9 Maggio 2022

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    Profondo rosso per i mercati europei con scenario macro complicato

    (Teleborsa) – Giornata da dimenticare per le borse europee, mentre cresce l’avversione al rischio degli investitori. A preoccupare sono i temi che muovono le borse ormai da settimane, ovvero l’andamento del conflitto in Ucraina e le attese di una dura stretta monetaria per fermare l’inflazione galoppante. A ciò si è aggiunta la preoccupazione per il rallentamento dell’economia cinese, che si trova alle prese con una rigida politica anti-Covid che, dopo il lungo lockdown di Shanghai, sta coinvolgendo anche Pechino. Un blocco prolungato della maggiori città cinesi ha un effetto su tutte le catene di approvvigionamento globali.”La guerra in Ucraina, uno shock energetico globale e il rischio che la FED cerchi di combattere l’inflazione trainata dall’offerta hanno innescato una rivalutazione degli scenari macro tra i partecipanti al mercato – ha scritto il BlackRock Investment Institute – La causa principale è l’inflazione in un mondo modellato dall’offerta. È iniziato con lo shock dell’offerta dovuto alla ripresa dell’attività economica. L’invasione russa dell’Ucraina ha aggiunto un ampio shock sui prezzi delle materie prime. La FED e le altre banche centrali si trovano ora di fronte a una scelta difficile: sopprimere l’inflazione guidata dall’offerta significa aumentare i tassi a un livello così alto da distruggere la crescita e l’occupazione”.Nessuna variazione significativa per l’Euro / Dollaro USA, che scambia sui valori della vigilia a 1,055. L’Oro è in calo (-0,28%) e si attesta su 1.859,2 dollari l’oncia. Forte riduzione del petrolio (Light Sweet Crude Oil) (-5,53%), che ha toccato 103,7 dollari per barile.Lo Spread tra il rendimento del BTP e quello del Bund tedesco si riduce, attestandosi a +192 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,01%.Tra i listini europei pessima performance per Francoforte, che registra un ribasso del 2,15%, sessione nera per Londra, che lascia sul tappeto una perdita del 2,32%, e in perdita Parigi, che scende del 2,75%.Giornata nera per la Borsa di Milano, che mostra una discesa del 2,74%, continuando sulla scia ribassista rappresentata da quattro cali consecutivi, in essere da mercoledì scorso; sulla stessa linea, perde terreno il FTSE Italia All-Share, che si ferma a 25.637 punti, ritracciando dell’1,20%.In netto peggioramento il FTSE Italia Mid Cap (-3,26%); con analoga direzione, pessimo il FTSE Italia Star (-3,86%).Nella Borsa di Milano risulta che il controvalore degli scambi nella seduta odierna è stato pari a 2,56 miliardi di euro, in aumento rispetto agli 2,42 miliardi della seduta precedente; mentre i volumi scambiati quest’oggi sono passati da 0,72 miliardi di azioni della seduta precedente agli odierni 0,66 miliardi.Leonardo, che mette a segno un +1,39%, è l’unica tra le Blue Chip di Piazza Affari a riportare una performance apprezzabile.Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Saipem, che ha chiuso a -6,81%.Pesante Prysmian, che segna una discesa di ben -5,55 punti percentuali.Seduta negativa per DiaSorin, che scende del 5,39%.Sensibili perdite per Amplifon, in calo del 5,27%.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, Antares Vision (+3,77%), Pharmanutra (+2,54%) e Buzzi Unicem (+0,76%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Sesa, che ha chiuso a -7,38%.In apnea Carel Industries, che arretra del 6,38%.Tonfo di Reply, che mostra una caduta del 6,24%.Lettera su Alerion Clean Power, che registra un importante calo del 5,86%.Tra gli appuntamenti macroeconomici che avranno la maggiore influenza sull’andamento dei mercati:Lunedì 09/05/202208:45 Francia: Partite correnti (preced. -1,1 Mld Euro)16:00 USA: Scorte ingrosso, mensile (preced. 2,8%)Martedì 10/05/202200:30 Giappone: Spese reali famiglie, mensile (atteso 2,6%; preced. -2,8%)10:00 Italia: Produzione industriale, mensile (atteso -2%; preced. 4%)10:00 Italia: Produzione industriale, annuale (preced. 3,3%). LEGGI TUTTO

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    PNRR, Giorgetti: Regioni non coinvolte perché serviva risposta veloce all'Ue

    (Teleborsa) – Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha risposto alle critiche provenienti dalle Regioni che hanno lamentato il mancato coinvolgimento nella predisposizione del PNRR. “Il Governo non le ha coinvolte perché doveva rispondere velocissimamente all’Europa altrimenti perdeva la possibilità. Abbiamo confezionato nel modo migliore possibile un bellissimo piano che, come tutti i piani, resta un piano e va concretizzato e vissuto da tutti i protagonisti del piano stesso”, ha dichiarato Giorgetti in Commissione Sviluppo della Conferenza delle Regioni. “Il problema delle relazioni istituzionali e nei rapporti tra le Regioni e lo Stato torna fuori prepotentemente, quindi c’è la necessità di creare dei momenti. È stato proposto un tavolo istituzionale per un continuo confronto tra noi, le Istituzioni centrali e quelle Regionali, che comporti questo approccio di tipo pragmatico ed operativo”. “Permettetemi di dire – ha aggiunto Giorgetti rivolgendosi a presidenti ed assessori regionali e provinciali –, che ci vuole un approccio pragmatico anche da parte dell’UE, perché il Piano scritto è stato scritto un anno fa. Poi qualcuno si è accorto che è successo qualcosa nel frattempo”. “Sopratutto non possiamo ignorare che il lodevole intento di definire una precisa tempistica per il raggiungimento degli obiettivi, pena punteggi, degradazioni, stop ai contributi, non ha nessun senso in questa logica qua e forse sarebbe più prudente, opportuno e intelligente dosare questi tipi di pietre miliari che devono essere raggiunte rispetto ad una situazione che e’ profondamente mutata nei settori”, ha concluso Giorgetti.Quanto al Dl Aiuti, Giorgetti ha affermato che “qualcosa abbiamo fatto con il decreto legge approvato la scorsa settimana. Probabilmente non è sufficiente, anzi sicuramente non è sufficiente. Così procediamo giorno per giorno, ascoltando la voce degli imprenditori dei territori e cerchiamo di far fronte”. LEGGI TUTTO

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    FED, Bostic: possiamo fare “forse due, forse tre” aumenti di 50pb

    (Teleborsa) – Un aumento dei tassi di 50 punti base “è già una mossa piuttosto aggressiva”. “Non credo che dobbiamo muoverci in modo ancora più aggressivo. Penso che possiamo rimanere a questo ritmo e questa cadenza e vedere davvero come si evolvono i mercati”. Lo ha affermato Raphael Bostic, presidente della Federal Reserve Bank di Atlanta, in un’intervista a Bloomberg. “Secondo me, ci muoveremo un paio di volte – forse due, forse tre volte – per vedere cosa succede, vedere come risponde l’economia, vedere se l’inflazione continua ad avvicinarsi al nostro obiettivo del 2% – ha aggiunto – E poi possiamo davvero fare una pausa e vedere come stanno andando le cose”.”Penso davvero che dobbiamo entrare da qualche parte nella gamma neutrale”, ha detto Bostic, riferendosi a una politica che non stimola né contrae l’economia. “Sto guardando da qualche parte tra il 2-2,5% come nostro range neutro. Allora aspettiamo e vediamo cosa sta succedendo”, ha spiegato.Allo stesso tempo, Bostic ha ribadito di essere impegnato a fare tutto il necessario per ridurre l’inflazione: “La prima cosa che ho in mente è che l’inflazione è troppo alta e dobbiamo agire in modo definitivo e mirato per cercare di tenerla sotto controllo”.”La mia speranza è che molte delle cose che sono fuori dal nostro controllo, cose come le interruzioni della catena di approvvigionamento e simili, migliorino – ha detto l’economista statunitense – Se iniziamo a vedere un movimento dal lato dell’offerta, significa che dobbiamo spingere meno sulla domanda” attraverso aumenti dei tassi. LEGGI TUTTO

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    PMI, le aziende italiane guardano al Sud-est asiatico ma non tutelano il loro credito

    (Teleborsa) – Il Sud-est asiatico, una delle aree economicamente più strategiche del mondo, settimo per PIL e quarto per export, è fondamentale per le aziende italiane, sia per quanto riguarda l’import/export, con i prodotti di eccellenza del Belpaese, che per quelle che hanno siti produttivi in loco, scelti dai nostri imprenditori per il know-how qualificato e la manodopera a basso costo. Tuttavia, se da un lato in epoca pre-Covid 19 la bilancia commerciale era pari a 16 miliardi, con un saldo di circa 270 milioni a favore dell’Asean (Association of South East Asian Nations, l’acronimo che rappresenta il Sud-est asiatico), dall’altra parte, anche alla luce delle conseguenze economiche, sia di quelle della pandemia, che continuano ad avere effetti negativi, sia di quelle connesse alla guerra in Ucraina, a partire dall’aumento del costo dell’energia e delle materie prime, il 20% circa delle transazioni commerciali può essere posto sotto stress, generando un volume rilevante di ritardi, contestazioni e – nell’ipotesi peggiore – mancati pagamenti. È quanto emerge da uno studio realizzato da Invenium Legaltech, società italiana con sede a Milano specializzata nella gestione del credito, in collaborazione con IMBA (Italy Malaysia Business Association), membro delle Camere di Commercio italiane all’estero (Ccie), presente nella capitale Kuala Lumpur.A sud della Cina e a nord dell’Australia, tra l’Oceano Indiano e quello Pacifico, i dieci paesi che compongono l’Asean (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore e Thailandia), esprimono la terza area più popolosa del mondo e possiedono notevoli margini di crescita: il PIL aumenta del 4/5% annuo e, alla luce anche dei cambiamenti degli equilibri geoeconomici derivanti dal conflitto bellico in Ucraina, – rileva lo studio – il Sud-est asiatico avrà una posizione sempre più rilevante nella supply chain globale per posizione e competitività del sistema. Attualmente i principali prodotti esportati dall’Italia verso l’Asean sono macchinari, componenti elettronici, pelletteria e prodotti chimici, mentre il nostro Paese importa principalmente oli e grassi vegetali e animali, altri beni alimentari, tra cui pesce e molluschi, apparecchiature per telecomunicazioni e articoli di abbigliamento. Le aziende italiane che incontrano maggiori problemi di gestione del credito sono le Pmi che, per quanto molto dinamiche e focalizzate sullo sviluppo, – sottolinea l’indagine – non sempre effettuano adeguate valutazioni di rischio; spesso sottovalutano l’importanza di esportare nell’ambito di accordi commerciali strutturati ed elaborati da operatori legali, oppure non dispongono di strumenti di gestione accessibile nel momento della criticità e del mancato pagamento.”Le principali cause di difficoltà – spiega Paolo Colombari, ceo di Invenium Legaltech – sono la distanza fisica, le differenze a livello normativo e, purtroppo, la mancanza di preparazione e la frettolosità con cui a volte sono costruiti gli accordi commerciali. Esistono mercati economicamente importanti, ma particolarmente complessi e delicati, come quello asiatico, dove ancor più fondamentale è l’esigenza di una buona gestione del rischio. Esiste la possibilità per le aziende italiane di proteggersi richiedendo pagamenti anticipati, ma spesso non è un’ipotesi percorribile: in questo scenario è determinante utilizzare altri strumenti di tutela non solo legale, ma anche assicurativa e finanziaria. È quindi necessario lo sviluppo di strumenti Legal Tech, Fintech e Insurtech dedicati al settore dell’export”. “Le aziende italiane – afferma Enrico Giuntelli, general manager di IMBA – sono particolarmente apprezzate per le loro eccellenze produttive, e nell’area Asean possono trovare dei partner molto vantaggiosi in termini sia di know-how che di costo del lavoro. Purtroppo, però, se si guarda soprattutto alle Pmi, il numero di aziende italiane che investe in Asia è ancora molto ridotto, soprattutto in confronto alle concorrenti degli altri grandi Paesi europei. Considerando la situazione economica attuale e le previsioni future, che vedono uno spostamento verso oriente del baricentro economico mondiale, è essenziale che anche le Pmi italiane, oltre che stabilire una presenza fissa sul territorio, comincino a valutare e utilizzare in modo diffuso forme avanzate di tutela dei propri rapporti internazionali, anche col supporto delle nuove tecnologie dedicate alla salvaguardia del credito commerciale”. LEGGI TUTTO

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    Rivian, tonfo in borsa su vendita azioni dopo periodo di lockup

    (Teleborsa) – Crollo in borsa per Rivian Automotive, il produttore statunitense di pick-up elettrici che si è quotato a Wall Street a novembre 2021 con una maxi IPO e che poi ha perso costantemente terreno tra ritardi nelle consegne e il ridimensionamento di collaborazioni chiave. Il titolo è oggi i caduta libera dopo che CNBC ha riferito che Ford sta vendendo 8 milioni delle sue azioni Rivian dopo la fine del periodo di lockup (avvenuto domenica).Durante il periodo di lockup, dopo che una società si è quotata in borsa, i primi investitori e i dipendenti azionisti non possono vendere azioni per garantire un’IPO ordinata. Secondo le indiscrezioni, il prezzo di vendita dovrebbe essere di 26,90 dollari, ben lontano dal record di 179,5 dollari registrato a novembre.Ford, che venderà le azioni tramite Goldman Sachs, è il quarto maggiore azionista di Rivian con una quota dell’11,4%, secondo dati Refinitiv. Anche JPMorgan Chase prevede di vendere un blocco di azioni Rivian compreso tra 13 milioni e 15 milioni per un venditore sconosciuto, ha aggiunto CNBC. Il prezzo di vendita dovrebbe essere lo stesso.In discesa Rivian Automotive, che si attesta a 24,43, con un calo del 15,14%. Attesa per il resto della seduta un’estensione della fase ribassista con area di supporto vista a 23,69 e successiva a 22,95. Resistenza a 25,5. LEGGI TUTTO

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    Ucraina, Putin: attacco preventivo, la Nato non ha ascoltato le nostre richieste di sicurezza

    (Teleborsa) – Il presidente russo, Vladimir Putin, ha dichiarato di aver chiesto ai Paesi della Nato un accordo sulle garanzie di sicurezza ma di non essere stato ascoltato. “In Occidente, a quanto pare, hanno deciso di cancellare valori millenari”, ha affermato dalla tribuna in Piazza Rossa prima dell’inizio della parata militare organizzata per festeggiare il Giorno della vittoria sui nazisti nella Seconda Guerra Mondiale, “tale degrado morale è diventato la base per ciniche falsificazioni della storia della Seconda guerra mondiale, incitando alla russofobia, elogiando i traditori, deridendo la memoria delle vittime, cancellando il coraggio di coloro che hanno ottenuto la vittoria”.Putin ha sostenuto che l’attacco in Ucraina è stata una risposta ad “una minaccia diretta vicino ai confini russi”, perché “un attacco era stato preparato, anche alla Crimea”. “Il pericolo è cresciuto ogni giorno, il nostro è stato un atto preventivo, una decisione necessaria e giusta”, ha ribadito. “Se ci fosse stata anche una possibilità di risolvere la questione ucraina pacificamente, la Russia l’avrebbe usata”, ha aggiunto. A Mosca di fronte al Cremlino hanno sfilato due missili nucleari di ultima generazione, 131 mezzi militari di terra, 11.000 soldati e carri armati, mentre la parte aerea della parata è stata cancellata a causa del tempo, secondo quanto dichiarato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov all’agenzia di stampa Ria Novosti. Da Putin però non è arrivato nessun annuncio importante nel suo discorso, come si temeva nei giorni scorsi, né riferimenti a un’imminente escalation. “L’orrore di una guerra globale non si deve ripetere” ha dichiarato il presidente russo.Putin ha ringraziato le forze armate russe: “compagni ufficiali, sottoufficiali, compagni, generali e ammiragli, mi congratulo con voi per il 77esimo anniversario della grande vittoria. Anche ora in questi giorni voi combattete per la nostra gente nel Donbass, per la sicurezza della nostra patria”. Durante il discorso Putin ha quindi chiesto un minuto di silenzio per i militari uccisi durante la Seconda guerra mondiale e per quelli nei combattimenti in corso nel Donbass e a chi ancora sta combattendo in quell’area. LEGGI TUTTO

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    Popolare di Bari, offerta per filiali di Banca del Sud

    (Teleborsa) – Banca Popolare di Bari (che fa parte del Gruppo Bancario Mediocredito Centrale, istituto controllato da Invitalia) intende sottoporre una offerta vincolante a Banca del Sud (BDS) in A.S. per l’acquisizione di un ramo di azienda composto da quattro filiali situate nei comuni di Caserta, Avellino, Napoli, Salerno. Il gruppo con sede a Napoli è sottoposto ad amministrazione straordinaria da giugno 2021.Il perfezionamento dell’operazione “risulta coerente con la mission del Gruppo MCC”, viene sottolineato in una nota; inoltre, considerate le possibili sinergie derivanti dall’integrazione e le caratteristiche delle quattro filiali “l’operazione permetterebbe di aumentare, in zone di rilievo strategico, gli impieghi nei confronti di famiglie, piccole imprese e mid corporate e, in generale, la base di clientela”. LEGGI TUTTO

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    Caleffi non valuta M&A. Pandemia limita rapporti con investitori

    (Teleborsa) – Caleffi, società quotata su Euronext Milan e specializzata nella produzione e nella commercializzazione di articoli di lusso per la casa, “non sta valutando operazioni di M&A”, in considerazione del perdurare della pandemia, “le cui ripercussioni in ambito economico e finanziario non possono ancora essere pienamente previste e quantificate”, delle tensioni sui prezzi delle materie prime e dell’energia, oltre che dell’instabilità del contesto internazionale dovuta al conflitto Russia. Lo si legge nelle risposte alle domande del socio Alessandra Venturini (che ha lo 0,96% del capitale) in vista dell’assemblea degli azionisti dell’11 maggio 2022. Il socio aveva fatto notare che il piano industriale di maggio 2019 confermava l’intenzione di accelerare la crescita mediante M&A.Dalle risposte emerge anche che: la società non ha fatto ricorso a coperture in derivati sulle materie prime e sull’energia; verrà rimessa alla valutazione del prossimo consiglio (che sarà nominato dall’assemblea dell’11 maggio) la valutazione in merito all’eventuale adozione di un nuovo piano industriale; la società non ha valutato ipotesi di annullamento delle azioni proprie detenute in portafoglio.A una domanda se ci sono contatti per potenziali nuovi accordi di produzione, riguardanti le licenze, viene risposto che Caleffi “monitora costantemente il mercato per valutare nuove opportunità di business” e che “qualora dovessero concretizzarsi opportunità di partnership significative saranno comunicate al mercato”.Definitivamente tramontato il processo di quotazione della controllata Mirabello Carrara (annunciato e poi fermato nel 2016). “Le ottime performance ottenute negli ultimi esercizi da Mirabello Carrara hanno contribuito in misura significativa, mediante consolidamento con metodo integrale, ai risultati economico finanziari del gruppo Caleffi – si legge nel documento – La controllata, divenuta uno dei principali attori sul mercato nazionale ed internazionale nel segmento premium & luxury, ad avviso della società risulta al momento ampiamente valorizzata”.Infine, viene puntato il dito sulla composizione dell’azionariato, nel quale non risultano partecipazioni rilevanti esclusa Minerva. “In passato si sono svolti numerosi incontri alla presenza di investitori istituzionali e della comunità finanziaria – è stata la riposta della società – Negli anni più recenti, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, tali incontri non hanno avuto luogo ed i limitati volumi scambiati non hanno favorito l’interesse degli investitori istituzionali. Sebbene con partecipazioni inferiori alla soglia di rilevanza del 5%, per quanto noto all’interno della compagine societaria si sono succeduti negli anni fondi d’investimento e intermediari bancari”. LEGGI TUTTO