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    Post Brexit, Michel avvisa Londra: “Intesa non sarà a qualsiasi costo”

    (Teleborsa) – “Prima o poi il Regno Unito deve chiarire cosa vuole fare” sulle relazioni future post-Brexit. “Non possono pensare di lasciare il club Ue e mantenere tutti i privilegi”. Lo ribadisce il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in un’intervista all’Ansa, e ad altre cinque agenzie internazionali.

    Senza fare pronostici sulla riuscita del negoziato, ricorda quanto il tema delle condizioni per evitare una concorrenza sleale (level playing field) sia di importanza fondamentale per l’Ue. “Vogliamo un accordo e lavoriamo per questo” ma “bisogna essere in due per ballare il tango” e per l’UE “l’intesa non sarà a qualsiasi costo”.Michel inoltre non ha escluso che ci possa essere un nuovo incontro ad alto livello, tra i leader Ue e britannico, sebbene non sia ancora previsto.
    Sponda Londra, Boris Johnson crede ancora alla possibilità di un accordo con l’Ue sul dopo Brexit sul modello di quello sottoscritto da Bruxelles con il Canada, nonostante i punti di divergenza “significativa” su dossier cruciali ribaditi dopo l’ultima tornata di colloqui dai negoziatori Michel Barnier e David Frost. Ma insiste che il 31 dicembre la transizione finirà in ogni caso, che il Regno “uscirà” e che “è pronto a qualsiasi eventualità”: inclusa quella d’un no deal di fatto.

    I 27 “sarebbero sensati se ci offrissero un accordo in stile Canada e ho moltissime speranze lo facciano”, ha detto il Premier Tory ai giornalisti a margine dell’inaugurazione del cantiere per l’avvio del lavori dell’alta velocità ferroviaria in Inghilterra. “Ma siamo pronti a ogni eventualità” e a dar vita dopo la Brexit a un futuro di “potente prosperità per il Regno Unito in un modo o nell’altro, anche con una soluzione stile Australia”: Paese con cui l’Ue ha rapporti di scambi commerciali amichevoli, ma non un deal ad hoc.
    (Foto: © European Union, 2004-2019) LEGGI TUTTO

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    Covid, PIL Italia ai livelli del 1993. Visco: “Essenziale attuare riforme”

    (Teleborsa) – “Per l‘Italia è essenziale attuare le riforme“.

    Lo ha detto il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nell’intervento “Economic growth and productivity: Italy and the role of knowledge”, all’ESOF2020 (EuroScience Open Forum) a Trieste.
    Mai come ora “è importante affrontare i problemi che hanno frenato la crescita per circa 30 anni. A tal fine, è essenziale attuare riforme volte a creare un clima più favorevole alle imprese, aumentando la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici, aumentando il livello degli investimenti pubblici, migliorando la giustizia civile, riducendo quella amministrativa e oneri burocratici che ostacolano gli investimenti privati, abbassandone il peso di evasione fiscale, corruzione e altre attività criminali”.

    “Risposta straordinaria” alla crisi da Governi e banche centrali. “Affrontare le difficoltà create dalla pandemia in tutto il mondo – ha detto Visco – è chiaramente il massimo problema urgente. Con la sua diffusione, le prospettive di conseguenze negative di lunga durata per l’attività economica, l’occupazione e la distribuzione dei redditi sono diventate più scoraggianti. Non sorprende che la risposta globale di Governi, banche centrali, e le autorità di vigilanza nella maggior parte dei paesi siano state immediate e straordinarie”.
    “Le banche centrali, in particolare, hanno utilizzato un’ampia gamma di strumenti per rendere le condizioni monetarie più accomodanti – ha aggiunto -, contrastare le tensioni finanziarie mercati e sostenere i prestiti a famiglie e imprese, evitando una stretta creditizia. Il il sostegno della politica fiscale e monetaria alla domanda aggregata continuerà necessariamente nel prossimo futuro, anche per contrastare il sostanziale aumento delle misure cautelari risparmio determinato dall’impennata dell’incertezza prodotta dalla pandemia“.
    “L’attuale crisi economica – ha proseguito Visco – ha dimostrato che, nel breve termine, la crescita economica dipende da diversi fattori, spesso imprevedibili. Alla lunga, invece, i miglioramenti della produttività sono l’ingrediente chiave per lo sviluppo economico e il fattore più importante che spiega le differenze di reddito tra paesi e PIL”.“E’ per questo motivo che, al fine di ripristinare un percorso di sostenibilità crescita – ha sottolineato -, misure necessarie per affrontare i problemi urgenti creati dell’attuale crisi pandemica deve essere affiancata da interventi volti ad affrontarla gli ostacoli che ostacolano l’innovazione”.
    “Le drastiche misure adottate per contenere la propagazione del virus – ha detto ancora Visco – quali la limitazione dei movimenti delle persone e dell’interazione sociale, la sospensione dell’insegnamento nelle scuole e nelle università e la chiusura temporanea di molte attività produttive, hanno colpito profondamente l’economia italiana. Le ultime cifre suggeriscono che, alla metà del 2020, il PIL sia tornato al livello osservato all’inizio del 1993. In termini pro capite – ha concluso – è sceso ai valori registrati alla fine degli anni ’80”. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: “cattedre Covid” non possono essere docenti di “Serie B”

    (Teleborsa) – A pochi giorni dalla riapertura delle scuole e dopo la polemica scatenata dalla pubblicazione delle graduatorie delle docenze, l’Anief è tornata a ribadire la propria contrarietà all’introduzione di contratti atipici nella scuola pubblica per le cosiddette “cattedre Covid“.

    “Introducendo dei contratti senza scadenza, che potrebbero venire meno all’istante, in caso di secondo lockdown, si va a determinare un precedente pericoloso – spiega l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori – L’istruzione impartita in sedi scolastiche statali non può comportare differenze contrattuali di sorta tra insegnanti che svolgono la medesima professione, hanno gli stessi doveri e responsabilità. Riteniamo centrale questo punto. Per questo motivo abbiamo deciso di farci tramite per chiedere un emendamento al decreto agostano, con il quale collocare in organico di diritto i 60-70 mila docenti che verranno assunti in più rispetto all’organico aggiuntivo”.
    Il riferimento è per i docenti che verranno nominati come supplenti in aggiunta all’organico canonico: si tratta, in media, di un insegnante in più per ognuno dei 42 mila plessi scolastici che si metterà a disposizione dei dirigenti scolastici per permettere loro di organizzare la didattica in presenza anche con classi sdoppiate, orari pomeridiani, in aule aggiuntive o per dare seguito a tutte le disposizioni previste da ogni singolo istituto nell’ambito della sua autonomia, spiega Anief in una nota.

    Il rischio è quello di creare docenti di “Serie B”, “che potrebbero perdere il lavoro in caso di ritorno anche breve dei contagi nella loro scuola senza la certezza di essere confermati sulla stessa scuola. Ma soprattutto gli alunni delle classi affidate dovrebbero accontentarsi di avere docenti molto temporanei, provvisori e ‘volatili’ che non potranno partecipare nemmeno alla programmazione d’inizio d’anno (le nomine decorreranno dal 14 settembre) e saranno esclusi dalle commissioni d’esame per le classi affidate (le nomine terminano l’ultimo giorno di lezione)”.
    Ma c’è un altro rischio legato ai docenti delle “cattedre Covid” che sottolinea il portale Tuttoscuola e che è stato ripreso da Anief: “ I dirigenti scolastici li nomineranno a decorrere dal 14 settembre; tuttavia molti di loro, prima di accettare la nomina, si avvarranno del diritto di scelta più vantaggiosa, come quella prevista per ricoprire un normale posto annuale o temporaneo fino al 30 giugno, in base alla posizione di graduatoria provinciale”.
    “In questo modo – conclude Tuttoscuola – molte nuove classi ottenute per sdoppiamento non potranno partire fino a quando non disporranno di questi docenti ‘volatili’ e provvisori”. LEGGI TUTTO

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    Fisco, Unimpresa: “Sistema tedesco non cancella disparità prelievo su redditi alti”

    (Teleborsa) – Con il modello fiscale tedesco – indicato dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, come sistema da imitare, in Italia, per l’annunciata riforma – non risulterebbe risolta, in Italia, la disparità di tassazione tra i contribuenti. Secondo quanto emerge da un documento del consigliere nazionale di Unimpresa, Marco Salustri – presentato oggi a Roma nel corso del convegno organizzato da Unimpresa al Palazzo della Minerva del Senato della Repubblica – rimarrebbe “un’evidente sproporzione tra l’aliquota del 42%, applicata su redditi fino a 260.532 euro, e quella del 45%, applicata su redditi oltre 260.533 euro”. Ciò perché le percentuali delle aliquote troppo ravvicinate rispetto a redditi piuttosto omogenei. Il sistema applicato in Germania, infatti, è troppo simile a quello italiano, specie se si prende in considerazione l’aliquota Irpef del 39%.

    Confrontando il modello fiscale italiano con quello tedesco, l’analisi di Unimpresa rileva che “un’esenzione di tassazione per redditi fino a 9mila euro rende il sistema tedesco, simile a quello italiano che esenta i redditi fino a 8mila euro per i lavoratori dipendenti e fino 4.800 euro per i lavoratori autonomi, in base alle ultime modifiche normative”. Secondo Salustri “per essere incisiva per l’intero sistema economico, una riforma fiscale dovrà essere globale, tanto per le imposte dirette sia per quelle indirette, al fine di evitare continui e inutili aggiustamenti tributari, che ne distorcerebbero gli effetti macroeconomici, confonderebbero imprese e lavoratori autonomi, oltre ad aggravare, inevitabilmente, i costi di gestione delle imprese”.
    Quella auspicata da Unimpresa è una riforma fiscale organica, equa, trasparente e chiara, senza più il rosario infinito delle interpretazioni normative. “Né – osserva il consigliere nazionale di Unimpresa – si potrà prescindere dalla considerazione che, maggiore sarà il potere di spesa dei contribuenti, quali le pmi, lavoratori autonomi e dipendenti, migliore sarà l’andamento dell’economia reale e la ripresa”.

    Il sistema d’imposizione Irpef italiano si basa su aliquote percentuali che insistono su scaglioni di reddito molto compressi e che aggrediscono, di conseguenza, le fasce reddituali più deboli. Pertanto sulla base della tabella Irpef delle aliquote applicate in Italia Salustri individua due elementi distorsivi. “Il primo – spiega – è quello relativo alle aliquote centrali e, in particolare modo, all’aliquota del 38%. Se a questa si aggiungono le aliquote marginali comunali e regionali si arriva ad oltre il 40%, generando, conseguentemente, un’ingiusta tassazione per coloro che hanno redditi fino a 55mila euro, rispetto a chi ha prodotto una base imponibile fino a 75mila euro. Il secondo effetto distorsivo – continua Salustri – si nasconde nell’eccessiva aggressione che, elevate aliquote, esercitano su redditi molto bassi. Si pensi, ad esempio, all’aliquota del 41% su redditi che si aggirano intorno ai 60mila euro che, aggiungendo le imposte comunali e regionali, arriva a superare il 45% o, peggio, all’aliquota del 27% che, superando il 30%, sempre sommando le aliquote locali, insiste su redditi di appena 28mila euro. È del tutto evidente che questa impostazione fiscale si sia generata, nel tempo, solo per esigenze di cassa delle pubbliche entrate, a discapito, conseguentemente, dei contribuenti”.
    Riguardo alle ipotesi messe sul tavolo dal governo nelle ultime settimane, Unimpresa denuncia “lo stillicidio delle rivelazioni, fatte a spezzoni, in interviste rese alla stampa, di membri del governo e di vertici dirigenziali delle entrate, su aspetti parziali della ormai non più procrastinabile riforma generale del fisco”. Per l’Associazione “se il ministro competente intende anticipare l’attesa riforma, che sia già condivisa dal governo e dalla maggioranza, ne illustri, in via definitiva e complessiva, i principi e le linee generali, senza buttare un osso per volta al cane’ solo per saggiarne le reazioni”. LEGGI TUTTO

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    Assaeroporti: passeggeri in calo anche a luglio

    (Teleborsa) – Nei primi sette mesi dell’anno in corso gli aeroporti italiani hanno accusato, rispetto al 2019, un calo del 71% del movimento passeggeri, totalizzandone complessivamente poco più di 32 milioni, di cui 5.140.415 nel mese di luglio con una riduzione del 75%.

    I movimenti aerei nel periodo gennaio-luglio 2020 sono calati del 60%, per effetto del lockdown nazionale, della riduzione generalizzata di frequenze e delle restrizioni imposte da alcuni Paesi collegati.
    Il movimento delle merci aeree fino a luglio è rimasto sotto il mezzo milione di tonnellate, con un calo del 27,7% rispetto al 2019. Prendendo in esame i dati dei singoli aeroporti, nel mese di luglio il calo di passeggeri ha interessato tutti gli scali e in particolare quelli a maggiore traffico.

    A Roma Fiumicino il movimento passeggeri si è ridotto del 74%, a Malpensa del 55.5%, a Bergamo e Venezia del 62.7%. Sotto il 50% di riduzione solo Cagliari e Olbia (-41%) e Palermo (-48%).
    (Foto: by takahiro taguchi on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Vivendi “soddisfatta” per sentenza Mediaset conferma “impegno” in Italia

    (Teleborsa) – Vivendi accoglie con grande soddisfazione la sentenza della Corte europea sul caso Mediaset e si dice “lieta che la massima autorità giuridica europea oggi si sia pronunciata in pieno a suo favore”.

    “Vivendi – sottolinea una nota – ha sempre agito nel rigoroso rispetto della legge italiana ed è stata costretta a difendere i propri interessi in sede giudiziaria dopo che Mediaset si è rivolta all’AGCom, nel solo desiderio di impedire a Vivendi di partecipare alle sue Assemblee”. Uno stratagemma – afferma – “per cercare di trasferire la propria sede in Olanda”.
    “Vivendi – conclude una nota – rinnova il suo impegno nei confronti dell’Italia e conferma la sua volontà di essere un investitore di lungo termine in questo bellissimo paese”. LEGGI TUTTO

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    Mediaset su sentenza Corte UE: “AgCom chiarirà. Valutiamo opportunità rete unica”

    (Teleborsa) – Mediaset prende atto della sentenza odierna della Corte europea sul Tusmar ed annuncia la possibilità di un ingresso nella partita per la rete unica.

    In merito alla sentenza della Corte di Strasburgo, l’azienda afferma che i “rilievi dovranno essere esaminati nelle successive fasi di giudizio davanti al Giudice nazionale competente” e “confida che l’Autorità garante per le Comunicazioni possa fornire ogni opportuno chiarimento“. “L’Autorità – aggiunge in una nota – dovrà valutare i rischi per il pluralismo, valore fondamentale per lo stesso diritto dell’Unione Europea, derivanti dalla possibilità illimitata per le imprese dominanti nelle Telecomunicazioni di rafforzare la propria posizione nel settore Media”.
    Nel caso in cui “si aprissero possibilità di convergenza” fra Tlc e TV, Mediaset annuncia che “valuterà con il massimo interesse ogni nuova opportunità in materia di business Tlc già a partire dai recenti sviluppi di sistema sulla Rete unica nazionale in fibra”. LEGGI TUTTO

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    De Micheli conferma invio proposta ad ASPI. Su trasporto aereo “riordino più spinto”

    (Teleborsa) – “Per quanto riguarda la concessione il Ministero delle Infrastrutture ha inviato nella giornata di ieri la proposta di transazione ad Autostrade per l’Italia“. Lo ha confermato la Ministra Paola De Micheli chiarendo che si tratta di una proposta “collegata agli impegni che l’azienda si era assunta nella lettera del 24 luglio al Governo che noi abbiamo discusso nel CDM del 14“.

    A margine della firma di un accordo con la Svizzera per l’allargamento della linea ferroviaria del Sempione il giorno prima dell’inaugurazione del tunnel del Monte Ceneri, De Micheli ha anche detto di essere d’accordo con il Ministro Gualtieri “che sul fronte della trattativa societaria c’è una complessità evidente”. Ma “vanno avanti entrambi i negoziati, sia quello sulla concessione che quello che riguarda la società”.
    Quanto al “riordino del settore aereo che faremo sarà più spinto di quanto fosse nelle mie intenzioni pre – Covid”, ha detto. Dopo la richiesta dell’ad di Ryanair Eddie Wilson di cancellare le tasse comunali sulla bigliettazione, il Ministro ha replicato che “hanno una destinazione molto precisa. Una parte di questi va a finanziare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori del settore”. “Credo che il problema – ha aggiunto – non sia legato a quello ma alla grande incertezza delle persone di fronte all’emergenza sanitaria e quindi alle minori esigenze di spostamento”. Comunque il riordino del settore “garantirà livello di competizione e di rispetto delle regole e consentirà a tutti gli operatori che operano in Italia di recuperare quando la situazione sanitaria sarà migliorata”. LEGGI TUTTO