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    Iveco, Fitch: spin-off della Difesa avrà impatto neutrale sul rating

    (Teleborsa) – La prevista scissione delle attività di difesa da parte di Iveco, gruppo che produce veicoli commerciali, bus e mezzi da difesa, avrà probabilmente un impatto sostanzialmente neutrale sul suo rating. Lo ha affermato Fitch Ratings, spiegando che ciò è dovuto alla solidità patrimoniale dell’azienda e ai flussi di ricavi tra le diverse linee di business, che rimangono sufficientemente diversificati.L’agenzia di rating evidenzia che i dettagli chiave non sono chiari in questa fase. Tuttavia, in caso di cessione di attività, prevede che Iveco distribuirà i proventi agli azionisti, con un impatto neutrale sul profilo di indebitamento netto. Il trattenimento parziale o totale dei proventi della cessione migliorerebbe ulteriormente la leva finanziaria e la flessibilità rimanenti. In assenza di un’ulteriore allocazione di liquidità nel settore difesa, Fitch prevede una leva finanziaria netta dell’EBITDA di -0,8x nel 2025, un valore elevato per l’attuale livello di rating. Fitch riconsidererà la propria posizione una volta definita la struttura del capitale finale delle attività rimanenti, ma prevede che Iveco cercherà di limitare qualsiasi variazione della propria qualità creditizia.In alternativa, Iveco potrebbe decidere di quotare l’attività assegnando le azioni ai suoi attuali azionisti. La separazione delle attività consentirà al management di concentrarsi esclusivamente sui mercati di camion, autobus e gruppi propulsori, sebbene Fitch preveda una certa diluizione dei margini, poiché la difesa è attualmente il settore di attività più redditizio del gruppo.In entrambi i casi, Fitch prevede solo un lieve aumento della ciclicità, poiché le dimensioni del settore difesa (7,6% del fatturato industriale nel 2024) si confrontano bene con l’attività industriale complessiva. Prevede che il profilo aziendale rimarrà sostanzialmente in linea con il rating, ma rimarrà più debole rispetto a quello di altri produttori globali di camion come Volvo e Daimler. LEGGI TUTTO

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    Acea, Moody’s conferma rating Baa2 con outlook stabile

    (Teleborsa) – Moody’s ha confermato il rating “Baa2” di Acea, multi-utility romana quotata su Euronext Milan. L’outlook rimane stabile.L’azione di rating fa seguito all’annuncio, il 7 maggio 2025, da parte del Comune di Roma dell’assegnazione della concessione per la progettazione, costruzione e gestione di un impianto di termovalorizzazione (WTE) e delle relative strutture a Roma a un consorzio guidato dalla controllata Acea Ambiente in partnership con Suez Italy, Kanadevia Inova, Vianini Lavori e RMB. L’impianto, situato nell’area industriale di Santa Palomba, a Roma, tratterà annualmente 600.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati provenienti dal Comune di Roma e avrà una capacità di 65 megawatt (MW) di energia termica ed elettrica. L’investimento previsto per la costruzione è di 1 miliardo di euro, con un tempo di completamento previsto di 42 mesi. La concessione per la gestione dell’impianto scadrà nel 2048. Acea Ambiente deterrà una partecipazione del 57% nel progetto; tuttavia, la nuova entità di proprietà del consorzio (il veicolo) non sarà consolidata nei conti di Acea.La conferma del rating riflette la previsione che l’assegnazione della concessione avrà un impatto modesto sugli indicatori di merito creditizio di Acea. Moody’s prevede che il veicolo sarà finanziato con debito derivante da project finance, che non prevede alcun ricorso ad Acea. Tuttavia, il consorzio dovrà finanziare il capitale proprio del veicolo, che viene previsto si attesti intorno al 30% dell’investimento totale. Acea contribuirà con la sua quota del 57% con un mix di debito e fondi propri, il che avrà un impatto limitato sull’indebitamento netto della società e, di conseguenza, sul rapporto tra FFO e indebitamento netto. Viene stimato che l’operazione comporterà un aumento del debito di Acea di circa il 4% entro la fine del piano industriale, nel 2028. Non vengono inclusi i contributi in dividendi del veicolo in questo periodo di previsione e viene previsto che tali contributi saranno limitati in futuro, in relazione alle dimensioni di Acea. Di conseguenza, viene stimato un impatto moderatamente negativo, inferiore all’1%, sul rapporto FFO/indebitamento netto consolidato della società, che si attesterà intorno al 20% fino al 2028.Tuttavia, la quota di debito non consolidato aumenterà significativamente con l’avanzamento dell’investimento in WTE. Viene previsto che l’indebitamento del veicolo raggiungerà il picco nel 2028, superando gli 800 milioni di euro, pari a circa il 12% del debito lordo consolidato di Acea. Inoltre, Moody’s ritiene che la partecipazione al consorzio WTE inciderà moderatamente sul rischio aziendale di Acea. Questo perché l’ampia partecipazione di Acea nel consorzio, nonché i suoi stretti legami con il Comune di Roma, potrebbero indurre la società ad assumere un ruolo più attivo in caso di problemi, rispetto agli altri membri del consorzio, esponendola ai rischi di costruzione.(Foto: American Public Power Association on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Banco Desio, Fitch migliora rating a livello investment grade

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha alzato il Long-Term Issuer Default Rating (IDR) di Banco di Desio e della Brianza a “BBB-” da “BB+”, e il Viability Rating (VR) a “bbb-” da “bb+”. L’outlook è stabile.L’upgrade riflette la costante esecuzione strategica di Desio negli ultimi cinque anni, che le ha permesso di raggiungere un’adeguata diversificazione dei ricavi, rendendo la sua redditività più resiliente a un contesto di tassi di interesse più bassi. La banca ha migliorato i suoi parametri finanziari, allineando la qualità degli attivi alla media del settore nazionale e costruendo adeguati buffer di capitale superiori ai requisiti normativi.L’upgrade tiene conto anche della migliore valutazione del contesto operativo delle banche italiane, che dovrebbe supportare le prospettive di business e la performance finanziaria di Desio. LEGGI TUTTO

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    TIM, Moody’s alza il rating a Ba2 con outlook stabile

    (Teleborsa) – Moody’s ha alzato a “Ba2” da “Ba3″ il rating di TIM, il principale operatore di telecomunicazioni in Italia. L’outlook è stato modificato da positivo a stabile.”L’upgrade a Ba2 riflette la continua ripresa degli utili della società e il miglioramento degli indicatori di credito. Prevediamo che la società genererà un free cash flow positivo nel 2025-26, che, insieme al rimborso del debito, favorirà un’ulteriore riduzione dell’indebitamento”, afferma Ernesto Bisagno, Vice Presidente di Moody’s Ratings – Senior Credit Officer e lead analyst per Telecom Italia.In merito al rafforzamento del profilo finanziario di Telecom Italia, viene citata una combinazione di una forte crescita degli utili, con l’EBITDA rettificatoin aumento del 7,4% a 4,3 miliardi di euro nel 2024, e una generazione di free cash flow migliore del previsto, grazie a minori oneri finanziari, minori costi di separazione e minore fabbisogno di capitale circolante.Moody’s prevede una crescita costante dell’EBITDA, con percentuali a una sola cifra media ogni anno nel biennio 2025-26. Questa crescita dell’EBITDA sarà trainata da (1) una forte crescita nel business Enterprise, grazie ai servizi integrati end-to-end di connettività, cloud, sicurezza e IoT rivolti a grandi aziende e pubbliche amministrazioni; (2) un miglioramento dei KPI nel segmento consumer, con ARPU più elevati nel segmento fisso e una riduzione del tasso di abbandono dei clienti; e (3) la costante crescita del fatturato in Brasile.Inoltre, prevede che il free cash flow rettificato di Telecom Italia, al netto delle distribuzioni agli azionisti, si attesti in media a circa 375 milioni di euro all’anno nel periodo 2025-26, escludendo i proventi derivanti dalla cessione di Sparkle e i relativi dividendi straordinari. Questa previsione è supportata dalla costante crescita degli utili e da una riduzione degli investimenti. Inoltre, prevede flussi di cassa significativi legati alla monetizzazione della controversia relativa al pagamento allo Stato nel 1998 per i diritti di licenza e alla cessione della divisione cavi sottomarini Sparkle per 700 milioni di euro. Metà del ricavato dovrebbe essere distribuito agli azionisti, mentre la parte rimanente sosterrà la riduzione dell’indebitamento.Di conseguenza, prevede che la leva finanziaria rettificata di TIM scenderà verso 2,6x entro il 2026, grazie al rimborso del debito in scadenza nel periodo 2025-26, che lascerebbe l’azienda ben posizionata nella categoria di rating Ba2. LEGGI TUTTO

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    Amgen, S&P migliora outlook a stabile. Rating “BBB+” confermato

    (Teleborsa) – S&P Global Ratings ha rivisto l’outlook su Amgen, società statunitense di biotecnologia, da negativo a stabile, confermando il rating creditizio “BBB+” .L’agenzia di rating afferma che Amgen ha costantemente ridotto il debito dall’acquisizione di Horizon nel 2023, combinando crescita e rimborso del debito. Si è inoltre astenuta da acquisizioni significative e riacquisti di azioni proprie, tanto che la leva finanziaria è scesa a 2,9x al 31 marzo 2025. Prevedd che la società genererà un solido flusso di cassa discrezionale annuo di oltre 4 miliardi di dollari, consentendole di bilanciare le attività di acquisizione e riacquisto di azioni proprie in modo da mantenere la leva finanziaria al di sotto di 3x. Amgen non ha un obiettivo esplicito di leva finanziaria, ma ha dichiarato che un rating investment grade è importante per l’azienda e che, in seguito all’acquisizione di Horizon, vorrebbe riportare la leva finanziaria lorda ai livelli raggiunti alla fine del 2022. LEGGI TUTTO

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    Stellantis, Moody’s declassa rating a Baa2. Outlook da negativo a stabile

    (Teleborsa) – Moody’s ha declassato i rating di Stellantis, colosso italo-francese dell’automotive, da Baa1 a Baa2. Contestualmente. L’outlook è stato modificato da negativo a stabile.Il declassamento è motivato dall’aspettativa che, dato il difficile contesto di mercato, un significativo recupero degli indicatori di credito, in particolare del margine e del free cash flow, per tornare ai requisiti per la precedente categoria di rating, sarà più difficile da realizzare. Dopo diversi anni di elevati livelli di redditività, la performance di Stellantis nel 2024 ha subito una contrazione a causa di aggressive azioni di de-stocking e riduzione dei prezzi negli Stati Uniti, nonché della riduzione delle scorte e dei ritardi nei lanci di prodotto, in parte dovuti alle difficoltà di transizione alle nuove piattaforme multi-energia, in Europa. Sebbene l’azienda abbia avviato misure significative per ripristinare la performance operativa, il difficile contesto di mercato, caratterizzato da un indebolimento macroeconomico e da tensioni commerciali, aumenta il rischio di esecuzione e potrebbe rallentare la ripresa prevista.Nel primo trimestre sono stati lanciati nuovi modelli nei segmenti B e C in Europa, mentre importanti lanci negli Stati Uniti, come quello della Jeep Cherokee, sono previsti per la seconda metà di quest’anno. Moody’s prevede che i benefici di questi lanci saranno pienamente visibili solo entro il 2026. Il solido profilo di liquidità di Stellantis offre al gruppo il tempo necessario per attuare il proprio piano e affrontare l’attuale incertezza del mercato.Il rating incorpora una prospettiva cauta sul contesto macroeconomico, che include un rallentamento della crescita del PIL del G-20 all’1,9% nel 2025 (in calo rispetto al 2,9% del 2024), considerando che l’imprevedibilità della politica commerciale statunitense potrebbe minare la fiducia dei consumatori e interrompere le catene di approvvigionamento. Secondo le stime, ad oggi, il costo diretto dei dazi sulle importazioni di veicoli finiti e componenti potrebbe ammontare a 2,7 miliardi di dollari su base annua, senza alcuna mitigazione. Attualmente, vi sono dazi del 25% sulle importazioni di veicoli finiti e componenti da Messico, Canada ed Europa. Il contenuto statunitense dei veicoli importati da Messico e Canada è esente dal dazio del 25%. Il contenuto USMCA dei componenti importati è esente dal dazio del 25%. Tuttavia, a causa dell’imprevedibilità della politica commerciale statunitense, questi dazi non sono stati pienamente considerati nelle previsioni. Un dazio permanente o un’ulteriore escalation delle tensioni commerciali rappresentano un ulteriore rischio al ribasso. Se questi dazi dovessero essere imposti in modo permanente, potrebbero comportare un’ulteriore pressione negativa sui rating. Azioni di mitigazione, come l’aumento dei prezzi, l’incremento della produzione locale o l’aumento del contenuto di dazi statunitensi o USMCA, potrebbero ridurre l’importo dei dazi.Le prospettive stabili indicano che, nonostante l’incerto contesto di mercato, Moody’s prevede che l’azienda migliorerà gradualmente la sua performance operativa grazie al lancio di nuovi modelli in Europa e negli Stati Uniti e manterrà una politica finanziaria conservativa. Ritiene che la solida liquidità dell’azienda costituisca un importante ammortizzatore nell’attuale contesto di mercato volatile e difficile. LEGGI TUTTO

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    Standard Ethics, nuovo studio ESG su compagnie assicurative italiane non quotate

    (Teleborsa) – Dopo la pubblicazione del primo studio dedicato alle banche italiane non quotate, Standard Ethics ha annunciato il secondo approfondimento focalizzato sul settore assicurativo. L’obiettivo è valutare l’allineamento ai temi di Sostenibilità, così come volontariamente indicati dalle organizzazioni internazionali (Onu, Ocse e Ue), da parte delle maggiori compagnie non quotate italiane.La selezione è avvenuta considerando le compagnie nazionali con ricavi oltre i 50 milioni di euro, escludendo società appartenenti a gruppi assicurativi esteri o quotati, nel caso di compagnie del settore bancario, privilegiando le subholding.La ricognizione di Standard Ethics osserverà la capacità delle società considerate di interpretare e semplificare i temi di Sostenibilità. Nello specifico: la qualità delle comunicazioni pubbliche in ambito ESG Risk Management, governance, politiche ESG per il credito e gli investimenti; reperibilità di policy e Codici Etici, nonché il loro allineamento alle indicazioni internazionali; presenza di rating indipendenti forniti alla società in conformità al costituendo albo Ue delle agenzie di rating ESG. La pubblicazione dello Studio è attesa entro il prossimo giugno. Le compagnie quotate Assicurazioni Generali, REVO Insurance e Unipol Assicurazioni verranno prese come riferimenti per comparazioni.Le società assicurative sotto analisi sono: Assicuratrice Milanese, Assimoco, Banco BPM Vita, BCC Vita, Bene Assicurazioni Società Benefit, Credem Assicurazioni, Credemvita, Cronos Vita Assicurazioni, Intesa SanPaolo Assicurazioni, ITAS Mutua, Le Assicurazioni di Roma – Mutua Assicuratrice Romana, Mediolanum Vita, Poste Vita, Prima Assicurazioni, Reale Mutua, SACE, Sara Assicurazioni, Vittoria Assicurazioni.(Foto: toppercussion | 123RF) LEGGI TUTTO

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    OEM automobilistici europei, Fitch: profitti in calo con turbolenze su dazi

    (Teleborsa) – La generazione di free cash flow (FCF) e la redditività degli original equipment manufacturer (OEM) di automobili europeidiminuiranno nel 2025 a causa delle turbolenze di mercato causate dai dazi dell’amministrazione Trump. Lo afferma Fitch Ratings in un nuovo rapporto sul tema, spiegando che questo fa seguito a un calo di pari entità nel 2024, causato da oneri di ristrutturazione, minore produzione e difficili condizioni di mercato in Cina.I dazi del 25% su tutte le automobili importate e su alcuni ricambi auto, imposti il ??26 marzo, rimangono in vigore, nonostante altri dazi annunciati siano stati rinviati di 90 giorni. Quest’ultima misura rappresenta un rischio significativo al ribasso per le case automobilistiche che esportano veicoli prodotti in Giappone, Corea e Germania negli Stati Uniti. Fitch prevede che i bilanci rimarranno solidi, come riflesso dalle posizioni di cassa nette, in particolare tra gli emittenti investment grade. Tuttavia, le pressioni negative sui rating sono aumentate per gli emittenti i cui profili di credito sono già compromessi da oneri di ristrutturazione, riduzione dei livelli di produzione e difficili condizioni di mercato in Cina, riducendo il margine di valutazione.Fitch prevede che sia i fornitori che le case automobilistiche condivideranno l’onere dei dazi più elevati. Molti fornitori cercheranno di trasferire i costi dei dazi alle case automobilistiche, che dovranno assorbirne la maggior parte attraverso aumenti di prezzo. LEGGI TUTTO