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    FMI, Georgieva: “Paesi risolvano rapidamente tensioni commerciali”

    (Teleborsa) – I paesi devono risolvere rapidamente le tensioni commerciali. È quanto afferma la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, sottolineando che l’attuale incertezza è costosa perché spinge le aziende a non investire ma a risparmiare. L’indipendenza delle banche centrali – ha aggiunto Georgieva – è cruciale per la loro credibilità.L’economia mondiale – ha sottolineato la direttrice del FMI – si trova in “una fase cruciale. Le tensioni commerciali sono aumentate vertiginosamente in seguito all’annuncio dei dazi americani e delle relative risposte, aumentando l’incertezza, sollevando preoccupazioni sul futuro del sistema commerciale e ponendo rischi imminenti alla stabilità finanziaria ed economica globale”. Queste sfide – ha detto Georgieva – si manifestano “in un momento in cui le prospettive sono già offuscate da una bassa crescita e da un elevato debito”.Il Fondo Monetario Internazionale – ha ricordato Georgieva – è stato creato 80 anni fa e anche se il mondo da allora si è “evoluto profondamente, la missione dell’istituto resta rilevante come allora”. Georgieva ha assicurato che il Fondo resterà concentrato nel promuovere la stabilità macroeconomica e finanziaria, nell’aiutare a costruire economie in grado di creare più posti di lavoro e redditi più alti e nell’offrire una piattaforma per trovare soluzioni per le sfide economiche condivise. Le assicurazioni di Georgieva seguono l’appello lanciato dal segretario al Tesoro Scott Bessent a riformare il Fmi e la Banca Mondiale per farle tornare alla loro missione originaria. LEGGI TUTTO

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    Ue non esclude ipotesi incontro von der Leyen-Trump sabato

    (Teleborsa) – “Stiamo valutando la possibilità di incontrarci” anche se “al momento non c’è nulla di confermato”. Lo ha detto Paula Pinho, portavoce della presidente della Commissione Ue, interpellata nel briefing con la stampa in merito a possibili incontri della presidente dell’esecutivo Ue Ursula von der Leyen con il presidente Usa Donald Trump a Roma.”L’obiettivo principale” del viaggio di von der Leyen a Roma “è davvero il funerale di Papa Francesco”. “Se si presenteranno altre opportunità, a margine del funerale, allora saranno, ovviamente, d’aiuto”.intanto, dodici stati americani fanno causa a Donald Trump sui dazi, accusandolo di non avere il potere di “imporre tariffe arbitrariamente”. Gli stati affermano che solo il Congresso ha il potere di legiferare sui dazi e chiedono alla Corte Suprema di impedire all’amministrazione di applicare quelle che hanno definito “tariffe illegali”. Nei giorni scorsi già la California aveva fatto causa per i dazi.Arrivano anche le parole di Xi Jinping. “Le guerre tariffarie e commerciali “non hanno vincitori: la Cina non causa problemi, ma non ha paura di combattere”, ha detto il Presidente cinese incontrando a Pechino presso la Grande sala del Popolo il presidente keniano, William Ruto, ha affermato di essere “disposto a collaborare con gli altri Paesi nel mondo per rispondere alle varie sfide attraverso l’unità e la cooperazione”. L’obiettivo, ha aggiunto Xi nel resoconto del network statale Cctv, è “salvaguardare i propri diritti e interessi legittimi, sostenere le regole del commercio internazionale e l’equità e la giustizia a livello internazionale”.Cina che nega di aver avviato con gli Usa negoziati sul commercio definendo “Informazioni false” i recenti messaggi americani secondo cui le parti stanno trattando e troveranno persino un accordo. “Per quanto a mia conoscenza, Cina e Stati Uniti non si sono consultati né hanno negoziati sulla questione dei dazi, né tantomeno hanno raggiunto un accordo”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun, secondo i media statali. “Combatteremo, se necessario. Le nostre porte sono aperte, se gli Stati Uniti vogliono parlare. Dialogo e negoziazioni devono essere paritari, rispettosi e reciproci”, ha aggiunto Guo. LEGGI TUTTO

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    Agenzia delle Entrate: precompilata 2025 online dal 30 aprile

    (Teleborsa) – Al via la precompilata 2025. A partire dal pomeriggio di mercoledì 30 aprile, sul sito delle Entrate saranno disponibili in modalità consultazione i modelli già predisposti con i dati in possesso dell’Agenzia oppure inviati dagli enti esterni, come datori di lavoro, farmacie e banche. In totale sono circa 1 miliardo e 300 milioni le informazioni trasmesse per la stagione dichiarativa in corso.A partire dal 15 maggio, sarà possibile modificare e inviare i modelli dichiarativi. Anche quest’anno i contribuenti potranno optare per il 730 semplificato, che nel 2024 è stato scelto da oltre metà della platea. Con questa modalità, il cittadino non deve più conoscere quadri, righi e codici ma viene guidato fino all’invio della dichiarazione con una interfaccia intuitiva e parole semplici. I dati relativi all’abitazione (rendita, eventuali contratti di locazione, interessi sul mutuo ecc.) sono ad esempio raccolti nella sezione “casa”, gli oneri nella sezione “spese sostenute”, le informazioni su coniuge e figli nella sezione “famiglia”. Dopo aver accettato o modificato i dati, sarà il sistema a inserire automaticamente i dati all’interno del modello. Per inviare la dichiarazione ci sarà tempo fino al 30 settembre 2025; scadenza il 31 ottobre, invece, per chi presenta il modello Redditi. Le regole sono definite in un provvedimento firmato ieri dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone.Cosa c’è nei modelli – Sono 1.298.784.152 i dati ricevuti dal Fisco e precaricati nelle dichiarazioni 2025. Le spese sanitarie si confermano in testa alla classifica con oltre 1 miliardo di documenti fiscali trasmessi. Seguono i premi assicurativi (più di 98 milioni di dati), le certificazioni uniche di dipendenti e autonomi (quasi 75 milioni) e i bonifici per ristrutturazioni (10 milioni e mezzo). Rispetto al 2024, grande incremento per le ristrutturazioni condominiali (quasi 7 milioni e mezzo di dati, +32%), le erogazioni liberali (2 milioni e ottocentomila, +13%) e per le spese scolastiche (8 milioni e mezzo), universitarie (4 milioni) e per gli asili nido (oltre mezzo milione).Le novità di quest’anno – Per rendere ancora più agevole l’adempimento dichiarativo, sono state riviste e migliorate alcune funzionalità a disposizione dei contribuenti: ad esempio, la scelta del sostituto d’imposta e il passaggio dalla compilazione con la modalità semplificata a quella con il metodo ordinario. In linea con le previsioni del decreto “Adempimenti” (Dlgs n. 1/2024), poi, sono stati introdotti due nuovi quadri (M e T) che consentono alle persone fisiche non titolari di partita Iva di utilizzare la dichiarazione semplificata anche in relazione ai redditi soggetti a tassazione separata, a imposta sostitutiva o derivati da plusvalenze di natura finanziaria. Novità anche per gli eredi, che prima potevano effettuare l’invio esclusivamente in prima persona: da quest’anno il servizio web per la gestione delle autorizzazioni in capo all’erede è stato reso fruibile anche a tutori, amministratori di sostegno e genitori abilitati all’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate. Tra i dati utilizzati per l’elaborazione, quest’anno i contribuenti troveranno anche i proventi erogati dal Gestore dei servizi energetici (GSE) per la cessione di energia prodotta da impianti fotovoltaici per uso domestico. Significative novità anche per la dichiarazione modello Redditi Persone fisiche. Per i soggetti Iva in regime di vantaggio e forfetario, ad esempio, i dati reddituali desumibili dalle fatture elettroniche – trasmesse tramite lo SDI – e dai corrispettivi giornalieri inviati nel corso dell’anno saranno accostati alle informazioni precompilate. Con apposita delega, l’accesso ai dati precompilati del modello Redditi Persone fisiche è ora consentito, oltre che ai professionisti e ai Caf dipendenti e pensionati, a tutti gli intermediari incaricati della trasmissione telematica delle dichiarazioni, come ad esempio Caf imprese, avvocati o revisori.Come scegliere il 730 semplificato – Una volta che il contribuente accede al servizio tramite le proprie credenziali Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns), se ha i requisiti per presentare il 730, potrà scegliere se accedere alla propria dichiarazione in modalità semplificata oppure ordinaria. Nel primo caso, potrà visualizzare i dati all’interno di un’interfaccia semplice da navigare anche grazie alla presenza di termini di uso comune che indicano in modo chiaro le sezioni in cui sono presenti dati da confermare o modificare: “casa e altre proprietà”, “famiglia”, “lavoro”, “altri redditi”, “spese sostenute”. Una volta che le informazioni fiscali saranno confermate o modificate, saranno riportate in automatico all’interno del modello.Come visualizzare la propria dichiarazione – Per visualizzare e scaricare la dichiarazione occorre accedere alla propria area riservata con Spid, Cie o Cns. Come lo scorso anno, per consultare la dichiarazione e compiere le varie operazioni fino all’invio sarà possibile delegare un familiare o una persona di fiducia direttamente dalla propria area riservata sul sito dell’Agenzia. In alternativa, inviando una pec o formalizzando la richiesta presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas ultima settimana +88 BCF

    (Teleborsa) – Salgono più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 18 aprile 2025 sono risultati in aumento di 88 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela superiore al consensus (+69 BCF). La settimana prima si era registrato un aumento di 16 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 1.934 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 19,8% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.412) e del 2,2% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 1.978 BCF. LEGGI TUTTO

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    Eni conferma una scoperta ad olio nell’offshore della Namibia

    (Teleborsa) – Confermati da Eni i risultati preliminari del pozzo Capricornus 1-X, nel bacino dell’Orange in Namibia, come comunicato dall’Operatore Rhino Resources. Il pozzo Capricornus 1-X, la cui perforazione è iniziata il 17 febbraio con l’impianto di perforazione Noble Venturer, ha raggiunto la profondità finale il 2 aprile, penetrando con successo il livello target del Cretaceo inferiore. Il pozzo ha incontrato 38 metri di net pay; la roccia serbatoio ha evidenziato buone proprietà petrofisiche e non è stata rilevata presenza di contatto olio-acqua. Campioni di olio e carote di parete sono stati raccolti come parte di una intensa attività di acquisizione dati.Oltre all’acquisizione dati, in pozzo – fa sapere Eni in una nota – è stato eseguito con successo un test di produzione nell’intervallo mineralizzato ad olio leggero. Il pozzo ha raggiunto una portata di produzione, limitata dalle attrezzature di superficie, superiore a 11mila stb/d attraverso una valvola di 40/64″. L’olio leggero a 37° API ha mostrato una limitata quantità di gas associato, con meno del 2% di CO2 e assenza di H2S. Studi di laboratorio saranno condotti sui campioni raccolti durante il test.Il pozzo sarà ora temporaneamente abbandonato e l’impianto di perforazione sarà rilasciato.La Petroleum Exploration License 85 (PEL85), dove è stato perforato il pozzo, è operata da Rhino Resources con una quota del 42,5%. In co-venture Azule Energy (42,5%), Namcor (10%) e Korres Investments (5%). Eni e bp detengono ciascuna una partecipazione del 50% in Azule Energy. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di BGPL da parte di Actis ed EDF

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo congiunto di Bharat Grid Private Limited (BGPL), società indiana, da parte di Actis del Regno Unito e di Electricité de France (EDF) della Francia. L’operazione riguarda principalmente il settore dei servizi energetici in India.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza, dato il suo impatto limitato sullo Spazio economico europeo. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    USA, vendita di case esistenti calano più delle attese a marzo

    (Teleborsa) – Segnali negativi giungono dal mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a marzo 2025 un decremento del 5,9% su base mensile. È quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il +4,4% riportato a febbraio.Sono state vendute 4,02 milioni di abitazioni rispetto ai 4,27 milioni di febbraio e rispetto alle 4,14 milioni attese. Su base annua, le vendite sono calate del 2,4%.Secondo Lawrence Yun, capo economista della NAR, “gli acquisti e le vendite di case sono rimasti stagnanti a marzo a causa delle difficoltà di accessibilità economica associate agli elevati tassi dei mutui. La mobilità residenziale, attualmente ai minimi storici, segnala la preoccupante possibilità di una minore mobilità economica per la società”.(Foto: Sebastian Wagner / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Cnel: occupati +1,5% ma forti criticità per giovani e donne

    (Teleborsa) – Nel 2024, in un contesto di “modesta crescita” economica, il numero degli occupati (dipendenti e indipendenti) è aumentato dell’1,5% toccando i 24 milioni nell’anno e segnando un incremento della componente femminile che, per quanto “ancora insoddisfacente”, supera la quota di 10 milioni. È quanto rileva il XXVI rapporto del Cnel sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva. Rispetto ai principali Paesi europei il mercato del lavoro italiano continua a presentare “criticità”, soprattutto con riferimento all’occupazione femminile e giovanile, che si conferma tra le più basse in Europa, con un divario nella classe età 15-29 rispettivamente di 12,9 e 15 punti percentuali rispetto alla media Ue. “Forti criticità”, sottolinea il rapporto, permangono nei tassi di lavoro sommerso, tra i più alti in Europa, e nell’occupazione della componente più vulnerabile del mercato del lavoro. Per quanto giunto al 62,2% il tasso di occupazione italiano resta il più basso d’Europa, inferiore di ben 15,2 punti percentuali rispetto alla Germania, di 6,8 punti rispetto alla Francia, di 3,9 punti rispetto alla Spagna. Rispetto alla media europea nel 2024 il tasso di occupazione italiano risulta inferiore di 8,6 punti percentuali e di 12,9 in relazione alla sola componente femminile. Il tasso di occupazione del 62,2 calcolato nella media 2024 è pari a 71,1 per la componente maschile e a 53,3 per quella femminile. Il divario è elevatissimo anche nel tasso di inattività: 24,4% per gli uomini e 42,4% per le donne. La bassissima partecipazione al lavoro delle donne rimane una delle più importanti criticità del mercato del lavoro italiano. Altrettanto critico è l’andamento dei tassi di occupazione letti in una prospettiva territoriale, con un tasso di occupazione del 69,7% nel Nord del Paese, del 66,8% nel Centro Italia e del 49,3% nel Mezzogiorno. Il Sud resta l’area con il più basso tasso di occupazione, inferiore di 12,9 punti percentuali rispetto al tasso nazionale, l’area con il più alto tasso di disoccupazione (11,9%) e di inattività (43,9%) soprattutto della componente femminile. Il tasso di occupazione tra le persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni è aumentato dal 68,1% del 2023 al 68,7 del 2024, mentre il rispettivo tasso di inattività è aumentato dal 24% al 24,4% nello stesso periodo. Per quanto riguarda la fascia di età fra i 15 e i 24 anni il tasso di occupazione è diminuito al 20,4% del 2023 al 19,7% del 2024, mentre il rispettivo tasso di inattività è aumentato 73,6% al 75,3% nello stesso periodo. Relativamente alla componente giovanile permangono rilevanti criticità legate alla durata troppo lunga della transizione dalla scuola al lavoro, all’uso improprio dei tirocini formativi e di orientamento extracurriculari, alla ancora limitata diffusione di consolidati percorsi duali di formazione e lavoro, al basso utilizzo dell’apprendistato, alla elevata discontinuità lavorativa e alle forme di lavoro subordinato mascherate come autonomo. L’apprendistato viene troppo spesso considerato solo in funzione della riduzione del costo del lavoro e ancora poco per la sua componente formativa e di incremento della qualità e produttività del lavoro. Nel 2024 l’occupazione è aumentata di 352mila unità, trainata dagli over 50 e dalla crescita dei dipendenti a tempo indeterminato in aumento del 3,3% rispetto all’anno precedente. Sono aumentati leggermente (+47mila) i lavoratori indipendenti, mentre si contrae del 7% l’occupazione temporanea, che tuttavia interessa ancora una platea superiore a 2,75 milioni di dipendenti. Malgrado la tendenza positiva, che prosegue da tre anni, non si possono tralasciare “valutazioni critiche” circa la qualità della occupazione, sottolinea il report, che dipende dalle tipologie contrattuali utilizzate, dalle ore lavorate nell’arco dell’anno, dalla diffusione del part-time involontario. Rispetto al 2023 le ore lavorate per dipendente sono diminuite dello 0,3% con un calo più marcato nell’industria (-1,1%) e un lieve aumento nei servizi (+0,2%). Rispetto alle stime Istat va tenuto conto, si legge nel rapporto, che vengono conteggiati nei tassi di occupazione anche i periodi di orientamento e formazione svolti in contesto lavorativo, come nel caso dei tirocini extracurriculari.In un quadro complessivo di crescita dell’occupazione a tempo indeterminato e di quota decrescente dello stock di occupati temporanei, i dati di flusso delle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, riferiti al periodo gennaio-settembre 2024, informano che le attivazioni di rapporti di lavoro sono state 10 milioni e 142mila in crescita del 0,5% rispetto al 2023, ma di queste solo il 16% (nel 2023 il 17,2%) sono state a tempo indeterminato, mentre il resto ha riguardato contratti temporanei (tempo determinato, collaborazioni, lavoro a chiamata, stagionale, somministrazione). I contratti temporanei sono oramai consolidati come il principale canale di accesso al lavoro e il loro utilizzo si dimostra significativamente correlato con il ciclo economico. Permane elevato il numero di occupati con forme di part-time involontario che, sebbene in calo negli ultimi anni, riguardano ancora la maggior parte dei lavoratori, specie la componente femminile, assunti a tempo parziale, collocando l’Italia sopra la media europea (29,8% a fronte della media Ue 27,9%). Sempre in riferimento alla qualità dell’occupazione, secondo il Cnel da monitorare è anche il fenomeno del lavoro autonomo non genuino, attraverso l’utilizzo di contratti di collaborazione e partite Iva organizzate con orari di lavoro fissi e in regime di mono-committenza. Desta particolare attenzione l’elevato numero di italiani inattivi: si tratta del 33,4% della fascia di persone in età di lavoro, di cui 7,8 milioni sono donne. Rispetto alla media europea, il tasso di inattività riferito alla popolazione italiana con età compresa tra i 15 e i 74 anni è superiore di 7,5 punti percentuali (Italia 42,2%, Europa 34,7% nel 2024). I neet, intesi come i giovani in fascia d’età compresa tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in un percorso di formazione, sono in Italia circa 1,34 milioni. Si tratta di un “numero elevato, tra i più alti in Europa”, che, tuttavia, registra una rilevante riduzione (-4,8%) rispetto all’anno precedente. Nel 33,6% dei casi la popolazione dei neet comprende i disoccupati, mentre nel 66,4% si tratta di inattivi, dei quali il 33,9% non cerca attivamente lavoro e il restante 32,5% costituisce le cosiddette “forze di lavoro potenziali”, costituite dagli inattivi disponibili a lavorare, ma non alla ricerca attiva di un’occupazione e dagli inattivi che cercano un’occupazione ma non disponibili immediatamente. Il fenomeno dei neet si verifica nelle regioni del Sud con un’incidenza più che doppia rispetto a quelle del Nord e, per quanto in corrispondenza del possesso della laurea sia ovunque più basso il numero dei neet, anche tra i laureati al Sud il valore rimane elevato con il 17,7% contro il 12,7% del Centro e il 7,9% del Nord. L’incidenza più alta di neet si riscontra per i diplomati con un dato complessivo in Italia del 17,8% (26,8% al Sud, 15,7% al Centro e 11,5% al Nord). La fascia di 15-29enni con un titolo di studio fino alla licenza media registra un’incidenza che si attesta al 21% al Sud, al 9,4% al Centro e al 8,5% al Nord. Le persone con disabilità, si legge nel report del Cnel, continuano a fronteggiare ostacoli significativi nell’accesso al mercato del lavoro nonostante i progressi normativi degli ultimi anni. Si evidenzia un “quadro preoccupante” caratterizzato da disparità strutturali e difficoltà persistenti, che limitano le opportunità di inclusione lavorativa. Nel 2023 solo il 33% delle persone con disabilità con gravi limitazioni e il 57% di quelle con disabilità non grave risulta occupato a fronte del 62% della popolazione senza condizione di disabilità. La differenza è ancora più marcata tra i disoccupati dove le persone con disabilità rappresentano una quota significativamente più alta, rispettivamente 16,6% e 14,4% rispetto a quelle senza condizione di disabilità 12% (dati Istat 2023). Inoltre, il fenomeno dei ritiri precoci dal lavoro colpisce in misura maggiore le persone con disabilità grave con una percentuale quasi tripla rispetto agli altri lavoratori: 5,7% rispetto a quelle senza limitazioni 2,3%. La condizione dei giovani con disabilità è particolarmente critica con due terzi di loro che non lavorano nè studiano, a fronte di una percentuale molto più bassa tra i coetanei senza condizione di disabilità . L’assenza di politiche efficaci, dice il Cnel, rischia di compromettere irrimediabilmente il futuro di un’intera generazione. Per affrontare queste criticità servono interventi concreti a partire da investimenti mirati nella formazione incentivando le aziende a creare ambienti lavorativi più inclusivi e promuovere condizioni contrattuali che garantiscano pari opportunità . Nel 2024 risultano in aumento le denunce per malattia professionale (+15.745 pari al 21,60%), che si aggiungono all’aumento del 2023 (+12mila, quasi il 20%). Gli infortuni denunciati all’Inail sono invece risultati in ulteriore lieve diminuzione (-3.453 pari allo 0,7%) rispetto al 2023 già in calo del 16% rispetto al 2022 (-112mila). A livello nazionale, i dati evidenziano un calo, in particolare, delle denunce di infortuni avvenuti in occasione di lavoro (-19%, 8mila in valore assoluto), mentre risultano in aumento (+5%, +4,5mila) quelle relative a infortuni in itinere, avvenuti nel tragitto tra casa e posto di lavoro. Sui casi mortali i dati provvisori del 2024 mostrano un aumento del 4,7% rispetto all’anno precedente, da 1.029 a 1077. A crescere maggiormente sono quelli in itinere da 239 a 280 mentre quelli in occasione di lavoro aumentano di 7 casi da 790 a 797. LEGGI TUTTO