consolidare marginalità molto positive, migliorando ancora una volta il gross margin percentuale rispetto all’anno precedente – ha aggiunto – L’incremento degli ammortamenti nell’anno è conseguenza dell’avvio della produzione dei nuovi prodotti lanciati sui mercati internazionali sia per la mobilità elettrica sia per quella termica”. “L’attenta gestione della liquidità ha consentito, sostanzialmente, di controbilanciare l’aumento dei costi rispetto agli esercizi precedenti mantenendo il livello degli investimenti al di sopra dei 100 milioni di euro”, ha sottolineato Colaninno.”Nonostante sia ancora complicato fare delle precise previsioni riguardo al futuro prossimo, sono confermate le strategie di prodotto di lungo periodo nella mobilità leggera delle due ruote, nei veicoli commerciali e nella robotica avanzata che, con impegno, coniughino sviluppo e innovazione, marcando sempre di più la forza e il valore dei nostri marchi nei diversi mercati”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Piaggio, 9 mesi in calo ma migliora l’incidenza del margine lordo industriale

    (Teleborsa) – Piaggio, produttore italiano di veicoli quotato su Euronext Milan, ha venduto complessivamente nel mondo 346.500 veicoli al 30 settembre 2025 (380.000 al 30 settembre 2024, -8,8%), registrando ricavi consolidati per 1.204,4 milioni di euro (1.357,2 milioni di euro al 30 settembre 2024, -11,3%).Il margine lordo industriale è stato pari a 366,6 milioni di euro (402,4 milioni di euro al 30 settembre 2024, -8,9%), con un’incidenza sul fatturato in crescita, pari al 30,4% (29,7% al 30 settembre 2024).L’EBITDA consolidato è stato di 201 milioni di euro (234,3 milioni di euro al 30 settembre 2024, -14,2%). L’EBITDA margin è pari al 16,7% (17,3% al 30 settembre 2024). Il risultato operativo (EBIT) è stato pari a 85,2 milioni di euro (129,4 milioni di euro al 30 settembre 2024, -34,1%). L’EBIT margin è pari al 7,1% (9,5% al 30 settembre 2024).Al 30 settembre 2025 il Gruppo Piaggio ha consuntivato un utile netto positivo per 31,7 milioni di euro (62,2 milioni di euro al 30 settembre 2024, -49,1%).L’indebitamento finanziario netto (PFN) al 30 settembre 2025 risulta pari a -528,2 milioni di euro (-534 milioni di euro al 31 dicembre 2024; -461,2 milioni di euro al 30 settembre 2024).Nel periodo di riferimento il Gruppo Piaggio ha consuntivato investimenti per 102,5 milioni di euro (117,4 milioni di euro investiti al 30 settembre 2024). LEGGI TUTTO

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    Stellantis risolve il contratto di fornitura di nichel e cobalto con Alliance Nickel

    (Teleborsa) – Alliance Nickel, società di sviluppo di nichel e minerali critici quotata all’ASX, ha reso noto che Stellantis ha notificato la risoluzione, con effetto dal 3 dicembre 2025, dell’accordo di fornitura di nichel e cobalto per batterie annunciato il 1° maggio 2023. La risoluzione deriva dal mancato rispetto di alcune scadenze contrattuali che hanno reso l’accordo esistente inoperativo. Ciò è dovuto principalmente alle difficili condizioni del mercato del nichel e ai relativi vincoli di finanziamento del progetto.Stellantis ha espresso il suo continuo interesse per il progetto di nichel-cobalto di alta qualità NiWest di Alliance e ha indicato la sua disponibilità a rinegoziare i termini di prelievo che meglio riflettono la nuova tempistica di sviluppo del progetto e le condizioni di mercato.Il mercato del nichel ha subito una pressione sui prezzi negli ultimi due anni, che ha avuto un impatto sul contesto di finanziamento per i nuovi progetti di nichel a livello globale. Queste condizioni di mercato hanno costretto Alliance a rinviare le attività di sviluppo del progetto mentre la società si impegna a garantire un adeguato finanziamento del progetto a condizioni che creino valore per gli azionisti.La società sta attivamente valutando alternative strategiche, tra cui una potenziale transazione con una Special Purpose Acquisition Company (SPAC) che potrebbe portare alla quotazione al Nasdaq.”Comprendiamo le motivazioni alla base della decisione di Stellantis e, allo stesso tempo, riconosciamo che ciò rappresenta una buona opportunità per entrambe le parti di negoziare un nuovo accordo che rifletta meglio la nuova tempistica di sviluppo del progetto e la strategia futura – ha detto il Managing Director di Alliance, Paul Kopejtka – Credo fermamente che le prospettive a lungo termine per nichel e cobalto rimangano positive”. LEGGI TUTTO

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    Giappone, crescita spese famiglie settembre rallenta al +1,8% su anno

    (Teleborsa) – La spesa media mensile per consumi per nucleo familiare in Giappone a settembre 2025 è stata di 303.214 yen, in aumento dell’1,8% in termini reali rispetto all’anno precedente (in aumento del 5,3% in termini nominali), inferiore al +2,5% previsto e il 2,3% del mese precedente.Il dato è stato comunicato l’Ufficio statistico nazionale nipponico, secondo cui il dato congiunturale si attesta al -0,7%, in calo dal +0,6% della rilevazione di agosto. LEGGI TUTTO

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    Unipol, utile assicurativo 9 mesi balza a 961 milioni di euro. Raccolta diretta +10,8%

    (Teleborsa) – Unipol Assicurazioni, ha chiuso i primi nove mesi del 2025 con un utile netto consolidato reported pari a 1.120 milioni di euro, considerando il contributo del consolidamento con il metodo del patrimonio netto delle partecipate BPER e BPSO limitatamente al primo semestre 2025 (+54,7% rispetto ai 724 milioni di euro al 30 settembre 2024); tale risultato risente positivamente degli effetti economici derivanti dall’offerta pubblica di acquisto e scambio (OPAS) promossa da BPER sulla totalità delle azioni di BPSO, a cui Unipol ha aderito.Il risultato dei primi nove mesi 2025 del Gruppo Unipol, comprensivo del contributo della partecipazione in BPER alla stessa data, ricalcolato sulla base delle informazioni finanziarie recentemente diffuse dalla società, si attesta a 1.235 milioni di euro (834 milioni di euro al 30 settembre 2024).Il risultato netto del Gruppo Assicurativo ammonta a 961 milioni di euro, in crescita del 45% rispetto ai 662 milioni di euro del medesimo periodo dell’esercizio precedente. Nei primi nove mesi del 2025 la raccolta diretta assicurativa, al lordo delle cessioni in riassicurazione, è pari a 12.644 milioni di euro, in aumento del 10,8% rispetto agli 11.416 milioni di euro al 30 settembre 2024.La raccolta diretta nel comparto Danni al 30 settembre 2025 si attesta a 6.783 milioni di euro, registrando un incremento del 4,5% rispetto all’analogo periodo del 2024. Hanno contribuito alla crescita tutti i canali di vendita e i rami di attività del Gruppo. In particolare, continua a essere molto significativo lo sviluppo del comparto Salute (+12,7%), con ottime performance sia del canale corporate sia di quello retail (Rete Agenziale e Reti Bancarie). Positivi i risultati del comparto Auto che, con premi pari a 3.301 milioni di euro, registra una crescita del 4,3%, mentre il comparto Non Auto raggiunge premi pari a 3.482 milioni di euro e un aumento del 4,8% sui primi nove mesi del 2024.Nel comparto Vita la raccolta diretta del Gruppo è pari a 5.862 milioni di euro, registrando una crescita del 19,0%, alimentata sia dal canale bancassicurativo che da quello agenziale, nonché dalla raccolta apportata da grandi contratti collettivi previdenziali anche di nuova acquisizione. Al netto di questi ultimi, la crescita si attesta comunque all’8,9%. LEGGI TUTTO

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    Credemholding, utile a 399 milioni di euro nei nove mesi (+3,9%)

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di Credemholding, società che controlla il 79,82% del capitale di Credito Emiliano S.p.A., ha approvato in data odierna sotto la presidenza di Lucio Igino Zanon di Valgiurata, i risultati al 30 settembre 2025. La Società, in particolare, ha registrato un utile netto consolidato pari a 399 milioni di euro, in crescita del 3,9% rispetto a 384,1 milioni di euro a fine settembre 2024. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM, Castagna: “In grado di centrare Guidance. Guardiamo opportunità M&A”

    (Teleborsa) – “Penso che quest’anno abbiamo dimostrato di essere in grado di rispettare la nostra guidance anche a dispetto degli imprevisti, riuscendo a portare avanti l’acquisizione di Anima e resistere ad un’OPS ostile per nove mesi”, ha detto l’Ad di Banco BPM Giuseppe Castagna, rispondendo ad una domanda sull’M&A. “Continuiamo a considerare tutte le opportunità di M&A – ha chiarito – ma sappiamo che in ottica standalone siamo in grado di raggiungere i nostri target per il 2026”. “Non è lo scenario in cui ci troviamo ora, non stiamo prendendo in considerazione alcuna azione – ha precisato il manager – ma sappiamo ci sono ancora diverse opportunità in questo mercato”. Parlando del contributo fiscale richiesto dal governo alle banche, il numero uno di Banco BPM ha ribadito “centreremo la guidance qualunque sia il principio contabile definitivo” adottato dall’esecutivo e questo è il motivo per cui la Banca ha delineato una guidance “un po’ prudente”. Banco BPM punta infatti a raggiungere un utile netto di 1,95 miliardi di euro a fine 2025, ma al termine dei primi nove mesi ha già raggiunto l’85% del target, avendo riportato un utile di 1,665 miliardi di euro. Parlando del dividendo, Castagna ha confermato la validità di un dividend payout all’80% ed ha spiegato che il management ha valutato l’ipotesi di aumentare la distribuzione agli azionisti, avendo generato molto capitale, ma con un CET 1 “ancora al di sotto dei competitor” si preferisce aspettare la fine dell’anno per capire quale sarà il capitale generato e poi “si potrà discutere di un aumento del payout”.Nel presentare i risultati, Castagna ha sottolineato che la banca ha realizzato la sua view, con un solido modello di business integrato, una crescita sostenibile e la generazione di valore. IL manager si è detto soddisfatto dell’utile netto del 3° trimestre a 450 milioni di euro, che rappresenta il “miglior terzo trimestre” della storia del Banco BPM. LEGGI TUTTO

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    Start-up europee: EDHEC, ESMT Berlin e POLIMI lanciano il primo barometer su pratiche responsabili

    (Teleborsa) – POLIMI Graduate School of Management presenta i risultati del primo European Responsible Start-up Practice Barometer, realizzato in collaborazione con INNOVA Europe. Fondata nel 2022 da EDHEC, ESMT Berlin e POLIMI Graduate School of Management, INNOVA Europe è una coalizione di dieci università europee impegnate nella creazione di un ecosistema di imprenditoria sostenibile in Europa, a supporto della transizione sociale e ambientale. Oggi più che mai, le start-up rivestono un ruolo chiave come catalizzatori di innovazione e trasformazione. POLIMI Graduate School of Management si è avvalsa dell’esperienza degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e, in collaborazione con INNOVA, ha condotto un’indagine su 433 start-up europee per comprendere atteggiamenti, ostacoli e leve legate all’adozione di pratiche responsabili.Il barometer mira a fornire una valutazione concreta della volontà di implementare tali pratiche, dei metodi di attuazione e delle modalità di monitoraggio all’interno dell’ecosistema imprenditoriale europeo. Intende inoltre offrire a stakeholder come scuole, incubatori e fondi di investimento le informazioni necessarie per supportare meglio le start-up nell’affrontare le sfide della responsabilità d’impresa.Pratiche responsabili: un obiettivo di valore, ma non ancora una prioritàSebbene il 93% delle start-up intervistate dichiari di integrare pratiche responsabili nelle proprie operazioni, solo l’81% ha effettivamente intrapreso azioni in almeno uno dei quattro ambiti individuati: Ambiente, Sociale, Governance e Civico. A complemento dei tre tradizionali pilastri ESG, il barometer introduce il pilastro civico, che include iniziative che vanno oltre gli obiettivi strettamente aziendali, come investimenti nella comunità, sostegno a progetti educativi o sociali, partecipazione a iniziative di rigenerazione locale o innovazione sociale, e molto altro. Sociale: quasi 4 start-up su 5 hanno avviato iniziative sociali, in particolare a favore del benessere dei dipendenti (61%) e del marketing responsabile (63%). Governance: il 78% delle start-up adotta pratiche di buona governance. Ambiente: il 67% mette in atto pratiche ambientali responsabili. È l’ambito più frequentemente scelto come punto di partenza: tra le start-up impegnate in un solo pilastro, il 39% sceglie quello ambientale. Civico: solo il 51% delle start-up considera prioritario questo pilastro, e quasi un quarto afferma che non lo sarà nemmeno nel prossimo anno.La mancanza di risorse finanziarie (69%) e di tempo sufficiente (58%) rappresentano i principali ostacoli che impediscono alle start-up di intraprendere azioni responsabili, anche se le difficoltà variano da Paese a Paese. In Francia, la mancanza di tempo è citata più spesso (66%) rispetto a Germania (42%)e Italia (36%). In Italia, il 64% delle start-up afferma che le pratiche responsabili competono con altre priorità aziendali (contro il 25% in Francia e il 37% in Germania). In Germania, prevalgono i vincoli finanziari: il 79% cita risorse limitate come principale ostacolo, contro il 69% in Francia e il 43% in Italia.La maggior parte delle start-up ritiene che le pratiche responsabili siano utili, ma non ancora strategiche: il 42% riconosce un reale valore aggiunto, il 40% alcuni benefici, mentre il 18% non ne vede alcuno. Le pratiche responsabili, dunque, non vengono accantonate per mancanza di convinzione, ma perché considerate meno strategiche rispetto ad altre priorità in un contesto di risorse limitate.Misurare l’impatto: il punto deboleSebbene l’81% delle start-up abbia agito in almeno uno dei quattro ambiti della responsabilità d’impresa, solo il 28% utilizza indicatori di performance (KPI) per misurare l’impatto delle proprie azioni. Tuttavia, senza un sistema di monitoraggio, risulta difficile valutare i progressi, comunicare in modo trasparente o adeguare la strategia nel tempo. Il livello di monitoraggio varia in base alla maturità, al settore e ai pilastri considerati: il 64% delle start-up in fase di espansione monitora i propri KPI, contro il 27% di quelle in fase di prototipazione; il 46% delle start-up attive nel settore energia e ambiente e il 47% di quelle attive nell’ambito inclusione e impatto sociale monitorano gli indicatori – percentuali superiori alla media, ma ancora modeste per settori naturalmente orientati all’impatto; le categorie più monitorate sono impatto sociale e ambiente.Le principali difficoltà nel monitoraggio riguardano la mancanza di risorse finanziarie (27%), di tempo (25%), problemi di supporto interno (19%) e carenza di competenze specifiche (18%).La pressione degli stakeholder: un vero motore di cambiamentoIl numero di start-up che monitorano l’impatto delle proprie pratiche ESG raddoppia (40% contro 17%) quando subiscono la pressione del proprio ecosistema – clienti, investitori, incubatori, ecc. Tuttavia, questa pressione è ancora molto disomogenea: una start-up su due non è mai stata interrogata sulle proprie pratiche responsabili, segno di una dinamica ancora in fase di sviluppo più che di una tendenza ormai consolidata. Tra le start-up autofinanziate, il 38% ha ricevuto domande in merito, principalmente da clienti (17%), incubatori (14%) e partner commerciali (11%). Durante i round di finanziamento Series A, la pressione diventa la norma: l’83% delle start-up riceve domande sul tema, soprattutto da investitori a impatto (41%), investitori tradizionali (31%) e clienti (28%), che restano una forza trainante costante. Incubatori e investitori svolgono quindi un ruolo centrale nell’integrare sistematicamente il monitoraggio dell’impatto delle pratiche responsabili nei propri criteri di selezione, supporto e valutazione. Se questo approccio diventasse strutturale, avrebbe un effetto moltiplicatore sull’intero ecosistema, favorendo la trasparenza e l’allineamento dei team aziendali intorno a obiettivi condivisi e responsabili.”Questo studio evidenzia sia il potenziale che le attuali lacune nell’approccio delle start-up europee alla responsabilità. Molte mostrano un impegno autentico, ma tradurre le intenzioni in impatti misurabili resta una sfida importante. Come business school, ricopriamo un ruolo fondamentale nel fornire ai futuri imprenditori mentalità, competenze e strumenti per rendere la responsabilità un motore di innovazione e competitività a lungo termine” ha dichiarato Tommaso Agasisti, co-founder di INNOVA e associate dean for Institution and Public Administration di POLIMI Graduate School of Management.È proprio questo l’obiettivo della coalizione INNOVA Europe, che lavora per accelerare la trasformazione mobilitando l’intero ecosistema accademico dei partner. Le sue principali leve d’azione includono: il concorso INNOVA Europe, trampolino di lancio europeo che valorizza e sostiene i fondatori impegnati; il barometer, che ogni anno misura la dinamica dell’imprenditoria responsabile e mette in luce le tendenze su scala europea; la creazione di programmi di scambio e networking tra hub dell’innovazione per diffondere le migliori pratiche e incoraggiare la collaborazione europea. LEGGI TUTTO