More stories

  • in

    Giappone, indice PMI manifattura aprile sale a 48,5 punti

    (Teleborsa) – Migliora meno delle attese l’attività della manifattura in Giappone. Il dato preliminare dell’indice PMI manifatturiero di aprile 2025, pubblicato da S&P Global ed elaborato da Jibun Bank, indica un valore di 48,5 punti, rispetto ai 48,4 di marzo.L’indicatore si mantiene così al di sotto della soglia critica dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione – valori al di sotto – e di espansione – valori al di sopra.Le stime degli analisti erano per un livello a 48,7 punti.”Gli ultimi dati Flash PMI indicano che il settore privato giapponese è tornato a crescere ad aprile, con le aziende che hanno segnalato un aumento dell’attività economica per la quinta volta in sei mesi – ha commentato Annabel Fiddes, Direttore Associato per l’Area Economica di S&P Global Market Intelligence – I dati di settore suggeriscono che questo sia stato favorito da un nuovo aumento dell’attività nei servizi, sebbene anche la flessione della produzione manifatturiera si sia attenuata nel corso del mese”. LEGGI TUTTO

  • in

    Giornata Mondiale della Terra: MIT spegne la facciata esterna

    (Teleborsa) – Oggi è la Giornata Mondiale della Terra, l’Earth Day 2025, istituita nel 1970 negli Stati Uniti ed adottata dalle Nazioni Unite nel 2009.Il MIT aderisce a questa giornata spegnendo la facciata della sua sede di Porta Pia, rimarcando l’importanza di comportamenti responsabili, anche da parte delle istituzioni, per preservare il nostro pianeta. Il tema di quest’anno – “il nostro potere, il nostro pianeta” – infatti, pone l’accento su tematiche di attualità, quali il risparmio energetico e l’adozione di politiche per la qualità di vita delle persone.Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è in prima linea con progetti e politiche: che mettono al centro la mobilità integrata, intermodale e sostenibile, sia individuale, sia collettiva; che promuovono la gestione efficiente della risorsa idrica, anche in termini di approvvigionamento; che rispondono alle esigenze di sicurezza sui territori e sulla comunità; che permettono di affrontare le sfide del futuro, con la maestria e l’ingegno italiani. LEGGI TUTTO

  • in

    Vodafone Italia, Antitrust apre istruttoria per rideterminare sanzione 2017

    (Teleborsa) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha deliberato l’avvio del procedimento nei confronti della società Vodafone Italia, a cui nel 2017 aveva irrogato una sanzione da 1,9 milioni di euro, dopo la pronuncia di Tar e Consiglio di Stato. È quanto emerge dal Bollettino settimanale dell’Autorità.La sentenza del Consiglio di Stato dell’11 marzo 2025 ha annullato il provvedimento del 5 luglio 2017; in particolare, il Consiglio di Stato ha annullato integralmente la sanzione irrogata a Vodafone Italia con riferimento alla violazione C (550.000 euro), rimettendo all’Autorità il compito di provvedere alla rideterminazione delle sanzioni irrogate allo stesso professionista per le violazioni A (600.000 euro) e B (750.000 euro), “tenendo conto delle condotte ritenute non costituenti illecito”. Al riguardo, il Consiglio di Stato, per quanto concerne la violazione A), ha ritenuto adeguate e conformi al precetto normativo le informative fornite, dopo il 1° giugno 2016, per i contratti a distanza e, dal 1° ottobre 2014, per i contratti negoziati fuori dai locali commerciali, in merito ai costi che il consumatore avrebbe dovuto sostenere in caso di recesso successivo a una richiesta di esecuzione immediata; con riferimento alla violazione B), ha rilevato che limitatamente ai contratti a distanza conclusi tramite web aventi a oggetto servizi di telefonia (Single Play o Dual Play) con migrazione da altro operatore e ai contratti conclusi per telefono, il consumatore avesse la possibilità di autorizzare l’attivazione del servizio durante il periodo di recesso mediante una “richiesta espressa”, come imposto dalla normativa. Ciò posto, “l’Autorità dovrà, quindi, acquisire i dati relativi al numero di pratiche interessate rispetto alle quali non è stata riscontrata alcuna violazione da parte del Collegio, provvedendo, quindi, alla determinazione dei nuovi importi”.Il Consiglio di Stato ha statuito che nelle operazioni di rideterminazione delle sanzioni “dovrà tenersi conto dell’impatto delle condotte sui consumatori, atteso che la sanzione amministrativa irrogata per violazione della disciplina a tutela dei consumatori deve, comunque, tener conto della effettiva importanza dell’eventuale danno cagionato”.La rideterminazione della sanzione da comminare alla società Vodafone Italia deve avvenire in contraddittorio con la parte e quindi serve l’avvio di un’istruttoria al fine di procedere alla rideterminazione della sanzione. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, Bessent vede de-escalation con la Cina: situazione insostenibile

    (Teleborsa) – Il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent ha dichiarato, durante un vertice a porte chiuse con gli investitori, che la situazione di stallo sui dazi con la Cina è insostenibile e che si aspetta una de-escalation della situazione. Lo scrive Bloomberg, citando persone presenti all’evento organizzato da JPMorgan a Washington.Bessent ha aggiunto che i negoziati non sono ancora iniziati, ma che un accordo è possibile. Inoltre, ha sottolineato che le due maggiori economie mondiali si trovano sostanzialmente in una situazione di embargo commerciale. LEGGI TUTTO

  • in

    Altruist valutata 1,9 miliardi di dollari nell’ultimo round

    (Teleborsa) – Altruist, la moderna banca depositaria per registered investment advisor (RIA), ha chiuso un finanziamento di Serie F di 152 milioni di dollari, guidato da GIC, fondo sovrano di Singapore. Hanno partecipato anche Salesforce Ventures, Geodesic Capital, Baillie Gifford, Carson Family Office, ICONIQ Growth e un gruppo selezionato di altri partner. Il round valuta l’azienda a circa 1,9 miliardi di dollari.”La comprovata esperienza di Altruist nella creazione di prodotti innovativi e di eccellenza ha permesso all’azienda di posizionarsi al servizio di un mercato ampio e in crescita, offrendo infrastrutture moderne a consulenti che per lungo tempo sono stati scarsamente serviti – ha dichiarato Choo Yong Cheen, Chief Investment Officer del settore Private Equity di GIC – GIC non vede l’ora di supportare Altruist nella sua missione di democratizzare l’accesso alla consulenza finanziaria attraverso il nostro capitale flessibile a lungo termine”.Nel 2024, Altruist ha lanciato una suite di nuovi prodotti, tra cui un conto di liquidità ad alto rendimento, strumenti di gestione fiscale automatizzati e scalabili e un’esperienza di trading sul reddito fisso completamente digitale. L’azienda ha registrato una crescita a tre cifre in parametri chiave come fatturato, conti di intermediazione e consulenti. Altruist serve attualmente oltre 4.700 consulenti e ha triplicato il patrimonio in gestione per due anni consecutivi.(Foto: Scott Graham su Unsplash) LEGGI TUTTO

  • in

    Il Sud del mondo accelera: 14mila miliardi di dollari di scambi entro il 2033

    (Teleborsa) – Con l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche e la frammentazione dell’ordine globale tradizionalmente guidato dall’Occidente, un nuovo fronte si sta affermando con forza sullo scenario internazionale. È quello composto da 133 Paesi al di fuori delle orbite occidentali e cinesi, le economie del cosiddetto Sud mondiale (“Global South”), che oggi rappresentano il 62% della popolazione mondiale e circa il 18% del PIL globale. Secondo le previsioni delineate nel report “In a Multipolar World, the Global South Finds Its Moment” realizzato da Boston Consulting Group, queste nazioni – spesso considerate “emergenti” – stanno diventando poli strategici con un ritmo medio di crescita annuo del 4,2% da qui al 2029 – quasi il doppio rispetto all’1,9% atteso per i Paesi avanzati e stanno ridefinendo le proprie traiettorie economiche in un mondo sempre più multipolare. Il nuovo motore della crescita mondialeTra i protagonisti, l’India si distingue: con un PIL atteso a 6.300 miliardi di dollari, è destinata a diventare la terza economia mondiale entro il 2029. Seguono Brasile e Indonesia, che scalano le classifiche globali. Questi Paesi stanno anche cambiando pelle: da fornitori di materie prime a poli industriali, digitali e tecnologici. Il Vietnam, il Messico e la Thailandia si confermano economie ponte tra Cina e Occidente. L’India, grazie a un ecosistema digitale avanzato (11% del PIL), un numero crescente di startup (117 unicorni nel 2025) e forti investimenti in infrastrutture, si posiziona come alternativa strategica alla Cina per il manifatturiero globale.Verso un nuovo ordine commercialeOltre alla crescita economica, il report segnala una profonda trasformazione delle relazioni internazionali. Alcuni Paesi stanno rafforzando i propri legami attraverso nuove alleanze multilaterali, come BRICS+, ASEAN, l’African Continental Free Trade Area (AfCFTA) e il Mercosur. Queste piattaforme, pur diverse per struttura e storia, condividono un obiettivo: costruire autonomia economica e diplomatica attraverso una rete sempre più fitta di cooperazione regionale. Un decennio fa, gli Stati Uniti e l’Unione Europea erano i principali partner commerciali del Sud America e della maggior parte di Africa e Medio Oriente. Oggi, la Cina è il principale partner per 63 economie del Sud del mondo (contro 36 nel 2013), e si prevede che gli scambi cresceranno al ritmo del 5,9% annuo fino al 2033. Anche sul fronte degli investimenti, il Sud mondiale consolida la propria posizione. Nel 2023, queste economie hanno attirato 525 miliardi di dollari di Investimenti Diretti Esteri (IDE) – superando per la prima volta i Paesi avanzati, che si sono fermati a 464 miliardi.Nuove rotte geopoliticheL’approccio è sempre più orientato al multi-allineamento, in un contesto dove i Paesi cercano di mantenere relazioni attive con più potenze. L’India, ad esempio, continua a dialogare con Stati Uniti, Russia e Cina, modulando la propria strategia in base a interessi economici. Il Brasile rafforza i legami con la Cina, soprattutto nel settore infrastrutturale, e parallelamente lavora con l’Unione Europea su clima e commercio, come nel caso del Fondo Amazzonia e dell’accordo UE-Mercosur. Questa capacità di costruire ponti tra blocchi contrapposti è una delle leve chiave dell’ascesa del sud mondiale che si propone come interlocutore centrale in un mondo frammentato, ma interconnesso.Crescita verde e realismo climaticoIl Global South si trova anche in prima linea nella sfida climatica. Nonostante le sue emissioni storicamente inferiori, fino al 15% del PIL combinato di queste economie è a rischio a causa degli effetti del cambiamento climatico, rispetto al 4% delle economie avanzate. Di fronte a normative ambientali sempre più stringenti nei mercati di esportazione, molte economie stanno adottando un approccio pragmatico alla sostenibilità. Alcuni esempi: l’Indonesia ha bloccato l’export di nichel per sviluppare filiere locali; il Cile promuove la trasformazione del litio in valore industriale interno; il Brasile, secondo produttore mondiale di biocarburanti, ha in programma investimenti per 40 miliardi di dollari entro il 2037; infine l’ASEAN, con una strategia di neutralità carbonica, stima un potenziale di 5.300 miliardi di PIL e 6.700 miliardi di investimenti verdi entro il 2050.Il report BCG suggerisce che questa traiettoria di crescita e trasformazione non sia episodica, ma strutturale. Le economie del Global South stanno conquistando centralità economica, peso politico e una voce sempre più forte nei consessi multilaterali. In un mondo che cambia, il baricentro della crescita globale si sta spostando e punta decisamente a Sud. LEGGI TUTTO

  • in

    Imprese, Mercer: snodo delle competenze rischio per la crescita

    (Teleborsa) – Il rischio maggiore per la crescita delle imprese è l’aggiornamento e la riqualificazione delle skill (41%) per stare al passo con le richieste dei clienti e con l’evoluzione dei modelli di business e delle tecnologie trasformative. È quanto emerge dallo studio Executive Outlook 2025 di Mercer, business di Marsh McLennan, condotto su 400 manager a livello globale, tra cui 175 CEO, 101 CFO e 124 C-1 (membri del senior management in riporto diretto ai C-level). Tale fattore – coerente anche con la carenza di talenti rievidenziata dopo tempo dall’Executive Opinion Survey del WEF 2024 – supera di gran lunga gli altri rischi. Al secondo posto, a pari merito (25%) sono stati indicati l’incapacità di sfruttare appieno il potenziale della tecnologia (in primis l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale) e l’impatto dell’economia della longevità, considerando che nel 2025 il numero di lavoratori a livello globale che andranno in pensione supererà quello complessivo degli ultimi dieci anni.Come guidare, quindi, al meglio le organizzazioni per il loro sviluppo?Si assiste prima di tutto a un ritorno ai fondamentali di business: l’84% degli executive chiederà di concentrarsi sull’efficienza e in questa dinamica l’utilizzo dell’IA e l’automazione dei processi per migliorare la produttività dei dipendenti è l’attività che si prevede avrà il maggiore impatto sulla razionalizzazione dei costi. Nel rafforzamento e ottimizzazione del core business, tra i percorsi da esplorare e prendere in considerazione sono state indicate al primo posto (64%) joint venture e partnership e il 55% (rispetto al 33% di tre anni fa) ha dichiarato di voler incrementare le attività di fusione e acquisizione.”Il mercato del lavoro è sempre più povero non solo di lavoratori, ma anche di competenze. Colmare lo skill gap collegato alle trasformazioni di alcune filiere produttive e al divario di innovazione in cui si trova l’Europa e l’Italia, in particolare, è tra i principali punti chiave per il rilancio della competitività. La sfida sul capitale umano è ingente, ma non può che passare da una profonda revisione dei sistemi professionali e dei modelli di competenze in relazione alla produttività e dei relativi processi di valutazione, miglioramento e riconoscimento. Servono poi investimenti per programmi di formazione continua e di sviluppo di skill digitali, che affrontino insieme anche la riduzione della popolazione in età da lavoro con nuove strategie di gestione intergenerazionale, di talent attraction & management più inclusive e di total reward che premino l’adozione di nuove tecnologie – ha commentato Marco Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia –. Tante transizioni convergenti, compresa quella energetica, un un quadro economico complesso rappresentano un motore trasformativo così dirompente da portare a valutare anche operazioni straordinarie. La tendenza sembra indicare la necessità di rafforzarsi per poter affrontare in modo più solido sia i cambiamenti di business che di risorse umane in corso e perduranti anche nel prossimo futuro. Con un’accortezza necessaria; solo le transizioni alimentate e basate sulle competenze e sul wellbeing delle persone avranno successo”.Tra i fattori di rischio quelli demografici (tra allungamento della vita personale e lavorativa, people scarcity e mismatch, in Italia ormai al 50%) richiedono alle imprese un’evoluzione fondamentale nel modo di affrontare i pensionamenti e il ruolo delle generazioni senior nelle dinamiche e nel benessere della workforce.Otto intervistati su 10 ritengono che la leadership potrebbe fare di più; solo il 35% delle organizzazioni proporrà opzioni di pensionamento graduale, considerando la positiva influenza della permanenza di un lavoratore – con relative competenze e know how – e non dell’età, sui risultati finanziari dell’azienda.In parallelo si apre il tema della gestione multigenerazionale della workforce con bisogni ed esigenze differenziati cui rispondere, da un lato tramite la leva dei benefit, dall’altra con quella dell’equità.La pay transparency sarà un banco di prova per le aziende europee, ma a livello globale la maggior parte dei manager afferma che, mentre le loro organizzazioni sono sulla strada della trasparenza retributiva, hanno dubbi sulla capacità delle imprese di affrontare efficacemente le incongruenze retributive che potrebbero essere messe in luce (65%).COMPETENZE E TALENTI PER L’AGILITÀ ORGANIZZATIVATali cambiamenti, insieme alla disruption dell’Intelligenza Artificiale, spingono inoltre verso modelli operativi più agili; l’agilità stessa della forza lavoro è una delle tre priorità aziendali e il 79% degli executive ha bisogno di maggiore agilità anche nei processi di selezione dei talenti per indirizzarli verso le priorità aziendali (importante cambiamento rispetto al 2022, quando il 63% affermava che il proprio modello di workforce era sufficientemente agile da consentire la rotazione dei talenti da un’area all’altra). Al tempo stesso il 76% afferma che l’incertezza dell’impatto della GenAI sulla forza lavoro ha reso più difficile la gestione dei talenti a lungo termine. “Nell’accelerazione della sfida imposta dall’AI, solo l’adozione di un approccio al talento e al reward basato sulle competenze consente sia la flessibilità necessaria, sia la mobilità e la valorizzazione dei medesimi favorendo la cultura dell’apprendimento continuo – continua Morelli –. In questo contesto si inserisce, quindi, la necessità di riqualificazione e aggiornamento come rischio strategico da affrontare per la crescita del business, per un corretto match dei talenti e relative skill con le priorità aziendali”.LA SFIDA DEI LEADER; EQUILIBRIO TRA BREVE E LUNGO TERMINE In un anno in cui più che mai, la performance complessiva dipenderà dalla capacità delle aziende di cambiare rapidamente rotta man mano che le condizioni di mercato evolvono, un tema è la leadership non sempre allineata. L’81% degli executive ritiene che i leader fatichino a bilanciare la pianificazione strategica di lungo termine con le esigenze operative di breve periodo. “Alcune capacità e tratti di leadership aiutano meglio a destreggiarsi in contesti così volatili e discontinui come quelli degli ultimi anni. Una leadership che si prepara all’incertezza è una leadership che riduce il rischio di disruption rendendo più resilienti la propria organizzazione e la forza lavoro. I leader più efficaci saranno quelli più abili nel concentrarsi sulle aree di maggiore impatto, pur mantenendo la visione necessaria per adeguarsi all’emergere di nuovi rischi e al cambiamento delle priorità – prosegue Morelli –. È importante migliorare anche le loro competenze nell’esecuzione della strategia, nella gestione delle performance e nel people management perché le organizzazioni siano guidate da leader decisi e in sintonia non solo tra loro, ma con l’intera forza lavoro. Senza questa sinergia, dove al centro permanga la responsabilità per una redditività di lungo periodo, le aziende faticheranno a raggiungere i livelli organizzativi necessari per realizzare gli obiettivi di crescita”. Comunicare una visione chiara è, inoltre, l’abilità più citata (71%) per una leadership efficace, in stretta relazione anche con un altro rischio strategico da fronteggiare, la possibile mancanza di benessere delle persone.L’AI NEI PROCESSI DI BUSINESS Se l’integrazione dell’AI nei sistemi e nei processi rappresenta la principale priorità di business per i manager nel 2025 (54%) i CFO, in particolare, ne riconoscono il potenziale per aumentare la produttività e come catalizzatore di crescita e innovazione: il 64% afferma che una workforce formata con l’IA è l’azione che probabilmente aumenterà maggiormente il valore complessivo della loro organizzazione rispetto al 45% dei CEO. Del resto le aziende che utilizzano l’IA iniziano a vederne i benefici e, con investimenti costanti, potrebbero accelerare la crescita ancora più rapidamente. Oltre a ricavi e redditività, la priorità per le imprese a forte crescita è proprio aumentare sistemi e processi integrati con l’IA (73%), migliorando l’agilità e la produttività della forza lavoro. L’obiettivo è di risparmiare tempo e costi, permettendo così al personale di dedicarsi ad attività a maggior valore aggiunto. In un mondo in cui l’IA è sempre più collegata alle performance, tuttavia il 69% dei responsabili delle risorse umane intervistati nel Global Talent Trends Pulse Survey ha affermato di non utilizzare attualmente l’IA generativa in alcuna forma. “L’investimento in strumenti e adozione dell’AI era tra le iniziative people di maggior impatto già nel 2024 per oltre la metà dei C-Level italiani. Il tempo però sta per scadere – conclude Morelli –; se le aziende non agiscono ora, potrebbero faticare a tenere il passo con gli early adopters, man mano che le lacune in termini di conoscenze e competenze si amplieranno, mettendo a rischio non solo la sostenibilità della propria organizzazione, ma anche l’occupabilità e il benessere delle proprie persone”. Da segnalare, infine, che se la sostenibilità come fonte di vantaggio competitivo compare tra le prime tre priorità, solo il 12% degli ad considera la transizione climatica come un importante fattore di preoccupazione per il business. L’82% dei manager afferma anzi che il proprio CEO e il proprio CFO potrebbero allinearsi maggiormente sulle strategie per bilanciare gli obiettivi di produttività e sostenibilità.(Foto: Glenn Carstens-Peters su Unsplash) LEGGI TUTTO

  • in

    FMI rivede al ribasso crescita Italia: PIL 2025 e 2026, i numeri

    (Teleborsa) – Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita dell’Italia, assieme a quelle sull’economia globale e dell’area euro, e ancor più degli Stati Uniti, a riflesso dei dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump e delle rappresaglie adottate da altri paesi. Ora per lo Stivale, il Fmi pronostica una espansione del Pil limitata allo 0,4% quest’anno, a cui dovrebbe seguire un più 0,8% nel 2026. Il FMI prevede anche che la crescita economica dell’Italia resti inferiore all’1% almeno da qui al 2030. I dati sono contenuti nel Word Economic Outlook pubblicato in occasione delle assemblee primaverili a Washington. Come detto, il FMI ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica globale, principalmente a seguito di dazi commerciali imposti dall’amministrazione Usa e delle rappresaglie decise da altri Paesi. Ora per quest’anno indica una espansione del Pil globale del 2,8%, cui dovrebbe seguire un più 3% nel 2026. I dati segnano un taglio di 0,5 punti percentuali per quest’anno e di 0,3 punti percentuali per il prossimo, rispetto alle stime che l’istituzione internazionale aveva aggiornato lo scorso gennaio. Nell’editoriale del rapporto, il Fmi afferma che dazi e contromisure rappresentano di per sé “un grande shock per l’economia”. Inoltre “l’imprevedibilità con cui queste misure si sono dipanate ha a sua volta avuto un impatto negativo sull’attività economica e sulle prospettive e, al tempo stesso, rende più difficile del consueto fare previsioni”. Per gli Stati Uniti, il Fmi ha effettuato tagli alle previsioni di crescita di portata maggiore di quelle globali, con cui ora indica una espansione dell’1,4% quest’anno (-0,9 punti) e dell’1,5% il prossimo (-0,4 punti). Per l’eurozona il taglio è stato più limitato e pari a 0,2 punti percentuali per entrambi gli anni, con una espansione ora stimata allo 0,8% sul 2025 e all’1,2% sul 2026. Per la Germania, il Fmi prevede crescita economica a zero quest’anno e un più 0,99% il prossimo, rispettivamente tagliate di 0,3 e 0,2 punti percentuali. Per la Francia è attesa una crescita dello 0,6% quest’anno e dell’1% il prossimo, tagliate rispettivamente di 0,2 e 0,1 punti percentuali. Per l’Italia, il Fmi prevede 0,4% di crescita quest’anno e 0,8% il prossimo, con tagli di 0,3 e 0,1 punti percentuali. La Spagna si conferma il tra le grandi economie dell’area euro quella che mantiene tassi di espansione più vigorosi, 2,5% quest’anno e 1,8% il prossimo, nel primo caso rivista rialzo di 0,2 punti percentuali mentre il dato 2026 è stato confermato. Il Fmi ha poi nettamente tagliato le previsioni di crescita economica della Cina, al 4,5% quest’anno e al 4,6% il prossimo, rispettivamente 0,6 e 0,5 punti percentuali in meno. Per il Giappone prevede 0,6% di crescita quest’anno e il prossimo, sul 2025 un taglio di 0,5 punti percentuali sul 2026 di 0,2 punti percentuali. L’India resta l’economia del G20 con i maggiori tassi di crescita, 6,2% quest’anno e 6,3% il prossimo, rispettivamente tagliate di 0,3 e 0,2 punti percentuali; per la Russia il Fmi prevede 1,5% di crescita quest’anno e 0,9% il prossimo, nel primo caso la stima è alzata di 0,1 punti, per il 2026 è tagliata di 0,3 punti.Al Fondo monetario inetrnazionale “non prevediamo recessione economica ma stimiamo che i rischi di recessione siano saliti dal 25% dello scorso ottobre al 40% al momento attuale”.Secondo il capo economista del Fondo monetario internazionale “è molto importante preservare l’indipendenza delle banche centrali”. Così Pierre Olivier Gourinchas, durante una conferenza stampa ha risposto a una domanda selle critiche rivolte dal presidente Usa, Donald Trump, al capo della Federal Reserve, Jerome Powell. In questa fase è molto importante “assicurare che le aspettative di inflazione restino ancorate”. E per questo “un aspetto cruciale deriva dalla credibilità delle banche centrali. Le banche centrali devono restare credibili e parte di questa credibilità – ha detto durante la presentazione del World Economic Outlook – è costruita attorno alla loro indipendenza. Sotto questa prospettiva è molto importante preservarla”(Foto: © Andrej Kaprinay, Ing./123RF) LEGGI TUTTO