5 Novembre 2021

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    Concorrenza, richiamo dell'UE sulle concessioni balneari. Governo prende tempo

    (Teleborsa) – Il ddl Concorrenza approvato ieri in Consiglio dei ministri non scioglie il nodo delle concessioni balneari. Almeno per il momento. È quanto prevede la “terza via” intrapresa dal governo. Una strada che punta a a individuare, attraverso “un’operazione di trasparenza” e la mappatura di tutte le concessioni in essere, una soluzione più efficace e possibilmente “condivisa” nonostante la ferma opposizione di Lega e Fratelli d’Italia alla messa a gara delle concessioni demaniali. Ma se l’esecutivo prende tempo non cessa il pressing da parte dell’Unione europea sulla questione. “Nel recente passato, i governi italiani hanno preso due strade sul fronte della concorrenza. Alcuni – ha affermato il presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo intervento introduttivo nel corso del Cdm sul ddl Concorrenza – hanno provato a passare delle misure molto ambiziose senza però cercare il consenso politico. Il risultato è stato che in larga parte questi provvedimenti non sono stati attuati, anche per l’opposizione di tanti gruppi d’interesse. Altri governi hanno invece ignorato la questione. La legge che ci apprestiamo a varare dovrebbe avere natura annuale. Eppure, dal 2009 a oggi, è stata approvata una sola volta, nel 2017, a due anni dalla presentazione. Questo governo – ha proseguito il premier – intraprende una terza strada, che crediamo possa essere più efficace. Avviamo un’operazione di trasparenza e mappiamo tutte le concessioni in essere, come quelle relative alle spiagge, alle acque minerali e termali, alle frequenze. Si tratta di un provvedimento analogo a quanto ci apprestiamo a fare con il catasto. I cittadini potranno così verificare quanto ciascun concessionario paghi per esercitare la sua attività. Ci aspettiamo che questo esercizio metta in evidenza la frammentazione delle competenze tra amministrazioni centrali e territoriali e la scarsa redditività per il governo della maggior parte delle concessioni”.”Siamo al corrente degli ultimi sviluppi in Italia sulle concessioni balneari. È una prerogativa italiana decidere come procedere sulla riforma. Per la Commissione è importante il contenuto non la forma che prenderà questa riforma – ha detto la portavoce per il Mercato interno della Commissione, Sonya Gospodinova, oggi durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario –. È comunque importante che le autorità italiane mettano rapidamente in conformità la loro legislazione, e le loro pratiche relative alle attribuzioni delle concessioni balneari, con il diritto europeo e la giurisprudenza della Corte di Giustizia”.È dal 2009 che il sistema delle concessioni balneari italiano è nel mirino di Bruxelles. Nel 2016, al termine di una prima procedura d’infrazione, sul caso si era pronunciata la Corte di Giustizia Ue con una sentenza di condanna nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto delle norme europee sul mercato unico e la concorrenza. A dicembre del 2020 la Commissione europea ha avviato una nuova procedura d’infrazione – che questa volta potrebbe concludersi con l’imposizione di una sanzione pecuniaria – sottolineando che l’Italia non solo non aveva ancora attuato la sentenza della Corte del 2016, ma che “da allora ha prorogato ulteriormente le autorizzazioni vigenti fino alla fine del 2033 e ha vietato alle autorità locali di avviare o proseguire procedimenti pubblici di selezione per l’assegnazione di concessioni, che altrimenti sarebbero scadute”. Il 16 febbraio scorso sul caso è intervenuto anche il commissario Ue per il mercato unico Thierry Breton ricordando “le norme italiane vigenti sulle concessioni balneari non solo violano il diritto dell’Ue, ma compromettono anche la certezza del diritto per i servizi turistici balneari. La Commissione, in quanto custode dei trattati, continuerà ad adottare le misure necessarie per garantire il pieno rispetto del diritto dell’Ue in questo settore”.A marzo di quest’anno l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato una nuova segnalazione a Palazzo Chigi in cui ribadiva la richiesta, sul tavolo da anni, del ricorso a modalità di affidamento competitive, soprattutto per le concessioni in scadenza o già scadute. Nel mirino dell’Antitrust ci sono i rinnovi automatici e le proroghe “ingiustificate” sulle concessioni. Già nel 2018 l’Autorità aveva segnalato criticità concorrenziali sull’utilizzo “distorto dello strumento concessorio in molti mercati italiani”, in particolare per quanto riguarda le spiagge. “Nel 2019, su un totale di 29.689 concessioni demaniali marittime (aventi qualunque finalità), – rileva l’Agcm nella segnalazione di marzo sulla base decreto Agosto che ha disposto che il canone non potesse essere inferiore a 2.500 euro – ben 21.581 erano soggette ad un canone inferiore a 2.500 euro annui e per lo stesso anno, l’ammontare complessivo dei canoni concessori è stato pari a 115 milioni di euro”. L’Antitrust ha evidenziato che il “ricorso ingiustificato a proroghe ex lege di lunga durata, unitamente alla possibilità di un generalizzato ricorso alle sub-concessioni e alla ridotta misura dei canoni, è causa anche di un evidente danno per le finanze pubbliche” oltreché di “ingiustificate rendite di posizione”. Per tale ragione l’Autorità ha chiesto di “adottare in tempi brevi una nuova normativa per l’immediata selezione dei concessionari in base a principi di concorrenza, imparzialità, trasparenza e pubblicità”.Attualmente la questione è nelle mani del Consiglio di Stato chiamato a pronunciarsi sull’applicazione della legge di Bilancio 2019 che ha prolungato fino al 2034 le attuali concessioni demaniali marittime. Un prolungamento dei tempi di ben 15 anni rispetto al quale l’Antitrust ha chiesto al governo una modifica urgente. Non è, tuttavia, escluso un rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia europea. LEGGI TUTTO

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    Lime raccoglie 523 milioni di debito e punta a quotarsi nel 2022

    (Teleborsa) – Lime, società statunitense attiva nel settore della micromobilità, ha annunciato di aver raccolto 523 milioni di dollari di debiti convertibili e finanziamenti a termine, e di puntare a quotarsi in Borsa nel 2022. I nuovi fondi serviranno a Lime per portare le sue bici e scooter elettrici in più città a livello globale, oltre sviluppare soluzioni che diminuiranno l’impatto sull’ambiente della catena di approvvigionamento dell’azienda.”Questo round di sottoscrizione è una testimonianza del forte business che abbiamo costruito e della straordinaria fiducia che abbiamo ricevuto dalla comunità finanziaria – ha affermato il CEO Wayne Ting – Questo investimento assicura il nostro percorso per portare Lime in Borsa nel 2022 e ci consentirà di raddoppiare la nostra ultima generazione di e-bike ed e-scooter, oltre a soluzioni aggiuntive, per garantire alle persone un accesso affidabile a un trasporto conveniente, condiviso e a basse emissioni”.Investitori tra cui ADG, Fidelity, Uber e fondi gestiti da Highbridge Capital Management hanno impegnato 418 milioni di dollari in finanziamenti convertibili. UBS O’Connor ha fornito un prestito a termine garantito senior da 105 milioni di dollari. LEGGI TUTTO

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    Juventus, perdita ridotta in primo trimestre esercizio 21/22

    (Teleborsa) – Juventus ha registrato i ricavi e proventi per il primo trimestre dell’esercizio 2021/2022 pari a 114,5 milioni di euro, in aumento di 16,8 milioni rispetto ai 97,7 milioni dello stesso periodo dello scorso esercizio. L’incremento, sottolinea la società sportiva, deriva principalmente da maggiori proventi da diritti audiovisivi e proventi media per 16,6 milioni di euro. I costi operativi sono diminuiti dell’8,9% a 130,7 milioni di euro, prevalentemente per riduzioni di oneri da gestione diritti calciatori. Il trimestre si è chiuso con una perdita consolidata di 64,7 milioni di euro, che mostra una variazione positiva di 51,2 milioni rispetto alla perdita di 115,9 milioni dell’analogo periodo dell’esercizio precedente.Al 30 settembre 2021 l’indebitamento finanziario netto ammonta a 327,4 milioni di euro ed evidenzia un sensibile decremento (-61,8 milioni) rispetto al saldo di 389,2 milioni di euro del 30 giugno 2021; la variazione è prevalentemente imputabile all’incasso del versamento in conto futuro aumento di capitale, in parte compensato dal moderato cash-flow negativo di natura operativa verificatosi nel primo trimestre dell’esercizio in corso.Al 30 settembre 2021 il gruppo dispone di linee di credito bancarie per 564,7 milioni di euro, di cui 364,8 milioni non utilizzate. Le linee utilizzate si riferiscono per 126,9 milioni a anticipazioni su contratti e crediti commerciali, 32,7 milioni a finanziamenti, 40,3 milioni a fideiussioni rilasciate a favore di terzi. La società dispone di liquidità per 51,2 milioni di euro, principalmente connessa ad alcuni incassi rilevanti avvenuti negli ultimi giorni del trimestre. LEGGI TUTTO

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    Euro Cosmetic, ricavi in calo nei 9 mesi 2021. Guidance rivista al ribasso

    (Teleborsa) – Euro Cosmetic, società quotata su Euronext Growth Milan e specializzata nella formulazione e fabbricazione di prodotti Personal Care (igiene, benessere e profumazione della persona), ha registrato Ricavi Prodotto Finito pari a 15,2 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021, in diminuzione del 27% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (pari a 20,9 milioni di euro). La divisione Detergenti (che conta per il 40,5% dei ricavi) ha mostrato un calo del 41,8%, Igiene Orale (pari al 32,1%) ha segnato un -21,4%, Fine Fragrances (pari al 16,7%) un calo del 4,6% e Skin care (pari al 10,7%) un +8,1%.Rispetto alle previsioni comunicate al mercato il 14 gennaio scorso, il CdA si aspetta “un significativo peggioramento dei risultati attesi nel 2021”, “principalmente dovuto alla contrazione degli ordini”. I ricavi stimati al 31 dicembre 2021 si attestano attorno a 19,6 milioni di euro. Il CdA si attende inoltre un significativo peggioramento anche degli altri indicatori di performance (EBITDA, EBITDA Margin, EBIT, EBIT Margin) per l’intero esercizio. LEGGI TUTTO

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    Atlantia, conclusa fase di early-bird dell'operazione di consent solicitation ASPI

    (Teleborsa) – Atlantia ha reso noto che si è conclusa la fase di early-bird dell’operazione di consent solicitation, rivolta ai portatori dei prestiti obbligazionari emessi da Autostrade per l’Italia e garantiti dal gruppo, al fine di ottenere il consenso al cambio di controllo a favore del consorzio guidato da CDP e la liberazione delle garanzie prestate da Atlantia. La maggioranza degli obbligazionisti di ciascun prestito obbligazionario coinvolto nell’operazione ha espresso le istruzioni di voto favorevole richieste per adottare le modifiche.L’ottenimento nelle suddette assemblee dei Waivers and/or Consents da parte dei finanziatori di ASPI costituisce, insieme ai consensi relativi ad altri finanziamenti già in gran parte ottenuti, una delle condizioni sospensive del contratto tra Atlantia e il consorzio per la cessione dell’intera partecipazione detenuta da Atlantia in ASPI. Atlantia ricorda che il termine ultimo per l’avveramento delle condizioni sospensive (Long Stop Date) è fissato al 31 marzo 2022, salvo proroga sino al 30 giugno 2022, previo accordo con il consorzio. LEGGI TUTTO

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    MotorK, Marlia: IPO ad Amsterdam scelta giusta, continueremo con acquisizioni

    (Teleborsa) – L’obiettivo dichiarato è quello di digitalizzare il settore del retail automotive nell’area EMEA, continuando a conquistare quote di mercato grazie a crescita organica e acquisizioni di altre società. Per raggiungere questo scopo, MotorK ha deciso di quotarsi in Borsa e il 5 novembre 2021 è sbarcata su Euronext Amsterdam. La piattaforma SaaS cloud based dell’azienda è oggi utilizzata per gestire la presenza digitale di piccoli rivenditori indipendente multimarca, ma anche per supportare le attività di vendita e marketing di concessionari ufficiali in tutta l’area EMEA. Il mercato in cui MotorK si muove è però altamente frammentato e la società intende porsi come protagonista del suo consolidamento. Da questo punto di vista la quotazione è solo il punto di partenza, con i proventi dell’IPO che saranno destinati ad attività di ricerca e sviluppo, investimenti in sales e marketing e per sostenere la strategia di acquisizioni. Il processo che ha portato il management della società a suonare il gong di apertura della Borsa di Amsterdam “non è stato una passeggiata, ci abbiamo messo un sacco di lavoro e di sforzi, ma devo dire che è stato un percorso molto interessante e istruttivo”, ha detto in un’intervista a Teleborsa Marco Marlia, CEO e co-fondatore di MotorK.Siete nati in Italia e avete oggi uffici in diversi Paesi europei, perché avete scelto Amsterdam per la quotazione in Borsa?”Dopo lunghe discussioni abbiamo deciso di quotarci su Euronext Amsterdam perché secondo noi era il giusto messaggio per tutti gli stakeholder, tra cui i nostri clienti, in quanto lavoriamo molto con le case automobilistiche. La nostra ambizione è consolidare il settore a livello di territorio europeo ed EMEA, in quanto oggi è un ecosistema molto frammentato, e quindi Amsterdam ci è sembrata la piazza che raccontasse meglio la nostra storia e le nostre ambizioni”.Durante il processo di quotazione avete però dovuto abbassare il prezzo di collocamento. Gli investitori non hanno colto tutto il vostro potenziale?”Credo che gli investitori abbiano capito il nostro potenziale, ma il mercato di oggi non è lo stesso di tre mesi. Abbiamo trovato quello che in molti ci hanno testimoniato, ovvero una certa IPO fatigue. Chi compra (e comprerà) MotorK non lo fa per avere una plusvalenza di breve termine, ma perché crede che siamo un’azienda che è cresciuta molto, nonostante i drammatici impatti del Covid sul settore, e che adesso – con nuovi capitali e l’execution che abbiamo già dimostrato – può continuare a fare bene in futuro. Tutti gli investitori che hanno scelto di stare con noi per il lungo termine avranno delle soddisfazioni”.Come impiegherete i proventi dell’IPO?”Una società nella nostra fase aveva molteplici opportunità, tra cui l’ingresso del private equity. Abbiamo scelto la quotazione per una serie di motivi strutturali, che vanno al di là della raccolta dell’IPO. Per quanto riguarda i fondi raccolti, noi vediamo tre direttrici principali sulle quali verranno utilizzati. Sicuramente faremo crescere il nostro team di ricerca e sviluppo, perché l’arena competitiva si sta alzando di livello in Europa: quello che che i nostri competitor locali riuscivano a fare nel loro territorio sta diventando sempre più difficile da portare avanti. La seconda direzione è la scala geografica: oggi le case produttrici lavorano a livello regionale, quindi per supportarle dobbiamo aver una presenza europea, che non vuol dire aprire uffici in 50 Paesi, ma avere un approccio in cui abbiamo degli hub che riescano a darci da un lato la scalabilità e dall’altro la vicinanza al cliente. La terza direttrice è legata al mercato molto frammentato in cui operiamo, in cui abbiamo centinaia di competitor in Europea, e quindi le acquisizioni continueranno a essere un punto fondamentale del nostro percorso”.A che società guardate per proseguire la crescita su linee esterne?”Nella maggior parte dei casi guardiamo ad aziende che hanno una presenza in una geografia che ci interessa, che hanno alcuni prodotti sovrapponibili ai nostri e che hanno un paniere di clienti che è in linea con la nostra clientela. Noi la maggior parte delle volte acquisiamo la loro clientela, insieme al team dell’azienda, e le passiamo nella nostra piattaforma. Potrebbe capitare, in 1 caso su 10, di comprare società con prodotti a noi complementari e in quel caso potremmo guardare se quei prodotti hanno un buon fit con la nostra piattaforma complessiva e come opportunità per allargare la nostra offerta”.Per la crescita guardate anche fuori dal mercato EMEA?”No, credo che sia ragionevole aspettarsi che resteremo in EMEA per il medio termine, comunque un mercato di circa 5 miliardi di euro di potenziali ricavi. Quindi MotorK, che ha una guidance per l’anno prossimo di 45-47 milioni di euro, pesa per circa l’1%. Abbiamo tanto da fare in questa area prima di crescere in luoghi diversi. Inoltre, l’Europa in questo settore non è affatto indietro rispetto agli Stati Uniti, quindi abbiamo davvero l’opportunità di creare qualcosa di grande”.Qual è la ricezione dei vostri prodotti innovativi nel mercato italiano?”I concessionari italiani sono assolutamente innovatori, non c’è nessun motivo per cui l’Italia su questo debba essere seconda in Europa. Quando entri in un concessionario in Portogallo, in Grecia o in Norvegia hai un’esperienza abbastanza simile, non bisogna aspettarsi Paesi molto più indietro. Questo è dovuto al fatto che le case automobilistiche hanno degli standard di strategie e di marketing simili. In Italia vediamo quindi una significativa possibilità di avere dei partner di livello che ci aiuteranno a costruire i prodotti di domani”. LEGGI TUTTO

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    Sanlorenzo, Kepler Cheuvreux rivede target price e rating

    (Teleborsa) – Gli esperti della banca d’affari Kepler Cheuvreux hanno ritoccato sia la raccomandazione che il prezzo atteso su Sanlorenzo, l’operatore globale specializzato nella progettazione, produzione e commercializzazione di yacht e superyacht fatti su misura. Gli analisti hanno tagliato il giudizio al titolo della società a “hold” dal precedente “buy” mentre hanno alzato la previsione di quotazione a 41,30 euro dai 33,30 euro indicati in precedenza.A Piazza Affari, oggi, aggressivo ribasso per Sanlorenzo, che flette in maniera scomposta, archiviando la sessione con una perdita del 5,88%. LEGGI TUTTO

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    BPER, utile 3° trimestre di 84,4 milioni. Migliora qualità del credito

    (Teleborsa) – BPER Banca ha registrato un margine di interesse pari a 1.119,4 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021, di cui 980,7 milioni riferibili all’attività commerciale di intermediazione con la clientela. Nel terzo trimestre 2021 il dato è pari 391,1 milioni di euro, in rialzo dell’1,6% rispetto al trimestre precedente, anche in seguito al contributo delle filiali di Intesa Sanpaolo acquisite a fine giugno. Le commissioni nette raggiungono 1.172,4 milioni di euro, trainate dalla crescita del comparto relativo alla raccolta indiretta e bancassurance (il cui apporto complessivo ammonta a 529,7 milioni di euro). Nel terso trimestre sono state di 438,5 milioni di euro (+8,0% su base trimestrale). L’utile di periodo di pertinenza della capogruppo è pari a 586,2 milioni di euro, di cui 84,4 milioni di euro nel terzo trimestre 2021. Nel terzo trimestre la banca ha contabilizzato 80 milioni di euro di contributi ai fondi sistemici. Essi sono relativi al contributo stimato per il Fondo di Garanzia dei Depositi (DGS) in aumento rispetto al dato dello scorso anno per effetto dell’allargamento della base depositi conseguente all’integrazione del ramo acquisito.”Siamo estremamente soddisfatti dei risultati dei primi nove mesi dell’anno che premiano l’intenso lavoro realizzato dai colleghi per portare a termine con successo l’integrazione delle 620 filiali del ramo acquistato da Intesa Sanpaolo, che ha consentito al gruppo di compiere un notevole salto dimensionale – ha commentato l’AD Piero Luigi Montani – Sul fronte gestionale, il terzo trimestre ha confermato i trend positivi già osservati da inizio anno, evidenziando una redditività in ulteriore crescita che, nonostante la consueta stagionalità, ha continuato a beneficiare di un importante aumento dei ricavi commissionali trascinati, in particolare, dall’attività di collocamento dei prodotti di risparmio gestito e bancassurance”.”Prosegue, inoltre, il processo di miglioramento della qualità del credito, con un NPE ratio lordo al 5,5%, in ulteriore calo rispetto al trimestre precedente (5,7%) e con un forte incremento della copertura sui crediti deteriorati che ha raggiunto il 55,3% – ha aggiunto Montani – La posizione di capitale si conferma elevata con un CET 1 fully phased pari al 13,7% ben oltre i requisiti minimi richiesti”.Il costo del credito annualizzato, al netto delle rettifiche addizionali di 310 milioni di euro, è pari a 70 punti base, guidato da un approccio particolarmente prudenziale adottato nella politica degli accantonamenti, sottolinea la banca emiliana. LEGGI TUTTO