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    Mondelez vende attività gomme da masticare per 1,35 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – Mondelez, multinazionale USA attiva nel settore alimentare e proprietaria di brand come Oreo, Ritz Crackers, Milka e Toblerone, ha siglato accordi definitivi per la vendita delle sue attività di gomme da masticare negli Stati Uniti, in Canada e in Europa a Perfetti Van Melle Group, uno dei principali produttori europei di gomme e dolciumi. Il prezzo di acquisto complessivo è di 1,35 miliardi di dollari (15 volte l’equivalente dell’EBITDA stimato per l’anno in corso).La cessione fa avanzare la strategia di rimodellamento del portafoglio della società, come delineato durante l’Investor Day di maggio, consentendo una maggiore attenzione alla crescita e al reinvestimento nelle sue principali categorie di cioccolato, biscotti e snack da forno.La strategia Vision 2030 di Mondelez mira a generare il 90% dei ricavi da cioccolato e biscotti, compresi gli snack da forno, categorie identificate con significative opportunità di crescita per l’azienda, rispetto al 59% nel 2012 e all’80% di oggi. LEGGI TUTTO

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    Natale, Cia: “Meno regali e più utili. Agroalimentare vince per 50% famiglie

    (Teleborsa) – Il caro energia spinto dalla guerra in Ucraina e l’inflazione alta accorciano la lista dei regali di Natale e spingono verso doni utili, in un caso su tre declinati in chiave enogastronomica. Lo dice Cia-Agricoltori Italiani, che stima una spesa media pro capite di 160 euro (-8% rispetto allo scorso anno) per gli acquisti da mettere sotto l’albero e conferma il primato del cibo come idea regalo delle festività.A spiccare tra i doni preferiti è soprattutto il tradizionale cesto natalizio con i prodotti agroalimentari del territorio – osserva Cia – che compare nella lista dei desideri di oltre 12 milioni di famiglie, quasi il 50% del totale. Quest’anno, però, il cesto natalizio classico è in versione taglia ridotta, a causa dei rincari, ma sempre riempito di eccellenze tipiche e locali. Messe via le mode esterofile, infatti, vince assolutamente il Made in Italy e, tra i prodotti più gettonati, spuntano vino, spumante, panettone e torrone tradizionale, seguiti da salumi, conserve, olio extravergine d’oliva, miele, formaggi. Per una spesa complessiva –prevede Cia – compresa tra i 600 e i 650 milioni di euro.Cambiano anche le modalità di acquisto. Sono in tanti a scegliere sempre più spesso lo shopping natalizio nelle botteghe e nei mercatini allestiti dagli agricoltori (+10%), che assicurano la qualità a un giusto prezzo, nelle aree rurali come in città, per non far mancare sulle tavole degli italiani il meglio delle produzioni agricole regionali che fanno grande la cucina delle feste. LEGGI TUTTO

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    Grano, Mosca conferma: rientriamo nell'accordo

    (Teleborsa) – Il ministero della Difesa russo ha annunciato che la Russia riprenderà la partecipazione all’accordo sul grano: lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti.”Siamo riusciti a ricevere garanzie scritte dall’Ucraina che non utilizzerà il corridoio umanitario e i porti ucraini coinvolti nell’esportazione di beni agricoli per condurre attività militari contro la Russia, queste” garanzie scritte “sono state inviate al Centro di coordinamento congiunto il primo novembre 2022”, afferma il ministero della Difesa di Mosca aggiungendo che “la Russia ritiene che le garanzie ricevute a questo punto siano sufficienti e riprende l’attuazione dell’accordo”. Lo riporta la Tass. Mosca sabato ha denunciato un presunto attacco di droni ucraini contro navi russe ancorate a Sebastopoli ma Kiev ha respinto le accuse. Ad anticipare lo scenario, era stato poco prima il presidente turco Recep Tayyip Erdogan il quale aveva dichiarato che la Russia sarebbe tornata a fare parte dell’accordo che ha permesso l’esportazione di grano dai porti ucraini, da cui Mosca si è recentemente sfilata, secondo quanto aveva riportato Anadolu. Erdogan ha fatto anche sapere che sentirà oggi al telefono il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelensky per discutere degli ultimi sviluppi del conflitto tra Mosca e Kiev.”Estendere l’accordo sul grano è molto importante e sono sicuro che riusciremo a trovare un consenso per farlo”, aveva affermato sempre poco prima il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, in una conferenza trasmessa da Trt, assicurando che Ankara continuava a mediare “affinché possa tornare in vigore l’intesa tra Turchia, Ucraina, Russia e Onu” che aveva sbloccato l’esportazione di grano dai porti ucraini e da cui Mosca si era sfilata nei giorni scorsi.”La Russia sostiene di non avere condizioni di sicurezza affinché grano e fertilizzanti siano esportati”, aveva spiegato Cavusoglu aggiungendo che “rimuovere gli ostacoli per l’esportazione di grano e fertilizzanti dalla Russia non significa stare dalla parte della Russia, su questo c’è un consenso da parte dell’Onu e anche da parte dell’Unione europea perché tutto il mondo ha bisogno di questi prodotti”. LEGGI TUTTO

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    Agricoltura, ENEA: al via la prima mappatura per tutelare e valorizzare i vigneti della Basilicata

    (Teleborsa) – Tutelare e valorizzare il comparto vitivinicolo locale. È in arrivo, con questo obiettivo, la prima mappa georeferenziata e interattiva dei vigneti della Basilicata. La mappa – fa sapere l’Enea in una nota – stata messa a punto nell’ambito del progetto PRO.S.IT, finanziato con 260 mila euro dalla Regione e portato avanti, tra gli altri, dal Consorzio Qui Vulture e dall’Università degli Studi della Basilicata, in collaborazione con Enea.Si tratta di una piattaforma web, realizzata dall’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del Cnr, che permette agli operatori del settore di condividere le informazioni sulle singole particelle catastali dei vigneti con dati geospaziali (quota, pendenza, esposizione), biofisici (attività fotosintetica, densità di biomassa e stato di salute delle piante) e sulla presenza di eventuali insetti dannosi. “Con questo progetto abbiamo realizzato, per le aziende e i consorzi della viticoltura lucana, uno strumento dinamico, di immediata e facile fruizione da computer e smartphone, basato su tecnologie open source che, attraverso la condivisione dei dati sito-specifici, crea le basi per il monitoraggio partecipativo di Lobesia botrana, un insetto diffuso in tutta Italia, che, nutrendosi degli acini dell’uva, causa gravi danni alla vendemmia”, – spiega Ferdinando Baldacchino, entomologo Enea del Laboratorio Bioprodotti e bioprocessi presso il Centro Ricerche Trisaia (Matera) –. La condivisione sulla piattaforma dei dati di cattura delle trappole da parte dei viticoltori – prosegue Baldacchino – consentirà di ottenere, in tempo reale, informazioni sull’inizio e sull’andamento dei voli di questo insetto in un areale più ampio del proprio vigneto; questo permetterà agli imprenditori agricoli il corretto posizionamento dell’intervento insetticida: da oggi in poi, le aziende lucane avranno a disposizione uno strumento innovativo per difendere, in modo sempre più efficace e tempestivo, i propri vigneti e preservare la produzione di vino”.Per il progetto PRO.S.IT, Enea si è occupata, in particolare, di distribuire un questionario ai produttori viticoli, con l’obiettivo di conoscere le strategie di lotta adottate contro la tignoletta della vite (Lobesia botrana) e il livello di soddisfazione raggiunto nel controllo. L’indagine ha coinvolto stakeholder lucani più rappresentativi, tra aziende private e forme associative, prevalentemente nell’area viticola del Vulture, nella provincia di Potenza. I quesiti riguardavano in particolare: la tipologia di gestione (difesa integrata obbligatoria, produzione integrata volontaria e agricoltura biologica), i mezzi di lotta utilizzati (insetticidi chimici, biologici e confusione sessuale),le basi decisionali per l’intervento (esperienza personale, indicazione di tecnici, monitoraggio dei voli, campionamento delle uova, bollettini fitosanitari e modelli previsionali) e la soddisfazione dei risultati raggiunti. Dalle risposte è emerso, ad esempio, che il controllo delle infestazioni da Lobesia botrana viene condotto con strategie miste: insetticidi chimici nel 75% dei casi, spesso anche in presenza della confusione sessuale applicata sul 50% dei vigneti oggetto d’indagine, mentre solo nel 25% si ricorre a insetticidi di origine biologica. “Questi risultati – sottolinea Baldacchino – descrivono una viticoltura dinamica e attenta alla sostenibilità, ma ancora incerta e in evoluzione nell’utilizzo dei mezzi tecnologici a disposizione, dopo l’abbandono degli esteri fosforici. Inoltre, è emerso chiaramente il ricorso contemporaneo, da parte degli imprenditori agricoli, a più fonti di informazione, anche extra aziendali come i bollettini fitosanitari (il 75% del campione). Ecco, quindi, la necessità di mettere a punto uno strumento tecnologico, informativo, partecipativo e interattivo, come la piattaforma web-GIS di PRO.S.IT, che rappresenta il supporto ideale al primo esempio di citizen science per la tutela del patrimonio viticolo della nostra Regione”.Inoltre, il team del progetto ha messo a punto metodiche capaci di fornire informazioni, costantemente aggiornate, sulla dinamica di crescita del vigneto, sullo stato idrico, sul sequestro di anidride carbonica da parte della pianta e sulla scelta dei portinnesti della vite, ma anche pratiche agricole per la tutela della biodiversità come, ad esempio, l’inerbimento spontaneo inverno-primaverile.Per quanto riguarda il processo di vinificazione (e la riduzione del rame nelle uve provenienti da agricoltura biologica), uno dei principali risultati ottenuti dal progetto ha riguardato l’allestimento di una banca di lieviti vinari autoctoni della Basilicata isolati in diverse aree e varietà della Regione. Le caratteristiche enologiche dei diversi ceppi di lieviti vinari sono state riassunte in una scheda predisposta a beneficio dei trasformatori lucani e comprende l’indicazione del comportamento di ceppo per parametri enologici caratterizzanti, quali la performance fermentativa, il profilo aromatico e caratteristiche peculiari, come la capacità di condurre la fermentazione con basse dosi di solfiti e di ridurre il rame. LEGGI TUTTO

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    Danone avvia vendita di attività in Russia: contraccolpo da 1 miliardo di euro

    (Teleborsa) – Danone, multinazionale francese di prodotti alimentari, ha deciso di avviare un processo per trasferire il controllo effettivo delle sue attività Essential Dairy e Plant-based (EDP) in Russia. Danone ritiene che questa sia l’opzione migliore “per garantire la continuità del business locale a lungo termine, per i propri dipendenti, consumatori e partner”. La società non ha rivelato a chi intende trasfere l’attività.Nei primi 9 mesi del 2022, l’attività EDP Russia ha rappresentato circa il 5% delle vendite nette di Danone e ha contribuito in modo diluitivo alla crescita delle vendite omogenee e al margine operativo ricorrente di Danone. L’operazione potrebbe comportare una perdita fino a 1 miliardo di euro.Una volta conclusa, la transazione, che sarà soggetta alle approvazioni normative, comporterà il deconsolidamento delle attività di Danone EDP Russia.(Foto: © Maxim Kuzubov / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Italia: aziende vitivinicole in calo, ma diventano più strutturate

    (Teleborsa) – Negli ultimi vent’anni le aziende vitivinicole italiane si sono ridotte di oltre 500 mila unità, ma la superficie vitata ha tenuto (-11%, con -1% nell’ultimo decennio) e le 255 mila aziende rimaste (erano 791 mila nel 2000) sono oggi più strutturate, con una superficie media degli ettari vitati in crescita del 174%. È quanto emerge da un’analisi dell’Osservatorio di Unione italiana vini sull’ultimo censimento agricolo dell’Istat aggiornato al 2020.Rispetto a venti anni fa, la numerosità delle aziende è calata con maggior evidenza al Centro (-75%), con trend sopra la media anche nel Nord Ovest (-70%). Tra le regioni, la Campania – che nel 2000 vantava il maggior numero di compagini (86 mila) – oggi ne conta poco più di 22 mila con un calo del 74%; ancora maggiore la riduzione nel Lazio (-83%). La Puglia è la regione con il maggior numero di imprese (36 mila), seguita dalla Sicilia (30 mila) e dal Veneto (27 mila).”L’Italia sta progressivamente strutturando le proprie imprese vinicole nel rispetto delle varietà produttive, che sono la vera ricchezza del nostro vino – ha commentato il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi – La strada è quella giusta, anche se manca ancora molto per avvicinarsi alla superficie media dei nostri principali competitor, come Australia, Usa e Nuova Zelanda o, più vicino a noi, di una Francia che conta una dimensione media per azienda di 5 volte superiore alla nostra”.Gli appezzamenti sono in media più grandi al Nord, dove la superficie media della vigna è di 3,4 ettari, contro una media nazionale a 2,5 (erano 0,9 nel 2000 e 1,6 dieci anni dopo). Guardando alla superficie vitata, i picchi si riscontrano in Friuli Venezia Giulia (5,5 ettari), poi, 4 in Lombardia 3,8, in Veneto (che ha la crescita maggiore: +295%), 3,6 in Toscana, 3,4 in Piemonte.Secondo l’Unione italiana vini, sono 255.000 le aziende viticole, che rappresentano il 23% del totale delle imprese agricole (1,1 milioni) censite da Istat. Nella classifica per incidenza vino sul totale imprese, si piazza la primo posto il Trentino con un impatto del 43%, seguito dal Veneto, al 32%, e dalla Toscana ed Emilia-Romagna (31%). Ben sopra la media anche Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Campania, Umbria e Marche. LEGGI TUTTO

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    Vino, Romani (Argea): “Nostra mission è dare valore alla produzione sostenibile Made in Italy”

    (Teleborsa) – E’ stato presentato oggi il nuovo polo aggregante del settore vinicolo, Argea, che raggruppa 6 sedi produttive in 4 regioni, aspirando ad internazionalizzare il vino Made in Italy, non solo quello a denominazione controllata, ma anche il vino indistinto delle cantine italiane. Una operazione che punta a dare valore alla nostra produzione nazionale, già molto apprezzata nel mondo per la sua qualità, per farla competere con i blasonati vini d’oltralpe. Ne ha parlato a Teleborsa Massimo Romani, Amministratore Delegato di Argea. Cosa caratterizza il vino italiano nel mondo e cosa spinge l’export?”Il vino italiano nel mondo è sinonimo di qualità crescente negli anni. Questa è l’evoluzione che leggiamo nei numeri e nell’incremento di valore per unità esportate. Sappiamo infatti che il 50% dei 50 milioni di ettolitri di vino italiano prodotto è di denominazione e crea un valore aggiunto importante e tangibile. Abbiamo poi un altro 50% di vino da tavola, indistinto, rispetto al quale c’è una missione di valorizzazione che ogni player del settore fa nei confronti dell’export e del consumo in Italia”. “La percezione quindi è qualitativamente molto alta, l’Italia è molto apprezzata – il packaging, il lifestyle – l’Italia è di per sé un brand, non solo nel vino, ma nell’agroalimentare in generale. C’è ancora strada da fare per arrivare ai livelli della Francia, che è un po’ meno importante di noi a volume, ma lo è molto di più a valore. Noi dobbiamo ambire a competere con loro non solo a volume, ma anche a valore”. Argea parte con un ambizioso piano di investimenti. Quali sono le priorità? E quali numeri ci si aspettano?”Argea ha un piano d’investimenti di 50 milioni nei prossimi anni, suddiviso sui 6 siti di produzione del gruppo, che sono dislocati prevalentemente in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia, mentre in Puglia si tratta perlopiù di masserie ed anche su quelle pensiamo di fare investimenti. Sono quindi investimenti equamente distribuiti sui territori, volti al miglioramento qualitativo, alla transizione energetica, allo sviluppo sostenibile dei nostri prodotti e coprono tutta la filiera produttiva”. La sostenibilità è appunto uno degli elementi fondamentali su cui poggia la creazione del polo del vino. Come si declina questo impegno?”Noi ci siamo dati, in coerenza con i 17 principi del Global Compact delle Nazioni Unite, una serie di priorità – la transizione energetica, il giusto utilizzo delle risorse ambientali, una miglior politica di gender, la trasparenza nei confronti del fornitori, il welfare dei dipendenti e politiche di flessibilità sul lavoro – che saranno regole fondamentali del nostro agire per il 2023 ed il 2024″. “Vogliamo monitorare queste priorità con dei KPI, misurarle e raccogliere tutto quello che facciamo per noi, per il territorio, per le comunità all’interno di un bilancio di Sostenibilità, la cui prima release sarà durante la Milano Wine Week il 13 ottobre. In seguito, con appuntamenti annuali, monitoreremo quello che definiamo il nostro buon impatto sul territorio e sulle comunità”. LEGGI TUTTO

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    Eurostat, pane da record: mai così caro nell'UE

    (Teleborsa) – Prezzo del pane mai così alto nell’Ue. Lo scrive Eurostat in una nota in cui osserva che ad agosto il prezzo è cresciuto mediamente nell’Unione europea del 18% rispetto allo stesso mese del 2021.Alla base del rincaro, rileva ancora Eurostat, soprattutto le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina. A titolo comparativo, l’istituto europeo di statistica ricorda che tra l’agosto del 2020 e l’agosto del 2021 l’incremento medio segnato nell’Ue dal prezzo del pane era stato del 3%.Gli aumenti maggiori del costo del pane, nel periodo agosto 2021-agosto 2022, sono stati registrati in Ungheria (+66%) in Lituania (+33%), in Estonia e Slovacchia (+32%). I Paesi meno colpiti dal fenomeno sono stati invece la Francia (+8%), l’Olanda e il Lussemburgo (+10%). In questo contesto l’Italia, nel grafico diffuso da Eurostat, si colloca al di sotto della media Ue.Anche Eurostat conferma l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal Codacons sull’abnorme crescita dei prezzi nel comparto alimentare registrata ad agosto. Lo scrive l’associazione in una nota. “Nello scorso mese il prezzo del pane in Italia è rincarato in media del 13,6% – spiega il Codacons – La causa è ancora una volta da ricercarsi nel conflitto scoppiato in Ucraina e nella conseguente escalation dei costi delle materie prima, cui si associa nel nostro paese anche l’emergenza energia. Anche altri prodotti, tuttavia, risentono della guerra in corso: è il caso della pasta, i cui prezzi, in base agli ultimi dati Istat, sono aumentati in Italia del +25,8% ad agosto, mentre l’olio di semi registra un rincaro del +62,2% e la farina sale in media del +23% – analizza l’associazione. Considerata la spesa annua delle famiglie, nel 2022 un nucleo di 4 persone si ritrova a spendere solo per pane e cereali ben 175 euro in più rispetto allo scorso anno, proprio a causa dei pesanti incrementi dei listini al dettaglio”, conclude il Codacons. LEGGI TUTTO