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    Rate condominiali, morosità record: arriva il “difensore condominiale”

    (Teleborsa) – È percepita come una tassa da pagare: l’arrivo della rata condominiale genera malumori, tensioni, incomprensioni e, non di rado, morosità. Sempre più persone, infatti, faticano a rispettare le scadenze e non soltanto per motivi economici. Alla base c’è anche un problema culturale: molti non sanno con precisione cosa stanno pagando e finiscono per percepire quella cifra come un balzello da evitare, piuttosto che come un investimento sulla propria casa. Secondo un recente sondaggio condotto da ANAMMI, l’Associazione Nazional-europea degli Amministratori d’Immobili, oltre il 72% degli amministratori teme un forte impatto dei ritardi nei pagamenti sulla gestione ordinaria dei condomini. Il 66% degli intervistati prevede un aumento medio della morosità del 20%, mentre per altri la crescita potrebbe essere molto più alta, fino a raddoppiare.Le cause principali individuate dagli amministratori sono tre: le difficoltà economiche (38,8%), lo scarso rispetto delle regole (36%) e la mancanza di capacità di gestione finanziaria personale (25%). Il fenomeno colpisce soprattutto i grandi complessi e le periferie, ma non risparmia nemmeno i quartieri benestanti né gli anziani. A guidare la classifica delle città più colpite dal fenomeno ci sono Roma (22,38%) e Milano (9,3%). Seguono Venezia (3,9%), Firenze e Napoli (3,2%). A questo scenario si aggiungono i rincari energetici. Nonostante la flessione dei prezzi all’ingrosso, nel biennio 2023–2024 i condomini italiani hanno visto crescere le bollette condominiali: +6% per la luce e +8% per il gas. Per un condominio medio significa circa 70 euro in più l’anno solo per l’elettricità.”Il risultato? – spiega Tarcisio Sala, ideatore del progetto ‘Difensore Condominiale’ – è che sempre più famiglie guardano la cifra da pagare senza comprenderne la composizione. Bilanci poco chiari, assemblee deserte e comunicazioni burocratiche rendono difficile capire come e perché il denaro viene speso. La conseguenza è una frattura crescente tra amministratori e condomini che non si sentono parte attiva delle decisioni”.”Il problema – prosegue Sala – non è soltanto economico, ma riguarda il modo stesso in cui viene percepita la rata condominiale: i condomini non comprendono l’importanza del pagamento regolare. Lo vedono come una fastidiosa imposta, da evitare esattamente come le tasse o il dentista. Nessuno ama pagare una visita odontoiatrica, ma è necessaria per la salute. Allo stesso modo la rata serve a proteggere e ad aumentare il valore dell’investimento più grande che abbiamo nella vita: la casa”.Un aspetto che in pochi considerano è che, a differenza del mutuo, la rata condominiale “non finisce mai”: anche una volta estinto il debito con la banca, le spese per il condominio continueranno ad accompagnare i proprietari per tutta la vita dell’immobile. Un motivo in più, spiega Sala, per affrontarle con consapevolezza, senza ridurle a un mero fastidio.Sala sottolinea anche un altro punto spesso ignorato: una parte importante dei costi dipende dai comportamenti quotidiani dei residenti. “Docce interminabili, termosifoni accesi con le finestre aperte, sprechi di acqua calda: tutto questo – afferma Sala – pesa sulla bolletta condominiale. Eppure con un minimo di educazione al consumo e un monitoraggio costante si potrebbero ridurre sensibilmente le spese, pagando soltanto ciò che davvero si intende consumare”.Si tratta, in altre parole, di cambiare paradigma: non guardare soltanto al numero in fondo al prospetto, ma comprendere i meccanismi che lo determinano e intervenire per migliorarli. Molti condomini, inoltre, tendono a ignorare il valore della manutenzione ordinaria, che può prevenire interventi straordinari molto più costosi. “Programmare i lavori nel tempo, invece di subirli – prosegue Sala – significa evitare emergenze che gravano in modo pesante sulle famiglie”. In alcuni casi, strumenti come il finanziamento condominiale consentono di affrontare le spese straordinarie senza compromettere i bilanci domestici.Ma al di là dei numeri e delle soluzioni tecniche, la vera sfida è un’altra: ricostruire il senso di appartenenza al condominio. Solo se i condomini si sentiranno parte di un progetto comune sarà possibile ridurre la conflittualità e garantire una gestione sostenibile.Proprio per affrontare questa distanza crescente, Sala ha ideato una nuova figura professionale, quella del Difensore Condominiale, che – sottolinea – non si schiera contro nessuno: “È un ruolo terzo, a fianco sia dei condomini sia degli amministratori. L’obiettivo è mediare il problema, spersonalizzarlo e trovare insieme una soluzione condivisa. Così il condomino è soddisfatto, l’amministratore pure, e soprattutto si salva il condominio che rischierebbe altrimenti di andare in crisi”.Il progetto nasce per colmare un vuoto formativo: molti residenti non conoscono i propri diritti e doveri, non comprendono i bilanci e finiscono per percepire le spese come un’imposizione. Questo genera conflitti, logora i rapporti e azzera il senso di appartenenza alla comunità condominiale. Creare maggiore consapevolezza, invece, può trasformare il condominio da luogo di liti a spazio di collaborazione. Alla base della morosità non c’è soltanto la crisi economica, ma anche una mancanza di comprensione e di dialogo. Rendere più chiari i bilanci, favorire la partecipazione alle assemblee e diffondere una cultura della condivisione delle spese può essere la chiave per invertire la tendenza. “In fondo – conclude Sala – la rata condominiale non è una tassa da subire, ma uno strumento per preservare e valorizzare il bene più prezioso: la propria casa. Capirlo potrebbe trasformare un momento di scontro in un’occasione di collaborazione e tutela reciproca”. LEGGI TUTTO

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    Usa, a settembre indice mercato immobiliare NAHB stabile a 32 punti

    (Teleborsa) – Stabile la fiducia del settore immobiliare USA, sintetizzata dall’indice NAHB. A settembre, il dato si è attestato a 32 punti, invariato rispetto ad agosto. Il dato è peggiore delle attese del consensus che stimavano una crescita fino a 33 punti.L’indicatore, elaborato dalla National Association of Home Builders (NAHB), rappresenta un quadro sintetico delle aspettative di vendita dei costruttori nel presente e nell’arco dei prossimi sei mesi: una lettura inferiore a 50 mostra una prevalenza di giudizi negativi, mentre un livello superiore indica maggiore ottimismo.Sebbene il sentiment dei costruttori si sia attestato su un livello relativamente basso, tra 32 e 34, da maggio, i costruttori hanno espresso ottimismo sul fatto che un clima di tassi di interesse più favorevole potrebbe allontanare gli acquirenti esitanti nell’ultimo trimestre del 2025.”Mentre i costruttori continuano a fare i conti con l’aumento dei costi di costruzione, un recente calo dei tassi di interesse sui mutui nell’ultimo mese dovrebbe contribuire a stimolare la domanda di alloggi”, ha affermato il presidente della NAHB Buddy Hughes.”La NAHB prevede che la Fed taglierà il tasso sui fondi federali nella riunione di questa settimana, il che contribuirà a ridurre i tassi di interesse sui prestiti a costruttori e sviluppatori”, ha affermato Robert Dietz, capo economista della NAHB. “Inoltre, la media dei mutui a tasso fisso a 30 anni è scesa di 23 punti base nelle ultime quattro settimane, attestandosi al 6,35%, secondo Freddie Mac. Si tratta del livello più basso da metà ottobre dello scorso anno e di un segnale positivo per la futura domanda di alloggi”.(Foto: Pete Linforth / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Usa, a luglio scorte industria +0,2% m/m e vendite +1,0% m/m

    (Teleborsa) – Accelerano a luglio le scorte e vendite dell’industria. Secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato per le scorte una variazione al rialzo su base mensile dello 0,2% a 2.666,7 miliardi di dollari, invariato rispetto al precedente (in linea con le stime degli analisti). Su base annua si è registrato un incremento dell’1,5%.Nello stesso periodo, le vendite sono aumentate dell’1,0% su base mensile attestandosi a 1.948,2 miliardi di dollari. Su anno si registra un aumento del 4,0%.La ratio scorte/vendite si è attestata all’1,37. A luglio 2024 era pari all’1,40.(Foto: Angelique Johnson / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Pepe (COVIP): salvadanaio previdenziale alla nascita offre capitale paziente per economia reale

    (Teleborsa) – “La previdenza pubblica rappresenta il 70% del reddito delle persone sopra i 65 anni. Questo dato fa riflettere sulla necessità di rilanciare la previdenza complementare, di rilanciarla nei numeri e nelle performance”. Lo ha detto Mario Pepe, presidente della COVIP, al convegno “Proposte per lo sviluppo dei fondi pensione: più adesioni nelle micro e piccole imprese e più capitali in economia reale”, promosso da Arca Fondi SGR e da Itinerari Previdenziali alla Camera dei Deputati.”La previdenza complementare annovera quasi 10 milioni di iscritti e rappresenta l’11,7% del PIL, mentre negli altri paesi europei siamo intorno quasi al 70%, quindi ne abbiamo di strada da fare”, ha aggiunto.”Fra le tante proposte annunciate nella relazione consegnata al governo, mi vorrei soffermare su una sola: il salvadanaio previdenziale alla nascita – ha detto Pepe – Il salvadanaio previdenziale alla nascita deve essere uno strumento di educazione finanziaria, per cominciare la discussione della previdenza complementare all’interno delle famiglie”.”Il salvadanaio previdenziale alla nascita offre un capitale paziente, nel lungo periodo, che può allora essere usato nell’economia reale”, ha sottolineato il presidente della COVIP. LEGGI TUTTO

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    Isee, Salvini: rivedere parametri escludendo prima casa da calcolo

    (Teleborsa) – La revisione dei parametri di calcolo dell’Isee, con la rimozione del computo del valore della prima casa è una cosa che “chiedono tantissime famiglie, associazioni, mondo delle imprese e lo stesso volontariato”. Lo ha affermato il vicepremier e ministro di Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini intervistato su Radio 24. “Il reddito Isee, quello che ti dà l’accesso o ti nega l’accesso a tanti bonus, scuola libri, salute, affitti, libri dei figli probabilmente va aggiornato al 2025. I criteri di cosiddetta ricchezza, fra patrimonio e reddito, di qualche anno fa non sono quelli di oggi. Aver comprato un monolocale o un bilocale dopo anni di sacrifici non ti può sostanzialmente escludere da qualsiasi tipo di contributo pubblico – ha detto – come l’aver risparmiato e avere sul conto corrente qualche euro”. “Quindi bisogna rivedere i criteri Isee che escludono milioni di italiani che ricchi non sono, ma non sono secondo questi algoritmi abbastanza poveri per fruire di contributi pubblici dalla casa, all’affitto, alla scuola. Mi sembra doveroso: siamo nel 2025 – ha proseguito Salvini – e tutti gli strumenti vanno aggiornati al 2025″”È cambiato il mondo” e coloro che sono in affitto non sono per forza quelli in condizioni meno favorevoli: “l’affitto di casa può essere anche una scelta”. Mentre “avere quei 50 metri quadri di acquisto perché si è fatta questa scelta” implica che “magari c’è gente che non si è fatta le vacanze per vent’anni per passare dall’affitto alla proprietà. Ma non passi nel club di Paperon de Paperoni con quei 50 metri quadri, o se risparmi 2 lire due lire sul conto corrente per il bonus studio. Altrimenti – ha avvertito il leader della Lega – i bonus vanno sempre nella stessa direzione, vanno sempre agli stessi soggetti che ne prendono 2-3-4-5 li cumulano e diventano qualcosa di assolutamente iniquo”. LEGGI TUTTO

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    Arca Fondi, Loeser: quasi un quarto dei nostri ricavi vengono da clienti con più di 80 anni

    (Teleborsa) – “Lo sviluppo della previdenza complementare, quantomeno limitato al TFR, è una priorità per cambiare la gestione del risparmio e far diventare i cittadini, oltre che ottimi risparmiatori, anche ottimi investitori”. Lo ha detto Ugo Loeser, Amministratore Delegato di Arca Fondi SGR, al convegno “Proposte per lo sviluppo dei fondi pensione: più adesioni nelle micro e piccole imprese e più capitali in economia reale”, promosso da Arca Fondi SGR e da Itinerari Previdenziali alla Camera dei Deputati.”Della ricchezza finanziaria in Italia noi possiamo parlare in termini di priorità ma anche di emergenza – ha aggiunto – La ricchezza finanziaria in Italia, che era una delle più alte del mondo, si sta svalutando in maniera rilevante e veloce. Noi non riusciamo a investire questa ricchezza al di là del conto corrente o del BOT, e non in economia reale come fanno paesi come l’Olanda. Troppo risparmio si trova sui depositi, che non pagano nemmeno un interesse, mentre il BOT o il BTP comunque qualcosa danno”. Un tema chiave è quello della demografia, ha sostenuto Loeser: “Citando il caso nostro, noi in Arca abbiamo quasi un quarto dei nostri ricavi che vengono da clienti che hanno più di 80 anni. Non si può chiedere a questi clienti di investire in economia reale, in private equity, in venture capital, eccetera, anche se qualcuno fece una norma per obbligare i PIR a investire nel venture capital e infatti fu la fine di quel mercato. È chiaro quindi che l’unico modo che noi abbiamo per canalizzare questa ricchezza finanziaria enorme presso gli investimenti produttivi – che garantiscano la crescita del paese, lo sviluppo delle infrastrutture strategiche e la sostenibilità del sistema previdenziale – è sviluppare la previdenza complementare”. LEGGI TUTTO

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    Parte AppLI: il web coach del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

    (Teleborsa) – Operativo AppLI, l’assistente virtuale sperimentale del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con Inps, progettato per affiancare i giovani NEET (Not in Education, Employment or Training) in un percorso personalizzato di orientamento, formazione e inserimento lavorativo. AppLI – fa sapere il ministero in una nota – è accessibile gratuitamente e senza limiti di giorni e orario sul sito del ministero. Nella fase iniziale è rivolto ai cittadini tra i 18 e i 35 anni in possesso di SPID o CIE. La sua finalità è accompagnare i giovani in un percorso personalizzato di orientamento, formazione e inserimento lavorativo.AppLI rappresenta il primo sistema di intelligenza artificiale generativa multi-agente costruito da una Pubblica Amministrazione, capace di gestire in modo innovativo problematiche complesse come quelle sottese al fenomeno dei NEET: l’obiettivo è accompagnare i giovani nella fase di attivazione e riattivazione in modo inclusivo, sostenibile ed efficace, utilizzando le tecnologie più avanzate al servizio della collettività.L’assistente virtuale del Ministero nasce da un processo di co-creazione: sin dalle fasi progettuali sono stati coinvolti giovani utenti, Regioni, centri per l’impiego ed esperti del settore, con l’obiettivo di dare vita a uno strumento realmente utile e vicino ai bisogni delle persone. Un approccio evolutivo che si manterrà nel tempo: il sistema sarà costantemente monitorato e migliorato anche grazie ai feedback degli utenti, che guideranno l’introduzione di nuove funzionalità e il perfezionamento dei servizi offerti.Il web coach si inserisce nell’ecosistema tecnologico del Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL), sviluppato in collaborazione con Inps e rafforza le politiche attive già avviate dal ministero, comprese le misure incentivanti dell’occupazione giovanile e dell’autoimpiego. L’obiettivo è chiaro: valorizzare il capitale umano delle nuove generazioni e offrire strumenti concreti per la transizione scuola-lavoro.”La tecnologia, quando è ben progettata e usata con responsabilità, può accorciare le distanze, rendere i servizi più semplici e più vicini – ha affermato la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone – e AppLI è uno strumento gratuito, accessibile e umano, nato con i giovani e per i giovani, che non sostituisce il lavoro degli operatori, ma lo rafforza. Un primo passo: lo miglioreremo insieme a chi lo userà, perché ogni talento merita un’opportunità”.In concreto AppLI ascolta e orienta, rilevando interessi, competenze e obiettivi, proponendo un percorso su misura; allena, suggerendo pillole formative, corsi e risorse utili per colmare gap di competenze; avvicina al lavoro, indicando opportunità e servizi disponibili sul territorio, favorendo il contatto con la rete pubblica; accompagna, inviando promemoria e incoraggiamenti, aiutando a trasformare i passi in risultati.AppLI – sottolinea il ministero – è un compagno digitale che potenzia l’incontro tra giovani, servizi pubblici e mondo del lavoro. Progettato secondo principi della “privacy-by-design”, non sostituisce i servizi dei centri per l’impiego e non prende decisioni al posto delle persone. Lo sviluppo è conforme alle linee guida contenute dal Gdpr e dall’AI Act e ha previsto che le conversazioni con AppLI rispondano ai principi di equità, trasparenza, sicurezza, tutela dell’utenza, responsabilità e protezione dei dati personali condivisi.La versione disponibile oggi è sperimentale, sotto stretto monitoraggio e suscettibile di molteplici aggiornamenti. Nei prossimi mesi sono previste: nuove funzionalità di orientamento e coaching; integrazioni con ulteriori servizi territoriali e formativi; ampliamento graduale della platea dei beneficiari. LEGGI TUTTO

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    Brambilla (Itinerari Previdenziali): previdenza complementare è assolutamente indispensabile

    (Teleborsa) – “La popolazione italiana che continua ad invecchiare non è un problema in assoluto, ma se si ha un sistema pensionistico che gode purtroppo di bassi salari e non si possono creare pensioni alte, allora la previdenza complementare è assolutamente indispensabile. E per incentivarla bisognerebbe ritornare a una tassazione all’11%”. Lo ha detto Alberto Brambilla, Presidente del Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali, al convegno “Proposte per lo sviluppo dei fondi pensione: più adesioni nelle micro e piccole imprese e più capitali in economia reale”, promosso da Arca Fondi SGR e da Itinerari Previdenziali alla Camera dei Deputati.”Ovviamente bisognerebbe anche pensare all’economia reale e quindi bisognerebbe investire un po’ di più – ha aggiunto – E a questo punto però bisogna che il Fondo di Tesoreria INPS sia cambiato. Certo sarà un bel problema perché è vero che i lavoratori smettono di lavorare e quindi chiedono all’INPS il TFR versando. Però insomma, quantomeno non versiamo più nuovi TFR a questo fondo”.”Se vado a vedere il tasso di adesione nelle imprese grandi alla previdenza complementare, spesso supera anche l’80%, mentre il tasso di adesione dell’impresa che hanno fino a 15 dipendenti non supera l’8% – ha detto Brambilla – Quindi in un certo senso abbiamo anche privato una quantità enorme di lavoratori del diritto alla previdenza complementare”.Nel corso della sua presentazione l’esperto ha fatto notare che “l’investimento in economia reale dei fondi non supera il media il 5% e quindi bisognerebbe che si incentivasse. Questo investimento in economia reale va magari portato al 25% dall’attuale 10% previsto per gli investimenti qualificati”. LEGGI TUTTO