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    Generali, Mediobanca riavvia copertura con “outperform”

    (Teleborsa) – L’ufficio studi di Mediobanca ha riavviato la copertura sul titolo Generali con giudizio “outperform”. Il target price è stato fissato a 37 euro rispetto ai 33 euro circa delle attuali quotazioni.Al momento le azioni stanno cedendo lo 0,37% allineandosi alla debolezza dell’intero listino milanese. A livello comparativo su base settimanale, il trend del Leone di Trieste evidenzia un andamento più marcato rispetto alla trendline del FTSE MIB. Ciò dimostra la maggiore propensione all’acquisto da parte degli investitori verso Generali Assicurazioni rispetto all’indice.Le implicazioni tecniche assunte evidenziano uno status tecnico moderatamente positivo con 34,28 Euro a svolgere ruolo di resistenza più immediata e 32,71 a contenere eventuali attacchi ribassisti. Il miglioramento della compagnia assicurativa è confermato dall’incrocio della media mobile a 5 giorni sopra l’algoritmo a più lungo termine di 8 giorni. Concrete, allo stato attuale, le possibilità per i prezzi di proseguire verso quota 34,28. LEGGI TUTTO

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    MFE, titoli in rally. Assist da analisti

    (Teleborsa) – Si muovono al rialzo i titoli MFE (ex Mediaset), sia di classe A (+2,2%) sia di classe B (+2,5%), trovando assist dagli analisti. In particolare, l’ufficio studi di Akros ha alzato il target price su MFE A a 4,4 euro dai 3,70 indicati in precedenza, mentre su MFE B ha fissato il prezzo a 5,90 euro dai 5 precedenti. Confermato per entrambi il giudizio “buy”.Gli analisti di Equita hanno ritoccato all’insù la raccomandazione da “hold” a “buy” per tutte e due le azioni MFE di classe A e di classe B, alzando il target di prezzo, rispettivamente, a 5 euro da 3,80 e a 6,20 euro da 4,70. LEGGI TUTTO

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    Buzzi, Goldman: attenzione a ritorni per azionisti e capex per re-rating

    (Teleborsa) – Sebbene Buzzi appaia valutata in modo interessante rispetto al settore e si distingua per la maggiore esposizione alla Germania, le incertezze statunitensi a breve termine e pressioni sui costi europei a medio termine (costo della CO2) potrebbero frenare la crescita degli utili, con un ulteriore rischio di ribasso per la generazione di cassa in caso di progetti di investimento più ampi. Lo affermano gli analisti di Goldman Sachs nella ricerca con cui hanno avviato la copertura sulla società quotata su Euronext Milan e attiva nella produzione di cemento, con una raccomandazione “Neutral” e un target price di 47 euro per azione.Per un significativo re-rating da qui in poi, Goldman Sachs ritiene che i seguenti fattori siano fondamentali: (1) un maggiore orientamento ai ritorni per gli azionisti; (2) un maggiore decarb capex in Europa per garantire un vantaggio a lungo termine; o (3) un ciclo più forte (USA o Europa).Con 800 milioni di euro di liquidità netta, gli analisti ritengono che un aumento dei ritorni per gli azionisti potrebbe rappresentare un catalizzatore significativo per il titolo (considerando i riacquisti autorizzati per circa 400 milioni di euro); tuttavia, notano che la società si è recentemente concentrata sulla crescita inorganica (Brasile, Emirati Arabi Uniti) e ha potenziali investimenti capex a lungo termine nella capacità produttiva statunitense e nella cattura del carbonio. In particolare, notano che se Buzzi dovesse procedere con l’espansione della sua capacità negli Stati Uniti, ciò potrebbe ridurre significativamente il suo FCF yield. LEGGI TUTTO

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    Buzzi, Goldman Sachs avvia copertura con giudizio Neutral

    (Teleborsa) – Gli analisti di Goldman Sachs hanno avviato la copertura di Buzzi, società quotata su Euronext Milan e attiva nella produzione di cemento, con una raccomandazione “Neutral” e un target price di 47 euro per azione.Inoltre, all’interno dello stesso settore, hanno avviato la copertura su Holcim, multinazionale svizzera operante nel settore dei materiali da costruzione, con una raccomandazione “Buy” e un target price di 75 CHF per azione. LEGGI TUTTO

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    Misitano & Stracuzzi, TP ICAP Midcap taglia target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – TP ICAP Midcap ha abbassato a 3,60 euro per azione (dai 4,70 euro precedenti) il target price su Misitano & Stracuzzi, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel campo delle essenze agrumarie, confermando la raccomandazione “Buy” visto l’upside potenziale del 34%.La revisione del TP è arrivata dopo che la società ha comunicato un aggiornamento delle prospettive per il 2025, inferiori alle attese del consensus. La prevista correzione dei prezzi delle materie prime non si è materializzata, i produttori continuano a mantenere livelli di costo elevati nonostante i volumi di raccolto più alti.TP ICAP Midcap prevede ricavi pari a 81 milioni di euro nel 2025, 75 milioni di euro nel 2026 e 83 milioni di euro nel 2027 (vs 86 milioni di euro, 94 milioni di euro e 102 milioni di euro precedentemente). Il margine EBITDA è atteso all’8%, 8,1% e 13,5% sul periodo (vs 16,5%, 17,9% e 19,3% precedentemente), con la contrazione quasi interamente imputabile all’aumento dei COGS. L’accumulo di scorte dovrebbe inoltre pesare sulla PFN, attesa a 42 milioni di euro a fine 2025 (vs 32 milioni di euro in precedenza).”Questi aggiustamenti confermano un contesto breve termine complesso, con visibilità limitata sui costi delle materie prime – si legge nella ricerca – Riteniamo difficile una piena normalizzazione prima del 2027, evidenziando la necessità per Misitano & Stracuzzi di assicurarsi nuovi contratti con meccanismi di pass-through. Detto ciò, il gruppo continua a dimostrare resilienza commerciale e investimenti nella propria organizzazione. Questi fattori, uniti a una piattaforma industriale solida, ci rendono fiduciosi che Misitano & Stracuzzi potrà uscire rafforzata una volta che le pressioni sui costi si attenueranno e i flussi commerciali si stabilizzeranno”(Foto: © Veerasak Piyawatanakul) LEGGI TUTTO

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    Brunello Cucinelli, Berenberg conferma “buy”

    (Teleborsa) – Frazionale ribasso per Brunello Cucinelli, che scambia con una perdita dello 0,87%.Gli analisti di Berenberg confermano il giudizio “Buy” e il target price a 125 euro rispetto ai 98 euro delle attuali quotazioni.La scorsa settimana il gruppo ha annunciato la chiusura del primo semestre con un utile netto di 76,7 milioni, in rialzo del 16% sullo stesso periodo del 2024. I ricavi sono stati pari a 684,1 milioni (+10,2% a cambi correnti, +10,7% a cambi costanti) mentre l’EBIT di 113,8 milioni è in aumento dell’8,8%.Il movimento del re del cachemire, nella settimana, segue nel bene e nel male l’andamento del FTSE MIB, rendendo il titolo fortemente influenzato dal mercato di riferimento e meno da notizie inerenti alla società stessa.Il quadro tecnico di Brunello Cucinelli segnala un ampliamento della linea di tendenza negativa con discesa al supporto visto a 96,83 Euro, mentre al rialzo individua l’area di resistenza a 99,55. Le previsioni sono di un possibile ulteriore ripiegamento con obiettivo fissato a 95,69. LEGGI TUTTO

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    ERG, upgrade a Buy da Bank of America con proposta unica da “yieldco”

    (Teleborsa) – Bank of America ha migliorato a “Buy” la raccomandazione su ERG, società quotata su Euronext Milan e attiva nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con un target price di 23 euro per azione (+18%).L’upgrade arriva all’interno di un report sul settore europeo, dove viene sottolineata “la proposta esclusiva dell’azienda, caratterizzata da un basso indebitamento e da un reddito più elevato, presenta un profilo “yieldco” che gli investitori dovrebbero trovare interessante con il calo dei tassi europei. Inoltre, il profilo di crescita è ora quotato a un prezzo interessante e dovrebbe beneficiare della ripresa delle risorse eoliche fino al 2026, piuttosto che della crescita degli asset e/o dei guadagni derivanti dalla rotazione degli asset.In generale, il sentiment per le energie rinnovabili europee è migliorato, dopo essersi rivelato un investimento doloroso per molti investitori negli ultimi anni. I pure player hanno sovra-performato il settore di oltre 27 punti percentuali dall’annuncio dei dazi statunitensi.Bank of America ritiene che il mercato stia pagando troppo per gli asset e la pipeline di Acciona Energia (downgrade a Underperform) ed EDPR (Underperform confermato), o sottostimando le passività. Un indebitamento troppo elevato e l’assenza di un chiaro miglioramento dei fondamentali del settore continuano a limitare il profilo di crescita, con un’elevata dipendenza dalle rotazioni degli asset. Sebbene un’uscita da parte di una delle due società madri, Acciona o EDP, rappresenti un rischio (entrambi i management mantengono aperte tutte le opzioni), ciò è improbabile, vista la recente ripresa del prezzo delle azioni. Rating “Underperform” anche per Orsted, con l’imminente aumento di capitale che rappresenta un ostacolo nel breve termine.La banca d’affari statunitense continua a privilegiare Grenergy (Buy confermato) come prima scelta, in base alla sua eccellente esecuzione e al potenziale di maggiori ambizioni (guidance conservativa), nonché a un interessante contesto tematico nello storage, sempre più richiesto in Europa e oltre. Tra le altre cose, ritiene che il rapporto rischio-rendimento sia incerto per Solaria, con buone aspettative sui data center (downgrade a Neutral). LEGGI TUTTO

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    Prysmian, Jefferies conferma Buy con upside dei dazi sul rame

    (Teleborsa) – Jefferies ha confermato la raccomandazione Buy e il target price a 84 euro per azione su Prysmian, società quotata su Euronext Milan e attiva nel settore dei sistemi in cavo per energia e telecomunicazioni, spiegando di ritenere possibile un aumento dei margini nell’I&C a seguito dei dazi sul rame, con le importazioni che coprono un quarto della domanda di cavi statunitense. “Sebbene non si prevedesse alcuna variazione nei costi per gli operatori locali dopo i dazi, gli importatori necessiteranno di un aumento dei prezzi del 35% per compensare i dazi – si legge nella ricerca – Gli operatori locali hanno già iniziato ad attuare aumenti di prezzo durante l’estate, di conseguenza, e l’indice dei prezzi alla produzione del filo di rame sta raggiungendo livelli record”.Jefferies pensa che i maggiori benefici siano attribuibili ai dazi su cavi e vergella di rame per l’elettrificazione. I 3 principali produttori di cavi (Southwire, Prysmian e Cerro Wire) possiedono tutti un laminatoio per vergella di rame e sono probabilmente localizzati quasi al 100% negli Stati Uniti, quindi il vantaggio deriverebbe piuttosto dal 23% del mercato statunitense dei cavi importato. Questi operatori registrerebbero un aumento del prezzo dei cavi del 35% ipotizzando un contenuto di rame del 70%, contro lo zero per gli operatori locali.Viene previsto che gli operatori locali, tra cui Prysmian, stimoleranno l’utilizzo a livelli elevati, contribuendo alla leva operativa e spingendo anche all’aumento dei prezzi. Viene notato che gli operatori locali statunitensi hanno già annunciato aumenti di prezzo negli Stati Uniti dopo l’annuncio dei dazi sul rame. Viene osservata una situazione simile con i dazi sull’alluminio (quota del 40% delle importazioni), a vantaggio sia della divisione Elettrificazione, sebbene l’esposizione sia ridotta, sia, soprattutto, della divisione Reti Elettriche. LEGGI TUTTO