14 Marzo 2023

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    Intercos, 2022 positivo grazie a pricing power. Utile di 51 milioni

    (Teleborsa) – Intercos, gruppo attivo nella cosmetica e quotato su Euronext Milan, ha chiuso il 2022 con Ricavi Netti pari a 835,6 milioni di euro, in crescita rispetto al 2021 del 24% (+19% a tassi costanti e a parità di perimetro). L’EBITDA Rettificato è stato pari a 121,7 milioni di euro, in crescita del 20,3% grazie all’andamento delle vendite e a un forte recupero di profittabilità che, anche beneficiando dell’aumento prezzi implementato, ha caratterizzato il secondo semestre. L’Utile Netto Rettificato è stato di 51,3 milioni di euro (+24,6%).La Posizione Finanziaria netta è pari a 90,7 milioni di euro, in miglioramento di 36 milioni rispetto al 31 dicembre 2021. La società spiega che la gestione del capitale circolante, in particolare in termini di pagamenti e incassi, ha consentito di mitigare l’impatto derivante dall’aumento dell’inventario effettuato nell’anno per gestire efficacemente l’instabilità della supply chain mondiale.Il CdA ha proposto di distribuire, come previsto dalla Dividend Policy, dividendi per un ammontare di 16 milioni di euro, pari a circa il 35,6% dell’utile netto consolidato di pertinenza. Il dividendo unitario è di 0,16622 euro.”I risultati del 2022 del nostro gruppo hanno superato le nostre attese, con i principali indicatori economici e finanziari che hanno raggiunto livelli record”, ha commentato l’AD Renato Semerari.”Nel 2022 il nostro gruppo ha dimostrato, anche grazie alle ottime relazioni con i clienti e all’unicità dei prodotti che vendiamo, un significativo pricing power che ci ha consentito di gestire efficacemente l’inattesa evoluzione inflattiva – ha aggiunto – La diversificazione in termini geografici del nostro modello di business ha inoltre consentito di mitigare andamenti di mercato anomali e non previsti, come quello cinese, consentendo anche di gestire al meglio le tensioni sul versante della supply chain”. LEGGI TUTTO

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    Aeroporto di Bologna torna in utile nel 2022. Nessun dividendo

    (Teleborsa) – Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, società quotata su Euronext STAR Milan che gestisce lo scalo aeroportuale bolognese, ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 134,6 milioni di euro, con una crescita di 76 milioni di euro rispetto al 2021 (+130,1%) e del 7,5% rispetto al 2019. I ricavi rettificati, al netto del margine dei servizi di costruzione, dei ricavi da credito da Terminal Value sugli interventi del fondo di rinnovo e del Fondo di compensazione, sono di 97,4 milioni di euro (+93,2% rispetto al 2021 e -10,3% rispetto al 2019).L’EBITDA è di 54,8 milioni di euro, contro un risultato di 3,5 milioni di euro del 2021 e di 44,9 milioni di euro nel 2019 (+22%). Il risultato netto si attesta ad un utile di 31,1 milioni di euro, a confronto con la perdita di 6,7 milioni di euro del 2021.”Chiudiamo un 2022 con diversi segnali positivi, nel quale abbiamo registrato un’importante ripresa del volumi di traffico che, tuttavia, non ha ancora raggiunto stabilmente i livelli pre-pandemici, con un gap di circa il 10% – ha commentato l’AD Nazareno Ventola – Al netto degli effetti della pandemia, la cui eco è andata con il passare dei mesi sempre più affievolendosi, il 2022 ha evidenziato comunque criticità a causa dell’aggressione della Russia all’Ucraina che ha prodotto un forte impatto per via dell’aumento dei costi dell’energia e materie prime e, di conseguenza, dell’inflazione. Nonostante ciò, il Marconi ha registrato comunque risultati confortanti, confermandosi settimo scalo italiano per traffico passeggeri”.La Posizione Finanziaria Netta al 31 dicembre 2022 è positiva ed è pari a 7 milioni di euro, contro un indebitamento finanziario netto di 43,2 milioni al 31 dicembre 2021. Lato liquidità, la variazione più rilevante è dovuta all’incasso del contributo del Fondo di compensazione danni Covid oltre ai flussi generati dall’aumento del fatturato e dalla riduzione dei giorni medi di incasso dei crediti.Il CdA – tenuto conto della perdurante incertezza, dell’incremento del costo delle materie prime e dei materiali e del fatto che il contributo di 21,1 milioni di euro del Fondo di compensazione dei danni subiti a causa Covid-19 ha coperto solo in parte l’impatto finanziario della pandemia sul patrimonio – “per mera prudenza e al fine di verificare nel corso del 2023 il consolidamento effettivo della ripresa, ha deliberato la non distribuzione dell’utile di esercizio 2022”. LEGGI TUTTO

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    Le Borse europee rimbalzano dopo il lunedì nero. FTSE MIB a +2,36%

    (Teleborsa) – In Europa si scatenano gli acquisti; lo stesso avviene a Piazza Affari, che mostra un’ottima performance, dopo il lunedì nero provocato dai dai timori di contagi per il crollo di Silicon Valley Bank e Signature Bank. I listini del Vecchio Continente sono migliorati nel pomeriggio, dopo la diffusione dell’inflazione statunitense per il mese di febbraio, risultata in linea con le attese. Ciò ha rafforzato le scommesse su un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve più contenuto di quanto immaginato prima della crisi bancaria USA.L’Euro / Dollaro USA è sostanzialmente stabile e si ferma su 1,072. L’Oro continua la seduta poco sotto la parità, con un calo dello 0,41%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) crolla dell’1,85%, scendendo fino a 73,42 dollari per barile.Lo Spread tra il rendimento del BTP e quello del Bund tedesco si riduce, attestandosi a +177 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 4,20%.Nello scenario borsistico europeo su di giri Francoforte (+1,83%), buona performance per Londra, che cresce dell’1,17%, e acquisti a piene mani su Parigi, che vanta un incremento dell’1,86%.Giornata di forti guadagni per Piazza Affari, con il FTSE MIB in rialzo del 2,36%, interrompendo la serie di tre ribassi consecutivi, iniziata giovedì scorso, mentre, al contrario, giornata da dimenticare per il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 28.321 punti, ritracciando del 3,94%.Ottima la prestazione del FTSE Italia Mid Cap (+1,95%); sulla stessa linea, in netto miglioramento il FTSE Italia Star (+2,31%).Alla chiusura di Milano risulta che il controvalore degli scambi nella seduta odierna è stato pari a 4,22 miliardi di euro, con un incremento del 38,18%, rispetto ai precedenti 3,05 miliardi di euro; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,66 miliardi di azioni della seduta precedente agli odierni 1,12 miliardi.In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Interpump (+4,35%), Unicredit (+4,20%), Moncler (+3,95%) e Generali Assicurazioni (+3,62%).Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Tod’s (+7,02%), Sesa (+6,06%), Luve (+4,97%) e Saras (+4,38%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Datalogic, che ha chiuso a -2,30%. CIR scende dell’1,72%. Calo deciso per Illimity Bank, che segna un -1,72%. Tentenna Tinexta, che cede lo 0,66%. LEGGI TUTTO

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    Arianespace si aggiudica due lanci Vega C per programma IRIDE

    (Teleborsa) – Arianespace, azienda francese leader nel trasporto spaziale commerciale, ha firmato con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che opera per conto del governo italiano, un contratto per la fornitura di due lanci di Vega C. Il contratto include un’opzione per un terzo lancio dedicato. Questi lanci, previsti per l’ultimo trimestre del 2025 in avanti dal Centro Spaziale della Guiana (CSG), supporteranno il dispiegamento della futura costellazione di osservazione della Terra, IRIDE.Il programma di osservazione della Terra IRIDE, finanziato dal PNRR, è un’iniziativa del governo italiano, prevede un investimento di circa 1,1 miliardi di euro e sarà completato entro cinque anni. La costellazione IRIDE supporterà la Protezione Civile e le altre istituzioni statali nell’attuazione di misure contro il dissesto idrogeologico, nella protezione delle coste e nella prevenzione degli incendi, nel monitoraggio delle infrastrutture critiche, della qualità dell’aria e delle condizioni meteorologiche.”Vorrei ringraziare il governo italiano, insieme all’Agenzia Spaziale Europea e all’Agenzia Spaziale Italiana ASI, per aver scelto i servizi di lancio di Arianespace per distribuire la costellazione di osservazione della Terra all’avanguardia IRIDE – ha dichiarato Stéphane Israel, CEO di Arianespace – Sostenere la realizzazione di tali progetti di costellazione, che sono fondamentali per una migliore comprensione dei cambiamenti ambientali su scala globale e per migliorare la vita sulla Terra, è al centro della nostra missione e siamo molto entusiasti di far parte di questa avventura”.È così salito a quota 15 il portafoglio di lanci di Vega C, lanciatore sviluppato dall’italiana Avio nell’ambito del programma spaziale dell’ESA. In particolare, l’azienda di Colleferro, è l’appaltatore principale di Vega C, responsabile dello sviluppo del sistema di lancio e della consegna di un veicolo “pronto al volo” ad Arianespace presso il Centro Spaziale della Guiana. LEGGI TUTTO

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    IGD, Intesa taglia target price e conferma Hold

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha ridotto a 3 euro per azione (da 3,4 euro) il target price su IGD SIIQ, uno dei principali player in Italia nel settore immobiliare retail e società quotata su Euronext STAR Milan, e ha confermato la raccomandazione “Hold” sul titolo.”Riteniamo che la società sia altamente sensibile alla dinamica dei tassi di interesse, sia a causa delle esigenze di rifinanziamento a breve termine sia in termini di valore del portafoglio”, affermano gli analisti, che sottolineano come il settore commerciale sia l’asset class immobiliare che soffre maggiormente delle condizioni finanziarie più rigide, che sono state esacerbate dal contesto inflazionistico, tra i rischi legati al rallentamento della domanda di nuovi centri commerciali/gallerie e il calo dei consumi finali. Secondo Intesa Sanpaolo, sono necessarie notizie positive a livello di borsa sulla struttura del capitale e, più in generale, sul contesto macro prima di vedere segnali di ripresa. LEGGI TUTTO

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    Palermo-Catania, Ferraris: “Volano di sviluppo economico e turistico per la Sicilia”

    (Teleborsa) – “L’impegno di tutti i sottoscrittori di questo accordo rafforza quello delle società del Gruppo FS, come Rete Ferroviaria Italiana, che stanno lavorando per realizzare le opere del PNRR, quelle previste dal Contratto di Programma con lo Stato e dal nostro Piano Industriale che, in questo settore, vale oltre 110 miliardi”. È quanto ha affermato oggi Luigi Ferraris, amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, durante la cerimonia per la firma dell’accordo FS/BEI/Fondo InvestEU/CDP per il completamento della linea ferroviaria Palermo-Catania che prevede un finanziamento da 3,4 miliardi.”La Palermo – Catania, insieme alla Catania-Messina e al Ponte sullo Stretto, – ha detto Ferraris – sarà un segmento imprescindibile di un progetto europeo di più ampio respiro, quello del Corridoio di trasporto che unisce il nord con il sud Europa, il cosiddetto Corridoio Scandinavia-Mediterraneo, parte integrante della Rete europea TEN-T (Trans European Network Transport). E per la Sicilia rappresenterà un volano di sviluppo economico e turistico, un’infrastruttura moderna, rispettosa dell’ambiente, capace di sviluppare servizi di mobilità rispondenti alle necessità della collettività, dei settori produttivi e dei territori attraversati, incentivando ulteriormente il già enorme potenziale dell’isola”. LEGGI TUTTO

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    Energia, la Commissione presenta la proposta di riforma del mercato elettrico UE

    (Teleborsa) – La Commissione ha presentato la sua proposta di riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica dell’UE per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e l’eliminazione graduale del gas, ridurre la dipendenza delle bollette dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, tutelare meglio i consumatori dalle future impennate dei prezzi e dalla manipolazione potenziale del mercato e rendere l’industria dell’UE pulita e più competitiva.La riforma proposta prevede la revisione di diversi atti legislativi dell’UE, in particolare il regolamento e la direttiva sull’energia elettrica e il regolamento REMIT. Introduce misure tese a incentivare i contratti a più lungo termine con produttori di energia non fossile e ad apportare al sistema soluzioni flessibili più pulite in concorrenza col gas, come la gestione della domanda e lo stoccaggio. In tal modo, le bollette elettriche dei consumatori risentiranno meno dell’impatto dei combustibili fossili e rifletteranno il costo inferiore delle energie rinnovabili. Inoltre la riforma proposta promuove una concorrenza aperta e leale nei mercati europei dell’energia all’ingrosso, migliorandone la trasparenza e l’integrità.”La creazione di un sistema energetico basato sulle rinnovabili – spiega la Commissione in una nota – sarà fondamentale non solo per ridurre le bollette dei consumatori, ma anche ai fini di un approvvigionamento energetico sostenibile e indipendente per l’UE, in linea con il Green Deal europeo e il piano REPowerEU. Questa riforma, che rientra nel piano industriale del Green Deal, consentirà all’industria europea di rifornirsi di energia elettrica da fonti rinnovabili non fossili a prezzi accessibili, fattore chiave per la decarbonizzazione e la transizione verde. Per conseguire gli obiettivi in materia di energia e clima, dovremo triplicare la diffusione delle rinnovabili entro la fine del decennio”.La riforma dovrà essere ora discussa e approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio prima di entrare in vigore. “Sebbene l’assetto attuale abbia garantito un mercato efficiente e ben integrato per molti decenni, la già limitata offerta mondiale e la manipolazione dei nostri mercati dell’energia a opera della Russia hanno esposto molti consumatori ad aumenti massicci delle bollette energetiche – ha dichiarato Kadri Simson, commissaria per l’Energia –. Oggi proponiamo misure che rafforzeranno la stabilità e la prevedibilità dei costi dell’energia in tutta l’UE. Stimolando gli investimenti nelle energie rinnovabili potremo conseguire gli obiettivi del Green Deal e fare dell’UE il motore dell’energia pulita per i decenni a venire”.”In futuro i cittadini e le industrie europee ricorreranno sempre più alle energie rinnovabili, che sono la via maestra per conseguire la sovranità energetica e porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili. Tuttavia dobbiamo aggiornare l’assetto del mercato se vogliamo accelerare questa transizione e far sì che i consumatori possano beneficiare dei minori costi delle rinnovabili”, ha aggiunto Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo. LEGGI TUTTO

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    Cassa di Risparmio di Orvieto torna in utile nel 2022

    (Teleborsa) – Cassa di Risparmio di Orvieto, appartenente al Gruppo Bancario Mediocredito Centrale, ha chiuso l’esercizio 2022 con un utile netto di 2,61 milioni di euro, a fronte della perdita netta di 0,13 milioni di euro dell’esercizio 2021. Il margine di intermediazione è aumentato del 7,1% rispetto all’esercizio precedente (46,41 milioni di euro vs 43,35 milioni di euro), per effetto della performance del margine di interesse (26,41 milioni di euro, +12,7%) e delle commissioni nette (19,26 milioni, +24,1%). Riguardo all’attività di intermediazione, la Cassa presenta uno stock di impieghi, non considerando l’esposizione in titoli di debito, pari a 1,12 miliardi di euro al 31 dicembre 2022, in crescita del 10,2% rispetto al dato di fine 2021 (1,02 miliardi di euro).La raccolta totale presenta un saldo pari a 1,61 miliardi di euro al 31 dicembre 2022 (vs 1,63 miliardi al 31 dicembre 2021, -1,3%). In dettaglio, la componente diretta si attesta a 1,10 miliardi di euro (vs 1,13 miliardi di euro al 31 dicembre 2021), mentre quella indiretta a complessivi 507,49 milioni di euro (495,73 milioni a fine 2021).Quanto alla qualità del credito, l’incidenza percentuale dei crediti non-performing lordi rispetto al totale impieghi lordi (NPLs ratio lordo) si posiziona al 9,27%, in calo rispetto al 10,71% di fine 2021. Analogamente, si riduce l’indicatore al netto delle rettifiche di valore (NPL ratio netto) pari al 3,45% (4,90% al 31 dicembre 2021). In crescita il grado di copertura complessivo dei crediti deteriorati, che passa dal 57,22% dell’esercizio precedente al 65,15% al 31 dicembre 2022.Il CET1/Tier1 ratio e il Total Capital ratio si posizionano al 12,63% (9,33% al 31 dicembre 2021), su un livello superiore alle soglie minime regolamentari. LEGGI TUTTO