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    Imprese, cresce la digitalizzazione: aziende puntano su pagamenti elettronici, Cloud e cybersecurity

    (Teleborsa) – All’inizio della pandemia le imprese hanno puntato soprattutto sul cloud, per sostenere il lavoro dei dipendenti in smart working, e sui pagamenti elettronici per soddisfare la domanda crescente dei consumatori confinati nelle mura domestiche. Progressivamente hanno, inoltre, volto l’attenzione alla cybersecurity, investimento che si sta rivelando quanto mai strategico nel contesto attuale. È quanto emerge da “PidOsserva”, l’Osservatorio nazionale dei Pid – Punti Impresa Digitale, strutture istituite dalle Camere di commercio nell’ambito del Piano nazionale impresa 4.0. L’analisi effettuata da Unioncamere e Dintec si basa sulle risposte che tra il 2018 e il 2021 oltre 40mila imprese hanno fornito a “Self i4.0”, il test di autovalutazione della maturità digitale, presentate oggi nel corso di Orizzonti Live Lab 2022-IoRiparto, rassegna organizzata da IoRiparto in collaborazione con la Camera di commercio Chieti Pescara. “La pandemia, con le restrizioni che ne sono derivate, ha accelerato la corsa degli imprenditori all’utilizzo del digitale. Sono quasi 450mila le imprese aiutate dai Pid delle Camere di commercio in questo percorso di innovazione ed i risultati cominciano a vedersi: il livello di maturita’ digitale delle nostre imprese e’ aumentato di circa il 9% rispetto al periodo pre-Covid – sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli –. È ancora marcata, però, la distanza tra le aree del Paese: le regioni del Mezzogiorno hanno una maturità digitale inferiore di oltre 10 punti percentuali rispetto a quelle del Centro-Nord. Un gap che dovrà essere ridotto anche grazie ai progetti del Pnrr”.Tra le tecnologie abilitanti per restare operativi anche da remoto, adottate dalle imprese, la più diffusa è stata quella relativa ai “pagamenti mobili attraverso internet” (utilizzata oggi dal 41,3% delle imprese) che nel 2020 si collocava al terzo posto; al secondo posto segue il Cloud, al primo posto nel 2020, (pari al 39,1%) e al terzo posto la cybersecurity (quarto posto nel 2020) che cresce progressivamente di importanza (pari al 35,8% degli utilizzi). Rispetto al 2018, le imprese che utilizzano il Cloud e i pagamenti elettronici sono aumentate di 8 punti percentuali; quelle che si avvalgono di strumenti di cybersecurity e che hanno avviato un e-commerce di 9 punti.Gli eventi di questi ultimi due anni hanno impresso una forte accelerazione ai processi di digitalizzazione delle Pmi, anche a seguito delle azioni di informazione, sensibilizzazione e primo accompagnamento offerte dai Pid. I risultati cominciano a vedersi: i più abili con le nuove tecnologie (i “Campioni digitali” e gli “Esperti”, cioè coloro che applicano con successo i principi dell’Impresa 4.0) sono aumentati di oltre 7 punti percentuali, passando dal 9,78% del 2018 al 17% del 2021. Gli “Specialisti”, che corrispondono a coloro che hanno digitalizzato buona parte dei processi, sono aumentati di 9 punti percentuali, salendo al 38,4% dal 29% di 4 anni fa. Tuttavia, pur diminuendo, resta comunque elevata la quota di imprese ancora poco avvezza al digitale. Gli “Esordienti”, che hanno una gestione tradizionale dei processi aziendali, e gli “Apprendisti”, che utilizzano solo strumenti digitali di base, sono oggi circa il 45% rispetto ad oltre il 60% del 2018. La crescita della maturità digitale in questi anni è stata più consistente tra le imprese dei servizi e della manifattura rispetto a quelle agricole, tra le attività di medie e piccole dimensioni rispetto alle imprese micro e tra quelle che operano all’interno di una filiera (B2B) rispetto a quelle che hanno rapporti con il cliente finale e sul mercato (B2C). La digitalizzazione sta cambiando anche l’approccio delle imprese ad alcune tematiche chiave dello sviluppo. Nel 2021, le imprese che svolgono con regolarità attività di formazione del proprio personale registrano un livello di maturità digitale pari a 2,7 (su una scala da 1 a 4), superiore a quelle che la svolgono saltuariamente, che si attestano ad un valore medio pari a 2,3, o non la effettuano affatto che si fermano a 2,1. Sempre nello stesso periodo PIDOsserva rileva che le imprese più innovative, quelle cioè che investono di più in brevetti o detengono titoli di proprietà industriale, hanno un livello di maturità digitale pari a 2,58 maggiore alle media generale che si attesta su 2,23. LEGGI TUTTO

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    Fondo Italiano d'Investimento, CDP annuncia ingresso nuovi azionisti istituzionali

    (Teleborsa) – Contribuire alla competitività del sistema industriale italiano, sostenere la crescita delle piccole e medie imprese nazionali e dare impulso all’economia reale del Paese. Su questi tre pilastri si basa l’attività di Fondo Italiano d’Investimento SGR (FII SGR). Per raggiungere tali obiettivi strategici e per consolidare il ruolo di FII SGR quale punto di riferimento nel private capital in Italia, l’azionista di riferimento CDP Equity (CDPE, a sua volta controllata da Cassa Depositi e Prestiti) ha deciso di ampliarne la base azionaria aprendo il capitale a nuovi soci. A entrare nel capitale della SGR – fa sapere CDP in una nota – sono, in particolare, gli istituti di credito Banco BPM e BPER Banca, oltre a Fondazione Enpam, l’Ente previdenziale e assistenziale di riferimento di 460mila medici e odontoiatri, e Fondazione Enpaia l’Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura che associa circa 9mila aziende e circa 40mila iscritti. Nuovi importanti azionisti che si vanno così ad affiancare agli attuali soci Intesa Sanpaolo, UniCredit e ABI, con CDPE che mantiene la quota di maggioranza.Nel dettaglio, a far spazio ai nuovi soci sono CDPE, che vede scendere la sua quota dal 68% al 55%, e Confindustria che esce del capitale cedendo il 3,5%. I nuovi azionisti avranno rispettivamente: Fondazione Enpam e Fondazione Enpaia il 5% ciascuna e Banco BPM e BPER Banca il 3,25% cadauna. Intesa Sanpaolo e UniCredit confermano le rispettive partecipazioni del 12,5% già detenute in precedenza, così come ABI mantiene una quota del 3,5%. “In questo modo – spiega CDP – si intende offrire un maggiore coinvolgimento a soggetti istituzionali che hanno contributo e contribuiranno, attraverso l’investimento di risorse, alla creazione e allo sviluppo di nuovi fondi di investimento. Il tutto in linea con il Piano Industriale di FII SGR che prevede anche il sostegno all’internazionalizzazione di imprese italiane di qualità con elevate potenzialità e attive in settori d’eccellenza dell’economia e delle filiere a esse connesse”.Dal punto di vista gestionale, il rinnovato assetto proprietario di FII SGR comporterà l’ampliamento del Consiglio di Amministrazione a 13 membri rispetto agli attuali 11. Con il rinnovo dell’assetto azionariato vi sarà un’altra novità in termini di governance: verrà costituito un Advisory Board a livello di SGR con funzioni consultive relative principalmente alla definizione delle politiche di investimento e asset allocation dei fondi, a beneficio dell’attività del CdA. L’Advisory Board sarà composto da 8 membri, ciascuno designato da un socio.Nata nel 2010 su iniziativa del ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), FII SGR attualmente gestisce 13 fondi di investimento mobiliari chiusi riservati ad investitori qualificati, con asset under management pari a 2,5 miliardi di euro e opera sia attraverso investimenti diretti, sia investimenti indiretti (fondi di fondi).A fine 2021, il totale delle attività in portafoglio vede il coinvolgimento di oltre 330 aziende, per un fatturato complessivo superiore a 38 miliardi di euro e un totale di più di 188mila dipendenti. LEGGI TUTTO

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    USA, Markit: settore manifatturiero febbraio sale a 57,5 punti

    (Teleborsa) – Sale l’indice dell’attività manifatturiera degli Stati Uniti, elaborato da Markit, confermando una crescita ancora solida del settore.Nel mese di febbraio, l’indice PMI manifatturiero si è portato a 57,2 punti dai 55,5 del mese precedente, tuttavia inferiore ai 57,5 del consensus.L’indice si conferma sopra la soglia chiave di 50, che denota espansione dell’attività. LEGGI TUTTO

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    Expo Dubai, Alfonso (SIMEST) : “sostegno finalizzato a rafforzare tessuto economico e produttivo italiano nel mondo”

    (Teleborsa) – “Expo Dubai 2020 è sicuramente il più grande evento internazionale dopo lo stop generale causato dalla pandemia, importante vetrina per l’Italia e per le nostre imprese di eccellenza che operano con l’estero. Ma è anche un’interessante occasione di confronto e dibattito per noi “addetti ai lavori”, un tavolo a cui poter sedere insieme per analizzare i nuovi trend globali e indirizzare le scelte strategiche dei prossimi anni. Un’attività di analisi necessaria per poter cogliere le possibilità offerte dai mercati internazionali, che rimangono un importante driver di crescita nonostante l’inevitabile impatto delle recenti evoluzioni dello scenario geopolitico” così ha aperto il suo intervento Mauro Alfonso, amministratore delegato di Simest, prendendo parte all’iniziativa “The Beauty of Italian Regions at Expo 2020 Dubai”, la giornata dedicata alle Regioni dal Padiglione Italia dell’esposizione universale.”La ricchezza dell’Italia – prosegue Alfonso – mette senza dubbio radici nella varietà e nella genialità dei nostri talenti, imprenditori e artigiani che hanno saputo sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla variegata geografia del nostro Paese. Sono proprio queste le qualità che alimentano la cosiddetta “economia della bellezza” fatta di beni di consumo di qualità, come, moda e alimentari, di industria creativa, e quindi di design, cultura ed editoria, di turismo, ma anche, e in maniera sempre crescente, di beni tecnologici e soluzioni digitali”.”Un’ampia offerta di prodotti di eccellenza che è stata sviluppata nel tempo grazie soprattutto alla ricchezza e alla varietà del nostro territorio, vero motore della crescita dell’economia italiana. Buona parte delle esportazioni dei beni Made in Italy è stata, infatti, il frutto di sistemi produttivi locali qualificati in cui convivono cooperazione e competizione. Alta specializzazione settoriale, elevato grado di imprenditorialità, ricerca della qualità e forte legame con il contesto sociale e ambientale: sono queste solo alcune delle caratteristiche che hanno permesso alle nostre produzioni di competere sui mercati internazionali e di affrontare con successo la sfida della globalizzazione”.”E’ proprio alle nostre imprese d’eccellenza, tenaci e innovative, che si rivolge l’azione di SIMEST: un sostegno – non solo finanziario – finalizzato a rafforzare il tessuto economico e produttivo italiano, proiettandolo nel mondo”.”Parallelamente alle recenti evoluzioni congiunturali, anche la nostra azione si sta sempre più orientando nel fornire supporto agli investimenti delle aziende italiane all’estero lungo le nuove direttive di sviluppo”.”Da oltre 30 anni – ha proseguito l’Ad – sosteniamo il Made WITH Italy acquisendo partecipazioni di minoranza in progetti di investimento diretto all’estero: un sostegno che va via via focalizzandosi su operazioni di efficientamento produttivo ed innovazione digitale, con un’attenzione particolare verso il miglioramento dell’impatto ambientale. Oggi possiamo vantare un portafoglio di circa 240 progetti in tutto il mondo, per più di 770 milioni di euro, di cui 25 per circa 40 milioni indirizzati all’area del Medio Oriente, Nord Africa e Asia Meridionale in particolare nei settori dell’industria meccanica, metallurgica e delle infrastrutture”.”Affianchiamo il Made IN Italy – ha aggiunto – con linee di finanziamento agevolato volte a favorire l’espansione sui mercati esteri e la transizione digitale ed ecologica delle imprese tricolori, in particolare PMI. Un supporto che è stato potenziato negli ultimi due anni grazie alle ingenti risorse che ci sono state affidate, prima dalla strategia di Governo – Patto per l’Export – volta a favorire la ripresa economica dell’Italia post-pandemia, poi dall’Europa tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Solo negli ultimi due anni, abbiamo aiutato più di 14 mila imprese ad investire oltre 5,3 miliardi di euro in progetti di internazionalizzazione e innovazione tecnologica e sostenibile: di questi, circa 600 operazioni sono rivolte ad un’espansione nei Paesi dell’area ME.NA.SA., principalmente per la partecipazione a fiere e mostre e la costituzione di filiali commerciali locali”. “Infine, recentemente abbiamo ampliato la nostra gamma di operatività, includendo anche la possibilità di investire in PMI innovative o start-up. Si tratta di realtà che hanno dimostrato di rappresentare la vera matrice dei processi di innovazione e di cambiamento perché orientate spesso sin dalla nascita allo sviluppo di soluzioni digitali per la produzione o la gestione dei processi. Dall’ultima relazione redatta dal Ministero dello Sviluppo Economico, nel 2020 sono nate in Italia circa 1300 startup e PMI innovative, il 10,4% in più rispetto al medesimo dato del 2019: un dato che dà fiducia nella capacità del nostro Paese di innovarsi anche nelle situazioni di difficoltà”.”L’Italia ha ancora una volta dimostrato la propria natura resiliente, dinamica, creativa e innovativa, forte di una grande tradizione ma al tempo stesso capace di proiettarsi verso il futuro. Il nostro Paese, da sempre fornitore di prodotti di eccellenza per i consumatori finali, ha ora tutte le possibilità per evolvere il proprio ruolo a sostegno del rinnovamento delle filiere produttive globali, con un’offerta di beni e servizi intermedi ad altissimo contenuto innovativo. Un’immagine che trova negli Emirati Arabi Uniti, nostro importante partner commerciale, una piattaforma per essere rilanciata nei mercati del Golfo, del Medio Oriente, dell’Africa, dell’Asia e nel resto del mondo”. “Le imprese italiane – ha concluso Mauro Alfonso – non possono lasciarsi sfuggire questa opportunità, proponendosi come interlocutori privilegiati con l’area Medio orientale. Un dialogo in grado di attivare un arricchimento reciproco grazie ad un proficuo scambio di competenze e know-how in materia di innovazione tecnologica, scientifica ed industriale. E’ proprio grazie allo sviluppo e all’implementazione di queste competenze trasversali che la bellezza italiana sarà in grado di connettere le persone, per una crescita sociale inclusiva e sostenibile e la ripresa economica del nostro Paese oltre ogni confine. Possiamo e dobbiamo lavorare insieme, per costruire un nuovo futuro sostenibile”. LEGGI TUTTO

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    Garanzia Campania Bond: completato programma da 144 milioni per nuova finanza a 65 PMI del territorio

    (Teleborsa) – Finanziare i piani di crescita nel territorio regionale e accelerare il processo di digitalizzazione. È stato questo il principale obiettivo di Garanzia Campania Bond, il programma di Basket Bond che ha sostenuto complessivamente 65 PMI regionali attraverso 144 milioni di euro di minibond emessi.Lo strumento di finanza innovativa promosso dalla Regione Campania, attraverso la società in house Sviluppo Campania e con Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Mediocredito Centrale (MCC) nel ruolo di anchor investor, – spiega una nota congiunta – ha raggiunto questo risultato con la chiusura delle ultime due operazioni che hanno coinvolto 11 piccole e medie imprese campane attraverso l’emissione di titoli per un complessivo di 25 milioni di euro.Grazie alle risorse messe a disposizione, le aziende del territorio: Mare Engineering SpA, Bourelly Health Service Srl, J Luxury Group Srl, Farmacia S. Caterina Srl, T.E.A. Tek SpA, Finizio Srl, Villa Fiorita SpA, Ekoru Srl, Logi Service Società cooperativa, Assopaf Agroindustria Alimentare Società cooperativa agricola e Milano Fashion Srl, finanzieranno l’acquisto di nuovi macchinari, lo sviluppo di software per l’automazione dei processi produttivi aziendali, l’ampliamento delle strutture logistiche e il maggior fabbisogno di capitale circolante con l’obiettivo di realizzare programmi di sviluppo orientati a sostenere l’espansione delle attività produttive e la crescita aziendale.Nel dettaglio, ogni closing relativo al programma di finanziamento – evidenzia la nota – si compone di due fasi contestuali: da un lato le PMI emettono minibond di importo compreso tra uno e cinque milioni di euro sottoscritti dalla società veicolo Basket Bond Campania S.r.l. (SPV) costituita da Banca Finint, Arranger del programma. Dall’altro lato, la SPV si finanzia emettendo titoli Asset Backed Securities (ABS), garantiti sia dai minibond stessi e sia da una garanzia di portafoglio messa a disposizione da Sviluppo Campania, che ha ideato lo strumento per conto della Regione. CDP e MCC agiscono in qualità di anchor investor, sottoscrivendo ciascuna il 50% dell’ammontare complessivo delle emissioni di ABS.Il progetto, inoltre, è coordinato dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese costituito da Mediocredito Centrale e Banca Finint e supportato da Grimaldi Studio Legale ed ELITE – Gruppo Euronext, rispettivamente nelle attività legali e nella promozione dell’iniziativa sul territorio che è avvenuta con il supporto attivo degli ELITE Desk campani di Confindustria.Con riferimento all’operatività complessiva di Garanzia Campania Bond, i settori maggiormente coinvolti sono stati: il manifatturiero con 11 PMI emittenti per 26,3 milioni di euro, l’agro-alimentare con 10 emittenti per 19,5 milioni e il digitale/software con 7 emittenti per 16,5 milioni. Seguono, in ordine di grandezza delle emissioni: sanità, energia, logistica/trasporto, abbigliamento, costruzioni/infrastrutture e automotive. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, le province più attive sono state quelle di Napoli con 34 PMI emittenti per 78,3 milioni di euro e Salerno con 16 emittenti e 34,4 milioni, seguite da Caserta, Avellino e Benevento. LEGGI TUTTO

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    USA, Markit: settore servizi si contrae a gennaio

    (Teleborsa) – Si contrae il settore dei servizi negli Stati Uniti a gennaio. L’indice PMI dei servizi definitivo, elaborato da Markit, si porta a 51,2 punti dai 57,6 del mese precedente, risultando tuttavia superiore ai 50,9 punti della stima preliminare. L’indice, che rappresenta un sondaggio sui direttori acquisto delle aziende attive nel settore terziario, si conferma comunque al di sopra della soglia dei 50 punti, che fa da spartiacque con tra espansione e contrazione. Diminuisce anche l’indice composito, che tiene conto anche della variazione del PMI manifatturiero, che si attesta a 51,1 punti, rispetto ai 57 punti del mese precedente ed ai 50,8 punti della stima flash. LEGGI TUTTO

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    USA, Markit: settore manifatturiero in calo ma sopra attese

    (Teleborsa) – Si riduce ancora l’indice dell’attività manifatturiera degli Stati Uniti, elaborato da Markit, confermando peraltro una crescita ancora solida del settore.Nel mese di gennaio, l’indice PMI manifatturiero si è portato a 55,5 punti dai 57,7 del mese precedente, tuttavia in lieve rialzo rispetto ai 55 della stima preliminare.L’indice si conferma sopra la soglia chiave di 50, che denota espansione dell’attività. LEGGI TUTTO

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    USA, Markit: settori manifatturiero e terziario in calo a gennaio

    (Teleborsa) – Resta in fase di espansione l’attività manifatturiera degli Stati Uniti, sebbene registri a gennaio una lieve frenata. La stima flash sull’indice PMI elaborato da Markit indica infatti un livello di 55 punti, in diminuzione dai 57,7 punti di gennaio e sotto le attese degli analisti (56,7 punti).L’indicatore si conferma ben al di sopra la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione. In calo anche l’indice del settore terziario. La stima flash, sul PMI dei servizi, pubblicata da Markit, indica un valore di 50,9 punti, sempre nel mese di gennaio, rispetto ai 57,6 di dicembre ed ai 55 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 50,8 punti dai 57 precedenti.(Foto: PublicDomainPictures / Pixabay) LEGGI TUTTO