17 Novembre 2021

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    MARR, Intesa Sanpaolo alza target price e migliora giudizio

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha incrementato il prezzo obiettivo su MARR, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nella distribuzione specializzata di prodotti alimentari alla ristorazione extra domestica, portandolo a 24,2 euro (da 21,3 euro) e ha migliorato il giudizio sul titolo da “Hold” a “Buy”. Gli analisti sottolineano che i ricavi e l’EBITDA del terzo trimestre 2021 di MARR sono tornati sostanzialmente ai livelli del terzo trimestre del 2019 (pre-pandemia) e che il management ha indicato un andamento delle attività paragonabile allo scenario pre-pandemia per l’ultimo trimestre dell’anno.”Confermiamo le nostre stime per l’intero 2021 e incorporiamo il piano di investimenti da 170 milioni di euro annunciato nelle nostre ipotesi per il 2022 e 2023 – scrive Intesa Sanpaolo – Il pieno beneficio del piano di investimenti dovrebbe essere visibile a partire dal 2024, quando l’azienda, dopo aver rafforzato la propria rete logistica e distributiva, dovrebbe essere in grado di aumentare la propria quota di mercato”.Gli analisti si aspettano che la società chiuda l’anno con ricavi di 1.353,8 milioni di euro e un EBITDA di 87,8 milioni di euro. Questi valori dovrebbero salire nel 2022, rispettivamente, a 1.695 milioni di euro e 122,3 milioni di euro. Le previsioni sono poi per un ulteriore incremento nel 2023 a ricavi per 1.728,9 milioni di euro e un EBITDA di 125,6 milioni di euro.Intanto è ottima la performance di MARR a Piazza Affari, dove si attesta a 20,28 con un aumento del 2,11%. A livello operativo si prevede un proseguimento della seduta all’insegna del toro con resistenza vista a quota 20,5 e successiva a 20,88. Supporto a 20,12. Il titolo della società riminese ha guadagnato oltre il 20% da inizio anno. LEGGI TUTTO

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    Fitch alza il rating di illimity a BB- con outlook stabile

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha alzato il Long-Term Issuer Default Rating (IDR) di illimity Bank, gruppo bancario fondato da Corrado Passera e quotato su Euronext STAR Milan, a “BB-” da “B+” e il Viability Rating (VR) a “bb-” da “b+” con conferma di outlook stabile. Contestualmente, l’agenzia di rating ha migliorato il rating delle emissioni di debito in circolazione assegnando all’obbligazione senior preferred un rating di “BB-” (precedentemente B), in miglioramento di due notches, e al subordinato di classe 2 un rating “B” (precedentemente B-).Il miglioramento del rating “riflette principalmente il successo di illimity nell’aumento delle sue operazioni e nel raggiungimento di una redditività costantemente positiva dal quarto trimestre 2019, nonostante le sfide poste dalla pandemia”, sottolinea l’agenzia di rating, oltre che “una migliore diversificazione dei finanziamenti”.Tra i punti di forza evidenziati Fitch Ratings c’è l’elevata patrimonializzazione della banca, con un Common Equity Tier 1 ratio pari a 20,1% e un Total Capital Ratio pari al 26,5% a settembre 2021. “Consideriamo positivamente l’impegno della banca a operare con un coefficiente CET1 superiore al 15% per tutta la durata del suo Piano industriale 2021-2025 – viene evidenziato – Ciò aiuta a mitigare la significativa esposizione della banca ai segmenti di prestito a più alto rischio. La nostra valutazione del capitale è inoltre vincolata dalle ridotte dimensioni della base azionaria, che rende la banca vulnerabile agli shock”.L’agenzia di rating prevede “un miglioramento della redditività e della diversificazione dei ricavi, in linea con la strategia della banca di espandersi in tutte le linee di business, con una preferenza per flussi di entrate a capitale ridotto, di lanciare una banca diretta per le PMI e sviluppare la sua joint-venture ne fintech con Hype”. LEGGI TUTTO

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    Future USA poco mossi. Positive le trimestrali di Target e Lowe's

    (Teleborsa) – Dopo un’altra seduta chiusa in rialzo, i future USA indicano che il mercato americano dovrebbe aprire la giornata vicino alla parità. L’attenzione degli investitori è sulle trimestrali dei grandi nomi del settore retail e sui dati macroeconomici. In particolare, Target ha registrato una trimestrale sopra attese e rivisto al rialzo le previsioni di vendita per l’ultimo trimestre dell’anno, mentre Lowe’s ha alzato nuovamente la guidance dopo un terzo trimestre che ha battuto il consensus.Il contratto sul Dow Jones lascia sul terreno lo 0,12% a 36.096 punti, mentre quello sullo S&P 500 mostra un ribasso dello 0,03% a 4.699 punti. Il derivato sul Nasdaq segna un +0,09% a 16.324 punti.Sul fronte macroeconomico, sono diminuite le richieste di mutui settimanali negli Stati Uniti. Prima dell’Opening Bell, il Dipartimento del Commercio diffonde i dati sull’apertura dei cantieri e i permessi per la costruzione di nuove abitazioni; dopo l’apertura della Borsa, l’EIA (Energy Information Administration) pubblica i dati sulle scorte settimanali di greggio in giacenza presso le imprese USA.Tra i titoli sotto osservazione ci sono Target e Lowe’s (per i sopracitati motivi), Nvidia e Cisco Systems (anche queste due aziende diffondono i risultati trimestrali in giornata), Visa (Amazon ha deciso di non accettare più le sue carte di credito nel Regno Unito da gennaio), Lucid Group (dovrebbe continuare il rally del giorno prima su domanda crescente), GlaxoSmithKline e Vir Biotechnology (hanno firmato contratti per vendere il loro trattamento Covid-19 al governo USA). LEGGI TUTTO

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    Energia, Terna: “A ottobre consumi elettrici ancora in crescita”

    (Teleborsa) – Nel mese di ottobre, la domanda di energia elettrica in Italia è stata pari a 26,5 miliardi di kWh. Un valore in crescita dell’1,1% rispetto allo stesso mese del 2020. È quanto emerge dall’analisi effettuata da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, nell’ultimo “Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico”. Anche a livello industriale – rileva Terna – prosegue il recupero dei consumi: l’indice IMCEI, infatti, ha registrato una performance positiva (+1,3%) rispetto a ottobre di un anno fa, grazie alla crescita dei principali settori monitorati da Terna. Nel dettaglio, il mese di ottobre ha avuto un giorno lavorativo in meno (21 vs 22) e una temperatura media mensile superiore di circa 0,4°C rispetto allo stesso mese del 2020. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura, risulta in crescita del 2,3%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di ottobre è stata ovunque positiva: +0,7% al Nord, +1,5% al Centro e +1,8% al Sud. In termini congiunturali, il valore destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura ha fatto registrare una crescita dello 0,9% rispetto a settembre di quest’anno. Nei primi dieci mesi del 2021, la domanda elettrica in Italia è in aumento del 5,6% rispetto all’omologo periodo del 2020 (in termini rettificati la variazione diventa +5,8%).Nel mese di ottobre, la domanda di energia elettrica in Italia è stata soddisfatta per circa l’85% con produzione nazionale e per la quota restante (15%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In particolare, la produzione nazionale netta (22,3 miliardi di kWh) ha registrato una crescita dello 0,9% rispetto a ottobre del 2020. Le fonti rinnovabili hanno coperto complessivamente il 32% della domanda mensile. In aumento le fonti di produzione termoelettrica (+10,7%) ed eolica (+5,4%); in flessione tutte le altre (idroelettrica -31,4%; fotovoltaica -1,7%; geotermica -1%). Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è pari a +2,4% per un effetto dell’aumento sia dell’import (+3,5%) sia dell’export (+29,7%).A partire da questo mese, inoltre, Terna ha ampliato il campione monitorato nell’indice IMCEI, che prende in esame i consumi dei grandi clienti industriali cosiddetti “energivori” del nostro Paese nei settori ‘cemento, calce e gesso’, ‘siderurgia’, ‘chimica’, ‘meccanica’, ‘mezzi di trasporto’, ‘alimentari’, ‘cartaria’, ‘ceramica e vetraria’, ‘metalli non ferrosi’. Nella sua nuova configurazione, l’IMCEI – spiega la società – è più rappresentativo in quanto analizza ora anche i dati di 435 clienti industriali connessi in media tensione, in aggiunta ai 530 connessi all’alta tensione, per un totale di circa mille clienti. Con tale ampliamento del campione si ha un incremento di circa 550 GWh mensili monitorati (nel mese di ottobre si passa da 2.800 GWh a circa 3.400 GWh). L’indice così calcolato fa registrare un aumento dei consumi industriali dell’1,3% rispetto ai valori di ottobre dello scorso anno. Nel contesto definito da Terna “complessivamente positivo”, con la crescita dei settori della siderurgia, della meccanica e dei materiali da costruzione, la società registra segnali di flessione limitati ai comparti dei mezzi di trasporto, della chimica, dell’alimentare e dei metalli non ferrosi. Con dati destagionalizzati e corretti dagli effetti di calendario, l’indice IMCEI ha fatto registrare una variazione congiunturale negativa dell’1,4% rispetto al mese precedente (settembre 2021). LEGGI TUTTO

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    ABI, Patuelli confermato presidente anche per il biennio 2022-2024

    (Teleborsa) – Il presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, resterà alla guida dell’Associazione Bancaria Italiana anche nel biennio 2022-2024. È quanto ha stabilito il comitato esecutivo riunito questa mattina nella sede di Palazzo Altieri a Roma. Il Comitato Esecutivo, su proposta del Comitato di Presidenza e dopo una relazione del vice Presidente Camillo Venesio, ha inoltre “approvato all’unanimità la proposta di un pacchetto di modifiche statutarie relative a una maggiore rappresentanza dei gruppi bancari nel Consiglio, nel Comitato Esecutivo e nella Presidenza alla luce della crescente concentrazione, fermo restando il numero totale dei componenti e confermando le rappresentanze del pluralismo bancario; viene prevista la figura del Presidente Emerito per chi abbia completato il mandato di Presidente e una alta soglia di maggioranza qualificata per la conferma del Presidente”. LEGGI TUTTO

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    Target, trimestrale batte attese. Si aspetta forti vendite nel periodo natalizio

    (Teleborsa) – Target, azienda statunitense attiva nel settore della grande distribuzione, ha registrato un fatturato di 25,65 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2021, in crescita del 13,3% rispetto allo scorso anno e superiore ai 24,78 miliardi attesi dal mercato (secondo dati Refinitiv ). Il margine lordo è stato del 28%, rispetto al 30,6% dello stesso periodo del 2020; il calo riflette l’aumento dei costi di merci e trasporto, la riduzione delle scorte, l’aumento dei costi della catena di approvvigionamento e dei compensi. L’utile per azione rettificato è stato di 3,03 dollari, in crescita dell’8,7% rispetto ai 2,79 dollari nel 2020 e superiore ai 2,83 attesi.”Dopo una crescita delle vendite comparabili di quasi il 21% un anno fa, il nostro aumento del terzo trimestre del 12,7% è stato guidato interamente dal business e riflette la forza continua nelle vendite dei nostri negozi, nei servizi di evasione ordini digitali nello stesso giorno e nella crescita a due cifre in tutti e cinque i le nostre principali categorie di merchandising”, ha affermato Brian Cornell , presidente e amministratore delegato di Target. Con una forte posizione di inventario che si dirige verso l’apice delle festività natalizie, il nostro team e la nostra attività sono pronti a servire i nostri clienti e pronti a fornire una crescita continua e forte, durante le festività natalizie e oltre”, ha aggiunto.Le vendite comparabili nel terzo trimestre sono cresciute del 12,7%, poiché i clienti hanno effettuato più visite nei negozi di Target e al suo sito web. Questo dato ha superato l’aumento dell’8,2% previsto dagli analisti, secondo un sondaggio di StreetAccount. Le vendite comparabili in negozio sono aumentate del 9,7%, mentre le vendite comparabili digitali sono cresciute del 29%.Per il quarto trimestre 2021, Target prevede una crescita “high-single digit to low-double digit” nelle vendite comparabili, rispetto alle precedenti indicazioni per un aumento “high-single digit”. La società continua ad aspettarsi che il suo tasso di margine di reddito operativo per l’intero anno sarà dell’8% o superiore. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia, migliorano attese economiche delle famiglie

    (Teleborsa) – Le attese delle famiglie sull’economia italiana sono migliorate rispetto a primavera. La propensione a spendere è in ripresa nei comparti più colpiti tra cui alberghi, bar e ristoranti, ma permane cautela nelle prospettive di consumo soprattutto tra i meno abbienti. E’ quanto rileva la Banca d’Italia con la sesta indagine straordinaria sulle famiglie italiane, condotta, secondo quanto riporta una nota, tra agosto e settembre su oltre 2.000 nuclei.Il saldo tra attese di miglioramento e peggioramento della situazione economica e del lavoro è positivo per la prima volta da primavera 2020; le famiglie che prefigurano un peggioramento sono calate di oltre il 10%. Le attese sul reddito familiare restano stabili, prosegue Bankitalia: 3/4 del campione si aspetta entrate analoghe a quelle del 2020, mentre il 15% inferiori. Migliorano le valutazioni dei capifamiglia lavoratori autonomi, ora in linea con la media della popolazione. Una famiglia su tre è riuscita ad accantonare risparmi dall’inizio della pandemia e il 44% ritiene di riuscire a risparmiare nei prossimi 12 mesi (dato stabile). I consumi, si legge, sono condizionati dall’emergenza sanitaria, ma sono in miglioramento. Le famiglie che hanno speso meno per alberghi, bar e ristoranti sono diminuite del 15% seppur ancora molte (pari ora al 71%, erano il 90%). Permane cautela nelle attese di spesa a 3 mesi, in particolare tra le famiglie in difficoltà economiche. Infine, a dispetto delle campagne di vaccinazioni piu’ della metà del campione prefigura un aumento dei contagi nei 3 mesi successivi alla rilevazione, sia pure in misura inferiore rispetto al 2020; il 20% ritiene che non ci sarà un incremento nei contagi. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Inapp: ripresa fondata sul part time, ancora svantaggiate donne e giovani al Sud

    (Teleborsa) – Dopo oltre un anno e mezzo dall’inizio pandemia, nel primo semestre del 2021 l’occupazione nel nostro Paese è ripartita ma è sempre più “part time” che è il più delle volte “involontario”, non richiesto cioè dal lavoratore o dalla lavoratrice per esigenze previste dalla legge, ma proposto come condizione contrattuale di accesso al lavoro dalle imprese. A giugno di questo anno, dei 3.322.634 contratti complessivamente attivati (di cui 2.006.617 a uomini e 1.316.017 a donne), oltre un milione e 187 (il 35,7%) sono part time. È quanto emerge dall’anticipazione del policy brief “Una ripresa… a tempo parziale” dell’Istituto Nazionale per le analisi delle politiche pubbliche (Inapp) che fotografa la ripresa occupazionale, attraverso i dati sui nuovi contratti attivati nel primo semestre e che a breve sara’ disponibile sul sito dell’Istituto.Questo dato presenta rilevanti differenze di genere: quasi la metà (il 49,6%) delle nuove assunzioni di donne è a tempo parziale, contro il 26,6% degli uomini. E Il 42% dei nuovi contratti di donne associa al regime orario a tempo parziale anche una forma contrattuale a termine o discontinua, debolezza che riguarda solo il 22% della nuova occupazione maschile. Inoltre, l’essere under 30 e vivere al Sud continua a rappresentare una condizione di svantaggio ulteriore. “La lettura di questi dati ci dice che la ripresa dell’occupazione in Italia rischia di non essere strutturale perché sta puntando troppo sulla riduzione dei costi tramite la riduzione delle ore lavorate – ha spiegato Sebastiano Fadda, presidente di Inapp – La ‘prudenza delle imprese’ rischia di incrementare la fascia di lavoratori poveri e il gap di partecipazione e reddito esistente tra uomini e donne. Il traino del Piano di ripresa e resilienza dovrebbe essere invece l’occasione per spingere sulla creazione di lavoro stabile, perché senza la prospettiva di una graduale stabilizzazione dei rapporti di lavoro si rischia di avere effetti negativi sulla produttività e sulla competitività”. Nello specifico, “la componente femminile rappresenta complessivamente il 39,6% del totale delle attivazioni, confermando il consolidato gap di genere nell’occupazione – si legge nello studio – Si assiste, quindi, ad un numero di nuove attivazioni per le donne inferiore a quello degli uomini in valore assoluto, ma con un’incidenza del part time molto più consistente”. “Questa situazione si registra in tutte le tipologie contrattuali. Sul totale dei nuovi contratti a donne, sono part time: il 54,5% nel tempo indeterminato, il 63,7% nel tempo determinato, il 44,5% in apprendistato, il 45,9 % in lavoro stagionale e il 42,4% % in somministrazione. LEGGI TUTTO